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Marcello Rivelli

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Tutti i contenuti di Marcello Rivelli

  1. Ti ringrazio tantissimo. A Roma, in un negozio specialistico mi è stato detto che hanno solo la versione per 4 chitarre appunto e non sanno dirmi se e quando sarà ri-disponibile nuovamente la versione per duo. Avevo piacere di studiarla con una collega. Grazie per la disponibilita. M
  2. Si Cristiano. La versione per due chitarre. Mi é stato detto che al momento non é reperibile. M
  3. Se a qualcuno può interessare, posto i primi esercizi che realizzai per mio studio personale su questo bellissimo studio, in cui la difficoltà principale è ottenere l'equilibrio delle "voci" che realizzano l'arpeggio. Come se un coro a sei voci cantasse ognuno una sola nota ma ottenendo una fusione ritmica e armonica il più possibile fluida e amalgamata. L'obiettivo è prendere coscienza e non farsi ingannare dalla figura del "semplice" arpeggio che al suo interno nasconde una miriade di risonanze lasciate in vibrazione fino alla ri-articolazione del ritorno delle "sei voci". Si inizia dalle prime due e man mano si aggiungono le altre voci fino a completare l'arpeggio così come scritto. Può sembrare banale ma ... buon lavoro m esercizi dallo studio n. 1.pdf
  4. Buongiorno a tutti. Ho ordinato la versione del Prélude,Fugue et Variations op.18 di César Franck trascritta per due chitarre da M. Ophee, Editions Orphée ma mi é arrivata la versione per quattro chitarre (Sic). Volevo chiedere cortesemente se qualcuno ha la versione per due chitarre magari in versione pdf, sono abituato ad acquistare le musiche originali ma sembra fuori catalogo al momento e non so come reperire questo brano a cui sono interessato. Se qualcuno gentilmente ne ha una copia magari in pdf ne sarei grato e magari potrei inviare a mia volta una copia di questa versione. grazie marcello Senza titolo 2.pdf
  5. Quando la "chitarra" cercava di stare al passo della Musica.. e Bream sperava, magari in una "paginetta" dal grande Igor.. cosa che per fortuna ha fatto in tantissimi altri casi.. Bei tempi.. m
  6. Allo stato attuale delle cose, i diplomi dei corsi di "vecchio" ordinamento saranno validati ed equiparati agli attuali bienni di secondo livello, soltanto se conseguiti entro dicembre 2017. Purtroppo per tutti quelli che non conseguiranno tale titolo entro questa data accadrà di vedersi riconosciuto il titolo soltanto come il valore del triennio di I livello. (no comment). Quindi, salvo una rivoluzione generale (ma in Italia una partita di calcio vale più di molte problematiche "leggermente" più serie..) la soluzione è frequentare i bienni.. (o studiare sul serio e lasciar perdere i pezzi di carta). http://www.francoribaudo.it/ribaudo-pd-approvato-emendamento-su-equipollenza-titoli-afam-si-pone-fine-a-discriminazioni-tra-gli-studenti/ buona giornata m
  7. Al momento le cose stanno così: il diploma decennale del corso ordinario ("vecchio ordinamento") per chi ancora lo frequenta è equipollente al II Livello solo se conseguito entro il 2012 (fino a poche settimane fa) ed è stato prolungato l'effetto fino al dicembre 2017. Altrimenti per chi studia ancora nei corsi ordinari decennali e non consegue il diploma entro questa data, in automatico sarà equiparato soltanto al Triennio di I livello. In sostanza allo stato attuale e per il "momento" studiare musica passa per il percorso Triennio+Biennio, come minimo, se si vuole avere almeno un pezzo di carta. Spero di esser stato chiaro.. buona giornata m
  8. Ho trovato uno dei file in pdf abbastanza aggiornato. In pratica ricalca la scansione "vecchio ordinamento" (in cui per molte cose credo ancora) e manca della parte "compositiva" che da pochi anni ho "aggiunto". Quella è la parte che al momento mi sta più a cuore e che sto elaborando completamente dai primi anni di insegnamento. Un'idea è contenuta nelle schede che ho fatto per Dot Guitar di alcuni studi ma la "modalità" di approccio è in pratica quella, non è tanto l'elenco (seppur può essere indicativo) delle opere che utilizzo, ma la modalità ad ampio raggio delle discipline interessate (scrittura compositiva, armonia, contrappunto, "orchestrazione", forme) implicito ed esplicito nel/del repertorio per chitarra. Se servono chiarimenti, sono qui.. marcello Programmi chitarra.pdf
