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Marcello Rivelli

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  1. Volevo segnalare ai compositori, interpreti, un testo appena pubblicato, decisamente interessante.. Arnold Schönberg Il Pensiero musicale A cura di Francesco Finocchiaro Casa Editrice Astrolabio - Ubaldini Editore, Roma 2011 La pubblicazione dell'opera-cardine della teoria della forma schönberghiana, il trattato "Il pensiero musicale, e la logica, tecnica e arte della sua presentazione", permette di guardare in modo nuovo al pensiero del suo autore. Il libro, qui presentato in edizione bilingue con riproduzioni facsimile del taccuino di Schönberg, raccoglie il materiale preparatorio per quello che può dirsi indubbiamente il tentativo più ambizioso di sistemazione teorica dell'argomento. Il trattato non voleva essere solo un manuale di composizione, tutt'altro. In "Der musikalische Gedanke" la riflessione sulla forma assume infatti lo statuto di una metateoria avente per fondamento poderose macchine concettuali, come la logica musicale o la teoria del nesso, le quali costituiscono per Schönberg, per così dire, le forme a priori del comporre. Prefazione di Maurizio Giani (estratto) "Il volume che presentiamo è uno dei frutti del Programma di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN 2006/08) - promosso e finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica - condotto da un gruppo di studiosi afferenti alle Università di Perugia, Ravenna e Bologna, sotto il titolo "Nuove Fonti dell'Estetica Musicale". Obiettivo della ricerca era il rinnovamento dei metodi e delle prospettive della disciplina, attraverso l'apporto di nuovi documenti sinora trascurati dalla musicologia sistematica. Mentre altri contributi realizzati in seno al programma hanno valorizzato soprattutto fonti di natura mitologica, iconografica, letteraria, scientifica, il testo qui proposto appare nella sostanza più "tradizionale": esso rientra infatti nell'alveo della grande trattatistica europea sulla musica considerata in prospettiva teorico-filosofica, benchè presenti degli aspetti del tutto peculiari, che gli conferiscono per molti versi una collocazione eccentrica tra le fonti dell'estetica musicale. A partire dagli anni Venti del secolo scorso Arnold Schönberg si dedicò a più riprese a un vasto progetto sistematico, il più ambizioso dopo l'uscita del suo capolavoro teorico, la Harmonielehere (1911). Lo scopo: una capillare indagine sulle leggi della composizione musicale, sull'idea stessa di pensiero musicale e sui modi della sua presentazione. Il progetto procedette in modo discontinuo: tra il 1923 e il 19234 presero forma undici brevi testi, di ampiezza variabile tra una e undici pagine; poi, a due riprese, nel giugno-agosto 1934 e nel settembre-ottobre 1936, in uno slancio di energia creativa Schönberg mise insieme un ben più cospicuo complesso di dattiloscritti, schede manoscritte e appunti, dell'estensione di circa duecento pagine. Si trattava dell'abbozzo preliminare, rimasto incompiuto, di Der musikalische Gedanke und die Logik, Technik und Kunst seiner Darstellung. Sebbene frammentario, questo vasto materiale è di importanza difficilmente sopravvalutabile in sede storica e teorica, ma si è dovuto attendere quasi un sessantennio prima che ne venisse data alle stampe una edizione con traduzione inglese a fronte: A Schönberg, The Musical Idea and the Logic, Technique, and Art of Its Presentation, a cura di Patricia Carpenter e Severine Neff, New York, Columbia University Press, 1995. Tuttavia le curatrici, cui va il merito di aver aggiunto alla versione anche un pregevole e ben documentato commentario esplicativo, ritennero di non dover rispettare il manoscritto nella sua forma originaria, e decisero di disarticolarne i contenuti per riorganizzarli diversamente, nel tentativo di stabilire a posteriori dei nessi tematici fra le diverse parti del trattato, secondo una scansione in sette capitoli (Preface and Overview, Elements of Form, Rhithm, Formal Procedures, Miscellaneous, Harmony) che