Vai al contenuto
Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Chitarra nelle scuole: qualità e capacità dei docenti


Marcello Rivelli
 Condividi

Messaggi raccomandati


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  39
  • Content Count:  391
  • Reputation:   88
  • Joined:  19/12/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

Interessante ...

avete mai provato a chiedere a una persona che vuole imparare a suonare uno strumento cosa vi risponde?

che vuole suonare la "musica" per chitara...vero?...

 

La maggior part dei testi didattici (metodi) che ho avuto tra le mani in questo periodo, a un certo punto ricalcano più o meno tutti la parabola: impostazione, qualche esercizio tecnico e..prime melodie...ecco la cosa che mi manda in visibilio ogni volta! sono le....melodie....da quelle napoletane a quelle d'oltreoceano!

peccato che siano patrimonio culturale di uno strumento quale la....voce.

(e adesso qualcuno dirà: ma come non lo sai che il primo strumento dell'uomo è..la voce? appunto....noi dobbiamo cantare è vero! ma...cantare melodie...strumentali anche!

Mi chiedo da anni perchè un giovane studente di chitarra "deve" suonare e imparare sul suo strumento una "melodia" formata da intervalli e procedure tecniche adatte alla...voce e non alla chitarra?..che li teniamo a fare i mille metodi della scuola classica quali Carulli, Giuliani, Sor ecc....? già..sono antiquati dicono molti, peccato che sono scritti tenendo conto della scrittura della chitarra.

Avete mai provato a estrapolare le sole melodie..o le sole linee dei bassi e formare dei piccoli brani di musica d'insieme per "chitarra"?...e al tempo stesso applicarci sopra tutte le possibili strategie musicali? dalla semplice teoria all'armonia, al contrappunto, alla forma?....

Perchè è cosi difficile "pensare" anche e soprattutto nei primi passi di un giovane studente di chitarra di fargli suonare una melodia per chitarra e non la canzoncina di turno che ha intervalli "proibitivi" per la chitarra ma hanno il "solo" pregio di essere già conosciuta dalla nostra mente?...

perchè non si scrive un semplice contrappunto a due voci alla lavagna su cinque note e....si fa lezione fino a..possedere l'intera tastiera del nostro strumento...e magari arrivare a ...fare come dice il buon e vecchio Schoenberg..di...scriversi i..propri esercizi...? (come per i bassi d'armonia) ci avete mai provato....?

cosi forse saranno per.....chitarra!....

beh..nella mia classe funziona cosi con la prima media...contrappunti alla lavagna dalla prima alla quarta specie...su due corde, tre, quattro modulando le difficoltà in modo crescente e.....vi assicuro che si divertono ..senza..suonare....."tanti auguri a..te"!!

e iniziano a scegliere "loro" gli intervalli..a costruire gli accordi (in modo cosciente) .. io questa la chiamo "educazione-musicale" non suonare l'ultimo successo....di....e soprattutto arrivare al repertorio per "chitarra" da quello didattico a...

 

con simpatia

 

m

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Risposte 26
  • Creato
  • Ultima Risposta

Miglior contributo in questa discussione


  • Group:  Autori
  • Topic Count:  89
  • Content Count:  2241
  • Reputation:   100
  • Joined:  24/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

Della serie "ho banalizzato il discorso" :oops:

Approfitto per chiederti: fra gli autori contemporanei di livello chi potrebbe secondo te rispondere positivamente alle esigenze di scrittura di lavori per studenti di livello bese-medio? Cioè coniugare qualità musicale con la consapevolezza di scrivere er quella fascia di utenti?

 

Ch'io sappia, oggi, una mezza dozzina di persone, le quali però devono necessariamente spendersi, non dico nel più remunerativo, ma nel meno autolesionistico dei modi. E questo è il punto. La musica didattica non produce diritti d'autore: viene eseguita nelle aule, e alla fine delle lezioni non si compilano programmi siae (o affini): anche se il compositore non ha programmato di scrivere per far soldi, o per raggiungere "il successo", deve pur campare, e scrivendo musiche didattiche la sua unica fonte di introito restano le copie vendute dall'editore. Considera: 1) l'ottusità di molti docenti, che preferiscono musiche cretine ai brani di valore; 2) il taglieggiamento micidiale causato dalle fotocopie (ormai siamo nell'ordine di uno a cento); 3) la lentezza del processo di diffusione, anche là dove il terreno non è proibitivo. Alla fine, chi sa comporre ha sempre una certa committenza o comunque prospettive realistiche di vedere eseguiti i brani che scrive motu proprio e, quindi, sa di poter far affidamento su qualcosa di altamente probabile e soddisfacente: perché mai dovrebbe dirottarsi in un'impresa così poco promettente.

 

Io posso scrivere musica per principianti, ma a spese dell'altra musica - quella libera - che compongo (non si può fare tutto): gli editori mi hanno chiesto di farlo, ma non mi hanno dato delle buone ragioni. E Leo Brouwer, raccontandomi la storia dei suoi Estudios sencillos, mi ha fatto passare la voglia.