  9. Questa è la "mia" scansione temporale dei tempi di studio che di norma utilizzo, salvo casi particolari ma che di solito non fanno testo o perlomeno non da "modello". Ho sempre considerato (e considero) il corso di chitarra un percorso e non una "corsa" ai soli esami con i relativi programmi". La mia idea (da sempre) è che il corso non sia esclusivamente e solo "strumentale" ma piuttosto simile, per capirci a quello che era il corso di "vecchio ordinamento" di organo e composizione organistica, dove l'allievo veniva a contatto con aspetti molteplici della musica e non solo tecnici- strumentali, (per capirci considero virtuoso un musicista non un acrobata delle scale). Sono convinto che finalmente sia arrivato il "tempo" che uno strumentista debba formarsi "completamente" e non solo fare scale dalla mattina alla sera, suonare un brano significa innanzi tutto capire cosa è scritto nelle note e spesso quello si impara "altrove" (se il docente non è bravo solo a "diteggiare" invece che a decifrare il "contenuto"), quindi ben vengano le/delle riflessioni e critiche (non sterili polemiche) su eventuali programmi e modalità di studio "oggi" della chitarra, o meglio, non esiste la chitarra ma il suo repertorio, e, di conseguenza un docente deve innanzi tutto (per me) capire il significato scritto nelle musiche per chitarra, il resto è manovalanza "ginnica" seppur raffinata e importante ma viene dopo "il pensiero" (libero pensiero). p.s. a giorni allego un file del programma per anno che di solito utilizzo, con i testi e le opere che preferisco, il tempo di sistemare gli appunti a matita e le varie modifiche attuate sul campo. È una scansione decennale del programma "classico" su cui sono intervenuto con le mie idee, aggiungendo, togliendo ecc..ecc..una sorta di tabella di marcia che prediligo personalmente. m tabella modello generico scansione temporale.pdf
  10. Non capisco perché in Italia le cose devono essere sempre complicate. (Bella affermazione, ma essendo italiano..mi rendo conto della citazione stupida). Hanno modificato (se andrà in porto fino in fondo nei vari passaggi legislativi) il termine per vedersi riconosciuto il "valore" dei titoli del "vecchio ordinamento"dal 2012 al dicembre 2017. (Personalmente mi fa anche piacere, essendo uno degli iscritti al "vecchio stile"). Forse però dimenticano che i corsi in oggetto non termineranno in quella data per coloro che ancora li frequentano. Era cosi difficile stilare delle norme che prevedessero una giusta equità per coloro che appunto ancora frequentano e sono iscritti ai suddetti corsi? Anche un bambino capirebbe che se la riforma parte da un anno "x" e sono ancora in essere i corsi precedenti, forse ci vorranno un "x" numero di anni (essendo alcuni corsi decennali) per completare l'iter. Un conto sarebbe stata la totale disattivazione e/o passaggio ai nuovi trienni e bienni in concomitanza dell'attivazione del "nuovo percorso", allora, via il "vecchio" e avanti il "nuovo" (senza polemiche ma..) ma senza dimenticare, forse, che uno che ha "sgobbato" dieci anni non può vedersi riconosciuto lo stesso titolo come chi fa un "Triennio" se conseguito entro una data "x"!! è una classica "barzelletta" all'italiana? gli esami sono gli stessi, i programmi e le prove idem per quale motivo una data fa scattare la non equipollenza? se ancora non cessano la loro "esistenza"? le risposte che mi vengono in mente sono tante e abbiamo imparato ormai (sulla nostra pelle) i giochetti e le furbizie che vengono continuamente creati per la sopravvivenza di molti "scenari". Senza polemica.. (ci hanno letteralmente stancato).. aspetteremo il prossimo ricorso per coloro che si "diplomeranno" dopo il 2017, a meno che saranno obbligati, se ci tengono al pezzo di carta, a passare di fatto alle nuove "delizie" in cui un "triennio" in alcuni