non corrisponde alle intenzioni dell'autore. Poichè gli apparati al testo così ricostruito non permettono di risalire alla forma effettiva in cui Der musikalische Gedanke venne redatto, l'esigenza di una edizione definitiva dell'opera era stata sollevata già all'indomani dell'uscita del volume di Carpenter e Neff. A tale esigenza viene incontro - e qui sta il suo tratto di eccezionalità - appunto il presente volume. L'approntamento della versione italiana, affidata a Francesco Finocchiaro, si è infatti svolto in parallelo alla costituzione dell'edizione critica del testo tedesco, curata da Hartmut Krones e Nikolaus Urbanek, in previsione della Kritische Gesamtausgabe der Schriften Arnold Schönbergs- un'opera editoriale in più volumi promossa dal Fonds zur Förderung der Wissenschaftlichen Forschung (FWF), dalla Ernst von Siemens Stiftung, dalla Universität für Musik und darstellende Kunst e dall'Arnold Schönberg Center di Vienna, con la direzione scientifica di Hartmut Krones, Therese Muxeneder e Gerold Gruber. La presente edizione è quindi il frutto di un caso virtuoso di collaborazione, che ha visto curatori e traduttore agire di concerto, scambiarsi pareri, discutere criteri e problemi editoriali per mettere capo a un'edizione fedele e al tempo stesso leggibile dell'aggrovigliato manoscritto. In base a un accordo stipulato dall'unità di ricerca bolognese del PRIN, coordinata da Paolo Gozza, con la direzione scientifica della Kritische Gesamtausgabe, il testo stabilito da Krones e Urbanek viene pubblicato qui in anteprima mondiale accanto alla traduzione: corredato da un ampio apparato critico, esso vedrà prossimamente la luce in veste autonoma come decimo volume degli omnia schönberghiani. Grazie a questo lavoro di squadra è dunque finalmente possibile accedere senza filtri interpretativi all'arduo, labirintico torso teoretico dell'autore di Pierrot lunaire: un testo che nella sua rete inestricabile di rimandi interni mette i discussione l'idea tradizionale di opera dottrinaria, tanto da far parlare apertamente di "unreconstrued chaos" uno dei primi recensori dell'edizione inglese (Neighbour 1996, p.643); ma che oggi potremmo considerare in modo più pertinente come una sorta di stravagante ipertesto ante litteram, ideato e perseguito con profetica intuizione dal padre della dodecafonia pur nelle strettoie del formato cartaceo."
  2. Marcello, Agustin Barrios è un compositore che è passato dal Preludio en La Menor, dall'Estudio en Sol Menor o Julia Florida a pagine (non è un segreto) musicalmente imbarazzanti. Ora: che siano state scritte perché doveva riempire i tempi morti dei cinematografi o per altri rispettabili e per nulla meno nobili scopi è cosa risaputa ma è anche certo che l'ottovolante compositivo su cui viaggiava non rende facile l'individuazione di uno "stile" univoco. Si Cristiano, in effetti, forse pensavo troppo al "Barrios" sofisticato (del preludio in Do minore/La minore ecc..)... e mi è venuto spontaneo avere una reazione strana.. ma continuo a pensare che forse "avrebbe" abbellito un tantino in più le armonie..mah..sono curioso di come si evolverà questa storia..fermo restando che è perfettamente vero quello che hai detto..faccio sempre l'esempio di quanti "suonano" Ennio Morricone ma non conoscono o non hanno letto i suoi "Quattro pezzi" per chitarra, dove "forse" vi è un Morricone un attimino piu... buona serata marcello
  3. Tony Morris informa il Lake Konstank Research Meeting group di questo, apparentemente, inedito di Barrios, "Petit Pierrot": Il PDF è disponibile qui: http://www.scribd.com/doc/61237114/Petit-Pierrot#source:facebook A sensazione epidermica...le armonie.. non mi sembrano molto alla "Barrios".. ma é una mia sensazione personale ovviamente... m
  4. Interessanti entrambi gli articoli. Mi é piaciuto anche molto il pensiero della compositrice Ada Gentile quando afferma: "Secondo me la funzione del compositore deve essere quella di creare qualcosa che soddisfi la propria vena e la propria curiosità: se poi il frutto della ricerca e dello studio piace anche al pubblico, tanto di guadagnato, ma questo non deve essere il fine principale".. grazie dell'anteprima della lettura.. m
