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Questo thread è stato creato dalla separazione del thread

http://www.cristianoporqueddu.it/forumchitarraclassica/viewtopic.php?t=6598

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E se si ripartisse proprio, dico come criterio del proprio operare artistico, dalla necessaria educazione di questa "umanità, così povera e affannata" di cui scriveva qualche ora fa Angelo Gilardino, e in cui potremmo metterci anche i musicisti - io mi ci metto -?

 

Pare che in America abbiano pronosticato recentemente che entro il 2050 il recital, così come lo intendiamo ancora oggi, finirà. Non faccio previsioni, ma è chiaro che un certo mondo sta finendo, ed affannarsi ad essere "il nuovo Segovia" in un contesto come quello di oggi appare a me semplicemente senza senso.

Ma puntare sulla parola "educazione", anche nel suonare, chiedendosi prima di tutto, e poi sapendo dare a chi ascolta, le ragioni di tutto quello che si fa e di come lo si fa? Se si spostasse la sfida a questo livello? Anche reinventando radicalmente forme e modi di scrivere, suonare, proporsi in pubblico?

 

E' una sfida. Nessuno può garantire il successo immediato a chi la prende sul serio, ma so che di questo c'è uno sterminato bisogno ovunque per cui il campo di lavoro che si apre è enorme, di per sé abbastanza grande per dare spazio a tutti quelli che hanno veramente qualcosa da dire.

 

E c'è tanta gente che a questo problema è sensibile; e poi così si lavora con un gusto e un respiro che, già per questo, valgono la pena.

 

 

Egregio Maestro.."qualche anno" fa.. abbiamo avuto l'opportunità delle scuole medie ad indirizzo musicale...che molti colleghi si sono "giocati"!!

Ha idea di quanti "colleghi" insegnano e fanno conoscere il repertorio "didattico" di Autori quali Carulli, Giuliani, Sor ecc...?? quando invece non si insegnano "canzoncine...con quattro accordi?

 

(adesso per favore non iniziate con la "storiella" dell'educazione musicale che parte da Battisti e arriva a Britten..perchè prima bisogna trovare i docenti di educazione musicale e di chitarra a cui piace la musica classica....primo problema!!!)

parlo per esperienza diretta in oltre 20 anni di insegnamento in questa tipologia di..scuola...

 

Io non credo che una persona possa amare la chitarra classica profondamente (leggasi musica) se non ascolta ciò che rende tale questo strumento e..non musica surrogata...

le strategie vanno attuate sulla musica! non sullo strumento! insegnare può "essere facile" ma..appassionare forse...è diverso!...

e se i colleghi l'unica cosa a cui sono interessati è il "saggetto finale" per compiacere il Preside o il Dirigente di turno beh..siamo alla frutta..di nuovo!...

personalmente mi sembra di essere a 20 anni fa..quando io studiavo il repertorio per chitarra di qualità e..oggi mi sembra ci sia bisogno ancor più di questo...! ma l'assurdo è che a me i nemici della chitarra (e della sua musica) non mi sembrano solo il "pubblico"..ma..forse gli stessi chitarristi che ..non ci credono..

 

amen!...

 

p.s. scusate lo sfogo ma...qualcuno penso possa..capire a cosa mi riferisco!

 

con simpatia

 

mr

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La rivoluzione intellettuale deve partire dalla base. Dice bene Marcello, abbiamo una grande opportunità e molti colleghi delle SMIM la stanno buttando via.


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Sono d'accordo con quanto sostiene Marcello Rivelli.

Io, non a caso, ho usato la parola "educazione" riferendomi al fare musica in generale (scrivere, suonare, promuovere), ma è evidente che in un ambito come la scuola, che dovrebbe avere nella educazione la sua stessa ragione d'essere, la questione è incandescente.

 

Ho alcuni exallievi che insegnano nella scuola media ad indirizzo e vedo che le loro posizioni sono diverse, forse rispecchiando situazioni diverse: da chi mi dice che è praticamente impossibile, anche se forse legalmente ammissibile, andare contro l'andazzo prevalente nel proprio istituto (ma allora mi chiedo: la libertà d'insegnamento dove va a finire?) a chi dice che tira avanti per la sua strada infischiandosene tranquillamente delle pressioni dell'ambiente scolastico ad "abbassare il tiro".

