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graf

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  1. Mi piace collezionare gli strumenti "Mozzani" del 1938 (ho anche mandolino-padellino e violino modello strad personalizzato) ed ho due copie del volume (sempre di Intelisano) "Mozzani, un liutaio e la sua arte", edito con la coordinazione di Zarri nel 1990. Qualcuno mi sa dire se questo volume è un remake integrato di quello in mio possesso, di cui segue le linee, almeno stando alle divisioni in capitoli ? Mi sono troppo impigrito per andare a consultarlo in una libreria. Eventuali grazie.
  2. Prendo atto del "savoir faire" di Cristiano e scendo pertanto dal mio Aventino.
  3. Prima mi si contesta su un neologismo opinabile, poi mi si dice che sto "rigirando la frittata" (non mi pare carino) ed infine compare l'invito a rientrare in tema. Avrei da dire ma non mi sembra il caso... Certamente che si scrive Sky! Per aver scritto in fretta, sarò senz'altro privato del dito colpevole di aver toccato l'infamante tasto della a.
  4. Tutto vero, Selvafiorita, e quel "da qualsiasi parte stai" la dice lunga. A scanso della visibilità (e quindi del prendersi improperi e critiche a destra e a sinistra), i vari Mediaset,Skay e persino La 7, pagano cifre molto, molto superiori a quei professionisti, lasciando agli altri l'onere di beccarsi critiche e insulti. Le grandi cifre (che paghiamo noi) vanno a pochi, anche qui a destra e a sinistra. E la gente pensa il contrario... Il lavoro del montatore, poi, è fondamentale e, stando a mia figlia, che cura la rubrica del giovedì sugli immigrati e le tragedie dell'Africa (per Saphia ebbe il premio Ilaria Alpi rischiando poi la pelle in Sudan) può esaltare o rovinare il lavoro del giornalista. Ma questo non interessa i più, poiché la visibilità di quel tecnico è assai poca.
  5. Ha lanciato una "quaestio" che mi intriga. Sublimininale è un neologismo, ed i vocabolari "classici", Zingarelli compreso, non contemplano l'uso di questa parola che il Garzanti vuole stoltamente derivata dall'inglese. "Sub limen", in effetti, significa sotto la soglia (della normale percezione) e pertanto, vista così la cosa, è esattamente il contrario: necessitano di molta attenzione. Si tratta quindi di affidarne il significato ad un'idea che può essere intesa o come lei dice o in senso più lato. Un pochino come la parola "affatto", che assume il significato di "del tutto" o di "per niente", a seconda del senso che si vuol dare al discorso. In psichiatria, dove il termine è molto usato, assume il significato di "inerente all'inconscio". Niente di male, però; a Roma si dice: "famo a capisse". P.S.= sono contento che la sua osservazione abbia un pò diluito il tutto. La scansione sillabica di copiare è co-pia-re.
  6. Capisco quanto sia difficile percepire i sottili ( e a volte inquietanti) messaggi subliminali, Cristiano. Non pensi però di alienarsi da questa assurda società di oggi, in quanto tutti ne fanno (facciamo) parte; quanto al fango, paganti o non paganti, tutti ne riceviamo, pure coloro che sono i primi a gettarlo. Anche se ci illudiamo di non essere coinvolti.
