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ciccio_matera

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  1. La ringrazio dell'esortazione, ma evidentemente non sono ancora pronto per gli editori... Francesco
  2. Tutto questo per riprendere il mio pensiero sul topic: decontestualizzare i Queen non è la stessa cosa che decontestualizzare un canto o una danza popolare, perchè intrinsecamente non hanno lo stesso valore melodico. E qui mi riattacco alla domanda di Fabio: "sarebbe necessario chiedersi che cosa sia il popolare oggi, all'alba del XXI°secolo, soprattutto se esiste, come e in che modo si differenzia dal già citato pop". Io credo di no, si è persa la tradizione (almeno noi europei occidentali) del canto popolare, e si è fatto spazio nella visione delle persone il tipo di musica che tutti sentiamo per radio o televisione. E' un'amara realtà ma è così, almeno questo è quello che penso. Francesco
  3. Se Lei rileggesse attentamente la risposta, si accorgerebbe che Si contraddice in maniera palese. Nella primo post mi Risponde così: Ciccio_matera: "Se io (come ho in mente) decidessi di scrivere delle fantasie sui canti della mia terra, sono cosciente che li priverei innanzitutto della loro destinazione primaria (cioè l'ambito popolare), ma (soprattutto...aggiunto adesso...) che toglierei - passatemi il termine - il "sound" dato dal "vecchietto" che suona la fisarmonica, la cupa cupa o il tamburello." R.F. "allora Bartok era un illuso" Subito dopo, Risponde a Vladimir, dicendo: "Sei completamente fuori strada quelle musiche già nel momento che venivano messe "su carta", anche se da Bartok non erano più "originali", la moderna etnomusicologia ha scritto pagine su questo puoi andarle a leggerle." Lei dice che c'è un errore in quello che scrivo, salvo il fatto che poi Lei stesso dice la stessa cosa....Punto primo Punto secondo: Eviti di dare giudizi affrettati su persone di cui Conosce poco o niente. Francesco
  4. La esorto caldamente a seguitare questo Suo progetto e mi prendo la libertà di darLe qualche consiglio, osservando quello che ci insegna la storia della musica. In tutte le epoche c'è stata una relazione più o meno intensa tra la musica popolare e la musica colta, tuttavia l'epoca in cui tale relazione fu coltivata, da parte dei musicisti colti, con la massima intensità e con entusiasmo, fu quella romantica. Il romanticismo fu il movimento artistico - non solo musicale - che valorizzò al massimo la cultura popolare. Le scuole nazionali, fondate sulla valorizzazione del patrimonio folclorico, sono una delle espressioni più forti e autentiche del romanticismo. La grande lezione del "popolarismo" - con le sue varianti, come l'esotismo, l'alhambrismo, l'orientalismo, etc. - è una lezione romantica. Nel Novecento, la presa di distanza dall'eredità romantica da parte delle varie correnti musicali non ha comportato un abbandono della musica popolare, ma un diverso approccio: alla "collezione" entusiastica di canti e danze del popolo, spesso trasferita nelle sinfonie e nella musica da camera dai maestri romantici, è subentrato lo studio guidato dalle metodologie rigorose, dalle indagini condotte con criteri pressoché scientifici, e ciò ha permesso una comprensione più profonda della musica popolare. Le conoscenze acquisite da studiosi che erano anche compositori - il caso di Bartok eccelle su tutti - hanno influito direttamente sull'atto creativo: si è formata un'area nuova, in cui gli interessi dei ricercatori si identificavano con quelli dei compositori in cerca di nuove possibilità: le scale modali, i ritmi irregolari, i timbri degli strumenti primitivi, hanno offerto non soltanto nuovi materiali di studio, ma anche nuovi suggerimenti compositivi. Bartok da una parte e Falla dall'altra sono i grandi modelli da studiare, ma ce ne sono tanti altri, bellissimi, in cui i materiali popolari sono trattati con grande pertinenza, cioè con mano da etnomusicologo e con destrezza da compositore. Nel repertorio moderno della chitarra, e per quanto riguarda la tradizione popolare italiana, Le suggerisco di studiare (non importa se annettendole al Suo repertorio di chitarrista o meno) le "Tre canzoni piemontesi" di Carlo Mosso e le "Due canzoni italiane" della moglie di Respighi, Elsa Olivieri Sangiacomo: rappresentano il culmine in questo genere di musica del Novecento. Se lo vorrà, ne potremo discutere anche qui, esaminando gli aspetti propriamente compositivi. dralig Grazie Maestro, non mancherò di cimentarmi con questa idea; domani dò uno sguardo al da farsi con il mio Maestro di composizione, poi si vedrà, grazie della disponibilità e dei consigli, come sempre utilissimi, provvederò a procurarmi le composizioni che mi Ha proposto. Cordialmente, Francesco.
