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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Dove arrivò Segovia?


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ma egli si spese nelle Variazioni di Albert Harris...

 

 

dralig

 

terrificanti.

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ma egli si spese nelle Variazioni di Albert Harris...

 

 

dralig

 

terrificanti.

 

Non direi, a me sembrano un lavoro di scuola, un bel compito. Trovo che Harris abbia fatto di meglio con la Sonatina.

 

dralig

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ma egli si spese nelle Variazioni di Albert Harris...

 

 

dralig

 

terrificanti.

 

Non direi, a me sembrano un lavoro di scuola, un bel compito. Trovo che Harris abbia fatto di meglio con la Sonatina.

 

dralig

 

A me non dispiace anche la "Suite" di sette pezzi di Harris..anche in rapporto al periodo che sono stati composti..1972? o è la data di pubblicazione? ma il Copyright della mia edizione riporta il 1974..quindi presumo..

la sonatina è simpatica, la sento "pulita" senza pretese di profondità tenebrose ma..scorrevole.. un ottimo bicchiere di acqua limpida.. ben scritta....

 

marc

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A me non dispiace anche la "Suite" di sette pezzi di Harris..anche in rapporto al periodo che sono stati composti..1972? o è la data di pubblicazione? ma il Copyright della mia edizione riporta il 1974..quindi presumo..

la sonatina è simpatica, la sento "pulita" senza pretese di profondità tenebrose ma..scorrevole.. un ottimo bicchiere di acqua limpida.. ben scritta....

 

marc

 

Credo, Marcello, che lo scrivere pezzi come quelli di Harris, nei primi anni Settanta, avesse, negli USA, un significato diverso da quello che poteva avere lo scrivere in modo simile in Europa. Là, non c'era il funzionario di partito che, all'indomani di un'esecuzione del "Nocturnal" di Britten, avrebbe scritto che si trattava di "musica da dimenticare", delle "Canzoni piemontesi" di Mosso che era "musica inconsistente", e della "Sonatina" di Rosetta che era "morta prima ancora di essere oggetto di parto". Quindi, la "Suite" di Harris, in California, non rappresentava - consciamente o inconsciamente - un atto di sfida al regime. Là, un concertista non avrebbe mai ricevuto una telefonata di un direttore artistico, che gli ingiungeva di togliere dal programma di una sua annunciata serie di recitals, il Ricercare di Franco Margola (compositore definito "fascista"), e di sostituirlo con una composizione "suggerita", pena la cancellazione dei concerti. Poi cancellati, naturalmente: a resistere a Stalin, non fu solo Bulgakov.

 

dralig

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A me non dispiace anche la "Suite" di sette pezzi di Harris..anche in rapporto al periodo che sono stati composti..1972? o è la data di pubblicazione? ma il Copyright della mia edizione riporta il 1974..quindi presumo..

la sonatina è simpatica, la sento "pulita" senza pretese di profondità tenebrose ma..scorrevole.. un ottimo bicchiere di acqua limpida.. ben scritta....

 

marc

 

Credo, Marcello, che lo scrivere pezzi come quelli di Harris, nei primi anni Settanta, avesse, negli USA, un significato diverso da quello che poteva avere lo scrivere in modo simile in Europa. Là, non c'era il funzionario di partito che, all'indomani di un'esecuzione del "Nocturnal" di Britten, avrebbe scritto che si trattava di "musica da dimenticare", delle "Canzoni piemontesi" di Mosso che era "musica inconsistente", e della "Sonatina" di Rosetta che era "morta prima ancora di essere oggetto di parto". Quindi, la "Suite" di Harris, in California, non rappresentava - consciamente o inconsciamente - un atto di sfida al regime. Là, un concertista non avrebbe mai ricevuto una telefonata di un direttore artistico, che gli ingiungeva di togliere dal programma di una sua annunciata serie di recitals, il Ricercare di Franco Margola (compositore definito "fascista"), e di sostituirlo con una composizione "suggerita", pena la cancellazione dei concerti. Poi cancellati, naturalmente: a resistere a Stalin, non fu solo Bulgakov.

 

dralig

 

Mi chiedo quanta musica ci siamo persi con questa "ottica"... per quelli che magari hanno desistito..la Sonatina di Rosetta è semplicemente magnifica per la sua trasparenza essenziale di scrittura, specialmente oggi che si scrive spesso pensando ai "fuochi d'artificio" ma di tutt'altro contenuto di quelli che ha "disegnato" Debussy nel suo magnifico Preludio... vi è tutta una letteratura particolare di un epoca databile in quegli anni che io definirei "sincera" e si sente suonandola..dai Preludi di Barbieri, passando per Rosetta appunto, agli studi di Gangi che fotografano un periodo musicale da film in "bianco e nero"...la chiamerei letteratura espressiva-sincera..poi arriva la corruzione e l'effettistica .. che nasconde i contenuti...

penso a una semplice pagina che ho suonato per anni..ad esempio: la Weissiana di Rosetta, la sua bellezza per me consiste proprio nella sua "pulizia e semplicità"...e che ha valore (per me) molto più di tanti brani osannati ma..che...alla fine nascondono il "non-contenuto" atrraverso qualche formula digitale e nulla più...