casi non raggiunge un ex compimento medio, ma volete mettere? adesso avete una "laurea" non un semplice diploma.. (magari avessi un "diploma" dei tempi di Abbado, con Ghedini in commissione!! ), no comment, ma oggi si studia "Ear training" volete mettere? (io tiravo giù dai dischi in vinile i pezzi delle musiche che mi piacevano a 16 anni) mica il setticlavio? (vorrei vedere quanti colleghi sono in grado di leggere ancora una prova di solfeggio in sette chiavi?! ma direte giustamente Voi: a che serve? tanto leggiamo in chiave di violino!? salvo scoprire che a volte alcuni chitarristi non sanno che la chitarra è strumento traspositore (e anche a volte novelli compositori da "triennio" che scrivono con il "Midi" e si chiedono perché il suono della chitarra non "sembra " lo stesso.. no comment..) scusate, il caffè era lievemente amaro.. buon proseguimento.. p.s. a chi interessa un giorno vi faccio vedere il mio programma di studio della chitarra in dieci anni (non tre + due) quello va bene per gli avvocati al massimo.. (sempre con rispetto per la categoria, ci mancherebbe), ovviamente è "vecchio stile" anche se arriva e oltrepassa Sciarrino.. m
  11. Un ulteriore passo in avanti per risolvere la discriminazione attuata. http://www.francoribaudo.it/ribaudo-pd-approvato-emendamento-su-equipollenza-titoli-afam-si-pone-fine-a-discriminazioni-tra-gli-studenti/
  12. Interessante trascrizione. (per la comparazione, la versione originale) mr
  13. Il post di Christian ha risvegliato nella mia memoria alcuni appunti che ho usato e uso per i mie allievi. Una delle cose che mi ha sempre affascinato di questo studio, sono le molteplici possibilità di come poter articolare la formula dell'arpeggio delle sedici semicrome. Una sorta di studio trascendentale dove, le vibrazioni che vengono messe in atto creano una miriade di texture sonore. Queste che trovate allegate nel pdf sono le prime quattro di una serie di dodici che mi sono divertito a ricercare negli anni. Spesso uso questo studio al mattino per "riscaldarmi" e iniziare le mie sessioni di studio. La mia passione per Bach mi fa vedere la sua scrittura ovunque, e tutto sommato, conoscendo l'amore di Villa Lobos per il Kantor.. questo "studio-preludio" non sarebbe poi così errato considerarlo il primo dei dodici studi "trascendentali" regalati alla chitarra, quindi oltre alle importanti diteggiature funzionali mi permetto di andare un attimino oltre, provando a suggerire di indagare lo "studio delle risonanze" che questo studio mette in atto con la sua figurazione e lo stimolo a cercare soluzioni "interne" e personali pur conservando lo "scheletro" figurale. Il primo rigo mostra il modello come lo conosciamo. Il secondo A si presta alla scansione ritmica suggerita dalla diteggiatura del post di Christian, (anche se , all'ascolto, lui stesso abbandona la rigida pulsione ritmica delle sole duine). Il modello B suggerisce il movimento interno della struttura ritmica che regge l'arpeggio: la scansione della triade minore di Mi, nel suo semplice svolgersi, ma da riuscire a controllare nel peso e equilibri con le altre note. Il modello C si spinge oltre, cerca di portare la percezione ritmica e sonora della sovrapposizione delle note superiori. Il modello D è una piccola "invenzione" per divertirsi a capire quante possibilità "Gouldiane" si possono ricercare..anche se qualcuno potrebbe obiettare di esser andati troppo oltre..ma non ne sono convinto (per niente)... buon divertimento, se può interessarvi, le altre otto ve le risparmio, assomigliano a degli studi di Bogdanovic..e sono dei "divertimenti" che attuo per non annoiarmi nel fare "tecnica".. m HVL studio n 1.pdf
