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15 Febbraio, Mario Gangi
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Giulio Tampalini suona Sonatina n.1 "Ellittica" di D. Scaminante
graf ha risposto a Domenico Scaminante nella discussione Interpretazioni
Complimentarsi è banale, apprezzare positivamente è un tributo spontaneo,, specialmente se sincero. -
Il solito dilemma della tutela
graf ha risposto a Taltomar nella discussione Rigorosamente Off-Topic
Non so cancellare l'ultimo mio messaggio, eguale al precedente, che si è riproposto grazie alla mia poca perizia. Colgo l'occasione per chiedere a Cristiano se personalmente pensa alla SGAE come affidabile (i miei amici sono divisi, in merito_), se la ritiene politicizzata, se sia in qualche modo semicompatibile (!) con la SIAE e se sa come agisce in pratica (tutele e modalità vecchie e nuove di esazione dagli Enti, che fine hanno fatto i cosiddetti "borderò" o quant'altro.). Non pretendo di volere sapere troppo ma, come giustamente qualcuno ha sottolineato, dai siti non tutto si evince, o perlomeno l' interpretazione di quanto scritto non è del tutto agevole. -
Il solito dilemma della tutela
graf ha risposto a Taltomar nella discussione Rigorosamente Off-Topic
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Il solito dilemma della tutela
graf ha risposto a Taltomar nella discussione Rigorosamente Off-Topic
Caro Jervolino, la SIAE non tutela gran che ed i primi che non si autotutelano sono i musicisti. Esecuzioni pubbliche, private o istituzionali sono sempre (o quasi) in barba al diritto dell'autore. La SIAE stessa è un calderone che si ispira al contrario dei principi di...Robin Hood, privilegiando chi incassa di più e chiedendo denaro a chi ne riceve meno. Personalmente, sono iscritto alla SIAE anche come autore della parte letteraria ed ho dovuto fare l'esame ai bei tempi facendo il pezzo per pian.oforte (il diploma di chitarra ce lo siamo conquistato noi, ed io lo so bene, in quanto tra i più coinvolti nelle beghe di allora; diffidare quindi di quelli della mia generazione che fanno scrivere "diplomatosi in chitarra presso..."). Non si guadagna granché con il diritto d'autore, a meno che non si sia eseguiti come Morricone, Williams, Celentano e molti altri, pur bravi ma esageratamente ricompensati. Quando arrivano qualche centinaia di euro, tolta la quota, è festa grande Lo sai che anche i testi che "passano" in TV incassano generalmente una "quota part e"? Iscriviti pure se pensi che, nel tempo, potrai riufarti delle quote d'iscrizione, o se prevedi un boom, anche foraggiato da tante esecuzioni da due euro e venticinque l'una. Tu parli di "associarti", ma fai attenzione perché non puoi: ti è concesso solo "iscriverti". La Società stessa è in cattive acque (!!!)... figurati! -
Si possono fare più master in chitarra in diverse nazioni?
