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studio n1 HVL


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L'avete mai visto Williams giocare a ping-pong...sembra che gli abbiano inchidato le articolazioni...un obrobrio a vedersi...però quando suona tutto questo obrobrio non so dove vada a finire...misteri

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Si, certo. La velocità è un fatto mentale e poi tecnico.

Molto interessante..nn ci avevo mai pensato.

Ho capito cosa vuoLe dire quando dice che la velocità è un passaggio prima di tutto mentale..ma se dovessi spiegarlo a qualcuno nn sarei in grado di farlo..!

Le dispiace, Maestro, anche brevemente, spiegare il concetto?

 

Antonio

 

Qualunque azione noi compiamo, anche la meno osservabile, è la conseguenza di un comando impartito dal cervello. Quando suoniamo, è il cervello che dà gli impulsi, e non tutti i cervelli riescono a ordinare una sequenza di impulsi con la stessa velocità. La capacità mentale che permette al virtuoso chitarrista di sgranare 800 note singole al minuto è della stessa specie di quella che permette al pilota di formula uno di portare un'auto a 300 all'ora. Non è un caso - lo sanno tutti i docenti di strumento con vasta esperienza - che gli allievi più bravi nella tecnica siano anche quelli che vincono nei giochi dove sono messi in causa i riflessi. Quindi, possiamo immaginare, che so, Saggese e Tampalini l'uno di fronte all'altro nella scena finale di un western come "La pistola sepolta", mentre, per ammazzarsi e non farsi ammazzare, fanno ricorso allo stesso tipo di bravura - mentale e tecnica - che permette loro di snocciolare le note con la chitarra. Per fortuna, hanno scelto di impiegare questa loro dote - insieme a molte altre - in un lavoro meno pericoloso e dai frutti più duraturi.

 

dralig

Concordo con quanto lei sostiene dicendo che nella capacità motoria delle mani il cervello gioca un ruolo fondamentale, ma mi sorge spontanea una domanda: Chi ha (Come nel caso di Saggese e Tampalini) una capacità reattiva molto elevata, può acquisire la stessa capacità tecnica su qualsiasi strumento? O invece, una particolare meccanica strumentale può essere più congeniale ad ogni singola tipologia di relazione "mente-corpo"?

...probabilmente Saggese e Tampalini se decidessero di passare ad un altro strumento, potrebbero avere una marcia in più, ma mi chiedo se i risultati sarebbero gli stessi di quelli ottenuti sulla chitarra...

Le cose poi possono ulteriormente complicarsi nel caso si passasse ad uno strumento ad arco... il fatto di servirsi di un mezzo esterno per far vibrare le corde, non potrebbe infatti far nascere una inibizione e far scattare qualche meccanismo inconscio di difesa che ne comprometterebbe la riuscita... proprio perché le caratteristiche del soggetto sarebbero specifiche per un certo tipo di movimenti?

Dico questo perché nella mia esperienza con la chitarra (Ho smesso di suonare da un pò ormai) mi è capitato di incontrare delle difficoltà insormontabili per quanto riguarda la tecnica della mano destra, mentre i movimenti della sinistra li ho sempre trovati naturali... giusto per portare un esempio, sono riuscito a suonare gli studi 9 e 10 di Villa-Lobos anche ad una velocità di 152 di metronomo, ma non sono mai riuscito a suonare lo studio n.1 ad una velocità superiore a quella di 112... in momenti di particolare rendimento anche a 120, ma è stato veramente un caso eccezionale!

 

Scusatemi per la lunghezza, e grazie per la vostra disponibilità

Pico

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[

Concordo con quanto lei sostiene dicendo che nella capacità motoria delle mani il cervello gioca un ruolo fondamentale, ma mi sorge spontanea una domanda: Chi ha (Come nel caso di Saggese e Tampalini) una capacità reattiva molto elevata, può acquisire la stessa capacità tecnica su qualsiasi strumento?

 

Non possiamo nutrire certezze al riguardo, ma possiamo assai ragionevolmente inferire che chi ha capacità virtuosistiche le possa applicare a qualunque strumento, anche se non necessariamente con gli stessi risultati. Gioca infatti, nella scelta dello strumento, un fattore preferenziale che, pur non essendo legato alla sfera della destrezza, determina la forza dell'impegno nello studio, che potrebbe non manifestarsi nei riguardi di un altro strumento. Se ben lo conosco, dubito che Saggese si sarebbe appassionato all'arpa o al mondolino, spendendoci le migliaia di ore che ha impegnato per studiare la chitarra, e quindi, se costretto a fare l'arpista o il mandolinistra, probabilmente non si sarebbe spinto fin dove è giunto come chitarrista.

 

O invece, una particolare meccanica strumentale può essere più congeniale ad ogni singola tipologia di relazione "mente-corpo"?

 

Anche qui, dobbiamo rispondere a lume di buon senso. L'esile e minuta mandolinista che ha eseguito il mio concerto per mandolino, chitarra e orchestra è una vera diavola sul suo strumentino ma, senza nulla togliere alla sua bravura, dubito che sarebbe riuscita a manifestarsi con egual rendimento con un contrabbasso.

 

 

 

...probabilmente Saggese e Tampalini se decidessero di passare ad un altro strumento, potrebbero avere una marcia in più, ma mi chiedo se i risultati sarebbero gli stessi di quelli ottenuti sulla chitarra...

 

Perché no? A patto che lo vogliano come lo hanno voluto in quanto chitarristi.