  5. Quindi Bartok era un "illuso"... R. F. Evidentemente no, Bartok sapeva quello che faceva, non era certo leggero come Lei nel decretare quello che valeva la pena essere utilizzato come materiale di partenza della composizione a cui si accingeva e quello che non valeva la pena...Punto primo, le melodie balcaniche sono di una bellezza e di una particolarità non indifferenti, e se Bartok ha deciso di renderle parte integrante della sua poetica un motivo ci sarà, non sono certo paragonabili alle canzoni dei Queen (con tutto il rispetto, fanno un ottimo rock, ma...). Guardi, Fabbri, io cosa ho detto? Lei, testuali parole, Scrive: "Sei completamente fuori strada quelle musiche già nel momento che venivano messe "su carta", anche se da Bartok non erano più originali", e io cosa ho scritto, noccioline? e poi Prosegue "ognuno fa quel che può e quel che sa...", nelle Sue parole sento una vena di superiorità nei miei confronti che sinceramente non sopporto, soprattutto perchè questa è fittizia, dato che credo di non dover invidiare nulla al Suo modo di suonare e di concepire la musica, non vedo perchè Lei si arroga il diritto di decretare cose di cui non capisce nulla, e soprattutto di decretare il livello di conoscenza di persone di cui ha avuto occasione di leggere qualche scritto qui sul forum. Io ho semplicemente detto che le melodie non sono tutte uguali, ci sono delle questioni da analizzare prima di prenderle come spunto per una composizione o un orchestrazione, quante prospettive di sviluppo hanno al loro interno e soprattutto quale forma si vuole utilizzare per la composizione, perchè è ovvio che scrivere una forma di romanza con temi popolari è un conto, scrivere un allegro di sonata un'altro...Per quanto riguarda il mio cognome non è Matera (dal mio nick si evince la mia provenienza) e non credo che Lei sia la persona più adatta a decretare la mia riuscita nell'arte compositiva, a quello ci pensa il mio docente di composizione (per ora), Lei faccia quello che sa fare, e non si erga a giudice di cose di cui non sa nulla, glielo dico spassionatamente, perde la faccia davanti ai Suoi colleghi. Ah, per dirla tutta, le mie "canzoni popolari lucane" (adesso ha deciso anche di dare un nome ad una mia idea compositiva, ottimo...) sono solo un'idea, sono cosciente che non sono in grado di scriverle degnamente, e per questo non mi accingo nemmeno, ma io sto studiando perchè desidero non diventare come Lei. D'ora in poi sarò più diretto, dato che Lei si prende delle libertà che io assolutamente non Le ho dato, e quindi di riflesso mi sento autorizzato a mia volta. Io ho 21 anni, ma sulla fronte non ho scritto "Giocondo"...