  14. Pensavo e riflettevo leggendo i vari commenti, che tutto sommato, forse alla base del concetto del pensiero che Carulli sia un tantino sottovalutato e che onestamente non credo alla fin fine, possa esserci anche l'idea che è soltanto "recente" la presa di coscienza di svariati interpreti del "giusto" modo di interpretare questi lavori, depurati da manierismi e diverse smancerie a cui abbiamo assistito (ascoltato) negli anni passati e non solo. Questo repertorio, forse, a differenza di quello storico del 900 e oltre, se pur non certo facile quest'ultimo bisogna ammettere che forse non ha avuto i numerosi interpreti che si sono dedicati alla diffusione di quello moderno, grazie anche al fatto che la qualità indubbia permetteva alla chitarra (intesa nel suo repertorio) finalmente di .. "competere"? o perlomeno riscattarsi in parte dal repertorio degli altri strumenti. Questo sicuramente non ha giovato, come dire, se uno suona male un brano ma comunque di un certo spessore fa danno al compositore e alla musica ma il brano "resta in piedi" ma se uno suona male un brano di "minore" spessore (senza nulla togliere ai "minori") fa un doppio danno secondo me, da qui spezzare una lancia in favore dell'interprete per la buona causa della "musica per chitarra.. ad ogni modo, ascoltavo questa mattina questa interpretazione e..decisamente non mi dispiace quindi, nessuna graduatoria o meriti maggiori e/o minori ma ben venga la musica scritta e suonata bene. Quello si, ritengo sia di fondamentale importanza. Credo che tutti concordiate che il punto debole di molti chitarristi sia appunto il repertorio dell'ottocento, inteso come qualità di interpretazione, forse perché molti chitarristi non hanno un'educazione musicale di un certo tipo, rispetto a pianisti e violinisti?.. (spero di non aver alzato un vespaio ma..la riflessione mi viene spontanea)..nella mia esperienza di docente ho sempre trovato più facilmente lacune in un fraseggio di Giuliani o Sor che in Walton..dove forse anche il solo "scopiazzare" un certo modo di suonare è più facile da ascoltare/reperire.. suonare bene Sor e i suoi "colleghi" bisogna necessariamente saper leggere e conoscere la "Musica".. sbaglio?.. buona giornata m
  15. Si Alfredo.. l'esempio di Sor che hai inserito dimostra efficacemente la raffinatezza della scrittura di Sor (e probabilmente anche la differenza della cifra), un vero gioiello questo studio da vero "organista" o Kappelmeister".. Tornando a Giuliani, senza voler uscire off-topic, quello che citi, sicuramente è un ottimo esempio ma torno a dire che probabilmente "loro" erano, tra i chitarristi, quelli più preparati nel "mestiere" dello scrivere (con tutti gli annessi: armonia, contrappunto, orchestrazione) e di conseguenza si sente la differenza. Del resto, un po' tutta la musica di quel periodo non è ancora "idiomatica" al cento per cento ma una "simulazione" di quelle che sono le forme e la modalità di scrittura dei compositori: musica da camera e per organici variabili. le stesse "sonate" di Mozart, Clementi (un po' meno) Beethoven.. altro non sono spesso che "orchestre da camera" in miniatura fino a che non accadrà di incontrare pagine come quelle di..Chopin?.. e del nostro Tarrega, Llobet ecc..ecc.. Carulli, diciamocelo ^__^ aveva un ottimo "mestiere" e sicuramente il suo talento ma..forse tra l'insegnamento, le pubblicazioni per il suo pubblico ha pensato un po' più ad "altro".. poi verso la "maturità" ha tirato fuori qualche pagina più densa e..guarda caso, i Sei andanti, di cui abbiamo già parlato, nonostante non siano opere "ampie" mostrano aspetti più interessanti..insomma, una cosa è indubbia, il mestiere di certo non gli mancava, del resto se pensiamo a Tarrega, salta subito fuori la sua preparazione non solo chitarristica no?..nel senso che la conoscenza di altre discipline si sente anche nei "piccoli" preludi".. ma Sor.. che piaccia o no, vola alto.. con buona pace dei fans di tutti gli altri autori maggiori minori.. p.s. io riscoprirei un po' di più Diabelli, le sue Sonate, studi e "Fughe".. meritano molto di più di quel che (non) si sente in giro, che ne dite? m
