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ok,cartellino giallo.

Comunque non ho offeso nessuno,mi sono sentita trattata,da "piccola impertinente sta al tuo posto".se qualcuno si sente offeso chiedo scusa,non era mia intenzione.

Ciao

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Ospite darkdragon
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Perfino in uno stadio, quello di Macerata, davanti a 40.000 persone, in un clima di ascolto.

Quando poi l'ho raccontato ad Alirio Diaz, il suo commento è stato che mai la musica di Sojo aveva avuto un pubblico così vasto...

 

Un piccolo fatto può sembrare nulla di fronte ad una grande idea, ma non era Bulgakov a dire che "un fatto è la cosa più ostinata del mondo"?

 

Ciao,

PB

 

Maestro, si riferisce allo Sferisterio oppure proprio allo stadio della città?

 

Volevo aggiungere alla discussione la seguente osservazione: l'ambiente di ascolto incide in modo significativo sul suono. Va da sè che in un pessimo contesto architettonico -pessimo per l'acustica, intendo- tutte le accortezze sul volume sono inutili.


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Era proprio lo stadio, quello che si chiama Helvia Recina. La capienza delle gradinate è "piccola", forse intorno ai 5/6000 posti a sedere, ma se si riempie anche "dentro" ci sta un sacco di gente. In quella occasione non ricordo che tipo di service del suono operasse, ma in altre occasioni, ad esempio nella fiera di Rimini, il service riminese "AlterEcho" ha fatto un ottimo lavoro, molto professionale.


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Grazie Fabio,farò tesoro.

Ho solo da imparare,sono impulsiva e spontanea.

a volte la spontaneità viene presa per ingenuità,e forse è anche vero.


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Chitarra classica e stadio...l'ossimoro è fenomenologico.


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Esatto.

Ma è un segno dei tempi, dato il barocchismo attuale, inteso come ridondanza esistenziale a far si che la ricerca della via di uscita si attui nel disperato tentativo di tendere allo spazio sconfinato dello stadio...al non luogo...piuttosto che alla ricerca della dimensione intima.

E pensare che nel postmoderno grande non equivale a bello...mah...


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Inviato
Esatto.

Ma è un segno dei tempi, dato il barocchismo attuale, inteso come ridondanza esistenziale a far si che la ricerca della via di uscita si attui nel disperato tentativo di tendere allo spazio sconfinato dello stadio...al non luogo...piuttosto che alla ricerca della dimensione intima.

E pensare che nel postmoderno grande non equivale a bello...mah...

 

Magari anche colto non significa efficace...

O bello.

Il titolo dell'argomento è quale futuro per la chitarra?

Non quale OGGI per la chitarra.

I grandi spazi,lo stadio,scusate se ho detto questo.

Non intendevo dire che d'ora in avanti i concerti per la classica debbano essere fatti lì.

però possono,potrebbero essere fatti anche lì e allora devi fare i conti con l'amplificazione.

Volevo solo aprire una porta,dire che questa può essere una possibilità futura.

O rimane dov'è,così com'è.A meVa benissimo anche così.

la dimensione intima,poi,credo che sia situata,più che nell'ambiente che comunque ha una sua importanza,nell' atmosfera che il concertista è in grado di creare e nel cervello di chi ascolta..

Poi forse la pianto di scrivere perchè mi sembra di aver detto una cosa che non credo abbia niente di scandaloso.