  6. Io sono sempre più dell'avviso che per parlare di musica con persone diverse da noi, bisognerebbe avere come punto di partenza la comune accettazione di parametri e significati della parola "Musica". M° Fabbri e Francesca, ora io esporrò il mio pensiero, cosciente che non vi troverò dello stesso avviso: comporre musica classica (fosse anche il materiale di partenza di estrazione popolare) è ben altra roba che arrangiare dei pezzi già di per se non eccezionali (dal punto di vista di un compositore classico, ovvio che se li guardiamo per quello che sono, cioè un gruppo Rock, bè..non saranno i King Crimson o i Yes - che ho scoperto da poco..-, ma mica male..). E' un' operazione a cui non mi accosterei prima di pensarci due volte...mi è capitato di arrangiare, su richiesta della classe di canto (il che è tutto dire....) "Volare" di Modugno, per clarinetto in Sib, chitarra e piano che accompagnano due voci di Soprano..non è stato semplice, prima di tutto perchè i miei mezzi tecnici compositivi sono limitati, ma soprattutto perchè io cercavo di cavare fuori da quella canzone un qualcosa che evidentemente non poteva darmi. Se noi decontestualizziamo un motivo musicale, un "tema", perdiamo delle caratteristiche. Se io (come ho in mente) decidessi di scrivere delle fantasie sui canti della mia terra, sono cosciente che li priverei innanzitutto della loro destinazione primaria (cioè l'ambito popolare), ma che toglierei - passatemi il termine - il "sound" dato dal "vecchietto" che suona la fisarmonica, la cupa cupa o il tamburello. Questo è il mio pensiero, si dia il pane al pane, ed il vino al vino. Francesco
  7. E Lei, M°Fabbri, mi reputa una persona tanto stupida da non capire da me, senza bisogno di fare figure poco belle, che presentarmi alla Carnegie sarebbe come presentarmi nella fossa dei leoni? Se Lei o Allevi o chicchessia ne ha il coraggio, abbia il coraggio, dopo la propria esibizione, di esporsi al giudizio della critica...io sono cosciente di non poter suonare alla Carnegie, ma non mi venga ASSOLUTAMENTE a dire che ne è degno Allevi, perchè fa un torto alla mia intelligenza. Può darsi, chi può dirlo, che un giorno arriverò a suonare alla Carnegie, ma lo farò quando e se studierò e mi perfezionerò a tal punto da potermi mettere in gioco anche su quel palco. Ho detto tutto quello che dovevo dire, e mi fermo stendendo un velo pietoso sulla condizione della musica. Dove stiamo andando a finire... Francesco
  8. ne parlavo giusto qualche tempo fa con un amico... è sconsigliabile studiare armonia sullo Schoenberg... è un bellissimo testo, certamente...lettura imprescindibile per oogni musicista che voglia comprendere al meglio questo straordinario compositore. Ma francamente, quando arriva alla modulazione ai toni lontani (che in realtà te la sottointende dall'inizio alla fine)....cioè...abbiamo capito dove vuoi arrivare...uff...la cosa più bella di questo manuale rimangono gli ultimi due periodi...difficilmente compresi da chi non ha mai avuto il desiderio di ripercorrere certe vicende musicali dal dopoguerra a ieri... meglio allora, per rimane su Schoenberg, "funzioni strutturali dell'armonia"...più sintetico e conciso... per cui, acquistalo pure, ma per armonia ti conviene studiare sul Piston (che poi l'affronta sul repertorio, non in astratto) e sul De La Motte, per il suo approccio storicistico (anche se è necessario familiarizzare con la simbologia funzionale che non sempre è chiarissima...) Ben detto fabio, possiedo tutti e tre i testi...quello di Schoenberg è un pò, tutto sommato, un dialogo sull'armonia, e più in generale sulla sua concezione di musica (perchè tutto è finalizzato, come egli stesso afferma nella premessa, a dimostrare che la tonalità non è l'unica via)...il Piston è chiarissimo in ogni sua parte, per chi è formato alla scuola napoletana sarà un pò complicato all'inizio, ma poi ci si abitua con la numerica, l'unica cosa che fa un pò pena sono i bassi...strutturati un pò male come cammino armonico, a mio avviso a questo meglio il Koeschlin (anche lui a volte scrive fesserie madornali, scolasticamente parlando. Questo avviene quando invece di fare scuola, inizia a fare il compositore... ). Il De la Motte sembra scritto in codice criptato...però è davvero utilissimo per scrivere in stile. Questi tre libri sono un bel punto di partenza per chi vuole imparare l'armonia. Francesco
  9. bè, un grande liutaio, non c'è che dire...
