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graf

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  1. il suono ne risente tanto... Non credo, ma può risentirne anche in bello. C.
  2. Meglio un rinforzatore, ma mai sulla lunetta bianca dell'unghia. Quanto al prezzemolo....non ci sono più i prezzemoli di una volta!
  3. Neuland, e dove la mettiamo la vitamina C? C. (come la vitamina)
  4. Vero, ma a lungo andare si crea assuefazione. Nel frattempo, si mangino alimenti ricchi di calcio: latte e formaggi, alici e acciughe, salmone in scatola (meglio con la spina centrale) tonno etc. Molti consigliavano (quando il Mavala era di là da venire) di nutrire l'unghia con olio d'oliva e limone emulsionato, posti sulla lunetta bianca dell'unghia. Con molti studenti ha funzionato! Una vera tragedia, perché irrisolvibile se non con attak-cartine-smalto ( ricetta da flamenchisti) è il bifidismo; mi ha perseguitato, pur avendo unghie durissime talché cercavo -al contrario-di ...ammorbidirle. Qualcuno penserà di sfottermi dicendo che ho dimenticato le cotolette di pesce-spada, ma non è vero; posso produrre due o tre ricette... Saluti di rito. C.Carf. Niente male l'idea della pizza!
  5. Inizialmente, il tema proposto era "grafìa" che, assai impropriamente, viene chiamata spesso "calligrafìa", mentre quest'ultimo è un termine pregnante. Distinguerla dalla semplice "scrittura" è doveroso. Ecco perché si può parlare di un Mertz "calligraficamente" assai buono e di "scrittura polifonica" che include, oltre all'atto dello scrivere, un più ampio discernimento musicale, da cui giustamente la notazione. C.C.
  6. Ri OT: Non piangiamoci addosso più di tanto, Giorgio. I nostri direttori, chiamati in tutto il mondo, si sono "massacrati"(?) come tutti gli altri, e non credo propongano alle orchestre estere il frutto di sillabazioni senza senso (hai mai provato a suonare un parlato dei nostri didatti più noti?). Quanto al cantare (coralmente), se ne fa sin troppo, nei nostri Istituti, al punto da sacrificare le frequenze alle materie principali. D'altra parte, i veri vigilanti del ben dividere dovrebbero essere i docenti di strumento o di canto... Ogni via è quindi buona, se supportata giustamente. Noi tendiamo ad esagerare, d'accordo ( basta pensare che al conservatorio di Roma ci sono ora corsi di solfeggio anche al biennio ed al triennio, che coinvolgono pure chi già è in possesso di licenza ...).C'è poi gente che scrive nel curriculum: "in possesso di laurea in..." Ma per piacere! Avremo così col tempo la "laurea" in ....solfeggio? Stiamo diventando un popolo di artisti, poeti, navigatori e...solfeggiatori! Sento fare le medesime osservazioni e critiche da più di cinquant'anni e, pur non riconoscendo subito la chiave di mezzosoprano (es.), trovo assurdo che un musicista non si orienti subito nelle chiavi usate da un quartetto (violino, contralto, basso e qualche volta tenore); ti assicuro che queste non si imparano cantando, così come le risoluzioni degli abbellimenti. Ma noi siamo sfortunati... Est modus in rebus! Ciao C. C.
  7. Giorgio, viva la faccia! Non ti crofiggerò, anche se hai ammesso la tua non-conoscenza degli studi di Gangi. Sacrosante parole quando dici che si è portati a valutare solo quel che si conosce. Gasgas non credo volesse entrare in polemica.Non usare la parola ignoranza, non si può conoscere tutto. Con la solita simpatia, Carlo
  8. L'aria con variazioni detta "La Frescobalda" di G.Frescobaldi non è originale per chitarra né per liuto. ma la trascrizione che ne fece Segovia (che iniziava spesso i suoi concerti con questo pezzo) non è certo un capolavoro: omise una variazione e fece aggiustamenti poco fedeli. Una trascrizione completa per chitarra mi fu fatta fare dalle edizioni Bèrben di Ancona e, per quella, mi basai sul "liber organi" di Sandro Dalla Libera. In quell'edizione c'è, naturalmente, la corrente omessa da Segovia ed i bassi sono fedeli a quanto scrisse l'autore (tra l'altro suona molto bene) Carlo Carfagna
  9. Forse la risposta è in parte insita nella domanda. "Arrivare" però è una cosa, "continuare" è ben altro. Escludo però che si possa essere "invitati" così, ex abrupto. C.C.