ciao


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Credo che il problema Stadio-Salotto sia in realtà un falso problema. Il discorso dovrebbe essere più spostato sul valore della Comunicazione a cui tendiamo. Sovente si parla di comunicare con la musica ma poi ci chiudiamo in un mondo impermeabile, contandoci e quasi essendo fieri di essere così pochi: chi fa tentativi di uscire dal ristretto gruppo viene additato, e quando è il caso addito pure io, come un venduto e un commerciante. Credo che dobbiamo tornare a parlarci, fra esecutori, concertisti, insegnanti, trovare un vocabolario comune su cui essere d'accordo: in questi giorni di giurie di Concorso (2400 ragazzi dalle medie musicali di tutt'Italia) ho ascoltato da parte dei chitarristi esecuzioni o pessime o molto belle, poca via di mezzo, a testimonianza di un'esasperazione del "conflitto" esistente all'interno del mondo chitarristico: chi porta la fotocopia scaricata dal sito islandese, chi lo studio di Coste, chi il brano stropicciato senza neanche titolo e chi la "suitina" barocca anche stilosa. Vi assicuro che negli altri strumenti non è affatto così, sembra che la chitarra classica sia nata l'altro ieri e che non si riesca ad essere d'accordo neanche sui requisiti di base che un alunno deve possedere dopo due tre anni di lavoro.

E Comunicare allora diventa Divulgare, imparare la stessa lingua, trovare obiettivi comuni e provare a raggiungerli insieme.

Se il passaggio successivo sarà suonare in uno stadio mi andrà anche bene, ma vorrei suonarci della Musica, non fotocopie stropicciate. Un caro saluto!


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Il futuro della chitarra dovrebbe dipendere innanzi tutto, forse.. dalla "sua" musica e dai chitarristi che sappiano .. individuarla...

Ci sono due aspetti che non mi convincono dello "stadio" (o di luoghi affini):

1) la "natura" dello strumento chitarra, la sua essenza qualitativa consiste nella sua specifica produzione del suono (ma in molti sembrano dimenticarlo). Ogni distorsione di questa peculiarità forse.. le toglie "qualcosa".. e se questo qualcosa lo vogliamo giustificare con aspetti "social-economici" e quant'altro..non mi convincono troppo...! Se la chitarra nella storia, ad un certo punto è stata messa in disparte dalle "opere sinfoniche" per la sua "voce delicata" questo, non le ha precluso il fatto di continuare ad/ed avere musiche di alta qualità...

(ma voi c'è lo vedete un quartetto d'archi allo stadio? che suona il primo quartetto di Bartok? la giustificazione? sarebbe che questa musica la potranno ascoltare 20.000 persone?..e cosi finalmente Bartòk sarà..conosciuto? ma davvero..crediamo a queste cose?...) mi sa tanto di .. "mastercard" ..

 

2) la seconda, che ritorna puntualmente alla ribalta, l'amplificazione!!.. (dato per scontato che con l'orchestra sia un obbligo ma molti iniziano ad utilizzarla anche quando non vi è nessun motivo di farlo!) e per quanto oggi la tecnologia fa miracoli...a me personalmente disturba, (anche quando la Philarmonika di Berlino suona all'aperto) ma posso capire i motivi... non condividendoli però. Continuo a preferire di andare ai concerti nei luoghi deputati, ancora per poco? (cosa che farò ad esempio la pross settimana per sentire la terza e quarta sinfonia di Brahms) ma non all'aperto! bensì all'auditorium "Parco della Musica" con tanto di acustica adeguata che per me fa parte della "musica".

 

Ora abbandonando la dolce ironia, vorrei chiedere ai chitarristi (alcuni.. ma che iniziano ad essere tanti):

ma perchè soffrite tanto nel non poter emulare i vostri colleghi della musica Rock e altro..?

è un problema di cachet? non si possono fare x concerti con tanto di repliche in luoghi adatti?

ad esempio concerto a Roma del chitarrista x.. 7 repliche, per permettere al "pubblico" desideroso?! di poter ascoltare, scusate! si fa con le orchestre sinfoniche in sale che riempiono 2000 e più posti?...ma qualcuno direbbe: vuoi metter un cachet con 20.000 persone a sera?? beh..potevate fare gli attori no? si guadagna di più ... deve essere una sensazione bellissima suonare una fuga di Bach con "suono surrond"..che rimbalza tra le curve nord e sud...ragazzi!! la chitarra sussurra..non urla..sù..

mica bisogna "urlare" per dire grandi cose no?

come era quella pubblicità? del.. pennello? ...