A chi , nel forum, lavora nella scuola media ad indirizzo, chiedo di illuminarmi: il quadro legislativo rende proprio impossibile al docente decidere cosa e come insegnare oppure uno spazio di libertà c'è?

Mi sembra questione non da poco.


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Abbiamo piena libertà.


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Abbiamo piena libertà.

 

Agli effetti del futuro della musica - chitarra inclusa, ovviamente - il lavoro che stanno svolgendo gli insegnanti di strumento nelle scuole medie a indirizzo musicale è più importante delle stagioni sinfoniche e liriche.

 

Se, fra trent'anni, i cittadini sapranno che Mozart era un compositore e non un centrocampista, lo decidono adesso i maestri di musica che insegnano ai ragazzi a suonare uno strumento: non lo decidono Muti o Abbado, lo decide Lei, insieme a Suoi colleghi. Siatene consci.

 

dralig


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Condivido pienamente lo scritto di Marcello e Domenico. In realtà non abbiano alcuno programma da seguire, a parte quello suggerito dalla nostra intelligenza ed esperienza. Noto con piacere che si sta un pò abbandonando l'idea che per arrivare a suonare seriamente si debba partire dalle due canzoncine e pian piano, ad "accrescimento culturale" , arrivare agli autori importanti. Che è ciò che molti insegnanti negli anni hanno fatto percorre ai propri allievi ma che alla fine non ha prodotto risultati, se non quello di allontanare i ragazzi dal repertorio e dalla gioia che esso "provoca" se ben spiegato e studiato. Ecco, se ben, se ben, il discorso è tutto lì....bisogna aver voglia ma soprattutto bisogna essere innamorati di ciò che fa e si insegna.

Ringrazio tantissimo Gilardino per cò che ha scritto qui sopra, ce ne fossero di colleghi "ai piani alti"che la pensano così...


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Dimenticavo, ai colleghi dalla canzoncina facile che sovente si lamentano dalla scarsità di repertorio didattico....chi è che fa suonare ad es i Pieces faciles di Tansman (24 meravigliosi brani, di tutte le difficoltà), i brani di Koshkin (anche loro di varia difficoltà, evocativi e completi nel lavoro sulla tastiera), quelli della Linnemann, di Gammanossi (metto anche Signorile dai, c'è spazio per tutti...)e molti altri validi compositori che vanno oltre la semplice melodia accompagnata...? La musica c'è, manca un pò la voglia di entrarci dentro, a volte due accordini risolvono la situazione "saggetto" ma non portano oltre!


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Condivido pienamente lo scritto di Marcello e Domenico. In realtà non abbiano alcuno programma da seguire, a parte quello suggerito dalla nostra intelligenza ed esperienza. Noto con piacere che si sta un pò abbandonando l'idea che per arrivare a suonare seriamente si debba partire dalle due canzoncine e pian piano, ad "accrescimento culturale" , arrivare agli autori importanti. Che è ciò che molti insegnanti negli anni hanno fatto percorre ai propri allievi ma che alla fine non ha prodotto risultati, se non quello di allontanare i ragazzi dal repertorio e dalla gioia che esso "provoca" se ben spiegato e studiato. Ecco, se ben, se ben, il discorso è tutto lì....bisogna aver voglia ma soprattutto bisogna essere innamorati di ciò che fa e si insegna.

Ringrazio tantissimo Gilardino per cò che ha scritto qui sopra, ce ne fossero di colleghi "ai piani alti"che la pensano così...

 

Caro Giorgio, non ci sono "piani alti", né colleghi che li occupano. La musica e l'arte tutta sono espressioni della persona e della sua condizione, e non c'è conoscenza che, al pari di quella artistica, aiuti a comprendere la realtà, quella che il grande poeta argentino J. L. Borges racchiude nei suoi versi folgoranti:

 

"Parlano di umanità.

La mia umanità consiste nel vedere

Che siamo tutti figli della stessa miseria.

Parlano di patria.

La mia patria

E' un palpito di chitarra,

Alcuni ritratti e una vecchia spada".

 

Siamo tutti nella stessa barca.

 

dralig


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Per il Maestro Bonaguri:

in merito ai programmi questa è la normativa su cui ci muoviamo:

 

 

mi scuso per la lunghezza ma..tagliare mi sembra inopportuno per una corretta comprensione.

Alla fine del decreto ho inserito (ovviamente) solo il "programma" di chitarra.