  10. Credo tali manoscritti siano pochi e sparsi tra biblioteche e collezioni private. La biblioteca del Conservatorio di Roma,in quanto biblioteca nazionale, ha una sezione manoscritti. Per Paganini, sempre a Roma, i manoscritti si trovano alla Biblioteca Casanatense. E' consigliabile ogni volta fare una ricerca specifica partendo dalle bibliografie e dai cataloghi. Buona domenica anche a te. C.C.
  11. Dipende da quale è l'epoca,dal fatto che nella biblioteca esista o no una sezione apposita, ed infine dalla possibilità di fotocopiarli senza apposito permesso. Inoltre, conta anche il numero delle copie esistenti, limitatamente alle edizioni a stampa (che spesso vengono confuse e indicate dai più come...manoscritti). C.
  12. C'è poco da illuminare: Fabbri scrisse che il libero arbitrio distingue gli uomini dagli animali. Animali= Lorenz=Etologia. Uomini=? Astutissima la sua "captatio benevolentiae" verso Alfredo Franco. "Non licet omnibus...." C.C.
  13. Lo scritto è scaturito dal messaggio di Fabbri in cui si cita il libero arbitrio. Quanto alle aggressioni, ne abbiamo da vendere, noi "gerontocrati". E' mio dovere però far notare che le sue osservazioni, anche sa per me incondivisili, sono poste secondo le regole della dialettica. C.C.
  14. Forse ridicolo quanto la sua osservazione. (tra l'altro Lorenz con il libero arbitrio non c'entra niente)
  15. A proposito del libero arbitrio e di aggressioni (specifiche e intraspecifiche) mi permetto di consigliare a tutti "Il cosiddetto male" di Konrad Lorenz (il padre dell'etologia) ed anche "L'anello di Re Salomone" dello stesso autore, più scorrevole e piacevole. Si trovano anche in edizione economica.
  16. Bisognerebbe procurarsi quella banconota. Anch'io ho pubblicato un piccolo "quaderno di Erom" sull'Ottocento chitarristico;in copertina è riprodotta una banconota francese da dieci franchi (anni Ottanta) in cui è effigiato Berlioz mentre dirige e mentre....suona la chitarra! Carlo Carfagna
  17. Capisco l'amabile risentimento di Butterfly alla scherzosa richiesta di Gigi. Mentre nel Nord la parola "ciociaro" cela un significato vicino alla presa in giro, qui da noi non è così. Se Roma quadrata si avvalse del contributo di popolazioni sabine, l'insediamento al di là del Tevere di popolazioni latino- campane diede vita al più famoso quartiere di Roma, Trastevere. Per citare pochi nomi, vorrei ricordare ciociari illustri come Cicerone, Gaio Mario, Bonifacio VIII e più tardi saggisti e musicisti ( mi viene in mente il Pietrobono, O. Sindici, autore dell'inno colombiano, L. Refice ) fino a personaggi dello spettacolo di oggi (tra cui De Sica, Manfredi e i Bracaglia) e tanti altri di ogni tempo. Per non parlare di gastronomia, di acque minerali e di paesaggi appenninici a dir poco mozzafiato, escludendo i luoghi mistici e i tesori abbaziali, con tanto di tele del Cavalier d'Arpino. Era lì che nel 1957 non vedevo l'ora di andare in vacanza, prossimo anch'io alla licenza di solfeggio. La commissione fu composta da Veretti, Ciriaco e dalla Poltronieri, la quale, parecchi anni dopo, quasi ci rimase male quando le dissi che io ( a dieci anni avevo cantato alla Scala, presente Rita Haywort [si scrive così?]) fui rimandato in solfeggio cantato per poi essere promosso con un riduttivo sette in autunno. Già ero però quasi pronto per l'esame di cultura musicale generale che sostenni dopo essere stato preso a San Pietro a Majella; esame del "ramo canto" per arpisti, perché allora era vietato sostenere tale esame ad un chitarrista. Più fortunato del mio amico Angelo, la mia famiglia se la passava benone grazie a mio padre, che era stato direttore del Banco di Roma a Damasco, Tripoli e Mogadiscio ed arrivò sino ad esserne capo contabile "generale" e direttore del primo centro elettronico d' Italia. Ero però educato in maniera spartana e -benché figlio unico- credevo di essere povero in canna. Mi compravano però chitarre e pianoforte (proprio nel 1957) ma volevano assolutamente che unissi allo studio musicale quello del liceo classico e mi prendessi una laurea (sembravo il nipote di Totò e Peppino in un celebre film). Feci anche il boy scout, dove mi distinsi come....ottimo cuoco. I sogni di allora: partecipare alla Mille Miglia e una biondina che, quando la rividi dopo una quindicina d'anni, mi impaurì tanto era brutta e insignicante. Il mio più grande amore era però la musica ed il suo mediante: quella chitarra che mai avrei pensato mi avrebbe procurato tanti nemici tra le persone a me sconosciute. Mi fermo alle sensazioni del 1957; se vado avanti, è scontata l'accusa di agiografia. Carlo Carfagna
  18. E' per me un vero piacere rendere pubbliche queste cose. Non solo il solo a "crederci"! Spero ci siano addirittura domande. "Pas de quoi", quindi.
