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salve a tutti, volevo chiedere a voi come avete scelto di portarle: la lunghezza e la forma che avete deciso di darle. Il Maestro Gilardino nel suo trattato ha definito due tipi di unghia, in base alla direzione della mano, se verso il ponticello e verso il capotasto. Secondo voi è sbagliato usare una forma a taglio obbliquo anche nella posizione più naturale, cioè quella con il polso e la mano rivolti verso il capotasto? Intanto porgo cari saluti.

 

Francesco

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salve a tutti, volevo chiedere a voi come avete scelto di portarle: la lunghezza e la forma che avete deciso di darle. Il Maestro Gilardino nel suo trattato ha definito due tipi di unghia, in base alla direzione della mano, se verso il ponticello e verso il capotasto. Secondo voi è sbagliato usare una forma a taglio obbliquo anche nella posizione più naturale, cioè quella con il polso e la mano rivolti verso il capotasto? Intanto porgo cari saluti.

 

Francesco

 

Qualunque profilo della relazione dito-corda è utile, purché l'unghia scivoli lungo la corda senza opporvisi frontalmente. L'unghia non deve mai trattenere la corda per rilasciarla di colpo, ma accompagnarla nel rilascio dopo averla deformata: detto questo, ciascuno si trovi da sé le proprie angolazioni. Io non ci sono mai riuscito, nel senso che l'angolazione che mi permetteva di estrarre dalla corda il suono che prediligevo richiedeva un assetto della mano meccanicamente disastroso, mentre, per mantenere la mano in un assetto meccanicamente conveniente, ero costretto a un suono che, tra quanti ne potevo estrarre, non era il migliore. Chi riesce a mettere d'accordo fattore meccanico e fattore estetico ha trovato il modo di avere la botte piena e la moglie ubriaca.

dralig

Guest Matteo Pesle
Inviato il

Ciao Francesco, l'argomento mi interessa. Le mie unghie sono in continua evoluzione.

Potresti essere un po' più preciso e descrittivo? Chi non ha il trattato del Maestro Gilardino (io, ad esempio), dal tuo messaggio potrebbe non capire nulla.

 

Ciao,

 

Matteo


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Inviato il

chiedo venia, hai ragione. Il maestro Gilardino nel suo trattato, dopo aver smontato la impostazione classica a suon di "scienza" espone quella che dovrebbe essere la posizione meccanicamente più conveniente per usare ambo le mani. In questo caso, per la mano destra espone due impostazioni per la mano, ambedue però che rispettano il naturale assetto della mano: la prima, con polso in direzione dell'avambraccio senza angolazione, senza curvatura in avanti del polso. L'altra impostazione prevede una semirotazione antioraria del polso all'interno, verso il ponticello. In base all'angolazione egli propone una diversa inclinazione delle unghia, crescente o da destra o da sinistra, in base al lato di attacco della corda; al lato di attacco della corda deve corrispondere una maggiore superficie di contatto, per cui in quel punto l'unghia deve essere lunga, ma nella fase di sgancio, l'unghia non deve porre un vincolo, per cui bisogna che decresca per rendere facile lo sgancio della corda. Per comprendere meglio, è neccessario avere il Trattato, che non può mancare nella biblioteca di un chitarrista, a mio avviso.


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Inviato il

Salve 'Ciccio',potresti dire il titolo del trattato a cui ti riferisci?

la cosa mi interessa molto..

grazie

Fabio


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Inviato il

"La Tecnica della Chitarra" - Edizioni Bèrben.

Aggiornato in una nuova veste nel:

"Nuovo trattato di tecnica chitarristica", sempre Bèrben.


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ma è necessario che ognuno trovi il punto in cui attacca la corda e regolare la sagomatura delle unghie in base al proprio attacco, o erro?

Ma se così fosse, come essere certo che quella sagomatura rispetta realmente l'andamento naturale del dito dalla fase di aggancio a quella di sgancio?


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L'unghia deve dare rinforzo e caratterizzazione timbrica, senza creare ostacoli.

Una sagomatura liscia e lineare dell'unghia è l'elemento di base per un buon suono, ciò che invece è più determinante ai fini tecnici e dinamici è l'attacco del dito sulla corda, tema sui cui Gilardino ha svolto un'analisi approfondita arrivando a conclusioni che vengono oggi applicate dai maggiori chitarristi al mondo (vedi video di Scott Tennant) e la lunghezza e spessore dell'unghia.

Anch'io sostengo che non si può evitare una lettura del trattato di Gilardino.


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Inviato il

Anch'io sostengo che non si può evitare una lettura del trattato di Gilardino.

Non sei il solo :D

Ho tenuto diversi seminari sulla tecnica gilardiniana e sul suo trattato nei miei corsi di I e II Livello.

Devo dire che in questi anni la conoscenza di questa "Scuola", che naturalmente non è solo tecnica, si è diffusa tantissimo nell'ambiente chitarristico. Al primo seminario che tenni sei anni fa pochi, tra gli alunni che provenivano in maggior parte da tutto il meridione, ne erano a conoscenza.

Nell'ultimo, che ho tenuto due mesi fa, sembravano già tutti pronti a correggermi le piccole sviste che possono capitare, complice anche l'età che avanza, durante una dissertazione didattica..... :D

La cosa è andata di pari passo con la diffusione dei suoi studi. Ancora oggi molti dei miei alunni di II Livello (che hanno studiato altrove, sostenendo il vecchio esame di diploma) si chiedono come sia possibile che i precedenti docenti non avessero fatto loro conoscere questa opera fondamentale.

Saluti,

L


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Inviato il
ma è necessario che ognuno trovi il punto in cui attacca la corda e regolare la sagomatura delle unghie in base al proprio attacco, o erro?

Ma se così fosse, come essere certo che quella sagomatura rispetta realmente l'andamento naturale del dito dalla fase di aggancio a quella di sgancio?

 

Se ne accerta sperimentalmente. Un buon metodo è quello di compiere il tragitto del dito sulla corda al rallentatore (avendo cura di non alterarlo rispetto al tempo reale), osservando con attenzione tutto ciò che avviene: se tra il punto di contatto e il punto di svincolo non ci sono salti, interruzioni, blocchi (detto in una parola: discontinuità), e se la corda scivola lungo il dito, tutto è a posto. Se invece ci sono delle discontinuità, bisogna individuarle e correggerle, o sagomando l'unghia diversamente, o modificando l'angolazione della mano e conseguentemente la traiettoria del dito. E' uno studio di grande importanza, che ciascuno deve svolgere alla luce del motto "conosci te stesso". I princìpi sono uguali per tutti (la fisica acustica e l'anatomia), le applicazioni sono individuali.

 

dralig

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