  5. beh .. se si limita a credere che gli arpeggi di Giuliani siano solo una successione Tonica/Dominante e che una volta che la "tecnica meccanica" funziona ... vivrà felice per il resto della propria vita. Non è la "tecnica musicale" che da vita continua a quella meccanica?.. forgiando continuamente e rigenerando gesti e immagini sonore sempre nuove..? se uno si accontenta di fare solo ginnastica (per quanto importante) resterà sempre in superficie.. Per continuare la provocazione.. credi che sarebbe piaciuto a G.Gould questo "arpeggio"?.. (questo è uno dei modi che uso per riscaldare le mie dita).. Bach Preludio Bwv 999 (altro arpeggio "semplice").. 1) staff: come si "presenta" la scrittura del preludio (e dove molti pensano che si esaurisca il tutto) 2) staff: la sua "trasposizione" sulle corde a vuoto per lo studio della formula "meccanica".. 3) staff: le sequenze armoniche "riassuntive" e il loro percorso.. 4/5/6/7) staff: la "partitura" e lo studio delle "voci" che contengono l'arpeggio e la loro collocazione ritmica nel flusso melodico/armonico.. un buon punto di partenza per "pensare" le note..che formano l'arpeggio.. m
  6. Si Fabio, avevo in mente proprio Gould e il suo modo di lavorare in Bach. Ad esempio lo stesso preludio n.1 in Do Maggiore dal Clavicembalo ben temperato, in cui adopera quella particolare articolazione evidenziano alcune note dell'arpeggio, facendogli assumere delle figure particolari e autonome. Non avendo una "vera" figurazione melodica il preludio di Barrios, intesa come melodia, ma solo una cellula reiterata che si compenetra nel flusso armonico e nei suoi colori, il trattamento contrappuntistico dell'arpeggio diventa la vera ricerca interessante. m
  7. Curiosando e meditando sulla scrittura dell'arpeggio del Preludio. Apparentemente sembrerebbe un arpeggio alla "Giuliani" se ci si ferma alle sole semicrome regolari ma le risonanze che entrano in atto nelllo spettro armonico delle altezze (e del timbro delle corde su cui è realizzato l'arpeggio crea disegni e figure interessanti) ... un tentativo di rappresentare alcune delle molteplici possibilità che si possono ottenere.. un esercizio interessante nel provare a controllare e percepire nello scorrere del flusso armonico l'articolazione delle varie "figure" fino a controllarle dinamicamente e timbricamente creando una texture al di sotto del profilo superiore che con la sua tensione armonica sostiene le semplici figure melodiche dandogli quella magica "saudade" .. Ad esempio vi è una sola nota che viene presentata una volta e che se accentata crea un colore particolare.. un arpeggio decisamente intrigante.. m
  8. Di fatto è cosi: 3 punti per un primo premio, 2 per un secondo e 1 punto per il terzo, ma bisogna anche tener conto che la commissione nel verbale definisce i criteri con cui adottare il punteggio e lo stesso "allegato B" cita che tutti i titoli artistici devono essere valutati (questo si) anche con il minimo del punteggio ma in base alla loro rilevanza artistica e... questo è l'escabotage che fa le "differenze"... poi dipende ovviamente dall'onesta dei commissari.. mr
  9. Volevo segnalare un'interessante pubblicazione tradotta in italiano: Diether De La Motte la Melodia un libro da leggere e da studiare a cura di Maurizio Giani Casa Editrice Astrolabio-Roma Un saggio in cui la straordinaria fantasia analitica di de La Motte puó produrre i suoi frutti piú spettacolari e sorprendenti, inventando i criteri di analisi sempre nuovi e facendolo emergere con naturalezza, quasi spontaneamente, dal materiale stesso. (Un testo che completa i precedenti Manuale di armonia e Il Contrappunto, molto interessante, stimolante per gli interpreti e ovviamente per i compositori). m Un estratto dell'Indice 1. Teoria delle forme elementari 2. Melodia-Motivo 3. A che serve il testo? Cantare! 4. Cantare significa chiamare inteso come esclamazione, appello e invocazione. 5. La lingua comanda,tollera, stimola. 