  16. Non si tratta tanto di sottovalutare Carulli rispetto agli altri autori come Giuliani, Sor ecc. senza voler del resto, tenere conto che mentre Giuliani "arriva" a Vienna Beethoven sta componendo o ha appena terminato la Quarta sinfonia, il quarto concerto per pianoforte e quello per violino ecc.. (...) Personalmente amo molto i Sei andanti op. 320 di Carulli. Cito dal "Manuale di storia della chitarra, vol. 1 a cura di Mario Dell'Ara: << Carulli fu il più classico; il romanticismo sembra non sfiorarlo nell'ispirazione, ma la sua musica fu presa a modello della ricerca armonica che proprio il romanticismo andava esprimendo. Fu incline alla musica a programma (La Giraffa a Parigi, La presa d'Algeri, La rivoluzione di luglio ecc.) ma più per convenienza che per ideale adesione e sempre con schemi musicali ricalcati. Nella sua musica emerge un forte senso timbrico di sapore orchestrale, ch'egli deriva dalla cultura della sua formazione giovanile napoletana e dalla consumata pratica della trascrizione (sempre fedelmente aderente all'originale). Il suo modello preferito fu Rossini, ma fu anche capace di trascrivere Beethoven e di far cantare alla sua chitarra melodie mozartiane. Solo alla fine della carriera Carulli svela la propria autenticità unendo la sapienza armonica della scuola napoletana alle più nuove idee europee maturate nell'ambiente parigino. Si vedano ad esempio i Sei andanti op. 320 (dedicati a Matteo Carcassi), un'opera pervasa da nobile patetismo e serenità di pensiero, che segna il punto più avanzato del romanticismo carulliano >>. Credo che l'opera didattica di Carulli sia certamente più conosciuta delle sue opere da concerto, lacuna degli interpreti? ma del resto, personalmente, una semplice opera come gli studi facili di Diabelli o le sue sonate, si mostrano "leggermente" più interessanti e se consideriamo ad esempio che l'op. 48 di Giuliani è sicuramente più "famosa" e conosciuta tra i chitarristi rispetto alla bellissima (parere personale) opera 111, dove invece la forma musicale, il contenuto va oltre il "semplice" eserciziario dovrebbe far intuire anche le dinamiche che portano a tali risultati. Diciamo che, vogliamo azzardare? anche i "grandi" dell'ottocento non erano insensibili al "fascino" delle "pubblicazioni" amatoriali e al facile guadagno sfornando partiture ad uso e costume dei gusti del pubblico. Sor rimane indubbiamente sopra gli altri, Giuliani segue in curva ma non arriva alla stessa profondità e..Diabelli ci regala una lezione di musica con un "semplice" fascicoletto"..guarda caso passato per lustri inosservato dai nostri "studenti". buona giornata m p.s. su Mazzini e la chitarra, se non ricordo male fu pubblicato qualcosa sul "Fronimo". questo (nel link allegato sotto) è un articolo a cura di Fabio Renato D'Ettorre pubblicato su Amadeus. http://www.fabiorenatodettorre.it/publi/amadeus_002.pdf
  17. Spulciando nell'hard disk del mio Mac, alla ricerca di appunti di tecnica creati ad hoc, ho ritrovato questo esercizio sulle articolazioni dell'arpeggio dell' "allegro solenne" de La Catedral. Se può interessare qualche studente, la inserisco come allegato al post. Altrimenti cestinatela ^__^ .. Il primo rigo presenta la figura così come scritta nella partitura solitamente. Dal secondo rigo iniziano le articolazioni: duine, terzine ecc..ecc.. (per le dita della mano destra) interessante il penultimo esempio a quartine da suonare a metronomo con la scansione ritmica binaria-composta (seminima con il punto ad esempio) riuscendo a mantenere l'articolazione 4+4+4 contro 6+6 che è quella naturale del metro ritmico. L'ultimo esempio, frammenta in due segmenti l'idea del "movimento" da ottenere nell'esecuzione "finale" nel tempo "allegro", evitando di "affondare" gli accenti come da "solfeggio sul battere, ma spingendo idealmente il movimento ritmico melodico in avanti, in pratica la prima nota del basso, pensata non come partenza ma "arrivo" del segmento successivo. Poi volendo esagerare (e neanche tanto) si può sviluppare la percezione della figura pensando alle tre linee che formano la figura dell' "arpeggio" .. il basso, il pedale interno ribattuto e le tre note "mobili" che disegnano a loro volta il frammento melodico, in sostanza far percepire il ritmo armonico (da cui la velocità allegro) con le leggere onde disegnate dalle sole note che si muovono. Buon lavoro.. m articolazioni Allegro solenne (La Catedral).pdf