 

 

 

 

Dico questo perché nella mia esperienza con la chitarra (Ho smesso di suonare da un pò ormai) mi è capitato di incontrare delle difficoltà insormontabili per quanto riguarda la tecnica della mano destra, mentre i movimenti della sinistra li ho sempre trovati naturali... giusto per portare un esempio, sono riuscito a suonare gli studi 9 e 10 di Villa-Lobos anche ad una velocità di 152 di metronomo, ma non sono mai riuscito a suonare lo studio n.1 ad una velocità superiore a quella di 112... in momenti di particolare rendimento anche a 120, ma è stato veramente un caso eccezionale!

 

Scusatemi per la lunghezza, e grazie per la vostra disponibilità

Pico

 

Se non aveva difficoltà con la sinistra, non doveva incontrarne nemmeno con la destra. Le due mani funzionano fondamentalmente allo stesso modo, anche se esplicano funzioni diverse. Quindi, Lei è stato probabilmente vittima di qualche "impostazione". E qui mi fermo.

 

dralig

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La ringrazio molto per la sua disponibilità.

Arrivederla.

Pico

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mi è capitato di incontrare delle difficoltà insormontabili per quanto riguarda la tecnica della mano destra,

 

Non esistono difficoltà insormontabili, Pico.

Esiste purtroppo quel cattivo - per molti lo è - sostantivo che si definisce Volontà.

Per superare un ostacolo basta semplicemente impegno e Volontà.

Non mi sembra ci sia da aggiungere altro.

 

Antonio

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Ciao Antonio, grazie per la tua attenzione.

 

Con il termine "difficoltà insormontabili" non volevo parlare di una condizione oggettiva, volevo soltanto dire che i problemi che ho incontrato sono stati tali PER ME da non esssere superati. Non voleva essere una considerazione generale sullo stato attuale della ricerca sulla tecnica e la meccanica della chitarra...

Comunque la mia (come ogni singola esperienza) è sicuramente stata condizionata da una serie di altri fattori che vanno al di là dell'argomento specifico del topic.

Con la mia esperienza volevo soltanto mettere in evidenza che per un certo tipo di moto (quello della mano sinistra che si muove sulla tastiera) ho trovato pochissime difficoltà, mentre per la mano destra, ho trovato difficoltà che non sono riuscito a superare.... sicuramente ha ragione il maestro Gilardino che sostenendo che con una diversa impostazione queste difficoltà sarebbero potute essere superate, ma io volevo sottolineare soltanto un aspetto, ovvero quello che magari, davanti ad un certo tipo di attività della mano, alcune potenzialità si sono comunque inibite... tutto qui!

 

Pico

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Che genere di difficoltà hai incontrato, Pico?

Coordinazione? Velocità? Diteggiatura?

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La difficoltà prinicpale che ho incontrato riguarda la mano destra...

Devo dire che ho studiato fino all'ottavo anno con un maestro di suola segoviana (Ovviamente reinterpretata da questo maestro, di cui non mi va di fare il nome), e per anni mi è stato detto di tenere la mano il più rilassato possibile, e di lasciar cadere le dita con il loro peso... quasi senza controllo.... e devo dire che il risultato non era dei migliori... in quanto non riusivo a controllare come si dovrebbe l'emissione dei suoni... (Devo dire che parecchi compagni di corso, riusciano comunque meglio di me, ed anche se non hanno raggiunto risultati eccellenti, comunque suonano in maniera dignitosa, mentre io no...)...

Dopo l'ottavo anno, ho provato attraverso un maestro di scuola gilardiniana (Di cui preferisco non fare il nome, ma che reputo un grande chitarrista e per me è stato un affettuoso amico) che mi ha avviato a questo tipo di impostazione (E come me anche tanti altri, che hanno ottenuto risultati eccellenti!)

A questo punto ho completamente perso il bandolo della matassa, in quanto non sono mai più riuscito a gestire la tensione ed il controllo della mano...

Ho provato a fare un elettromiografia e varie visite ortopediche, e regolarmente tutti i medici mi consigliavano uno psicanalista, in quanto non riscontravano nulla (Ricordo che addirittura, presentandomi in un ospedale per una elettromiografia, lo specialista si è rifiutato di farla!)...

Probabilmente si trattava di trovare il percorso più congeniale a me per impostare la mia tecnica... ma giorno dopo giorno mi sono sentito sempre meno a mio agio con lo strumento, e alla fine la vita mi ha portato su un'altra strada...

Con questo volevo appunto dire che, probabilmente il modo di produrre suoni attraverso il gesto di pizzicare le corde non era onforme alla mia natura... a prescindere dalla reattività... (Con la mano sinistra non ho mai avuto problemi) e che magari tornando alle considerazioni del maestro Gilardino, conta la reattività, ma credo che ci siano meccaniche più o meno congeniali per ogni individuo...

 

Voiglio comunque sottolineare che quanto Angelo Gilardino ha teorizzato sull'argomento è a mio avviso assolutamente geniale e rappresenta per la chitarra una svolta capitale, in quanto ha permesso (Attraverso un più oculato controllo e una più attenta razionalizzazione dei movimenti) il controllo di molti più parametri durante l'esecuzione e quindi, a tirare fuori più musica con questo strumento.... e i risultati mi pare che voi li riscontrate e mostrate al mondo giorno per giorno da quasi trent'anni...

 

Grazie per l'attenzione

Saluti

Pico

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  • 6 mesi dopo...

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riguardo tale studio e l'aspetto della velocità vorrei dire che abbiamo un'interpretazione di esso da parte di Carlevaro come ha appena ricordato vladimir strabiliante ,bellissimo ma abbastanza lento.d'accordo esso non avrà quell'elemento che ti attira immediatamente al brano al primo ascolto come l'esecuzione segoviana ma sotto un profilo espressivo quel brano riserva delle sfumature timbriche eccezionali è come se si ha la sensazione che ogni suono e stato pensato da Carlevaro e poi eseguito .per cui ovviamente ciò che conta principalmente all'interno di un brano è la qualità

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