6. Quante note e quanto spesso? 7. Canzoni per l'infanzia 8. Il Lied Austriaco 9. Operetta 10. Marcia 11. Melody (Usa,Inghilterra,Scozia) 12. La canzonetta 13. Canti di lotta politica 14. Inni gregoriani 15. Hildegard von Bingen 16. I poeti cantori 17. Le Chansons di Gilles Binchois 18. Il corale protestante 19. Danza e Hupf auff 20. I Minuetti di Haydn 21. Melodia strumentale: i concerti per pianoforte e orchestra di Mozart e Beethoven 22. Schubert il cantante - Beethoven il pianista 23. La musica per pianoforte di Chopin 24. Italianità - Bellini, Donizetti, Rossini, Verdi 25. Scrittura personale: Wagner e Offenbach 26. Richard Wagner: Drammaturgia delle parti vocali 27. Franz Listz: inserimento mirato di "melodia" 28. Max Reger e Arnold Schoenberg 29. Stravinsi, Hindemith, Messiaen, Ligeti 30. Il tormentone ossia i tarli nell'orecchio 31. Plagio? 32. Capitoli di storia della melodia
  10. Aggiungo, se può esserti utile oltre all'ottima segnalazione che hai già ricevuto questi testi: Nunziata Bonaccorsi L'Ornamentazione ovvero l'arte d'abbellire in musica Armelin Musica-Padova Carl Philipp Emanuel Bach Saggio di metodo per la tastiera L'interpretazione della musica barocca Edizioni Curci Gli abbelimenti nella musica del Rinascimento a cura di Mario A. Videla Ricordi e il "sempreverde" I segreti della Musica Antica Ricerche sull'Interpretazione nei secoli XVI, XVII e XVIII Ricordi mr
  11. Al momento no, (non sono a casa). Io raccolsi tutti gli articoli e ne feci un "piccolo" libro per averlo a portata di mano (e infatti è con me quando studio, anche adesso) ma dovrei cercare a casa nelle annate del Fronimo, comunque sono di diversi anni fa, intorno agli anni ottanta/novanta sicuramente. Sono divisi per Nazioni: LA MUSICA PER CHITARRA NEL SECOLO XX I-Italia II-Spagna III-Gran Bretagna IV-Francia V-Germania VI-Austria VII-Altri paesi dell'europa occidentale VIII- L'America Latina IX- I chitarristi compositori sono ovviamente da aggiornare ma io li reputo tutt'ora utili per le "Note" che contengono e.. poi vi sono legato affettivamente perchè rappresentano la "mia" chitarra che oggi... buon lavoro m
  12. In una serie di articoli pubblicati sul Fronimo (tanti anni fa ma che io rilegai tutti insieme) dedicati alla musica per chitarra nel secolo XX riporta questi brani: la Sonata n.3 (Musical NewServices), Prelude e Fugue (Novello) Monogram (Waterloo). se può esserti utile, per districarti nella sua produzione. mr
  13. La musica si "legge" e... poi..si ascolta... mai il contrario!.... con simpatia m Conosco l’autore del brano la sesta Sonatina-lied per due chitarre, dal 1982/3 circa; "Marcello Rivelli" ,l’ho appena conosciuto,e non posso far altro che ringraziarlo, come ringrazio chiunque che mi da consigli. Raffaele la mia era una battuta, non ho resistito perché tutti i giorni sento chitarristi che quando devono studiare un brano, immancabilmente chiedono la registrazione..e quindi ho risposto che la musica é scritta, basta "leggerla". Ho capito benissimo che il tuo era solo un interesse nel chiedere se era stata registrata la sonatina ma come dovresti sapere, conoscendo il Magister, é stata composta di recente e forse, tranne quelli che l'hanno ricevuta direttamente .. é un tantino difficile che possa essere stata studiata la notte dopo essere stata scritta... ( anche se conosco piu di una persona che potrebbe farlo senza problemi) ma siamo tutti, ovviamente in attesa di ascoltare anche la registrazione del brano. Quindi perdonami se hai frainteso ma io avevo capito benissimo che volevi solo avere un informazione. p.s. In merito alla conoscenza del Magister (AG) anche io conto qualche lustro in effetti .. essendo stato per anni una delle sue "vittime" .. con simpatia 2 p.s. mi é venuto in mente un aneddoto reale: 1986, Lagonegro. Dusan Bogdanovic viene al festival/corso di Lagonegro e entrando nel "famoso" albergo trova il Magister comodamente seduto nella hall su una (forse due) poltrone con una serie di fogli manoscritti in mano..passa Dusan e nel salutare gli "scippa" praticamente i fogli da mano e sale in camera. La sera dopo, (senza averlo visto piú per l'intera giornata, si diceva che dormiva per recuperare il fuso orario, veniva da NewYork) aveva un concerto alle 21 , bene , per farla breve arrivati al bis, dopo il magnifico concerto, annuncia un "omaggio" regolarmente eseguito a..memoria: era il II tempo della Sonata n.1 del Magister...bei tempi i fogli che il M aveva in mano erano della Sonata, si era capito no?.. Marcello
