Vai al contenuto
Novità discografiche:

Vladimir

Membri
  • Numero contenuti

    621
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di Vladimir

  1. Non si può pretendere di conoscere tutto il repertorio. L'importante è saperlo spiegare e comprendere fin da subito. Una volta ho portato al mio insegnante lo spartito di un brano che mi piace molto ma che immaginavo già essere assolutamente al di fuori della mia portata, anzi difficile in assoluto. Stranamente non lo conosceva nemmeno lui, (era di un autore russo non troppo noto), però lo ha messo sul leggio e lo ha suonato a prima vista e anche molto meglio del cd in cui lo avevo trovato... Butterfly Mi sa che abbiamo lo stesso insegnante, sai?
  2. Andiamo a prenderci un bel gelato al Nuovo Peto?
  3. Non si può pretendere di conoscere tutto il repertorio. L'importante è saperlo spiegare e comprendere fin da subito.
  4. Bellissimo!
  5. Io sono caduto dalla sedia... http://www.youtube.com/watch?v=7tqpZF-RkJY
  6. Un elenco? Che peccato Vladimir! Non trovi che sarebbe meglio lasciarli tutti a diposizione e scegliere dai 60? Se ci sono difficoltà tremende come nell'omaggio a Prokof'ev o Les Arbres Rouges si lasceranno perdere ma se qualche temerario ci vuole provare? Nel mio percorso di studi ho avuto a che fare anche con dei cretini che mi impedivano di scegliere il repertorio se non direttamwnte "assegnato" e che mi strappavano gli spartiti dei pezzi che sognavo di eseguire davanti all'intera classe del corso o seminario che dir si voglia. I miei allievi avranno la possibilità di leggere tutto ciò che vogliono del repertorio scritto e pubblicato per chitarra con il mio completo supporto. Se non riusciranno a portare a termine qualcosa preferisco siano loro a dire di passare ad altro. Ma non mollano così facilmente, sai? Allora è restrittivo, dopo queste tue considerazioni, che condivido pienamente, selezionare gli studi tra due serie per ogni anno... Meglio tutti e sessanta, pertanto cambierei la dicitura sul tuo programma con "Uno studio scelto tra i Sessanta studi di virtuosità e di Trascendenza di Angelo Gilardino". Apprezzo questa libertà che lasci agli allievi, non c'è nulla di più formativo e divertente nel leggere ciò che capita sul leggio, anche se di difficoltà ben maggiore rispetto alla propria preparazione...
  7. A parer mio dovresti rivedere la parte sugli studi di Gilardino. Non essendo questi brani disposti in ordine di difficoltà, sarebbe più corretto stilare un elenco di studi selezionati dai diversi volumi per ogni anno del corso (dal IV in su ovviamente), dal quale l'allievo potrà scegliere quello che più gli piace (ora ci sono fin le registrazioni a facilitare il compito).
  8. Sagge parole. Sono le parole di un ex-ministro rivolte verso un altro politico del suo schieramento...
  9. "A parole sceme, orecchie sorde".
  10. Non L'ho insultata, non ho usato toni accesi, ho solo cercato di dirLe di rispettare le opinioni altrui: questa è veramente una delle poche volte in cui non ho nulla da rimproverarmi. Saccente lo sono di sicuro, ma non in ambito musicale; in ambito scolastico direi proprio di sì.
  11. Il progetto non è mio, è del mio insegnante di composizione, e mi sembrava... fico...
  12. I miei bassisti preferiti sono Gary Willis e Jaco Pastorius. Strumentisti incredibili, hanno anche prodotto musica eccellente dal punto di vista qualitativo... In particolare, di Pastorius ho trovato straordinario Stuttgart Aria e Word of Mouth (quest'ultimo ha arrangiamenti e orchestrazioni degne di un compositore colto con gli attributi...). Vai sul sito internet del mio profilo, e dimmi cosa ne pensi.
  13. Libero di pensarla come vuoi. Condivido il pensiero di Ciccio: la complessità è eccessiva e ingiustificata. Piuttosto, divento bassista di metal.
  14. Boulez ha rivoluzionato a suo modo la musica, lo riconosco, ma non mi dice nulla, e mi pento di aver speso i soldi per comprare Pli Selon Pli. Avrei potuto pagarmi birra e pizza e forse le sigarette. Webern è un grandissimo. Avrai notato che i brani "sperimentali" (per l'epoca, s'intende) sono brevissimi: ecco, ha davvero trovato il modo per rendere ascoltabili al meglio queste pagine. Poi, uno che scrive un brano come la Passacaglia op.1 quando è ancora studente, entra nella storia della musica di diritto.
  15. scusa ciccio ma davvero non ho capito la domanda nel senso...se non ti trasmette niente non fa niente, non sarò di certo io ad illuminarti, sai bene che l'esperienza musicale è un'esperienza intima esperienza a cui anche la musica di Stockhausen non si sottrae...non posso quindi renderne conto qui...ma credo che nessuno sia in grado di esprimere a parole il percorso e le emozioni di un incontro con un compositore...ma probabilmente non mi chiedevi questo... l'unica cosa che mi sento di dirti, se hai queste difficoltà, è di essere un poco umile, soprattutto nei confronti dei Maestri e cercare di capire che probabilmente sei tu a non avere gli strumenti per comprendere certa musica (nulla di grave voglio dire, non si muore per questo), quindi per eleborare sintonie ed emozioni, e che sei li, in conservatorio, proprio per imparare a farlo.... infatti hai già gli strumenti ricettivi sviluppati e consolidati per la musica antica, ma non per quella del secondo novecento...quindiper ora lasciati affascinare da quei suoni, poi il tempo darà i suoi frutti, gli strumenti saranno assimilati e comincerai a capire come il solo lavoro sul timbro puo essere fonte di emozione, e se tutto funziona per il verso giusto avrai anche chiara la distinzione tra la poesia e chi fa il furbetto... Guarda, non è mancanza di mezzi per capire certa musica, ma sono gusti. Conosco insegnanti di composizione diplomati che mai ascolterebbero Stockhausen. Al contrario, compositori impegnati in certa musica, danno i bassi d'esame sbagliati...
  16. Io faccio quelle cose con il Messiah di Handel e le Sinfonie di Beethoven, fondamentali per crescere musicalmente. Mantra, per quanto interessante e tutto il resto, può avere una funzione simile in una classe di composizione?
  17. Ma... lo hai ascoltato integralmente? Io mi ero fatto prestare la storica versione di Alfons e Aloys Kontarsky, e devo dire che arrivato a un certo punto non ce l'ho più fatta. Cosa avesse voluto esprimere, non lo so. Non buttare via Stockhausen, sapeva il fatto suo. Inquietante è invece certa musica "astratta" sviluppatasi in Italia a partire dal secondo dopoguerra. Quella sì che è... boh?
×
×
  • Aggiungi...

Informazioni importanti

Usando il Forum dichiari di essere d'accordo con i nostri Terms of Use.