 

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------

estratto dal

D.M. N. 201 DEL 6.8.99

 

Riconduzione e ordinamento dei corsi sperimentali ad indirizzo musicale nella scuola media ai sensi della legge 3.5.99, n. 124, art. 11, comma 9

 

 

Allegato A

 

PROGRAMMI DI INSEGNAMENTO DI STRUMENTO MUSICALE NEI CORSI DI SCUOLA MEDIA AD INDIRIZZO MUSICALE

 

 

 

1. INDICAZIONI GENERALI

 

L'insegnamento strumentale costituisce integrazione interdisciplinare ed arricchimento dell'insegnamento obbligatorio dell'educazione musicale nel più ampio quadro delle finalità della scuola media e del progetto complessivo di formazione della persona.

 

Esso concorre, pertanto, alla più consapevole appropriazione del linguaggio musicale, di cui fornisce all'alunno preadolescente una piena conoscenza, integrando i suoi aspetti tecnico-pratici con quelli teorici, lessicali, storici e culturali che insieme costituiscono la complessiva valenza dell'educazione musicale; orienta quindi le finalità di quest'ultima anche in funzione di un più adeguato apporto alle specifiche finalità dell'insegnamento strumentale stesso.

 

La musica e la sua evoluzione linguistica hanno avuto, e continuano ad avere, nel loro divenire, frequenti momenti di incontro con le discipline letterarie, scientifiche e storiche. L'indirizzo musicale richiede quindi che l'ambito in cui si realizza offra un'adeguata condizione metodologica di interdisciplinarità: l'educazione musicale e la pratica strumentale vengono così posti in costante rapporto con l'insieme dei campi del sapere.

 

La musica viene in tal modo liberata da quell'aspetto di separatezza che l'ha spesso penalizzata e viene resa esplicita la dimensione sociale e culturale dell'evento musicale.

 

Sviluppare l'insegnamento musicale significa fornire agli alunni, destinati a crescere in un mondo fortemente segnato dalla presenza della musica come veicolo di comunicazione, spesso soltanto subita, una maggiore capacità di lettura attiva e critica del reale, una ulteriore possibilità di conoscenza, espressione e coscienza, razionale ed emotiva, di sé.

 

Obiettivo del corso triennale, quindi, una volta fornita una completa e consapevole alfabetizzazione musicale, è porre alcuni traguardi essenziali che dovranno essere da tutti raggiunti. Il rispetto delle finalità generali di carattere orientativo della scuola media non esclude la valorizzazione delle eccellenze.

 

Adeguata attenzione viene riservata a quegli aspetti del far musica, come la pratica corale e strumentale di insieme, che pongono il preadolescente in relazione consapevole e fattiva con altri soggetti.

 

L'autonomia scolastica potrà garantire ulteriori possibilità di approfondimento e sviluppo anche nella prospettiva di rendere l'esperienza musicale funzionale o propedeutica alla prosecuzione degli studi, nonché alla diffusione della cultura musicale nel territorio, in modo da rafforzare il ruolo della scuola come luogo di aggregazione e diffusione di saperi e competenze.

 

 

 

2. ORIENTAMENTI FORMATIVI

 

L'insegnamento strumentale conduce, attraverso l'integrazione con l'educazione musicale e l'apprendimento della notazione e delle strutture metriche e ritmiche, all'acquisizione di capacità cognitive in ordine alle categorie musicali fondamentali (melodia, armonia, ritmo, timbro, dinamica, agogica) e alla loro traduzione operativa nella pratica strumentale, onde consentire agli alunni l'interiorizzazione di tratti significativi del linguaggio musicale a livello formale, sintattico e stilistico.

 

I contenuti dell'educazione musicale, a loro volta, e in specie l'educazione dell'orecchio, l'osservazione e analisi dei fenomeni acustici, il riconoscimento degli attributi fisici del suono, la lettura dell'opera musicale intesa come ascolto guidato e ragionato, si modellano con il necessario contributo della pratica strumentale.

