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Inviato

anche io come porqueddu sottolineo il fatto che l'allieva stessa si lamenta del fatto che per "lei è troppo".

Non capisco come si possa suggerire una nuova attività anche se musicale a meno di 2 mesi da un quinto anno e come questa possa aiutare un candidato che lamenta di avere problemi di altra natura....

io non insegno ma al posto di Ilaria avrei sentito il parere anche di altri insegnanti.

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Miglior contributo in questa discussione

Ospite Caterpillar
Inviato

Io avevo un insegnante str**** che si preoccupava più dello sperimentare su di me che del farmi ottenre risultati.

Fai come ritieni giusto fare Ilariabella.

Ciao ciao.


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Inviato

Un maestro, cara Ilaria, serve proprio a questo.

Catemario

Credo che questo sia uno di quei casi in cui si palesi chiaramente il limite di discussioni simili, che rischiano di rimanere soltanto astratte.

Nessuno di noi conosce la preparazione della "candidata" in questione, per cui può andare bene sia ciò che ha detto Cristiano che ciò che dice Edoardo.

 

In soldoni, se la preparazione è ancora carente è bene concentrarsi sull'esame. Altrimenti uno studio, magari anche non troppo impegnato, con altri strumentisti può contribuire a dare più "freschezza" ad una preparazione, sopratutto musicale, che corre il rischio di diventare asfittica.

 

Il problema, come da citazione, è l'insegnante!

Se la "sua" preparazione è carente, l'unica è cambiarlo, altrimenti ci si affidi senza remore a quello che suggerisce ;)

L


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Inviato

.....Il fatto è che io sono piuttosto in ansia per l'esame e che sono stata ferma per un lunghissimo periodo...Temo solo di indirizzare i miei sforzi altrove quando già un esame di quinto, per quanto ve ne siano di peggiori, risulta abbastanza emotivamente faticoso per me...Non sono più abituata a suonare in pubblico e ho una testa diversa da quella che avevo quando lasciai..Come ripeto credo sia soggettivo il modo di reagire agli input dati da un maestro. C'è che riesce ad essere eclettico e a crescere sotto l'impulso di vari stimoli chi, come me, ha bisogno di muoversi un pò alla volta..In passato studiavo con un maestro che è venuto a mancare nel 2000..Sergio Notaro. Credo che nel mondo chitarristico sia piuttosto conosciuto. Lui amava tirare fuori il meglio dall'allievo senza vincolarti a scelte interpretative obbligate creando cloni di se stesso come fanno molti a mio parere. Poi era un fine psicologo e sapeva quando spingere a buttarsi e quando no. Io ho lasciato per molti anni ed aveveo questo ricordo dello studio e del rapporto con un insegnante. Oggi mi trovo a studiare con un insegnante che ama più portarti a sperimentare per farti crescere e magari non sempre questo combacia con i miei tempi interni....Non so cosa sia meglio in assoluto..Un maestro deve farti crescere musicalmente passando sopra ai limiti tecnici ed emotivi di una persona, oppure rispettare i tempi e i modi altrui? Il rischio è di fossilizzarsi se non si è scossi o c'è un momento per tutto?


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Inviato
.....Il fatto è che io sono piuttosto in ansia per l'esame e che sono stata ferma per un lunghissimo periodo...

 

c.v.d.

 

Temo solo di indirizzare i miei sforzi altrove quando già un esame di quinto, per quanto ve ne siano di peggiori, risulta abbastanza emotivamente faticoso per me...

 

Avevo intuito dalle tue parole, Ilaria, questa apprensione e difficoltà.

Ribadisco: concentrati in modo completo sull'esame e sul programma. Tutto il resto potrebbe portarti molto lontano dall'affrontare serenamente l'esame e ottenere il risultato massimo per le tue possibilità.

 

Oggi mi trovo a studiare con un insegnante che ama più portarti a sperimentare per farti crescere e magari non sempre questo combacia con i miei tempi interni....

 

Sperimentare è sempre una cosa ottima.

Su se stessi, ovviamente.

