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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Musica "sgrammaticata"?


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ok ognuno ha la sua strada, che porta al suo Paradiso, grazie della citazione, l'importante è credere in ciò che si fa e cercare di non ferire negli altri nel cammino :D

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ok ognuno ha la sua strada, che porta al suo Paradiso, grazie della citazione, l'importante è credere in ciò che si fa e cercare di non ferire negli altri nel cammino :D

 

Nella mia strada il proposito di ferire gli altri è presente quanto l'inclinazione a pensare per luoghi comuni.

 

dralig

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sono abbonato a Suonare, l'avevo già letto per intero l'articolo. Concordo totalmente sulla bravura e personalità di Giulio

[...]

Per una buffa stranezza - mentre il dilettante improvvisato che pretendesse di dare un concerto soltanto perché ha ascoltato molti concerti e molti dischi di chitarra verrebbe rimandato al primo anno a imparare a far le scale - il tizio che dalla sera alla mattina decide di essere diventato un compositore soltanto perché, come esecutore, ha familiarizzato con molta musica per chitarra, può anche darla a bere, a sé stesso e a un certo numero di altre persone. Resta il fatto che tenta di fare quello che non sa fare: comporre. Per rendersene conto, da parte di chi è in grado di leggere la musica oltre la soglie del solfeggio, bastano pochi istanti: uno sguardo a una pagina di musica è sufficiente, a un musicista degno di questo nome, per comprendere se chi l'ha scritta è un compositore o un venditore di elisir.

[...]

dralig

 

Leggendo questo Suo passo mi sono posto una serie di domande che ripropongo a Lei ed al Forum.

 

Per quale motivo queste composizioni - come Lei sostiene - di alcun valore musicale e sgrammaticate vengono poi pubblicate da importanti case editrici e registrate su cd ?

 

Ed ancora: nell'ambito della musica classica non dovrebbero esistere filtri valutativi seri e professionali alla base di scelte editoriali e discografiche ?

 

Ed infine: per quale motivo logico un interprete di livello e fama internazionale dovrebbe inserire nella tracklist del proprio cd brani privi di valore musicale ?

 

Io credo, sintetizzando al massimo il mio pensiero, che alla fine del ragionamento - purtroppo - si possa ipotizzare che un concetto tristemente moderno stia contaminando anche il mondo "puro" della musica classica: il profitto.

Poco importa cosa ho per le mani, l'importante è che generi ricavo sia in termini economici che in termini di visibilità.

 

Mi sbaglio ?

 

Taltomar

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Credo anch'io. Ma forse c'è anche qualcuno che lo fa sinceramente, semplicemente perché piace.

La novità, nella storia delle arti, non è mai stata granché apprezzata nel mondo contemporaneo

all'autore perché spesso implica un cambio della concezione dell'arte. Il mio modesto parere è che

l'arte, e in particolare la musica, sia essenzialmente moda, estetica, ovvero pura ricerca del bello.

 

Non sempre si tratta di semplici operazioni commerciali. Ai posteri, dunque, l'ardua sentenza.

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Leggendo questo Suo passo mi sono posto una serie di domande che ripropongo a Lei ed al Forum.

 

Per quale motivo queste composizioni - come Lei sostiene - di alcun valore musicale e sgrammaticate vengono poi pubblicate da importanti case editrici e registrate su cd ?

 

Ed ancora: nell'ambito della musica classica non dovrebbero esistere filtri valutativi seri e professionali alla base di scelte editoriali e discografiche ?

 

Ed infine: per quale motivo logico un interprete di livello e fama internazionale dovrebbe inserire nella tracklist del proprio cd brani privi di valore musicale ?

 

Io credo, sintetizzando al massimo il mio pensiero, che alla fine del ragionamento - purtroppo - si possa ipotizzare che un concetto tristemente moderno stia contaminando anche il mondo "puro" della musica classica: il profitto.

Poco importa cosa ho per le mani, l'importante è che generi ricavo sia in termini economici che in termini di visibilità.

 

Mi sbaglio ?