  7. Il TG 1 è in questo momento allo sbando: non c'è direttore, ma un vicario "interno". Il vicedirettore che ha passato la notizia avrà senz'altro più di una grana. Non così l'articolista di "Repubblica", in nome di quel diritto di opinione cha altrui si nega; non credo infatti che tutto quello che scrive sia vero e comunque le omissioni si sprecano. Il giornale, come il Corsera ed altri, è proprietà facente capo a banche e società d'assicurazione nonché a gruppi economici ben organizzati e di grande potere. Francamente, poi, non capisco il riferimento alle presunte ricchezze di chi lavora al notiziario. A L'Aquila il TG1 aveva ben otto inviati, di cui sei (dopo anni e anni) percepiscono uno stipendio eguale a quello di un professore di Scuola Media, dopo aver fatto gavetta, concorsi e quant'altro, periodicamente lavorando giorno e notte tutto l'anno e spesso rischiando molto, ve lo assicuro. Purtroppo sono questi che affrontano frontalmente il pubblico, che non sa quanto c'è dietro, di bipartisan o no. Chi segue Dagospia ha letto che F.Storace ha detto, grosso modo, quello che avete scritto voi; ma non si può toccare l'ottimo lavoro fatto da Rai news: mentre Vespa intratteneva il diametralmente opposto Sassoli, conduttore cui non è fortunatamente toccata in sorte la vicenda della Petruni e vicedirettore. Attenzione perciò a che lo sciacallaggio di cui parlate non sia tale, ma soprattutto politicamente. E non tutti i cronisti possono permettersi di mandare a quel paese (mentre fanno il loro servizio) le richieste da studio, magari improntate a far enunciare il falso per "fare ascolto".Per non parlare di quando, pur di apparire, essi sono d'intralcio (debolezza, stanchezza o mania di protagonismo?). Tacciare l'ing. Bertolaso di assassinio mi sembra un pò grossa, oltre che ridicolo. Che dire infatti delle imprese (sempre quelle) che, costruendo chissà come (e con il placet delle amministrazioni di ieri, di oggi e forse di domani) gli edifici pubblici, hanno contribuito a tanto sfacelo? Non citatemi Grillo, ottimo tribuno ma inquinatore e multimiliardario; pur avendo egli più d'una volta ragione da vendere (ma a buon mercato). Il vostro entusiasmo giovanile è tipico ma anche topico: perché non fare un più ampio giro d'orizzonte non preconcetto ma informativo? La società che paga per avere fango siamo noi, ma c'è molto di peggio e più occulto del facilmente visibile. Meglio la solidarietà.
  8. Dralig tiene qui un comportamento molto evangelico; e fa bene. D'altra parte, questo modo di rendersi maldestri è più comune di quanto si immagini. Negli anni '80, ad esempio, un chitarrista allora in voga dedicò per intiero un 33 a musiche di M.CastelnuovoTedesco, facendo troneggiare in copertina la prefazione al "Profilo" che quegli aveva scritto per me, e che era già stata pubblicata (ne ho ancora il manoscritto). Tolto l'ultimo periodo, sembrava stesa per il maldestro (ma C.T. era scomparso da un pezzo!). Il contrario quindi di quanto avvenuto ad Angelo, ed anche qui sarà il caso di non maramaldeggiare. Gli estremi si toccano. Per non parlare di esecuzioni radiofoniche e filmografiche...
  9. In teoria, ai Master, ma non se ne fanno...
  10. Non è proprio così. La parola laurea andrebbe sostituita con "diploma" (di primo e secondo livello). E l'avventura continua... (anzi continuerebbe, con i Master etc.)
  11. In questa sede, abbiamo già discettato a lungo con Dralig su questo buffo programma di studi (qui felicemente presentato come una gara di pesca). Il bello verrà dopo, con prove ripetitive e talvolta poco consone. Niente di male, però, se si confrontano i programmi "personali" imposti da alcuni docenti al triennio ed al biennio, che a volte ricalcano quello tradizionale ed a volte si lanciano in voli pindarici a dir poco inopportuni (per non parlare di quelli in cui è previsto che non si suoni per niente o che si pratichi un solo un tipo di musica). C.Carf.