graf ha risposto a Scomparso nella discussione Leggi e musica
Leggo con interesse, ma mi viene da chiedere due cose: 1) perché fuori d'Italia' funziona' meglio? Una ragione ci sarà, e, benché fuori della mischia, mi piacerebbe saperlo. 2) come mai,poi, più d'un ex studente passato per le mie classi insegna ora in Università europee ed americane e, lamentandosi dei loro livelli, si dice rassegnato a subire il sistema? 'Nemo propheta in patria...', d'accordo, ma qualcosa ci deve essere, sotto sotto. P.S.= mi auguro che Alessio ( ed anche Piero) abbia letto e interpretato il mio post sull'affilatura dei coltelli. -
Equiparazione bienni e trienni ordinamentali a laurea
graf ha risposto a Piero Bonaguri nella discussione Leggi e musica
Equiparazione non significa dottorato. I Conservatori e gli Istituti sono nel numero più cospicui delle Università ed il reclutamento dei docenti avviene ancora con metodi ancestrali. Il corpo docente in generale, poi, si abbarbica alle norme della scuola secondaria (v. legge 104) e spesso, soprattutto se anzianotto, non ha né preparazione né idee ( prima di assegnare una cattedra sarebbe stato opportuno sottoporre il nominando ad una prova di lettura e ad una prova di scrittura sotto dettatura). Contraddittorio poi il fatto che abbiamo visto l'emendamento inserito nelle novità della "scuola secondaria" (!). Spero di sbagliarmi, ma la cosa, così com'è, mi sa molto di contentino se non di presa in giro (a ben vedere, era necessario inserire la norma nella legge di stabilità?) Se fossi un giovane sulla breccia (v. off-topic) mi darei da fare con l'affilatura dei coltelli. -
Non seguo il forum con regolarità, caro prof., e quindi la cosa mi è sfuggita. D'altra parte, non so se questa cosa sia o meno conosciuta da pochi o, quel che è peggio, appaia di poco interesse. Una cosa è certa: purtroppo: il novantuno per cento delle "discussioni" (calcolo fatto alla meglio sul sommario attuale) è di personale pubblicità diretta o indiretta (palese o criptata) postata da chi le inizia. Raramente si parla di argomenti non attinenti la sfera mirata (attenzione:io penso che sia non solo lecito ma anche utile informare gli utenti di cosa accade, ma ci dovrebbe essere sia più esplicitazione che autocontrollo). I più non vogliono esporsi se non con un immediato (o secondo) fine ed alla fine questo impoverisce la materia "de quo". Tali osservazioni, però, non vanno prese come atto di accusa bensì come un invito a chiedersi come sia possibile esservi qualcuno che ha piacere di dialogare "au pair". Abbiamo tutti da imparare (noi per primi) e la pratica del dialogo è l'unica maniera di arricchire quanto la tradizione scritta (fondamentale ma non Verbo incarnato) ci ha lasciato e continua a lasciarci. In tal senso, le "cariatidi" che collaborano al forum possono essere molto più giovani di chi lo è anagraficamente. Ricambio volentieri il saluto.
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Assoluto, participio dal latino absolvere. significa principalmente "sciolto" e, nel caso dell'orecchio musicale, "pressoché perfetto (da perficio) anche se non rapportato ad altri suoni, cosa che accade a chi possiede il cosiddetto "orecchio relativo", qualità indispensabile al musicista. Personalmente, non ho l'orecchio assoluto, ma posso assicurare che esso mi si è spesso palesato (soprattuto armonicamente e non con la chitarra) con un vieni e vai, senza che nemmeno io abbia saputo spiegarmi il perché o il percome. Forse lo stato d'animo, la frequenza con qualche strumento e la timbrica del suono (molti chitarristi riconoscono il MI del proprio strumento e quasi tutti se esso è accordato "sopra o "sotto"). Ho conosciuto molti professionisti per i quali tale status costituiva una vera e propria "tortura", stante l'impossibilità di udire soltanto suoni equabilmente temperati. L'accordatore del mio pianoforte (uno dei migliori) si avvale, ad esempoi, di un comunissimo diapason per individuare il LA e questa per me è un'ulteriore garanzia. Il cantante, come lo strumentista ad arco o a fiato, esprimerà pertanto un suono differente a seconda trattarsi di un SOL diesis o di un LA bemolle, cosa impossibile per uno strumentista a tastiera o di un membranofono. Chi ha l'orecchio assoluto può stonare benissimo, è un fatto di emissione vocale. Il senso del ritmo e della divisione poco c'entrano con l'orecchio assoluto ma -come è per la vocalità- lo studio dei suoni può aiutare molto. Sono pochi i direttori d'orchestra dotati a priori di orecchio assoluto, mentre è superfluo sottolineare ancora la necessità di un buon orecchio relativo e (perché no?)di un prontissimo udito,dote quest'ultima di cui si dice possa fare a meno un compositore. Ho sentito cantare e canticchiare molti grandi musicisti del Novecento e posso assicurare che a volte la cosa fu per me imbarazzante:Io stesso mi considero poco intonato, anche se in tenera età mi è capitato di cantare alla Scala (credeteci). Chitarristi amici con oreccho assoluto ne ho avuti qualcuno, ed anche allievi. Ho insegnato a questi ultimi che un buon maestro deve "sentire" nella mente se quello che gli si suona corrisponde a quanto è scritto, anche se non ha mai visto prima la parte eseguita. Coraggio, dunque, esprimersi musicalmente è spesso qualcosa di impalpabile. E l'orecchio assoluto? In fondo c'è chi dice dipenda soltanto dalla composizione del liquido auricolare. Chissà!? .