 

L'insegnamento strumentale:

 

promuove la formazione globale dell'individuo offrendo, attraverso un'esperienza musicale resa più completa dallo studio dello strumento, occasioni di maturazione logica, espressiva, comunicativa;

 

integra il modello curricolare con percorsi disciplinari intesi a sviluppare, nei processi evolutivi dell'alunno, unitamente alla dimensione cognitiva, la dimensione pratico-operativa, estetico-emotiva, improvvisativo-compositiva;

 

offre all'alunno, attraverso l'acquisizione di capacità specifiche, ulteriori occasioni di sviluppo e orientamento delle proprie potenzialità, una più avvertita coscienza di sé e del modo di rapportarsi al sociale;

 

fornisce ulteriori occasioni di integrazione e di crescita anche per gli alunni in situazione di svantaggio.

 

In particolare la produzione dell'evento musicale attraverso la pratica strumentale

 

comporta processi di organizzazione e formalizzazione della gestualità in rapporto al sistema operativo dello strumento concorrendo allo sviluppo delle abilità senso-motorie legate a schemi temporali precostituiti;

 

dà all'alunno la possibilità di accedere direttamente all'universo di simboli, significati e categorie fondanti il linguaggio musicale che i repertori strumentali portano con sé;

 

consente di mettere in gioco la soggettività, ponendo le basi per lo sviluppo di capacità di valutazione critico-estetiche;

 

permette l'accesso ad autonome elaborazioni del materiale sonoro ( improvvisazione -composizione ), sviluppando la dimensione creativa dell'alunno.

 

L'essenziale aspetto performativo della pratica strumentale porta alla consapevolezza della dimensione intersoggettiva e pubblica dell'evento musicale stesso, fornendo un efficace contributo al senso di appartenenza sociale.

 

 

 

3. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

 

Nel campo della formazione musicale l'insegnamento strumentale persegue un insieme di obiettivi generali all'interno dei quali si individua l'acquisizione di alcuni traguardi essenziali, quali:

 

il dominio tecnico del proprio strumento al fine di produrre eventi musicali tratti da repertori della tradizione scritta e orale con consapevolezza interpretativa, sia nella restituzione dei processi formali sia nella capacità di attribuzione di senso;

 

la capacità di produrre autonome elaborazioni di materiali sonori, pur all'interno di griglie predisposte;

 

l'acquisizione di abilità in ordine alla lettura ritmica e intonata e di conoscenze di base della teoria musicale;

 

un primo livello di consapevolezza del rapporto tra organizzazione dell'attività senso-motoria legata al proprio strumento e formalizzazione dei propri stati emotivi;

 

un primo livello di capacità performative con tutto ciò che ne consegue in ordine alle possibilità di controllo del proprio stato emotivo in funzione dell'efficacia della comunicazione.

 

 

 

4. CONTENUTI FONDAMENTALI

 

I contenuti delle singole specificità strumentali che dovono essere perseguiti sono:

 

ricerca di un corretto assetto psico-fisico: postura, percezione corporea, rilassamento, respirazione, equilibrio in situazioni dinamiche, coordinamento;

 

autonoma decodificazione allo strumento dei vari aspetti delle notazioni musicali: ritmico, metrico, frastico, agogico, dinamico, timbrico; armonico;

 

padronanza dello strumento sia attraverso la lettura sia attraverso l'imitazione e l'improvvisazione, sempre opportunamente guidata;

 

lettura ed esecuzione del testo musicale che dia conto, a livello interpretativo, della comprensione e del riconoscimento dei suoi parametri costitutivi;

 

acquisizione, da parte degli alunni, di un metodo di studio basato sull'individuazione dell'errore e della sua correzione;

 

promozione della dimensione ludico-musicale attraverso la musica di insieme e la conseguente interazione di gruppo.

 

La capacità di lettura va rinforzata dalla "lettura a prima vista" e va esercitata non soltanto sulla notazione tradizionale ma anche su quelle che utilizzano altri codici, con particolare riferimento a quelli più consoni alle specificità strumentali.

 

Altri obiettivi di apprendimento e contenuti fondamentali sono specifici per i singoli strumenti per cui si rinvia alle successive indicazioni.

 

 

 

5. COMPETENZE E CRITERI DI VALUTAZIONE

 

L'insegnamento strumentale concorre, attraverso una programmata integrazione tra le discipline musicali, alla costituzione della competenza musicale generale che si fonda su:

 

il riconoscimento e la descrizione degli elementi fondamentali della sintassi musicale;

 

il riconoscimento e la descrizione di generi musicali, forme elementari e semplici condotte compositive;

 

la capacità di collocare in ambito storico-stilistico gli eventi musicali praticati;

 

la produzione e/o la riproduzione di melodie attraverso il mezzo vocale con il supporto della lettura ritmica e intonata.

