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Identità in una parola


Giulio
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Neppure io sono iscritto a FB. La mia è stata una scelta assolutamente consapevole e non condanno assolutamente chi - al contrario - ne fa un utilizzo massiccio. Sono scelte personali.

Nonostante questa premessa FB è entrato prepotentemente nella mia vita informatica da quando mia figlia si è iscritta al famoso social network; la conferenza a cui ho assistito e tenuta dalla Polizia Postale accennata nel mio primo post, evidenziava proprio i grandi rischi a cui si espongono i minori nell'avvicinarsi ad una piattaforma del genere; questo senso di "finta intimità" percepito dai ragazzi (ma credo che si possa estendere anche ai maggiorenni) è un dato oggettivo, riconosciuto e sottovalutato.

L'obiettivo del funzionario relatore era quello di sensibilizzare i genitori a controllare con accuratezza e con una certa ricorsività i contatti (o amicizie) del proprio figlio/a; il rischio più evidente che si corre è che dietro un nick name fasullo ci sia un infiltrato con intenzioni ben poco amichevoli e che sia più attratto dalla pedo-pornografia che dall'amicizia o dalla socializzazione; infiltrati - sottolineava sempre il funzionario - che prima di "chiedere l'amicizia" studiano accuratamente le mosse della vittima, ne studiano i gusti, le mosse, le amicizie, gli orari di spostamento (genitori inclusi), le scuole frequentate per poi far scattare la trappola.

Il relatore - a supporto di quanto esposto - ha poi raccontato una storia realmente accaduta a dir poco agghiacciante, una storia che sarebbe potuta accadere a qualsiasi minore.

Ora: io sostengo che Internet e tutto ciò che lo circonda (forum, social network, chat ecc) abbia indubbiamente delle potenzialità pazzesche ma è un meccanismo troppo grosso, troppo "world wide" e troppo anonimo per poter essere controllato; non esistono regole, chiunque può facilmente usufruirne ed abusarne, chiunque può navigare sotto mentite spoglie e commettere reati sfruttando l'ingenuità altrui. Oltretutto tali malviventi non sono più approssimativi e tecnicamente sprovveduti come qualche anno fa: ora sono organizzati, tecnicamente preparati, conoscono a menadito le piattaforme, sono scaltri e furbi. Ho evidenziato solo una piccola parte dei rischi della rete riportati dalla Polizia nella conferenza (tralascio clonazione carte, phishing e quant'altro).

Concludo sostenendo che capisco perfettamente l'uso consapevole - ad esempio - di FB per scopi professionali o di condivisione della propria attività (o più semplicemente del proprio profilo) ma non è tutto oro quello che luccica.

I rischi sono ancora troppo elevati, il prezzo che si rischia di dover pagare è ancora troppo alto.

 

Taltomar

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