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E' con vera gioia che voglio condividere quanto occorso al giovane figlio di un mio amico professore universitario (cattedratico). A seguito dell'espletarsi di un severissimo concorso (pensate al riguardo che egli fu l'unico in grado di partecipare), benché non ancora ventiduenne, ha ottenuto la nomina a professore associato (a cosa si associ ancora non si sa) per la materia "affilatura di coltelli ed arrotinologia" presso un importante Ateneo peninsulare . A molto gli è valso, dopo il conseguimento della laurea in discipline tecniche, un "master" specifico conseguito nel New Jersey e una specializzazione Erasmus, che lo ha portato subito nel Burundi (del Nord, naturalmente) ed all'ottenimento di numerose consulenze. Felicissima anche mammà, che è soltanto un alto funzionario del Ministero. Il suo insegnamento lo impegna moltissimo (per tre ore settimanali), Si lamenta 'però di mezza giornata intiera da dedicare al laboratorio, dove capeggia un gruppo di ricerca che studia la reale capacità musicale delle forbici ben arrotate. Alcuni Conservatori di Musica, interessatissimi, seguono i destini di eccellenze italiche come questa onde introdurre tali discipline nei piani di studi futuri, una volta individuati altri intellettuali ben preparati e possibilmente con conoscenze sporadiche sul setticlavio. La magnifica notizia costituisca perciò una spinta alla valorizzazione del nostro sistema di Istruzione pubblica e della trasparenza di cui esso si ammanta.
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Il miracolo della musica - Biografia di Salvatore Accardo
graf ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Rigorosamente Off-Topic
Con Salvatore, molto giovani ai primi anni '70, abbiamo condiviso la casa discografia (Pull-Rca) ed alcune passioncelle tra cui il pokerino. Mi deve-in proposito- ancora 5000 lire che gli vinsi a casa di Bruno Zambrini ( autore della 'Bambola' , di 'Pazza idea' e di molti altri successi della Patty P.). Scalò subito parte del debito andandomi a prendere, nel cuore della notte, un fiasco di benzina ad un self-service. Qualche tempo fa glielo ricordai e ne fummo divertiti. Naturalmente, non credo assolutamente che questo sia inseribile in un siffattol libro, cosiccome quando' rivedevo' le parti di chitarra che mi mandava per il tramite di Franco Tamponi;....ma questa è cronaca più recente. Credo ancora che noi si vorrebbe tornare a quando, sia pur entrambi ex figli di famiglia , rimanevamo sovente senza denaro (momentaneamente, grazie a Dio). La segnalazione di C.P. mi interessa, naturalmente. Amarcord... -
Non tutto quanto abbiamo letto sinora corrisponde a verità o, meglio, non è rapportabile al nostro concetto di iter scolastico. Già la parola università significherebbe ben altro (sono gli italiani che crearono l'universitas studiorum, tutt'altro che assimilabile aorganismi che rilasciano baccelleriati (detti anche baccalaureati, ma non in onore del quasi omonimo merluzzo) o i cosiddetti master. Ecco perché molti nostri giovani (o meno) vanno ad insegnare presso quelle istituzioni (dove sono ben accetti) o nelle cosiddette Accademie. Non parliamo poi dei"Conservatori" (nati per avviare alla Musica poveri fanciulli derelitti), generalmente assimilibili, fuori d'Italia, alle nostre SMIM e considerati di grado inferiore alle cosiddete "Scuole normali" (da noi funziona bene quella di Pisa, ma si tratta di una denominazione capricciosa). Le più famose Università (mi vengono in mente la Bocconi e la LUISS) nulla hanno a che fare con la Musica (ma con i soldi, si). E le mai potenziate, poco diffuse ma meritorie "Scuole Civiche"? Non sono le istituzioni nostrane che ci devono preoccupare, ma il loro degrado, semmai.