 

dralig

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  16
  • Content Count:  39
  • Reputation:   3
  • Joined:  01/11/2006
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

beh..nella mia classe funziona cosi con la prima media...contrappunti alla lavagna dalla prima alla quarta specie...su due corde, tre, quattro modulando le difficoltà in modo crescente e.....vi assicuro che si divertono ..senza..suonare....."tanti auguri a..te"!!

e iniziano a scegliere "loro" gli intervalli..a costruire gli accordi (in modo cosciente) .. io questa la chiamo "educazione-musicale" non suonare l'ultimo successo....di....e soprattutto arrivare al repertorio per "chitarra" da quello didattico a...

 

Sono in perfetta sintonia con i procedimenti metodologici di Marcello. Anche io con i miei allievi di scuola media utilizzo la composizione e l'improvvisazione di melodie e contrappunti. Oltre che all'acquisizione consapevole e creativa della tecnica e della scrittura chitarristica, i piccoli allievi imparano bene il senso della forma e si divertono molto, in quanto pienamente inseriti in un contesto didattico-artistico e protagonisti del "loro" far musica.

 

Quando poi affrontano brani didattici di repertorio manipolano senza restrizioni le varianti dinamiche, timbriche ed agogiche.

L'educazione timbriche, inoltre, per i piccoli chitarristi risulta indispensabilee molto redditizia ai fini espressivi

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  16
  • Content Count:  93
  • Reputation:   0
  • Joined:  08/03/2009
  • Status:  Offline

E Leo Brouwer, raccontandomi la storia dei suoi Estudios sencillos, mi ha fatto passare la voglia.

dralig

 

Ovvero? Di che storia si tratta?

 

 

Venendo ai metodi: gli insegnanti non hanno una certa libertà nello scegliere quali libri far comprare agli alunni?

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  37
  • Content Count:  476
  • Reputation:   8
  • Joined:  21/11/2005
  • Status:  Offline

"In Italia abbiamo perso la capacità di sentire il 'bello', quel 'bello' che per secoli abbiamo dato al mondo e che adesso non sentiamo più".

 

Cito questa frase di Angelo Gilardino, da un suo intervento odierno in altro thread, dopo aver letto le norme che regolano lo studio della chitarra nelle medie ad indirizzo, norme gentilmente postate da Marcello Rivelli.

 

Dopo averle lette capisco meglio perché qualche mio exallievo dice che si trova a disagio ad insegnare nelle medie ad indirizzo; non è difficile riconoscere in tali norme - evidentemente e per fortuna non sempre applicate rigidamente - una impronta ideologica di un certo tipo (molto presente anche in altra normativa scolastica, a quanto mi dicono amici che hanno insegnato altre materie nella scuola statale).

A parte che questo fatto la dice lunga sulla presunta neutralità della scuola di stato, quello proposto è un modo che mi sembra fortemente "ridotto" di percepire e trasmettere la ricchezza educativa della esperienza musicale. Non a caso la parola "bello" usata da Gilardino non vi appare, credo, mai.

 

Non credo sia il luogo questo per imbarcarsi in discussioni troppo lunghe.

Mi ha comunque colpito anche il fatto che si parla, in queste norme, più della libertà della singola scuola (progetto formativo di istituto) che di quella del singolo insegnante.

Ma forse la fortuna, in questo caso, è che tante norme non vengono sempre applicate ovunque rigidamente, ed il surplus della esperienza musicale, quel "bello" che ha affascinato tutti noi e ci ha spinto a fare questo lavoro, riesce ugualmente ad essere trasmesso, almeno da alcuni docenti.

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  20
  • Content Count:  87
  • Reputation:   2
  • Joined:  23/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Windows

Anche io con i miei allievi di scuola media utilizzo la composizione e l'improvvisazione di melodie e contrappunti.

 

Usi un metodo stampato?

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  14
  • Content Count:  218
  • Reputation:   3
  • Joined:  17/11/2005
  • Status:  Offline

Per la mia esperienza, vale a dire per le persone che conosco che insegnano nella media a indirizzo musicale, il livello di insegnamento è sempre attento e responsabile, e questa discussione mi sembra rispecchi questo atteggiamento.

Un paio di anni fa ho sentito ragazzi provenienti da una media della provincia di Treviso suonare così bene, presentando un repertorio ricercato, non scontato, dal barocco alla contemporanea, che alla fine mi sono inginocchiato pubblicamente davanti all'insegnante. :)

I docenti che lavorano molto bene ci sono e sono tanti.

Link al commento
Condividi su altri siti

Per favore accedi per lasciare un commento

Potrai lasciare un commento dopo aver effettuato l'accesso



Accedi Ora
 Condividi

×
×
  • Crea Nuovo...

Informazioni importanti

Usando il Forum dichiari di essere d'accordo con i nostri Terms of Use.