 

a questo punto temo che anche i compositori..debbano iniziare a pensare ed attrezzarsi per una "musica per lo stadio" .. una nuova letteratura per "chitarra"!?!?

ora faccio il serio:

forse "dimentichiamo" che se anche "portiamo" 2000 persone a un concerto di chitarra allo stadio (magari il pubblico dei beniamini delle altre "culture"?) o in luoghi "simili"..rimane un ... problema!..

cosa va ad ascoltare questo pubblico? e soprattutto quale chitarra? perchè secondo me, il vero problema..rimane questo!...è la chitarra che sta "cambiando"..la sua musica (non sempre in qualità) non..i..luoghi...

 

con simpatia

m


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Rispondo per chiarire una cosa : Avevo detto stadio per dire spazi più grandi. Tutti quelli che hanno scritto qualcosa non hanno potuto fare a meno di citare e di fossilizzarsi sulla parola STADIO.

E negli spazi di un certo genere ,piaccia o no, con l'amplificazione ci si deve fare i conti.

Capisco benissimo che questo possa disturbare una mentalità conservatrice e salottiera.ma torno a ribadire:" Quale futuro per la chitarra classica?"

Il mio primo pensiero è andato all'amplificazione perchè A) Il mondo cambia ,quello della chitarra classica,cosa fa? si adegua? Non si adegua? Fa finta di nulla ? B) Il discorso che volevo fare era semplicemente questo:l'amplificazione,l'elettronica per altri strumenti è stata accettata senza tanti patemi.Per la chitarra classica,sì e no.Si perche anche Dralig ha scritto che suonava con l'amplificazione,e tutto è andato bene.

no,Perchè ? Il mio discorso ,quello che forse non è stato capito,(anche perchè non l' ho detto esplicitamente) è che se l'amplificazione fa passi da gigante pet qualsiasi cosa riguarda la musica,rimane ferma ,o più lenta per questo strumento proprio perchè a questo strumento pare che dell'amplificazione non gliene importi.. Se ci fosse una certa richiesta

la ricerca e lo studio di qualcosa di adeguato alle caratteristiche più che particolari dello strumento,saprebbero rispondere (io ci credo) in modo adeguato.

Non credo di parlare a vanvera,c apisco bene cos'è una chitarra classica.Sto lì,provo questa muta di corde, una tensione più alta...mi carteggio l'unghia un pelino,tutto perchè? per il suono che ne esce! Viene da questa chitarra,con queste corde ,dal mio modo di suonarla.... Amplificare il suono non vuol mica dire sostituirlo o "aiutarlo".Mica la si vuole trasformare in chitarra elettrica,quelle ci sono già . se poi uno pensa che la chitarra classica vada bene com'è sempre andata,va bene anche a me. Non mi dispiace andare a sentire concerti in piccoli teatri,nella biblioteca del comune o nei posti che le vengono adibiti.Quella è la sua dimensione attuale. ma allora il problema sarebbe stato " Quale Oggi per la chitarra classica?",Non quale futuro.

Ci tengo,e parecchio,a dire che io,di emulare i "colleghi " della musica rock,me ne faccio un baffo. Ci vedo del pregiudizio in una affermazione così.

E finisco dicendo che queste cose le dico io,che mi sono sorbita per anni mio padre che diceva,anzi lo dice anche adesso,ma meno "La chitarra,più la suoni piano più va lontano.

Ma un piano,anche se viene amplificato,rimane tale nel contesto generale del pezzo.

Non dico che la chitarra DEVE essere amplificato.

Il futuro della chitarra,è il titolo del tema.

Questa è una possibilità.

Se vado fuori tema la mia prof mi da 2.

Sbaglia pure lei perchè dovrebbe darmi 0.

ciao

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