  10. è indubbio che possieda una tecnica della mano sinistra non indifferente...poi, se vogliamo parlare del suono, è un suono che a me entusiasma, sarà anche merito della chitarra che aveva...proprio stamane, ho avuto modo di provare la chitarra di un amico, una Kohno Sakurai...io non ho mai amato queste chitarre, ma il suono che ha questa chitarra è strepitoso, un suono "antico", bassi profondi, penetranti, cantini dolci come miele ma aspri alla semplice richiesta...ho proposto un cambio, non ha accettato ...infondo anche Segovia ha avuto la sua fortuna anche grazie alla sua prima chitarra (non fraintendetemi, la sua figura di artista prescinde da essa, ovviamente)...ho sentito chitarristi "classici" zappare come dannati e avere un suono inascoltabile pur suonando la Gran sonata Eroica...Ci sono molti chitarristi elettrici con una mano sinistra da paura, e pur non condividendo nella maggior parte dei casi il loro approccio musicale allo strumento, e in parte il loro suono, non posso negare di invidiare non poco la loro velocità nelle scale...Non è tutto bianco o nero...
  11. Quest'opinione è condivisa anche da Julian Bream, come da Egli stesso detto in un interessantissimo video. EB http://www.youtube.com/watch?v=tXFWzm9DwjU Stupendo...
  12. dato il carattere del pezzo, dichiaratamente "giocoso", mi sembrava più opportuno eseguire staccato quell'accordo per sottolineare questo; tra l'altro è indicato il segno dell'arpeggio che, a mio avviso, conferma questa intenzione, intrinseca nel carattere del pezzo. Tutto qui, è una mia visione. Francesco
  13. in realtà quel La basso non dovrebbe durare..quello è un accordo che in realtà dovrebbe essere scritto con il segno di staccato.
  14. Quanto prima..Avevo intenzione di portare una sua composizione all'esame di diploma, chissà se il mio maestro me lo concederà...
  15. Adesso è tutto più chiaro, mi era sfuggito il passaggio del pedale di più note, ecco perchè non mi era chiaro: evidentemente anche il mio professore si era spiegato, ero io che non capivo. Grazie infinite per la disponibilità Sua e di Ermanno (ottimo il paragone ). Cordialmente, Francesco.
  16. In realtà è proprio questo che non capisco, mi spiego: posso capire e anche appoggiare l'idea che quel pedale sia alla base di tutta (o quasi) la composizione, e che sia indipendente (come daltr'onde è un pedale, in quanto, per definizione, libero da qualsiasi vincolo con quello che avviene sopra o sotto di esso), ma non riesco a concepirlo come "tema", anche perchè un pedale di per sè, come entità, non può avere sviluppo, quello che ha infiniti sviluppi è quello che io ci metto sopra e/o sotto il pedale, perchè su un pedale posso farci quello che voglio...ma non posso sviluppare il "pedale", cioè non mi è chiaro il suo sviluppo quale sia. Scusi se approfitto della Sua pazienza, ma nonostante le spiegazioni (Sua e del mio maestro) continuo a scervellarmi da ieri.