 

Taltomar

 

 

Penso che la buona musica sia difficile a definrsi e già il definirla costituirebbe una sua limitazione. La parlola "sgrammaticata", poi, generalizza un'impoostazione a monte che potrebbe essere una causa. Così ,per un cultore della tonalità sarà sgrammaticato un pezzo condotto in atonalità, come un cultore assoluto della forma rileverà della gravi pecche in un pezzo informale e così via. Credo perciò che occorra conosceere la grammatica della musica (ma anche la sua "sintassi") soprattutto per la consapevolezza di quel che si fa.

 

Filtri valutativi ce ne sono e ce ne sono sempre stati (meno per chi paga; l'editore fa il suo mestiere e non il cacciatore di geni) ed il discorso non è valido solo per la musica "classica", ma per ogni tipo di musica, che può fornirci a sua volta fiori e letame. Gli interpreti si adeguano, anche perché molto spesso si compiaccciono di quello che suonano, magari interessatamente. Mi viene in mente il Vangelo: "Signore, perdona loro, perché non sanno quel che fanno"!

 

Il mondo puro della musica "classica",quando c'era solamente quella, non era poi tale, se è vero quanto riportano le cronache. Il fenomeno "tristemente moderno" del degrado esiste, ma le ragioni vanno cecate più lontano; quello del passato è ormai scremato ed in gran parte sepolto.Come la fantasia di chi propone musica.

 

Mai comunque come in questi tempi il "compositore" è stato penalizzato: Siae (o altro) in agguato, imprenditoria settaria o politicizzata (derivante da sovvenzionamenti statali parcellizzati) , grancasse televisive per chi è "nel giro"....Il motto è generalmente quello degli anni Settanta: "bambole, non c'è una lira".

E adesso, pover'uomo?

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Per quale motivo queste composizioni - come Lei sostiene - di alcun valore musicale e sgrammaticate vengono poi pubblicate da importanti case editrici e registrate su cd ?

 

Ed ancora: nell'ambito della musica classica non dovrebbero esistere filtri valutativi seri e professionali alla base di scelte editoriali e discografiche ?

 

Ed infine: per quale motivo logico un interprete di livello e fama internazionale dovrebbe inserire nella tracklist del proprio cd brani privi di valore musicale ?

 

Io credo, sintetizzando al massimo il mio pensiero, che alla fine del ragionamento - purtroppo - si possa ipotizzare che un concetto tristemente moderno stia contaminando anche il mondo "puro" della musica classica: il profitto.

Poco importa cosa ho per le mani, l'importante è che generi ricavo sia in termini economici che in termini di visibilità.

 

Mi sbaglio ?

 

Taltomar

sai devi considerare che ci sono piccole cose in più rispetto alle considerazioni che hai fatto e sono cose di cui in parte bisogna tenere conto: la coerenza dell'artista, la sua capacità di comunicare nei concerti, il fatto che la sua musica incontri il gusto e l'apprezzamento del pubblico (saranno mica tutti zotici quelli che apprezzano musica "tonale" e non digeriscono l'altra). Tutti fattori che ovviamente un editore tiene in considerazione, poi chiaro che si farà dei calcoli che riguardano anche il valore etico dell'operazione e soprattutto se l'artista garantisce un percorso che non sia solo costituito da un paio di "fogli d'album". Ti assicuro che in termini di guadagno un editore non ricava di questi tempi e nel nostro campo un grande profitto, anzi il più delle volte investe senza sapere bene cosa ricaverà, ma se tu proponi un lavoro composto da spartiti, registrazioni, concerti ecc è chiaro che sarà più attento alla tua proposta che non a un'altra. Il profitto che si traeva un tempo dalle pubblicazioni era molto più elevato, pensa ora a cosa non c'è in rete, gratis...e poi è giusto che il mercato editoriale offra vari generi a chi studia o semplicemente si diletta, fosse edita solo la musica di Petrassi o Takemitsu non so quanti comprerebbero musica no?

la musica classica pura? secondo me in parte si, ma io parto dall'autore, se lo è lui è già un bell'inizio altrimenti mi interessa molto meno (sono un buonista quindi ragiono così :D ), ma sicuramente quando ascolto certe cose e conosco certi personaggi del nostro giro sono molto più interessato alla purezza dei Led Zeppelin :D

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Leggendo questo Suo passo mi sono posto una serie di domande che ripropongo a Lei ed al Forum.