  12. Per lo sconosciuto Antonio: ???????? NESSUNO
  13. Per carità! E' un diritto informarsi (come lo è commentare o dissentire), ed in questo, lei, rikyrav, ha tenuto un comportamento esemplare. Non volevo intervenire, data anche l'ovvietà della risposta, ma ho dovuto farlo, ed in maniera pregnante quando gli interventi (sempre delle stesse persone) hanno preso la via della dietrologia. Devo dire che in questo ho il nervo scoperto, nel rapporto con questo forum, anzi, verso qualcuno dei suoi utenti*. Non ho più la calma del maestro Matarazzo, verso il quale d'altronde è difficile che ci sia qualche appuntino dietrologico postato. L'argomento verteva (come quest'ultimo ha fatto notare) se "tre notine", e le sue puntualizzazioni avrebbero dovuto concludere l'argomento, una volta che ne avevo rilevato il contributo. Ognuno può fare come vuole, una volta accertato che non commetta crimini musicali o strumentali. Una delle mie "revisioni" più note (soprattutto all'estero) è stato un rifacimento totale (i cui criteri sono spiegati in prefazione) di un lavoretto ottocentesco di un famoso autore, che trovai in una biblioteca del centro-nord unicamente perché avevo perduto un treno. Tale revisione fu un rifacimento pressoché completo del testo, tanto che anche graficamente sarebbe irriconoscibile se non ad occhi esercitati. Figurarsi quando parte di esso lo vidi ripubblicato in un lavoro antologico di uno dei più celebrati "revisori"! Così come lo avevo "trasformato" io! Nessuno sa di questa cosa, e adesso è la prima volta che la enuncio dopo circa trent'anni; è ovvio che nessuno ha mai detto nulla, magari schierandosi dalla parte del plagiario. Il lavoro del revisore ricorda spesso quell'alpinista che getta una foglia in un burrone e tende l'orecchio per ascoltarne il tonfo. Continui pure a suonare i Capricci di Legnani, utili non solo tecnicamente, e per gli armonici si regoli come vuole. Dal canto mio, un ringraziamento anche per il suo fair-play. Carlo Carfagna *= poi mi passa, altrimenti ignorerei tutto.
  14. Ottima osservazione: meglio ignorare "la dottrina che s'asconde sotto il velame delli versi strani". C.
  15. Figuriamoci! Forse il fastidio lo possono provare altri. Ha provato ad evocare lo spirito di Ritter? Non si sa mai. C.
  16. Trovo le osservazioni di L.M. appropriate. D'altra parte, chi fa una "revisione" è autorizzato a "rivedere"(!) il testo. D'altronde, il Capriccio ottocentesco denunciava l'idea di proporre virtuosismo (Paganini) o di studio articolato (Kreutzer, i cui Capricci sono noti come Studi). C.
  17. Meno male! Sono quasi sicuro che Legnani non impiegò quegli armonici ma, sinceramente, non me ne cale più di tanto. Meglio (per molti) se useranno le copie degli originali o un'altra edizione che soddisfi la sete di sapere in merito ad una questione tanto importante. Carlo Carfagna.
  18. Si, ma che c'entra cogli armonici del secondo Capriccio di Legnani? C.
  19. Quanto scrive Lucio è vero: il lavoro fu fatto per una commissione urgente ed in piena estate, talché non furono consultati gli originali. Comunque, trattandosi di una revisione, va bene la versione di Ritter con gli armonici (che suonano meglio). Magari poi esiste una versione precedente che avvalora la questione, ma non credo sia molto importante ai fini dell'esecuzione di tale capriccio ( a non farli non ci vuole niente e le note sono quelle). C.Car.
  20. Sento il problema, in quanto ho girato pel mondo con un antipatico bifidismo all'inghia del pollice per oltre trent'anni. Mi permetto di consigliare di non usare carta, ma le cartine "Riza" per avvolgere le sigarette. Si trovano dal tabaccaio e sono le stesse con cui molti flautisti usano asciugare le chiavi del flauto. Con esse si può usare l'Attack anche da sopra e, nei casi più gravi (non è quello mostrato nella foto), ci si può anche ricostruire l'unghia. Non si risparmi sulla qualità della lima di diamante (e della carta abrasiva, ovviamente). Basta prenderci la mano. C.Carf.