  19. Per quanto restìo ormai ad esprimermi in questa sede, che tende a fraintendimenti e che ama troppo la bagarre, non posso che rispondere all'invito di più d'uno ed in particolare a quello di Angelo Gilardino che, essendo mio amico di vecchia data e (come già ho avuto occasione di ricordare) tra i pochi che hanno vissuto un'epoca, recente si ma fondamentale all'istituzione della maggior parte dei fondamenti attuali. Assecondando una sua legittima richiesta, ho parlato poco fa con Mario Gangi (che sta benone) e gli ho ricordato Piero Gosio che fu -come scrivemmo- artefice di molte registrazioni discografiche. Gosio era stato violinista nell'orchestra di musica leggera Rai di Milano; ogni qualvolta veniva a Roma si trovava a contattare Gangi, che a sua volta lo stimava moltissimo. I violinisti "sinistri" passati alla chitarra furono due: lui ed il bolognese Enzo Grillini (che era laureato in chimica), coetaneo di Gangi; l'avvento della televisione aveva sancito queste scelte in quanto era scomodo (o se volete "buffo") il loro apparente andare "contrarco" in una orchestra di destrorsi. Grillini lo conobbi anch'io, Gosio no. La frequentazione professionale con il Gosio spiega perché questi si fosse avvalso delle musiche di Gangi con Foà (ho telefonato anche a lui -persona di estrema cordialità-ma, non vedendolo da un paio d'anni, il suo numero di cellulare non è più quello) che "duettava" abitualmente con Gangi. Tra le altre cose, Gangi mi ha confermato la sua profonda amicizia con Nunzio Gallo, allora sulla cresta del'onda, non soltanto come cantante napoletano. Ho appreso da questo thread che sta per uscire un libro di Dell'Ara su Pietro Gallinotti: ne ho piacere; la prima chitarra 'buona' che mi fu mostrata dal Maestro quando Giuseppe Ferreri (suo amico della 'Sinfonica') era proprio una di quelle. Fu una decina d'anni dopo (forse più) che un appassionato torinese a nome Alberto Mautino me ne fece ordinare una; seguì poi un'altra per Gangi (magnifica) ed un duo per Pasqualino Garzia e me, talmente buone e simili che noi stessi le confondevamo. Credo che mai nessuna Gallinotti abbia girato il mondo come quella coppia di chitarre, compresa quella di Gangi che alternava il suo strumento più di noi. Altra curiosità: alcuni concerti solistici li feci con la chitarra Gallinotti dedicata a Benvenuto Terzi; lui l'aveva ceduta al suo allievo Alberto Caprani, cui piaceva ascoltarla da me pubblicamente. Ringrazio per l'attenzione chi avrà voluto leggere e saluto ancora Angelo senza la cui sollecitazione questo post non esisterebbe. Carlo Carfagna
  20. Mi fa piacere che qualcuno sia in posseso di un CD (?) di Foà e Gangi con la recitazione delle poesie di Lorca. Con il passare del tempo divenni un "giovane" amico di Foà, persona di una carica di simpatia incredibile, che conobbi tanti anni fa, proprio a casa di Gangi, se ben ricordo. Avevano messo su una specie di concerto per voce recitante e chitarra e "leggevano" Lorca avvalendosi degli incredibili mezzi vocali di Arnoldo. Ho invece il manoscritto delle musiche (non tutte) che Gangi scriveva per l'occasione, con una minuzie e una precisione quasi maniacale (impiegava poco tempo a scriverle, ma ricopiava il testo e spesso anche i suggerimenti per pause, respiri etc. con grande professionalità). Mi ritrovo quei fogli perché Gangi me li cedette (in parte) per farne io uso conveniente quando proponevamo un recital simile con l'attrice Ileana Ghione. In repertorio c'era Montale,Ungaretti, Quasimodo e altri che non ricordo e, per questi, il "commento musicale" lo scrivevo io (anzi, lo appuntavo) , anche citando miei brani precedenti (si sa, la Siae...); ma Lorca era commentato dalle musiche di Gangi. Di queste cose parlammo ridendo con l'ormai anziano Foà durante un viaggio in treno di qualche anno fa. L'ultima volta che ci siamo riincontrati è stato all'Auditorum di Santa Cecilia;alla mano come sempre, mi chiese di Gangi e scherzammo un pò sul passato. Amarcord... Carlo Carfagna P.S.= è un CD o un vecchio 33 riversato?