 

Per quale motivo queste composizioni - come Lei sostiene - di alcun valore musicale e sgrammaticate vengono poi pubblicate da importanti case editrici e registrate su cd ?

 

Ed ancora: nell'ambito della musica classica non dovrebbero esistere filtri valutativi seri e professionali alla base di scelte editoriali e discografiche ?

 

Ed infine: per quale motivo logico un interprete di livello e fama internazionale dovrebbe inserire nella tracklist del proprio cd brani privi di valore musicale ?

 

 

Se posso esprimere un mio parere, questa discussione riguarda molti aspetti e difficilmente è possibile arrivare ad una soluzione completa del problema senza considerarli attentamente.

 

Io personalmente vedo un mondo musicale che, pur nella crisi socio-economica che stiamo attraversando, è molto più attivo, attendo e preparato che in passato. Non rilevo un degrado culturale, semplicemente credo sia in atto una profonda trasformazione della società che, come spesso accade in questi casi, viene percepita come una perdita di certezze e quindi come un peggioramento. L'allargamento dell'istruzione sappiamo che da un lato ha portato ad una diluizione del sapere verso il basso ma dall'altro ha consentito a molte più persone di avvicinarsi a questo sapere. L'eccellenza nei campi delle professioni e delle arti non è comunque venuta a mancare, quindi i medici e gli ingegneri molto capaci continuano ad esistere e a sviluppare le loro idee.

 

Nella mia esperienza personale ho sempre frequentato molta gente, tanti musicisti ma anche persone "normali", di ogni livello sociale e culturale e ho sempre sofferto la difficoltà che anche un mondo colto, fatto di laureati e professionisti vive oggi nei confronti della musica classica, in particolare della chitarra. Nel tentativo di offrire un ponte di comunicazione con tante persone come queste, ho suonato e in un caso anche registrato alcune di queste musiche, e i nomi possiamo farli, da Domeniconi, York, Starcevic, Ugoletti, Towner, Bellinati, fino a Colonna, Mirto, Signorile, Fabbri, Morel e Piazzolla. E' musica sgrammaticata? Seguendo una logica tradizionale forse sì e ne sono perfettamente consapevole. D'altronde ritengo anche che una parte della letteratura americana abbia perso in certi casi le regole della migliore grammatica per andare incontro a sensazioni immediate, punti di vista diversi che forse il linguaggio tradizionale difficilmente avrebbe potuto esprimere.

 

Se il risultato di questa offerta è quello di allargare l'interesse della gente comune verso la chitarra, come a me capita personalmente, grazie a questi approcci più semplificati nel linguaggio che fanno sì che tanta gente inesperta o impreparata, si avvicini con attenzione anche al repertorio che suono abitualmente in concerto (Castelnuovo-Tedesco, Turina, Giuliani, Regondi, Tansman ma anche Berio, Donatoni, Giacometti e così via) allora credo che la scelta sia stata positiva. Altrimenti è meglio lasciare perdere.

 

Per me la musica e l'arte hanno anche un valore sociale, accanto a quello più prezioso che è quello spirituale. Per questo motivo mi rivolgo con gioia al cenacolo degli eletti, cioè ai musicisti e agli esperti, cercando come Angelo Gilardino rimarca in questo articolo - e gliene sono estremamente grato - di approfondire nuovi punti vista sul repertorio, sondando chiavi di lettura che facciano sempre più luce sui brani migliori composti per chitarra e dell'altro coinvolgendo quando capita anche il mio vicino di casa, il panettiere e il mio carrozziere, proponendo loro una chiave di accesso più immediata alla bellezza di questo strumento.