  14. Grazie Lucio, ma un ringraziamento speciale va a Te, (come scritto nel cd) per la tua magia con Pro Tools sul mastering e per la pazienza di ascoltare le mie "follie" presenti e... "imminenti" a cui ti sottopongo .. m
  15. La musica si "legge" e... poi..si ascolta... mai il contrario!.... con simpatia m
  16. - Bruno Tonazzi Liuto, vihuela, chitarra e strumenti similari nelle loro intavolature, con cenni sulle loro letterature. Ediz. Bèrben - Giuseppe Radole Liuto, chitarra e vihuela ediz. Suvini Zerboni m
  17. A me è arrivato insieme al Fronimo ... ma immagino vi siano dei link dove poterlo acquistare.. mr
  18. Soprattutto mi sembra "consigliatissimo" il studiarle queste opere per chi non vi é ancora passato nemmeno nei "pressi" e .. senza togliere meriti all'interprete (che ha tutto il mio plauso per avere registrato l'opera completa) .. ai " chitarristi" (maestri, allievi e altro) voglio sperare che non debbano aspettare una registrazione per studiare o..scoprire che esiste anche la...Musica...le registrazioni servono a "confrontarsi" non a.. Buon lavoro mr
  19. The Bramble Briar A farmer's daughter loves his servant. Her brothers murder him to prevent the family fortune going to him. They tell her that her loves was lost, but his ghost appears to her in a dream and leads her to the ditch full of bramble briars, where his body was thrown. She stays with him until hunger forces her to return home and tells her brothers they will be hanged for the crime. http://youtu.be/stuPVfHaqdM
  20. Forse bisognerebbe distinguere dalla capacità di eseguire scorrevolmente le note dal punto di vista tecnico pensando di stare "leggendo".. dalla vera capacità di comprensione del testo e di conseguenza riuscire a "leggere/eseguire" con nozione di causa (leggasi: fraseggio espressivo, senso formale ed anche capacità esecutiva). Credo che la lettura nasca prima, molto prima del muovere le dita, nel senso che se nel guardare il testo musicale questo ci risulta incomprensibile allora la salvezza non sarà il gettarsi su di esso cercando di riuscire ad eseguire più note possibili. Questo è un problema squisitamente musicale e che appartiene a quelle discipline "nascoste" della musica che spesso uno strumentista trascura, pensando che il muovere le dita sia prioritario su tutto. Saper cantare a prima vista una struttura melodica, immaginare i suoni di una partitura, anche semplice come uno studio di Carulli sono sicuramente passaggi obbligati prima di "posare" le dita sullo strumento. E' qui che avviene (dovrebbe) avvenire l'incontro tra le molteplici discipline (ricordate il solfeggio cantato? il dettato? ecc la teoria? e perchè no..l'armonia, il contrappunto ancora meglio... insomma leggere la musica a qualsiasi livello richiede nozione e capacità di senso prima.. del gesto.. o mi sbaglio? sarebbe come se uno leggesse una frase perchè conosce il vocabolario italiano ma non conosce il senso o il significato dei termini.. ma comunque la "pronuncia"... Dal punto di vista invece puramente pratico io consiglio sempre di "leggere" partiture per chitarra leggermente al di sotto delle proprie possibilità tecniche ma cercando di farlo con senso musicale ed espressivo il più completo possibile.. il discorso è lungo..e riguarda..tante cose che girano intorno alla musica.. o meglio alla chitarra.. m