 

Non so cosa sia meglio in assoluto..Un maestro deve farti crescere musicalmente passando sopra ai limiti tecnici ed emotivi di una persona, oppure rispettare i tempi e i modi altrui? Il rischio è di fossilizzarsi se non si è scossi o c'è un momento per tutto?

 

Un insegnante, oltre a elargire validi suggerimenti e consigli sulle impostazioni tecniche e interpretative deve anche adattare in maniera completa lezioni e processi all'allievo che ha di fronte.

Non esiste un "meglio in assoluto". Dipende molto da come tu percepisci, apprendi e rielabori (questo ultimo passaggio è il più importante di tutti).

 

Esiste invece una difficoltà (la tua) e una apprensione che trabocca dai tuoi messaggi quasi a domandare se esiste un antidoto contro l'emotività, la tensione e quel buco nella bocca dello stomaco che si forma prima di una esibizione di ogni genere.

No, Ilaria, non esiste.

 

Ma puoi ammorbidire questo stato d'animo (che se incanalato e sfruttato a dovere può tornar utile) con una preparazione adeguata ed uno studio serio.

Fissati degli obiettivi settimanali da raggiungere. Imponiti delle scadenze per determinati punti di arrivo.

Stila un calendario che dia dei risultati che arrivano a 10/12 giorni dall'esame poi fai 2 o 3 prove (un giorno si ed uno no) complete di fronte ad amici, colleghi o compagni di corso.

 

Buon lavoro e in bocca al lupo.


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Inviato
Esiste invece una difficoltà (la tua) e una apprensione che trabocca dai tuoi messaggi quasi a domandare se esiste un antidoto contro l'emotività, la tensione e quel buco nella bocca dello stomaco che si forma prima di una esibizione di ogni genere.

No, Ilaria, non esiste.

 

:cry: crudele! ;)

 

 

Ma puoi ammorbidire questo stato d'animo (che se incanalato e sfruttato a dovere può tornar utile) con una preparazione adeguata ed uno studio serio.

Fissati degli obiettivi settimanali da raggiungere. Imponiti delle scadenze per determinati punti di arrivo.

Stila un calendario che dia dei risultati che arrivano a 10/12 giorni dall'esame poi fai 2 o 3 prove (un giorno si ed uno no) complete di fronte ad amici, colleghi o compagni di corso.

 

:shock:

Cosa intendi per calendario di obiettivi?

Avrei bisogno di un personal trainer così! :oops:


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Un maestro deve farti crescere musicalmente passando sopra ai limiti tecnici ed emotivi di una persona, oppure rispettare i tempi e i modi altrui? Il rischio è di fossilizzarsi se non si è scossi o c'è un momento per tutto?

 

Un maestro è un riferimento. Prende su di sè una parte (anche gran parte) dell'ansia. Ci da coraggio e sicurezza anche semplicemente dicendoci che abbiamo fatto tutto ciò che potevamo. Anche quando noi abbiamo l'impressione di non aver suonato al meglio. E' qualcuno di cui potersi fidare. Ci si "affida" al suo giudizio, si verifica che ci siano i miglioramenti desiderati e ci si continua ad affidare. Se non ti sembra naturale affidarti a questo maestro, trovane uno che ti sembri adeguato alla tua sensibilità ed esigenze.

 