 

Lo studio strumentale, a sua volta, si fonda su:

 

capacità di lettura allo strumento, intesa come capacità di correlazione segno (con tutte le valenze semantiche che comporta nel linguaggio musicale) - gesto - suono;

 

uso e controllo dello strumento nella pratica individuale e collettiva, con particolare riferimento ai riflessi - determinati dal controllo della postura e dallo sviluppo senso-motorio - sull'acquisizione delle tecniche specifiche;

 

capacità di esecuzione e ascolto nella pratica individuale e collettiva, ossia livello di sviluppo dei processi di attribuzione di senso e delle capacità organizzative dei materiali sonori;

 

esecuzione, interpretazione ed eventuale elaborazione autonoma allo strumento del materiale sonoro, laddove anche l'interpretazione può essere intesa come livello di sviluppo delle capacità creative.

 

Fermi restando gli obiettivi e le indicazioni programmatiche definite per le singole specialità strumentali, la verifica dei risultati del percorso didattico relativo all'insegnamento strumentale si basa sull'accertamento di una competenza intesa come dominio, ai livelli stabiliti, del sistema operativo del proprio strumento in funzione di una corretta produzione dell'evento musicale rispetto ai suoi parametri costitutivi: struttura frastica e metro-ritmica e struttura melodico-armonica con le relative connotazioni agogico-dinamiche.

 

I processi di valutazione dovranno comunque ispirarsi ai criteri generali della valutazione formativa propria della scuola media.

 

 

 

6. ESEMPLIFICAZIONI METODOLOGICHE

 

Gli strumenti metodologici che seguono hanno un valore prevalentemente indicativo nel rispetto dell'autonomia di progettazione e programmazione delle singole scuole.

 

Posto che:

 

le diverse caratteristiche organologiche degli strumenti implicano una diversa progressione nell'acquisizione delle tecniche specifiche, con tempi differenziati nella possibilità di accesso diretto alle categorie musicali indicate negli orientamenti formativi;

 

in un triennio tali possibilità sono oggettivamente limitate;

 

nella fascia d'età della Scuola media si avviano più strutturate capacità di astrazione e problematizzazione,

 

la pratica della Musica d'insieme si pone come strumento metodologico privilegiato. Infatti l'evento musicale prodotto da un insieme ed opportunamente progettato sulla base di differenziate capacità operativo-strumentali, consente, da parte degli alunni, la partecipazione all'evento stesso, anche a prescindere dal livello di competenza strumentale raggiunto.

 

L'accesso alle categorie fondanti il linguaggio musicale e al suo universo trova quindi un veicolo in una viva e concreta esperienza che può essere più avanzata, sul piano musicale, di quanto non possa esserlo quella riferita alla sola pratica individuale.

 

Particolare attenzione va data alla pratica vocale adeguatamente curata a livello del controllo della fonazione, sia come mezzo più immediato per la partecipazione all'evento musicale e per la sua produzione, sia come occasione per accedere alla conoscenza della notazione e della relativa teoria al fine di acquisire dominio nel campo della lettura intonata. La competenza ritmica, oltre ad essere assunta mediante il controllo dei procedimenti articolatorî propri dei vari strumenti, deve essere incrementata da una pratica fonogestuale individuale e collettiva sostenuta dalla capacità di lettura. In tale prospettiva metodologica la pratica del solfeggio viene sciolta nella più generale pratica musicale.

 

Anche l'ascolto va inteso come risorsa metodologica, tanto all'interno dell'insegnamento strumentale, quanto nella musica d'insieme.

 

In particolare è finalizzato a sviluppare capacità di controllo ed adeguamento ai modelli teorici basati sui parametri fondamentali della musica rivelandosi mezzo indispensabile per la riproduzione orale e/o scritta di strutture musicali di varia complessità. Esso deve inoltre tendere a sviluppare capacità discriminative e comparative delle testimonianze musicali più significative, capacità utili, nella pratica strumentale, alla riproduzione di modelli esecutivo-interpretativi.

 

Altra risorsa metodologicamente efficace può essere l'apporto delle tecnologie elettroniche e multimediali. L'adozione mirata e intellettualmente sorvegliata di strumenti messi a disposizione dalle moderne tecnologie può costituire un incentivo a sviluppare capacità creativo-elaborative senza che queste vengano vincolate al dominio tecnico di strumenti musicali che richiedono una avanzata capacità di controllo.