  17. Ecco in allegato la romanza in questione: quella cui accennavo nel topic "Presentare il repertorio". Volevo discuterne con voi perchè ne sono rimasto sconvolto, e ora vi spiego perchè: Il giorno in cui scrissi quel post, cui rispose Marcello, a lezione ci lasciammo due giorni di tempo per pensarci; oggi ci saremmo rivisti per discuterne e per svelare finalmente la forma che c'è dietro questo pezzo. La prima obiezione che il Maestro ha posto alla nostra (quasi unanime) convinzione della presenza di due temi è stata "cos'è un tema?" e qui noi abbiamo buttato giù delle considerazioni da manuale: maschile, femminile ecc..e lui: "prima ancora di questo, è un materiale che è soggetto a sviluppo: dove una linea melodica o un motivo persistente non è soggetto a sviluppo, è sbagliato parlare di tema (fin qui tutto pacifico); allora un tema deve necessariamente essere cantabile? essere esposto alla linea del soprano?", alchè, dopo la batosta precedente, ci guardiamo bene dal rispondere...e così inizia a parlare della sua visione del pezzo: identifica sì due temi, ma il secondo diverso da quello che tutti noi avevamo identificato, non un tema come siamo abituati a pensarlo, ma un pedale..e qui tutti rimaniamo spiazzati..come può mai un pedale diventare un tema?!...e lui continua facendoci vedere come secondo lui il pedale sia utilizzato come tema sottostante e variato da battuta 14 in poi, fino alla ripresa...quindi in definitiva una forma sonata in miniatura...ma io questa variazione del pedale proprio non la vedo, se non in un ampliamento del pedale che all'inizio occupa delle semifrasi, e che occupano nella seconda parte delle frasi intere. Non riesco ancora a comprendere, ci ho pensato su un bel pò oggi pomeriggio...Secondo voi è giusta l'interpretazione formale? e se si, mi aiutereste a capire? Ve ne sarei veramente grato. Grazie, Francesco
  18. Hai una mano sinistra che mi ricorda molto quella di Russell
  19. scusate, ero ad una master (purtroppo da uditore) con Micheli, quindi non avevo internet a portata di mano..è innegabile che l'eleganza del mac sia infinitamente superiore ad un comune assemblato, ma parlando di componentistica, il mac non è il top, sia su desktop che su laptop. Se andiamo sulla fascia alta della Toshiba (per non parlare di un Sony Vaio...), in cui le cifre sono quasi al livello dei mac, vediamo che quest'ultimo non regge il confronto nella componentistica (tutta!). Poi sul resto del discorso, come darvi torto, ma a mio avviso, il mac - per quello che offre - non vale il prezzo che chiede.
  20. pagare un macbook pro 1700€ per avere l'equivalente di un Toshiba che ne costa 1000...no grazie.
  21. E' da un anno che già ci sono in circolo versioni patchate del famoso Leopard di Mac, ma fino ad ora (e qualche volta acora adesso) installarla crea non pochi problemi, ma da allora sono stati fatti passi avanti nel progetto, addirittura inserendo l'EFI direttamente nel boot del DVD in modo da rendere tutto automatizzato e installare Leopard come se fosse su un mac, in interfaccia grafica. Ora c'è una nuova versione, nata da un progetto di informatici italiani, chiamata iDeneb, ed è (a detta di molti) compatibile con la maggior parte dell' Hardware in circolazione (almeno su pc desktop). Che ne dite? E' ora per mac di aprire le porte? La installereste sul vostro pc?
