paolor Inviato 12 Novembre 2010 Group: Membri Topic Count: 2 Content Count: 5 Reputation: 0 Joined: 12/08/2010 Status: Offline Inviato 12 Novembre 2010 Ci sono (e lo dico da ex atleta, e non da chitarrista, in quanto come chitarristica sono solo un dilettante dalle poche capacità) tutta una serie di meccanismi che normalmente si chiamano ganci mentali. Ti sarà capitato di osservare sia in interpreti che in atleti che, prima della prestazione, eseguono una serie di movimenti scaramantici. Ebbene, non è per superstizione, semplicemente servono a ricondurre la mente in uno stato noto, sempre quello, che precede la prestazione. Io, per esempio, da apneista, prima di immergermi faccio sempre 3 rapidissime espirazioni ed una inpirazione. Siccome le faccio sempre, il mio corpo e la mia mente si sono condizionati e le interpretano come "vai e rilassati". Lo stesso vale per la musica. Si sà di grandi interpreti che, visti dall'esterno, apparivano bizzosi come bambini e che si rifiutavano di suonare in assenza di qualche piccolo dettaglio che loro ritenevano indispensabile. Ora, siccome questa tecnica dei ganci mentali è stata analizzata abbastanza di recente, è probabile che loro la eseguissero inconsciamente e che, in un qualche modo, fossero consapevoli che, cambiando quel dettaglio, la prestazione sarebbe stata pessima. Per quanto riguarda il tuo problema (che è anche il mio, visto che ho 2 bambini che mi ronzano attorno quando suono), ti direi di costruirti una sorta di procedura che (sempre ripetuta nello stesso modo) condizioni la tua mente portandola nello stato "adesso si suona, godiamocela". Vedrai che all'inizio ti sembrerà strano ma poi, scoprirai che praticare la suddetta procedura ti consentirà di allontanare dalla tua mente tutto quello che non deve esserci quando si suona. Ciao, Paolo.
Alfredo Franco Inviato 12 Novembre 2010 Group: Membri Topic Count: 84 Content Count: 1188 Reputation: 77 Joined: 03/12/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 12 Novembre 2010 Che voi sappiate esistono esercizi per aumentare la concentrazione - non la tecnica meccanica o il virtuosismo - quando si suona? Quando studiavo chitarra classica mi ritrovavo, sovente, con il pensiero vagante in luoghi che, con cio' che stavo suonando, avevano chissà quale recondito e subconscio legame...per fortuna nel corso degli anni sono riuscito a risolvere il problema, semplicemente lasciando perdere lo strumento e suonando la testa. Nel mio caso era proprio il pezzo di legno a distrarmi! Ora mi diverto tanto, il cervello uno se lo porta sempre appresso (si...o forse dovrebbe...)senza occupare le mani, ed inoltre ha già una sua custodia, sicura e funzionale.
Daniele Lazzari Inviato 13 Novembre 2010 Group: Membri Topic Count: 8 Content Count: 87 Reputation: 1 Joined: 17/01/2008 Status: Offline Device: Android Inviato 13 Novembre 2010 Che voi sappiate esistono esercizi per aumentare la concentrazione - non la tecnica meccanica o il virtuosismo - quando si suona? Dipende un po da cosa si intende concentrazione.. Cioè mi spiego: il cervello umano è una macchina che registra costantemente tutto: quello che sentiamo, quello che vediamo, le emozioni, il tatto e tutto il resto... e lo fa in maniera sopratutto incosciente cioè, non ci accorgiamo di tutto quello che fa. E' vero che si può far finta di spegnere certi "interruttori" ma questo non può avvenire, è solo un condizionamento mentale dell'individuo che l'immagina (credendo di avere una "volontà super"). Anche se sembra un controsenso, concentrazione non vuol dire chiudere il cellulare, evitare i rumori, pensare solo ad una determinata cosa.. Concentrazione, quella vera, sarebbe avere coscienza di quanto più possibile avviene in noi ed intorno a noi, per poi discriminare quello che è interessante, da quello che non lo è. La concentrazione non avviene diminuendo il numero degli stimoli, la concentrazione avviene affinando la capacità dei propri sensi. Come si fa? Opperdinci, basta dargli retta! ) Questo può spiegare perché quando durante un concerto un interprete può essere turbato da un fragoroso colpo di tosse o dallo squillo di un cellulare (solo in Italia ) e chi invece sembra non essere toccato affatto continuando tranquillamente il concerto come se niente fosse. Non è che il secondo sia sordo, anzi! E' solo che per lui in quel momento è molto più interessante osservare il movimento del proprio alluce del piede destro, mentre suona quella data frase musicale... Ho scelto questo esempio perché credo che il concerto, sia la situazione più stressante per il musicista che dopo un enorme fatica deve presentare il suo lavoro al pubblico, che magari ha pagato salato il biglietto (o anche no). Per quanto riguarda lo studio consiglio qualcosa che potrebbe sembrare impopolare presso i vari insegnanti. Lo studio è un momento sacro per il musicista, nel senso che è il momento in cui si deve il massimo rispetto non solo a se stessi ma anche al musicista che ha creato quella musica che ameremmo suonare come si deve. Ci sono momenti nella vita nei quali sono troppe le interferenze esterne e, alle volte, sono così chiassose da sovrapporsi al nostro ingegno, alla volontà ed al cuore di fare qualunque cosa con scrupolo e coscienza. In quei casi meglio soprassedere, dormirci su... magari il giorno dopo la vita ha tutto un altro sapore! DL PS. Hai mai ascoltato il tuo respiro? -dove "ascoltato" vuol dire osservato, sotto ogni punto di vista (non mentre suoni)-
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