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studio e analisi 60 Studi di Virtuosità e di Trascendenza, Angelo Gilardino
graf ha risposto a Simosva nella discussione Altre discussioni sul repertorio
E' questa la diteggiatura che immaginavo componendo il brano. Evito tuttavia di scrivere diteggiature della mano destra perché - componendo a mente, senza strumento - identifico all'istante le note e le loro diteggiature di tastiera (mano sinistra), ma non sempre - anzi piuttosto di rado - quelle della mano destra (a meno che non siano ovvie). In altre parole, nel processo di "introiezione" (grazie dottor Freud) della chitarra - quello che ha reso superfluo l'uso dello strumento per comporre e per leggere le musiche altrui - ho dimenticato di "tirar dentro" la mano destra, e "vedo e sento" solo le note proiettate sulla tastiera. Le mie diteggiature non sono le migliori - almeno da quanto ho visto, ogni concertista le modifica abbondantemente - e servono soltanto a rendere esplicito il processo che ha condotto a immaginare le note e il loro suono in un determinato modo. In quasi tutti i casi, dunque, sono diteggiature "strutturali", che manifestano unitariamente note e "posizioni". Nel modificarle, gli interpreti dovrebbero sempre tener conto di questo valore strutturale, migliorandone le applicazioni, ma senza trasformare la struttura: ad esempio, io non uso mai le scale - che ritengo (chitarristicamente) brutte - e, nei rarissimi casi di passi per gradi congiunti, adopero sempre una diteggiatura a campanelas. Immagino che se ne possano inventare di migliori, ma sempre nel genere campanelas. dralig Vorrei sottolineare queste parole di Angelo; è sacrosanto il diritto di adattare le diteggiature da parte di chi suona e soprattutto, da parte di chi scrive, di non intervenire se non in casi probanti con i suggerimanti per la mano destra. Nelle numerosissime opere didattiche stampate si vedono talvolta indicazioni di intere righe con scritto "i-m-i-m-i-m-i-m-"etc (!). .Talvolta è utile consigliare nelle prime battute: "cominciate m-i--m-i oppure i-a-i-a e non i-m-i-m! " Alla fine, però, si tratta di personalizzazioni ovviamente non sempre universali. E' verissimo che bisogna prima "pensare" ciò che si scrive (è poi possibile controllarlo sullo strumento) e quindi, dopo, 'diteggiare' (a mente o con la chitarra in mano, se si sente il bisogno di un ulteriore controllo). Personalmente, sono poi un sostenitore del "dito guida", anche se in opere moderne esso riveste minore importanza. Le "campanelas", infine, danno veramente un buon risultato strumentale e consiglierei ai giovani di scriverle accompagnate da un legato, quasi ad indicare un effetto "pedale di pianoforte". Questo lo dico perché sia chi compone che chi suona molto spesso trascura le indicazioni sopra e sotto il rigo. A questo punto, mi chiedo: perché affrontare un repertorio da virtuosi se ancora si è così poco sicuri al punto di non saper decidere autonomanente quale dito della mano destra usare? Nei lavori didattici, sia personali che fatti assieme a Mario Gangi, spesso è stato apposto uno "zero" vicino al MI basso (e magari anche una p); questo appare sicuramente pleonastico (se non ridicolo, essendo la scelta obbligata ) a chi non tiene conto dell'impatto visivo che facilita la lettura, che dovrebbe sempre avvenire dal basso verso l'alto. Di altre mille cose si potrebbe dire, ma credo proprio che non sia il caso. Salvando in ogni caso gli stili, lasciamo comunque un pochino di libertà a chi scrive (che cerchi di farsi capire) e a chi suona (che cerchi di capire). -
studio e analisi 60 Studi di Virtuosità e di Trascendenza, Angelo Gilardino
graf ha risposto a Simosva nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Leggo che sono stato anticipato. -
studio e analisi 60 Studi di Virtuosità e di Trascendenza, Angelo Gilardino