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  18. Esistono varie edizioni, la prima che mi viene in mente è la versione "storica" in tre volumi curata da R. Chiesa per le Edizioni Suvini Zerboni. Vado a memoria ma gli studi sono solo le opere 6, 29, 31, 35, 44, 60. Altre edizioni da M. Dell'Ara per la Ricordi, Gangi Carfagna per la Berben, solo per citarne alcune tra quelle "storiche"..poi ci sono le nuove "generazioni"..e quelli che pubblicano libri per ..punteggi e..li ci vuole un po' di esperienza per capire se la diteggiatura è adatta a Sor o a Turina.. capita a volte di trovare degli studi di Carcassi che farebbero arrossire anche Segovia (famoso) per le sue diteggiature "tardo-romantiche".. (sto scherzando ma..) m
  19. Prima delle legature bisogna suonare "bene" le stesse posizioni (formule) con il massimo della precisione nel posizionamento delle dita sulla tastiera, non darle per scontate e soprattutto ascoltando la precisione ritmica, difetto che spesso si riscontra nello studio delle legature. Le "cadute" delle sole dita della mano sinistra sono ottimali per acquisire questo tipo di percezione, il classico "martelletto" per capirci, esempio: cadere con il solo secondo dito avendo già posizionato il primo dito nel tasto precedente, sulla stesa corda (per capirci, prima corda: Fa primo dito, Fa diesis, effettua il martelletto) e così viam a è preferibile inizialmente farlo nelle posizioni più alte, ad esempio dalla quinta, sesta in avanti e poi discendere gradualmente, per via dei tasti meno larghi. Formule del tipo 1-2; 1-3; 1-4 e a seguire 2-3; 2-4; 3-4 partendo dalla prima corda e spostandsi dopo ogni ciclo di formule sulle altre. Lo stesso in modo discendente ma senza ancora l'intervento della mano destra, "strappando" il dito interessato per ottenere la legatura discendente, in un secondo momento si passa ad effettuare le legature vere e proprie, ascendenti, discendenti, ad eco, doppie ecc.ecc.. Poi per i testi possiamo fare un elenco quasi infinito ma la metodologia viene prima..del resto il metodo migliore è scriverli ad hoc sulle/per le nostre mani. (Se si è allievi ci deve pensare il proprio insegnante). m
  20. Più che la rarità del "45 giri".. era diversa l'attenzione e il valore che davano gli editori e direttori artistici verso un certo tipo di musica, a differenza di "oggi"..più interessati ad altro e meno "coraggiosi" nella divulgazione. m
  21. Sicuramente un brano importante per il suo contenuto e la ricerca attuata. Considerando inoltre che è del 1963 (e se si pensa che la sequenza di Berio è del 1988), niente male.. Ottima la legenda della simbologia musicale contenuta nelle prime pagine (spiegazioni per le articolazioni timbriche da produrre). m p.s. nelle foto allegate la "mia" edizione, del 1965 con 45 giri allegato dovrebbe essere la prima stampa, credo.
  22. É inserito nella raccolta di cui nella foto allegata (edito da Frédéric Zigante per Max Eschig), ma si trova facilmente sia on-line che nelle librerie specializzate. Le variazioni sono curate (revisione e diteggiatura) da Alvaro Company. m
  23. Cercando di capire il contesto in cui nasce un linguaggio del genere. Un chitarrista deve fare un doppio sforzo. Studiare la Storia della Musica e parallelamente la storia del repertorio per chitarra. Ascoltando molte musiche e avendo la pazienza e il desiderio di conoscere i vari linguaggi senza paraocchi e con molta curiosità. Pian piano si svelerà questo tesoro nelle molteplici sfaccettature e si arriverà a capire (anche con l'ausilio di altre discipline musicali) la bellezza di tali opere. m
  24. Si, certamente da come si vede (e sente). La versione del preludio di Scriabin è più "pulita" armonicamente e incastonata nella "piccola" forma del preludio. A parte le disposizioni della scrittura pianistica (inevitabilmente diversa) Tansman arricchisce le armonie (con gusto sapiente) inserendo così ulteriore materiale da elaborare nelle variazioni. m
  25. Il tema delle variazioni è tratto dal preludio no. 4 in E flat minor di Scriabin (dai 5 preludi op. 16 ). Questo è un link dove ascoltarlo. IMSLP01475-ScriabinPreludeOp16No4.pdf m
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