  21. Cmq, sono 15 anni che sto in Italia, e ancora mi meraviglio (Neuland). Al contrario, Neuland, sono 68 anni che sto in Italia e ancora non mi meraviglo. Non mi meraviglio che si possa scrivere con l'arrogante supponenza di Baricco (e con questo rispondo al quesito di Maccari), non mi meraviglio di vedere incontaminata l'italica voglia di piangersi addosso, non mi meraviglio se gran parte del mondo ci considera in prima fila nella produzione e conservazione di opere d'arte di qualsiasi genere. Persino in epoca romana, e nel Rinascimento, c'era tra noi chi si strappava le vesti a fronte del "decadere" (?) di scienze, letteratura ed arti. E se abbiamo abolito con referendum il Ministero dello Spettacolo (quello cui accenna C.Bene) è accaduto per ansia di negazionismo e soprattutto perché (come giustamente e coraggiosamente sottolinea Dralig) il denaro confluiva soltanto verso una certa parte politica, che lo gestiva come voleva, lasciando ben poco a noi addetti ai lavori, che pure ringraziavamo Dio di essere stati giudicati degni di "sovvenzionamento"( o di usufruirne indirettamente). Non c'era bisogno, è vero questo, di ricorrere a drammaturgie bustrofediche (non bustrofeliche) ma piuttosto a persone, se non amiche, almeno non ostili. Subito dopo, un rinnovamento che non c'è stato. I tanti anni passati a contatto con altre realtà europee mi hanno fatto capire che, tutto sommato, il vino era buono, anche se il bicchiere non accattivante. Non vorrei che il mio atteggiamento da "defensor Patriae" fosse preso per nazionalismo, ma basta voltarsi attorno per valutare (anche nel nostro campo) gli esiti, i riconoscimenti, le attività universali. La ragione del diffuso pensare che ti darebbe ragione (se di ragione si può parlare) è squisitamente storica:secoli da conquistati (dopo essere stati padroni del mondo) ci hanno fortificato nell'apprendimento dello scibile e delle tecniche delle arti, tanto da divenirne a nostra volta maestri. C' era un Tizio che parlava di travi nei propri occhi e di pagliuzze negli occhi altrui: regoliamoci! Carlo Carfagna P.S.= non mi è chiaro il nesso tra l'articolo di Baricco e la TV.
  22. Ho avuto già un paio di volte questa risposta e non volevo rileggerla ancora. Visto il "bon ton" di Neuland, era proprio necessario rimarcare "questo tono"? Oppure non era il caso di farsi sfuggire un'occasione? Mi sfugge poi chi altro non capisca, visto che è stato scritto " neanche io". Un saluto all'accetta.
  23. Neuland era partito da" storicamente corretto" e "da piangere per la bellezza" (?), ma adesso sembra aver cambiato opinione, in ossequio ad altre idee ( più o meno ben enunciate ), Io, che non sono "purista" e che sono disposto a cambiare pelle ad ogni proposta di ascolto, non capisco. Nei miei limiti c 'è anche la poca disposizione verso il festival sanremese di oggi ed il fatto di apprezzare la ludicità... monteverdiana così com'è, senza analisi non congrue, senza scandalizzarmi e senza piangere. Quanto alla correttezza ed all'onestà del festival, credo di aver letto sui giornali qualcosa di diverso o, come al solito, non ho capito io. C. Car. P.S.= suggerisco anche l'inizio della risposta: "se non capisce è un fatto suo..." Gli altri magniloquenti estimatori si sono dileguati. O non erano magniloquenti?
  24. Questa rivisitazione del madrigale amoroso è piaciuta molto anche a me e, forse, pure a chi di solito assume l'atteggiamento "purista". Di barocco c'è ben poco ( se non forse l'impostazione del controtenore) mentre lo "svisare" con Bizet e Mulligan conferisce al tutto una freschezza oltremodo gradevole e divertente, come desideravano sicuramente gli esecutori stessi. Invidio invece Neuland, che riuscirà a sorbirsi un festival di livello spettacolare ma farcito di banalità musicali, letterarie e con stonazioni vincenti, subito esaltate dagli addetti. Oltretutto, i due telegiornali (di mezza sera e della notte) vanno in onda l'uno di seguito all'altro ad ore antelucane (lo so perché è la settimana di conduzione di mia figlia giornalista), inframezzati, anche quelli, da suoni, canti e balli che dovrebbero inorridire a fronte di tale gradevolissima e per me inedita versione monteverdiana. Carlo Carfagna
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