Detto questo. L'emotività è assolutamente naturale. Anche la paura. Si ha paura quando ad una cosa ci si tiene. Esistono molti modi di controllarla (training mentale, autogeno, tecniche di memorizzazione avanzata per evitare i vuoti di memoria etc.). Ci sono comunque anche della semplici riflessioni da fare. Il "push" di adrenalina che suonare in pubblico provoca è naturale. Ci si comporta come se fossimo in pericolo di vita. Si reagisce agi stimoli con una maggiore velocità e si ha una percezione "aumentata" della realtà. Aumenta (grazie sempre all'adrenalina) il livello di attenzione e la tachicardia ci porta a credere che tutto ciò che suoniamo sia lento (anche quando ciò non è vero). Un discorso a parte andrebbe fatto sui sintomi della paura (sudorazione eccessiva, tendenza a tremare, irrigidimenti e, naturalmente, tachicardia) e su come questi sintomi influiscano sul modo di suonare. Varrebbe anche la pena di riflettere su di una evidenza banale: alle volte (molto spesso) alcuni strumentisti percepiscono come scadente il proprio suono quando hanno una cattiva sensazione "tattile". Un buon maestro che abbia già risolto in passato questo genere di problemi avrà le risposte alle tue perplessità e potrà dirigerti nella direzione migliore per te. Personalmente credo che ognuno di noi abbia già le risposte a molti dei propri dubbi. Essi persistono quando intuitivamente percepiamo di essere su di una strada che non ci soddisfa.

 

Suonare in pubblico non è una sfida, è un piacere. Anche un esame lo può diventare. Non si tratta di una prestazione atletica. Non c'è nulla da vincere. Si suona per delle persone che hanno fatto della chitarra la propria vita. Persone (maestri) che amano ascoltare la chitarra. Anche un esame di quinto. Persone che non stanno con il fucile puntato in attesa di errori ma che si aspettano quella scintilla di novità, di freschezza che contraddistingue un allievo. Magari guardano anche bonariamente all'emotività. Il risultato dell'esame, poi, può servire a molte cose. A sapere se sei sulla buona strada, se stai lavorando bene, a darti fiducia per proseguire o per cercare altrove. Suonare è una cosa bellissima, di cui andare fieri...

 

Cordialmente

 

Catemario


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Già...A volte è difficile capire se l'ostacolo che uno ha di fronte sia dovuto solo a fattori emotivi o tecnici...Io ancora non lo so. Credo sia un mix di entrambi. Purtroppo credo che in musica contino il talento e la predisposizione e che solo questi alla fine paghino. Lo studio da solo non basta a fare il musicista...Io studio molte al giorno e ho una discreta capacità interpretativa. E' chiaro che alla fine posso arrivare a suonare un pezzo magari con degli errori ma comunque in maniera soddisfacente...quando sono particolarmente concentrata e poco in ansia posso farcela. Il punto è che non riesco ad andare oltre questo. Ho avuto molte difficoltà anche ad affrontare prove quali la prima vista, il dettato ed il solfeggio cantato per la licenza di solfeggio...Evidentemente non ho una gran prontezza di riflessi e un ottimo orecchio...Mi chiedo se tanto studio abbia senso o non mi debba rassegnare al limite oggettivo. Un vero musicista è completo secondo me...Un buon esecutore può essere una sorta di dattilografo della musica ma prima o poi i nodi vengono al pettine. Ha senso che una persona con simili contraddizioni prosegua il suo cammino, oppure il talento si può costruire almeno in parte....? E' giusto perseverare pur essendo carenti in quelle qualità che io ritengo fondamentali per un artista?


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Ciao Ilaria,

Forse hai solo bisogno di una iniezione di fiducia.

Non so se il talento può essere "costruito" ma a volte le nostre incertezze fanno ingigantire i limiti, che ci appaiono come oggettivi ma a volte posso essere superati trovando il giusto quid. Porsi le tue domande è segno di ricerca e di sensibilità. Cerca ancora, con più forza.

"Non chi comincia, ma quel che persevera" (Amerigo Vespucci).

E' il mio augurio, di cuore, per te, di riuscire a trovare ciò che "sei", più che ciò che "vuoi".

 

 

Butterfly


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Ilaria se tu parti dal concetto di voler diventare artista io credo che non lo diventerai mai. Artisti lo si può anche diventare, ma non lo si diventa certo "volendolo". Anzi penso che il vero artista sia colui che si disinteressi di esserlo.

 

Per quanto riguarda se sia giusto perseverare (che brutta parola) io ti dico sì. Ma lo devi fare perchè ti piace la musica, ti diverte, non perchè vuoi diventare un talento o un artista.

 

Ovviamente posso anche sbagliare, ma io penso di avere ragione. :D

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