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Giorgio ha tenuto, per l'Accademia che dirigo, un concerto per circa 400 persone. Tutte, alla fine, erano felici di essere state partecipi all'evento perchè il musicista ha sinceramente comunicato il suo essere attraverso le proprie composizioni. Stessa cosa è successa quando, illustri interpreti, come Giulio Tampalini hanno tenuto concerti monografici basati solo sui Capricci di Goya di M. Castelnuovo - Tedesco.

La sincerità è altresì importante quando si compone. Ragione e sentimento sono le ali di chi compone. L’opera d’ arte è al di sopra perché è perfetta unione della ragione e del sentimento. L’opera d’arte sfugge anche a chi la crea perché nella maggior parte dei casi è più di quanto il compositore ha pensato.

 

PS fa caldo.............

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Penso che la buona musica sia difficile a definrsi e già il definirla costituirebbe una sua limitazione. La parlola "sgrammaticata", poi, generalizza un'impoostazione a monte che potrebbe essere una causa. Così ,per un cultore della tonalità sarà sgrammaticato un pezzo condotto in atonalità, come un cultore assoluto della forma rileverà della gravi pecche in un pezzo informale e così via. Credo perciò che occorra conosceere la grammatica della musica (ma anche la sua "sintassi") soprattutto per la consapevolezza di quel che si fa.

io non aggiungo altro Carlo, ma sappi che mi piace molto la frase "consapevolezza di quel che si fa", :D

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Mi inserisco

 

Perchè leggo di domande del tipo:

 

"Per quale motivo queste composizioni di alcun valore musicale e sgrammaticate vengono poi pubblicate da importanti case editrici e registrate su cd ?"

 

"Nell'ambito della musica classica non dovrebbero esistere filtri valutativi seri e professionali alla base di scelte editoriali e discografiche ?"

 

"Per quale motivo logico un interprete di livello e fama internazionale dovrebbe inserire nella tracklist del proprio cd brani privi di valore musicale ?"

 

Queste domande sottendono un punto fondamentale che è quello che maggiormente mi sta a cuore.

CHI stabilisce il valore musicale o l'essenza sgrammaticata di una composizione?

CHI stabilisce i filtri valutativi?

CHI stabilisce che cosa deve o non deve suonare e registrare il suddetto "interprete di fama internazionale"?

CHI??????

 

I critici?

I compositori che pensano di essere migliori di qualcunaltro e quindi si sentono in dovere di far rimarcare la loro superiorità?

Quelli che hanno capito cos'è veramente l'ARTE?

 

Perchè sentendo parlare di filtri di valore e di giudizio su cosa si dovrebbe o meno fare per non essere posti alla gogna del giudizio (di chi poi? mah...) mi viene da pensare a una cosa molto brutta che si chiama CENSURA.

O, in una certa forma, razzismo.

 

Trovo triste e sterile che nel campo dell'espressione (al quale la musica appartiene) ci sia qualcuno che non la lascia libera.

 

Ci si pone la domanda su cosa dovrebbe registrare o suonare il concertista di livello internazionale?

Non fa dormire la notte?

Sarebbe opportuno e meno offensivo fargli una telefonata, chiederglielo e saziare la propria sete di verità, se proprio preme così tanto.

No?

 

Accusare poi qualcuno di suonare una cosa piuttosto che un'altra per mero senso del lucro mi pare altresì offensivo.

Non viene in mente a nessuno che uno suona quel che gli pare?

E' un concetto troppo semplice?

Troppo lineare?

 

La musica classica?

La musica "classica" è durata un pugno di decenni.

Usiamo i termini appropriati.

Petrassi è musica "classica"?

Ohana lo è?

 

Beh York di sicuro no, vero?

 

E' facile atteggiarsi da "puristi" scandalizzati.

Ma è più difficile esserlo davvero.

 

Piazzolla è musicaccia?

Bene, andatevi a vedere il video di Ughi che suona Oblivion.

Ughi che suona Piazzolla????????

Noooooooo, davvero?

Si.

 

E lo suona veramente male

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