 

m

 

p.s.sapessi scrivere io come Rosetta :)

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Si, credo anche io che i compositori che menzioni meriterebbero molta più attenzione.

Come giustamente dici, si tratta di letteratura di ottima qualità! Perchè non suonarla? Perchè preferire, ancora, una trascrizione di Albeniz?

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ma egli si spese nelle Variazioni di Albert Harris...

 

 

dralig

 

terrificanti.

 

Non direi, a me sembrano un lavoro di scuola, un bel compito. Trovo che Harris abbia fatto di meglio con la Sonatina.

 

dralig

 

La sonatina non la conosco.

E' solo che...com dire...mi sembra un lavoro così superfluo...

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La sonatina non la conosco.

E' solo che...com dire...mi sembra un lavoro così superfluo...

 

Dobbiamo sforzarci di cogliere il significato e il valore delle opere collocandole nel quadro storico e culturale in cui hanno avuto origine, altrimenti rischiamo di assomigliare agli ideologi degli anni Cinquanta e a tutte le categorie di inquisitori che hanno tormentato l'umanità (non solo i compositori e non solo gli artisti) negli ultimi diecimila anni - cioà quelli di cui abbiamo cognizione storica.

 

Harris era un musicista californiano (di residenza), il suo mondo era contiguo a quello della musica da film, del jazz, delle canzoni di Sinatra. L'idea di una musica che non avesse in sé il progetto "naturale" della comunicazione era del tutto estranea a quella cultura e a quel mondo: il pensiero musicale non era mai disgiunto dalla categoria dell'"entertainement" - e si trattava semmai di collocarsi, in quella categoria, a un livello piuttosto che a un altro. Harris si rivolgeva a un mondo chitarristico che vedeva passare ogni anno, per un paio di concerti a Los Angeles, la meteora di Segovia, e per il resto faceva riferimento a figure quali quelle di Laurindo Almeida, che suonò per primo le Danze di Pedrell, e che nello stesso tempo lavorava a Hollywood incidendo quotidianamente le pennellate di chitarra delle colonne sonore. In quel mondo, Castelnuovo-Tedesco era guardato come una sorta di guru della sapienza musicale esoterica.

E' rispetto a tutto ciò che va letta e compresa la musica per chitarra di Albert Harris. Segovia la suonò perché serviva al suono della sua chitarra. Noi oggi, se vogliamo, possiamo leggerla come riflesso gentile, grazioso, sereno, di un mondo che si è rivelato a noi da lontano, con i film, con le canzoni belle e ben arrangiate, con la sua immagine paradisiaca da un lato e periclitante dall'altro (la perenne minaccia dei terremoti).

Dobbiamo capire, caro Alfredo, dobbiamo sforzarci di capire. Altrimenti, rischiamo di rimanere soli con i nostri giudizi un po' cattivi, dei quali, tra l'altro, nessuno si cura.

 

dralig

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Grazie Angelo.

Sono parole importanti, che invitano a riflettere...e ad ascoltare nuovamente.

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...capisco benissimo Alfredo e sono d'accordo solo in parte con il giudizio dato da Gilardino. E' indubbio che dobbiamo "sforzarci di cogliere il significato e il valore delle opere collocandole nel quadro storico e culturale in cui hanno avuto origine"...ma la necessità storiografica non sempre è il fondamento dell'espressione di un giudizio di valore. Tutti siamo nella storia e tutti abbiamo il diritto di viverla e interpretarla per ciò che siamo ma topolino rimane topolino e Thomas Mann rimane Thomas Mann. E'auspicabile che si colga la differenza nel modo di rappresentare la profondità dell'uomo nel suo esserci nel mondo. Harris non sarà mai un Ravel che pur era nelle possibilità del nostro di Linares. Casella ricorda Segovia per la ciaccona non per Torroba.

 

 

Nell'invitare a comprendere le composizioni messe sul leggio al di là della pura e semplice decifrazione, non ho mai pensato che, così facendo, si possa generare equivoco confondendo Topolino con Thomas Mann: la comprensione non dà luogo a facili accettazioni. Riferendomi in particolare al compositore californiano, ho suggerito di leggere la sua musica per chitarra in una prospettiva diversa da quella che sembrava manifestarsi nel giudizio di Alfredo: è ovvio che, se avessi reputato Harris un autore topolinesco, non avrei speso l'esortazione a comprenderne la situazione storica e culturale. Ha scritto musica decentissima, per questo merita di essere letto, e per leggerlo bene bisogna riferirsi al suo mondo, non soltanto al nostro.

 

Sono convinto che la chitarra sia uno strumento ben al di sopra delle qualità espresse da certo suo repertorio fino ad oggi. Tutto sommato rimane ancora uno strumento nuovo, tutto da esplorare.

 

Forza, esploriamolo. Qui - come diceva van Gogh - "possono parlare soltanto i nostri quadri".

 

dralig

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