  21. Fermo restando che le due (tre) pubblicazioni che cita il M.Zigante sono al momento tra le migliori e sicuramente da avere per muovere qualunque passo serio.. (personalmente sono state tra le prime pubblicazioni che acquistai anni fa..) forse peró l'utente "il conte Orlando" cerca una pubblicazione anche a carattere didattico.. diteggiature comprese?..se ho percepito.. Ma questo deve chiarirlo lui, appunto. Del resto se uno é in grado di lavorare sui soli manoscritti e crearsi la sua diteggiatura allora siamo anche ad un livello sicuramente...superiore.. (cosa ovviamente da conseguire).. ma le pubblicazioni piú a carattere "musicologiche" -vedi la versione di Hoppstock citata e di Cherici che sono splendide- sono anche da affiancare a testi già revisionati ( anche per farsi varie idee) e/o per creare la propria versione...fine ultimo di ogni ...musicista... del resto Bach é un terreno...minato..e i chitarristi.. a digiuno di contrappunto armonico, prassi esecutiva barocca e non solo...conoscenza delle opere piú vaste di Bach e dei suoi contemporanei..una su tutte la sua opera per..organo?... Non troveranno vita facile..con una sola pubblicazione...per quanto..ben fatta..qui siamo in pieno campo-aperto: la musica con la M maiuscola... Scusate..ma si é capito: io adoro Bach mr
  22. Forse si riferisce alla revisione di A. Company della Suvini Zerboni, ma nelle Opere per liuto complete a cura di R. Chiesa, la trascrizione è in La minore (che alcuni suonano nella tonalità originale di Do minore con il capotasto mobile). Di versioni ve ne sono tantissime...al volo.. alcune, oltre quella di R. Chiesa citata, vi è l'opera completa a cura di F. Zigante edita da Guitart, quella della Berbèn a cura di F. Taranto e S. Di Stefano oltre alla versione storica delle Quattro suite edita dalla Berbèn a cura di M. Gangi e C.Carfagna una delle prime. Vi è solo l'imbarazzo della scelta... e quasi tutte in verità adottano preferibilmente la tonalità di la minore. A mia memoria, quella di A.Company è una delle poche eccezioni.. perlomeno rispetto alla maggioranza.. se proprio si vuole suonarla più "vicina" alla tonalità originale, rispetto al La minore, si puòprendere in considerazione l'utilizzo del capotasto che può essere anche un "escabotage" per la sua difficoltà non indifferente. mr
  23. dai Dodici studi di Bruno Bettinelli, il numero 11_Calmo che eseguo di solito insieme al 10 e 12...come una "piccola" sonata (dal suggerimento dello stesso compositore)... scrittura magnifica per chitarra.."poche note"... ma tanto efficaci.. mr http://www.youtube.com/watch?v=RD4xd0-7i0o
  24. La grammatica della chitarra (manuale ad uso dei compositori non chitarristi , con cd) in tre volumi.. Edito da Berben e scritto dal (Magister) Angelo Gilardino.. mr
  25. L'ultimo anno per i privatisti. L'ultimo dei Mohicani. L'ultima notte a Warlock. Si sostengono esami e ci si laurea anche nelle università private: ora si tratta di vedere chi sarà il primo politico italiano a far creare un conservatorio privato - cioè un diplomificio per privatisti rifiutati dal conservatorio. Che, istituzione di "alta cultura" (definizione ridicola e di per sé squalificante), sopravviverà solo se avrà alunni della scuola media inferiore e superiore. Era tutto chiarissimo fin dalla prima bozza della "riforma". Intanto,incominciamo ad ascoltare gli archi formati nel conservatorio riformato: da far accapponare la pelle... dralig Infatti..io inizierei a preoccuparmi per i futuri giovani allievi (non volevo dirlo) di più.. su che tipo di preparazione vogliono conseguire..in parole semplici: come vogliono studiare seriamente la musica.. tra ex corsi ordinari (che mi sembra hanno sfornato fiori di musicisti se non vado errato) ma che ahimè diverranno: corsi di formazione di base!?! e i futuri corsi "universitari"!? .. che diluiscono "saperi" in x ore..( udite udite: si passa da sette anni di contrappunto a..30 ore per anno accademico?!!)..quando ci vogliono 17 ore per fare un esercizio a 8 voci mah!! senza una non chiara pre-parazione precedente..bene..siamo tornati ai tempi di "Leonardo" (magari) ..ben venga..ognuno si armi come può e individui la propria strada..il resto sono solo..pezzi di carta...ma che l'Italia ama tanto..da sempre.. io torno a..studiare...ho chiuso con la burocrazia.. buona giornata.. m
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