 

Gli strumenti metodologici suggeriti presuppongono una condizione generale di infra ed interdisciplinarità. Da una parte infatti, l'apprendimento strumentale integrato con quello dell'Educazione musicale e della teoria e lettura della musica configura un processo di apprendimento musicale unitario, dall'altra le articolazioni della dimensione cognitiva messe in gioco da questo processo attivano relazioni con altri apprendimenti del curricolo, realizzando la condizione per l'interdisciplinarità.

 

 

 

7. STRUMENTI MUSICALI E INDICAZIONI PROGRAMMATICHE

 

Il perseguimento degli obiettivi sotto indicati si articolerà sia in attività individuali sia in attività collettive ( piccoli gruppi, musica d'insieme ): le abilità via via raggiunte andranno utilizzate sin dai livelli più elementari con finalità espressive e comunicative, e consolidate attraverso l'integrazione di conoscenze acquisite nell'ambito della teoria musicale e della lettura ritmica e intonata. Tali conoscenze potranno essere assunte in percorsi temporali diversi da quelli necessari al raggiungimento degli obiettivi degli specifici insegnamenti strumentali.

 

La successione degli obiettivi verrà stabilita dagli insegnanti in modo da determinare un percorso graduale che tenga conto delle caratteristiche e delle potenzialità dei singoli alunni.

 

I contenuti fondamentali dovranno essere selezionati tenendo conto dell'approccio agli stili e alle forme, e della distinzione dei linguaggi.

 

Esercizi e studi finalizzati all'acquisizione di specifiche abilità tecniche possono rientrare nel percorso metodologico e didattico di ciascun insegnante che terrà comunque conto delle innovazioni della didattica strumentale.

 

 

CHITARRA

 

padronanza del tocco appoggiato e libero della mano destra e relative capacità di variarne gli aspetti dinamici e timbrici;

 

esecuzione d'arpeggi di vari tipi anche con posizioni accordali di mano sinistra;

 

utilizzo e controllo delle note simultanee con e senza il pollice;

 

conoscenza ed uso degli accordi nelle tonalità più agevoli anche con l'inserimento del barrèe;

 

conoscenza ed utilizzo consapevole delle posizioni dalla prima in avanti;

 

uso consapevole della diteggiatura di entrambe le mani;

 

esplorazione ed utilizzo delle possibilità timbriche e dinamiche dello strumento

 

(pizzicati, glissandi, armonici, percussioni, suoni legati-staccati, ecc...).

 

Alla fine del triennio gli allievi dovranno saper eseguire con consapevolezza brani solistici e d'insieme appartenenti a diversi generi, epoche, stili, di difficoltà tecnica adeguata al percorso compiuto.

 

Il livello minimo che l'allievo dovrà aver acquisito prevede la capacità di eseguire brani solistici nelle tonalità più agevoli, almeno a due voci, anche con semplici cambi di posizioni, contenenti le principali figurazioni ritmiche.

 

 

con simpatia

m


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Dimenticavo, ai colleghi dalla canzoncina facile che sovente si lamentano dalla scarsità di repertorio didattico....chi è che fa suonare ad es i Pieces faciles di Tansman (24 meravigliosi brani, di tutte le difficoltà), i brani di Koshkin (anche loro di varia difficoltà, evocativi e completi nel lavoro sulla tastiera), quelli della Linnemann, di Gammanossi (metto anche Signorile dai, c'è spazio per tutti...)e molti altri validi compositori che vanno oltre la semplice melodia accompagnata...? La musica c'è, manca un pò la voglia di entrarci dentro, a volte due accordini risolvono la situazione "saggetto" ma non portano oltre!

 

Mi permetto di aggiungere gli Studi di S.Rak, i 24 preludi di C. Domeniconi, i preludi di M.M. Ponce, il Guitarcosmos di Smith-Brindle, i 7 Studi di A. Vinitisky, i 30 studi di Leo Brouwer, , l'antologia di studi di F. Taranto, i 12 studi di A. Shevchenco, le preziose miniature di E. Marchelie e tanta altra musica senza, naturalmente, trascurare tutti gli autori classici.

 

PS Riguardo Koshikin ti rferisci ai suoi 24 piccoli pezzi?

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