graf ha risposto a Simosva nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Intervengo amichevolmente, Sismova, in quanto dedicatario di uno tra i primi studi. Vorrei che A.G.confermasse la collocazione atonale di quella musica; o si è trattato di usare una parola di cui non conosce appieno il significato? Personalmente (e credo anche Angelo) apprezzo molto gli studi di Scriabin, ma quanto a suonarli... -
Rileggendo i primi numeri de Il Fronimo
graf ha risposto a regondi nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Purtroppo né io né altri faremo probabilmente quell'opera di recupero. L'onorevole Zoso fu sollecitato dal M° Dani e dopo l'approvazione della legge si tenne un concerto a Valdagno cui partecipai anch'io. Personalmente (ed i miei studenti di allora, oggi professori, lo sanno) mi recavo ogni mercoledì pomeriggio dal Conservatorio di Santa Cecilia a Montecitorio, per perorare la causa incontrando i capigruppi della Camera e le commissioni (soprattutto quella del bilancio). L'episodio dell'associativismo fu decisivo in un colloquio con l'on. Tagliaboschi, socialista preposto alla commissione bilancio. Allora ero un radical-cattolico (da giovani si può essere tutto), ma riuscimmo a fare un piccolo capolavoro: l'on. Zoso (democristiano) fu firmatario di una legge che al Senato ebbe come relatore ( a favore, quindi) il comunista Mascagni. Indimenticabile fu per me che al momento della conta dei voti mi telefonò a casa il socialista on.Vitalone; armeggiavo con musiche contemporanee e mi disse che la legge era 'passata'. Da qualche parte, in casa mia, dovrebbe esserci un pacchetto contenente lettere di deputati (di tutto l'arco parlamentare) che avevano confermato il loro appoggio a questa seconda fase (la prima, cui si adoprò molto il M°Garzia, risale alla fine degli anni Sessanta e approdò all'istuzione del 'Corso speciale permanente' ed all'immissione in ruolo dei docenti; un pasticcio questo perché si era dovuta aprire una partita di spesa fissa, anch'essa utile a dimostrare [!] che non ci sarebbe stato aggravio di spesa). Sembrano cose dell'altro Secolo (e lo sono), ma risalgono a poco tempo fa. La vita di molti cambiò: qualcuno (come me) tirò un sospiro di sollievo, temendo personalmente di avere, in precedenza, sbagliato tutto con il lasciare l'insegnamento al Superiore ed alla Sapienza, Università dove insegnavo. Altri ebbero a risovere così (non sempre però meritatamente) il problema della "pagnotta". Piccola cronaca, come si vede; leggo comunque con piacere il chiarimento che Lei ne ha fornito nel merito della validità. -
Rileggendo i primi numeri de Il Fronimo
graf ha risposto a regondi nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Mi preme sottolineare come nelle finalità dei fondatori de " Il Fronimo" la cronaca non fosse proprio inclusa, come si può dedurre dalla lettura della Premessa che Ruggero Chiesa scrisse nell'Ottobre 1972 sul primo numero della rivista. La includo per i lettori del Forum. Purtroppo l'articolo conserva, a molti anni di distanza, una certa attualità, specie il secondo capoverso "Oggi nessuno..." . Un fatto che mi induce ad una meditazione preoccupata. Il prossimo Ottobre comunque "Il fronimo" compie 40 anni: si continua a "disquisire" invece che "informare" e, dal 1999 in poi, senza alcun sostegno di un editore e con le risorse derivate dai lettori.[/quote Zigante) ____________________________________________________________________________________________ Vede, Zigante, io so poco della sua persona, come molto probabilmente Lei dela mia, se non per sentito dire. Non sto quindi ad insistere sul valore della cronaca, imprescindibile humus della storia (mi vengono in mente gli "acta diurna" dei Romani) ma non vedo quale risposta agrodolce meriti il consiglio da me dato di relazionarsi più ampiamente. Il fascicoletto "Chitarra e Musica" copre ben sette anni antecedenti alla fondazione de " ll Fronimo", il cui ideatore mi illustrò nelle finalità quando ci incontravamo in giro per festival (allora così rari) o quando - a casa sua - inseguivamo il gatto che giocava con i microfilm. Non furono però le discettazioni dotte a introdurre pariteticamente la chitarra nei Conservatori ma un'Associazione che aveva come notiziario quei fogli (mensili, si badi bene) diffusi in qualche decina di migliaia di copie come allegati; a fronte dei pochi iscritti che apparvero perciò tanti al legislatore. Il "Fronimo" era di là da venire, quando fu promulgata la legge Zoso. Questo nulla toglie alla sua funzione ed ai suoi contenuti. Il sottoscritto consigliava a Regondi (che mi era sembrato volersi relazionare) di integrare le sue conoscenze. Non creda però che si pubblicassero solo cronache di secondo piano, ma anche interventi di peso. Un punto fermo fu la celebrazione, affidata a vari collaboratori, delle morte di M. Castelnuovo.Tedesco e la polemica (drata mesi e mesi) su un articolo che scrissi io stesso dal profetico titolo "Chitarra classica, rinnovarsi o morire", in cui fui affiancato (soli contro tutti?) da una futura illustre firma proprio de "Il Fronimo", che non dico per non invadere il campo o tirarla per i capelli . So che Lei insegna in un Conservatorio; cerchi di lasciare alle generazioni future una visione a tutto tondo. E, soprattutto, non prenda cappello per questo forse scontato suggerimento. -
Rileggendo i primi numeri de Il Fronimo
graf ha risposto a regondi nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Molto interessente; perché però non procurarsi anche (cosa forse più difficile) le prime annualita' di "Chitarra e Musica", allegato centrale di "Strumenti e Musica"? Erano poche paginette a collaborazione aperta che non disquisivano ma informavano, soprattutto con cronache non legate a sole finalità editoriali.Quell'inserto, spesso bistrattato anche dagli stessi collaboratori, era un "cronikon" d'epoca; un'epoca che vide nascere la chitarra italiana moderna, senza che vi mancassero saltuariamente le buone firme: polemizzavano talvolta tra di loro ma, quanto a"rispetto", non avevano certo nulla da invidiare alla rivista della S. Z. Un grande filosofo disse che la realtà non era nell'essere o nel non essere ma nel passaggio dall'uno al'altro (lo chiamò "divenire"). -
Musica "sgrammaticata"?
graf ha risposto a Giorgio Signorile nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Se si ha davanti un pubblico "vergine" musicalmente, personalmente la prima cosa che mi viene in mente è prendere lavori meno complessi ma sempre di alta fattura, ce ne sono tanti...non serve creare l'omogeneizzato per svezzare i nuovi o futuri apassionati. Lavori "semplici da ascoltare" senza dover rinunciare alla qualità se ne trovano a bizzeffe, uno potrebbe volendo passare la sua vita a suonare solo quelli. Verissimo, ma il vero nodo non è "passare la vita a 'suonare' solo quelli" ma "passare la vita ad 'ascoltare' solo quelli", magari incappando nelle presentazioni e proposte che costituiscono il sacrosanto "altro paio di maniche" ricordato da Luca P. -
Musica "sgrammaticata"?
graf ha risposto a Giorgio Signorile nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Personalmente, credo di aver conosciuto Persano ad uno dei vari festival-raduni patrocinati da Bio Boccosi. Era pugliese ed aveva studiato a Santa Cecilia.. Anche io non conosco la sua musica, che ho visto essere eseguita si youtube. Il suo nome (ed il suo cognome, abbastanza desueti e importanti) me lo fanno ricordare. -
Una cosa che non mi torna, Angelo, è la trascrizione della "copla". Sembra qui come se Segovia non avesse volutamente seguire l'originale pianistoico o comunque aggiustasse le ottave in modo da ristringerne l'ampiezza. Mi piacerebbe, per pura curiosità, conoscere la soluzione di Yates, anche se ormai affezionato alla mia (inedita, naturalmente), simile a quella per violino che feci pubblicare a R. Bonucci (Bèrben). Riscaldava il pubblico medio quando (magari in bis) veniva eseguita prima con uno strumento e poi con l'altro.