  21. Anni fa scoppiò una polemica musicologica sul "caso Gnecchi-Strauss". Fu documentato come Gnecchi avesse fornito altrui il manoscritto della "Salomè" e che Strauss lo avesse copiato di sana pianta. Le "voci" e alcune lettere, se prese per buone, dimostrerebbero un'opinione diversa. C'è quindi sempre sospetto anche sulla nostra letteratura ma, per essere possibilisti, non sappiamo -per l'appunto- dove andare a parare. Occorerebbero quindi studi "finanziati" e globali ma... figuriamici! Quando Caliendo ritrovò le notizie su Giuliani, fu preso in giro volutamente: ancora negli anni Sessanta, G. era considerato bolognese e molti (tra cui Pujol) gli avevano allungato la vita di decenni. A proposito di studi "finanziati", quando Th. Heck venne a Bisceglie ci rendemmo conto che molte cose da lui scritte erano opera del "prevete" parroco della parrocchia di San Pantaleo, che aveva a disposizione il li libro delle nascite e dei battesimi; aveva inviato ad Heck la fotocopia dell'atto di nascita ( noi lo conoscevamo) che gli facemmo vedere in originale. Per quanto interessato, non sono edotto sui documenti sparsi qua e là e leggerei con piacere altri post in merito. Personalmente, considero un buon contributo il libro di Araniti, persona che non conosco se non di nome. Il Berri, poi, dice che Paganini, dopo aver finalmente ottenuto il sospirato passaporto austriaco, "durante la visita in quella città [Trieste] si recò a trovare la sua ex padrona Elisa Baciocchi..." stando ad un articolo pubblicato sul "Piccolo" e cita uno studio di Bruno Tonazzi che non ho, passando poi ad un "Concerto di violino" ricordato dal Bottura e che probabilmente -dice- "si trattava di composizioni dello stesso Paganini", sempre assillato dal problema economico: da cui il percorso soventemente fatto verso la villa della Baciocchi. Mi sono lasciato prendere la mano; sicuramente il Tortora ne sa più di me. Chiedo scusa. Carlo Carfagna
  22. Per l'amico Indina: a me Nicola Giuliani regalò un suo libretto intitolato "Omaggio a Mauro Giuliani" [ l'Orfeo della Puglia ], Bisceglie 1999, ed una edizione dell'Ottocento con il timbro della Biblioteca Giuliani. Un chitarrista scomparso, Eduardo Caliendo, passò anni alla ricerca (in Napoli) sia della tomba del Nostro che del famoso quarto concerto. Molti anni prima del terribile incendio che devastò la biblioteca del Conservatorio "San Pietro a Majella" ( dove avevo studiato ) feci una breve indagine anch' io, mentre preparavo una tesi di laurea sul Settecento napoletano. Penso che oggi sarebbe ancor più difficile una ricerca coronata da successo. Nulla però si può affermare definitivamente.
  23. ...Francisco Corbera, Ruperto De Viseo.. (da E. Pujol: Apporto "italiano" alla chitarra classica, nei Quaderni dell'Accademia Chigiana, Ticci, Siena 1953)- Roba da matti! C.
  24. E' morta Adelita? Come mi dispiace! Nessuno mi dice niente! (A. De Curtis) Avete avvertito Barrios? C.
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