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Musica "sgrammaticata"?
graf ha risposto a Giorgio Signorile nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
A costo di incorrere nelle ire dei superintenditori, dirò che io la penso come Regondi. Posso però assicurare che piaceva ascoltarlo a musicisti come Vlad, Gervasio, Porrino, Bucchi , Petrassi e chi più ne ha più ne metta. Del resto, come definirlo "sgrammaticato"? Scusa Carlo, ma a chi mai è venuto in mente di definire lo Studio di Rubira - poi divenuto noto come "Romance anonimo" e poi ancora come "Jeux Interdits", "Forbidden games", "Giochi proibiti", "sgrammaticato"? Io partecipo da anni alla discussione in corso sul forum spagnolo riguardante l'origine del brano ma, pur avendo letto al riguardo migliaia di messaggi, non mi è mai capitato di sentir dire che è un pezzo scritto male. Tanto che Paco Herrera ha potuto persino ventilare l'ipotesi - documentalmente non sostenibile - che sia opera del gran maestro della grammatica musicale applicata alla chitarra, don Fernando Sor. dralig Meno che mai a me, Angelo. La mia domanda retorica, in appoggio a Regondi, voleva riportare in tema la discussione ed esprimere un parere ritenuto esecrabile da parte di qualche sapientone improvvisato e soprattutto di ... parrucconi rampanti. Mi sembra di capire, del resto, che anche tu sia del medesimo avviso. La musica dei ragazzi di Liverpool, almeno come noi la conosciamo, è anch'essa di buona "fattura grammaticale "(immaginiamoci un importante discografico dell'epoca quanti musicisti aveva alle dipendenze e quanto influiva l' indubbio talento della stessa band). -
Musica "sgrammaticata"?
graf ha risposto a Giorgio Signorile nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Ritengo che il mio precedente intervento (oggi alle 11.24), che citava quello di Taltomar delle 8.18, fagocitato dal prosieguo di questa discussione (segno che il post di Giorgio ha fatto breccia), abbia in qualche modo dato una risposta alle domande che dopo sono state riproposte, magari in termini leggermente diversi. Trovo questi scambi di idee molto più interessanti ed utili del solito tran tran pubblicitario con cui ognuno tira continuamente acqua al proprio mulino. -
Musica "sgrammaticata"?
graf ha risposto a Giorgio Signorile nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
A costo di incorrere nelle ire dei superintenditori, dirò che io la penso come Regondi. Posso però assicurare che piaceva ascoltarlo a musicisti come Vlad, Gervasio, Porrino, Bucchi , Petrassi e chi più ne ha più ne metta. Del resto, come definirlo "sgrammaticato"? -
Musica "sgrammaticata"?
graf ha risposto a Giorgio Signorile nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Penso che la buona musica sia difficile a definrsi e già il definirla costituirebbe una sua limitazione. La parlola "sgrammaticata", poi, generalizza un'impoostazione a monte che potrebbe essere una causa. Così ,per un cultore della tonalità sarà sgrammaticato un pezzo condotto in atonalità, come un cultore assoluto della forma rileverà della gravi pecche in un pezzo informale e così via. Credo perciò che occorra conosceere la grammatica della musica (ma anche la sua "sintassi") soprattutto per la consapevolezza di quel che si fa. Filtri valutativi ce ne sono e ce ne sono sempre stati (meno per chi paga; l'editore fa il suo mestiere e non il cacciatore di geni) ed il discorso non è valido solo per la musica "classica", ma per ogni tipo di musica, che può fornirci a sua volta fiori e letame. Gli interpreti si adeguano, anche perché molto spesso si compiaccciono di quello che suonano, magari interessatamente. Mi viene in mente il Vangelo: "Signore, perdona loro, perché non sanno quel che fanno"! Il mondo puro della musica "classica",quando c'era solamente quella, non era poi tale, se è vero quanto riportano le cronache. Il fenomeno "tristemente moderno" del degrado esiste, ma le ragioni vanno cecate più lontano; quello del passato è ormai scremato ed in gran parte sepolto.Come la fantasia di chi propone musica. Mai comunque come in questi tempi il "compositore" è stato penalizzato: Siae (o altro) in agguato, imprenditoria settaria o politicizzata (derivante da sovvenzionamenti statali parcellizzati) , grancasse televisive per chi è "nel giro"....Il motto è generalmente quello degli anni Settanta: "bambole, non c'è una lira". E adesso, pover'uomo?