  22. Esattamente tutti quelli che ancora comprendono che si sta giungendo al delirio di onnipotenza dell'uomo: in essi ci sono crisitiani, buddisti, maomettani, ebrei e intellighenzie laiche ma che appoggiano questo pensiero. E' un pò di amor del proprio tempo che puntualmente viene sprecato per rispondere ad accuse riguardanti pensieri che non ho mai espresso, e non mi sembra di mancarti di rispetto, dato che continuo a rispondere, magari sono stato un pò brusco (e te ne chiedo scusa), è solo che sono stufo di essere frainteso in discorsi (credo) molto chiari e di sentire cose campate per aria, e comunque maschilista non ha alcun senso nella frase. Ne prendo atto. Hai ragione, rileggo ora che sei stata consigliera della FUCI, chiedo scusa. Il campo della fede in generale è un conto, la fede cattolica un altro, e continuo a dirti che la parola Leader non è appropriata, non descrive la realtà, la fede cattolica si basa sulla sequela di Cristo e della Chiesa, e non vedo come il fatto di portare nella vita i volori cristiani sia in antitesi con "l'associazionismo" religioso, che tra l'altro non sono semplici "associazioni" ma "Movimenti" generati da carismi particolari che lo Spirito Santo genera nella storia (non monastici come quelli di S.Francesco o di S.Benedetto, ma della stessa portata storica). Io illusioni non me le faccio, so quello che vivo, e non è quello che descrivi (per inciso l'alleluja, che tra l'altro è preso dalle raccolte di salmi delle Trappiste di Vitorchiano risalenti al 1200, io non lo canto con le mani giunte ma, come mia consuetudine quando devo seguire qualcosa, a braccia conserte). Guarda, con franchezza, non credo che il seguire qualcuno sia una costrizione, non mi/ci costringe nessuno, se lo facciamo, evidentemente siamo coscienti che è una strada buona e bella per la mia/nostra vita. Butterfly Guarda il vero problema è che si predica, ma non si vive il cristianesimo, non nel senso morale del termine, ma nel senso che non si giudica, non si guardano le cose alla luce dell'incontro fatto. Per il resto, hai ragione, siamo tutti uomoni erranti, ma non giudichiamo chi sbaglia: errare è umano; anche gli apostoli litigavano tra di loro per chi era il più importante, ma questo non gli ha impedito di camminare per le città annunciando la grandezza di quello che avevano visto: ecco, il Cristiano è proprio quello, uno che non è condizionato dagli errori e dai limiti umani, ma guarda incessantemente un altra cosa e la indica ai suoi amici. P.s. adesso mi allontano davvero dalla discussione, mi sembrava giusto rispondere a Butterfly. Francesco
  23. Ma guarda che mi tocca sentire!!! "alienato nella tua cultura, della quale non puoi intravedere i limiti (assurdo!!)". Ti scuso un corno: Tu sei un arrogante intellettualoide che infondo non ha che un agglomerato di concetti vaganti nel cervello, e con scarsa capacità di articolare un discorso (altro che dialettica...), magari uscito (come tanti idioti in italia) da una università (magari con 110 e lode) senza aver capito che fino ad allora li hanno imbottiti di "sapere" e nient'altro. Dai avanti, giochiamo a fare gli idioti, ad insultarci a vicenda, ma io chiudo barracche e burattini e mi allontano dalla discussione...Ma guarda tu che gente...
  24. Io invece, rispondendo a Butterfly, dico che non ha capito un bel nulla di quello che ho detto, anzi sei pregiudizievole, perchè io non ho mai detto "Noi cristiani siamo l'ultimo baluardo di umanità", ed è solo per il rispetto che si deve ad una persona più grande di me che continuo a rispondere ad accuse infondate su ogni fronte le si veda. Considera, inoltre, il fatto che io NON sono un marmocchio e la vita non è tutta rosa e fiori, ne per me, ne per tanti amici del movimento (e che nonostante la vita li batosti sono ancora lì...guarda un pò!); se a te la vita a 21 era tutta rose e fiori, ben per te: il Signore non mette sulle spalle un peso che non si può portare. Tra l'altro io non l'ho detto prima (sempre per rispetto), ma un educatrice dell'Azione Cattolica non può affermare come hai fatto nel post di risposta che "con tutto il rispetto" ma i movimenti cattolici (che una educatrice dovrebbe sapere nascono dallo Spirito Santo...) che poggiano sulla figura su di un "Leader" non godono della tua simpatia: ma il "Leader" (la sola parola mi fa spavento) in questione ha sempre portato il Movimento nelle mani della Chiesa e del Papa (come tutti gli altri "Leader"), e soffriva del fatto di non essere riconosciuto, nei primi decenni, dalla Chiesa; ricordo inoltre un Don Giussani ormai più che settantenne non in forze e malato, piegare il ginocchio davanti a Giovanni Paolo II. Noi seguivamo lui, che era più avanti di noi, come ora seguiamo Don Carròn, che Don Giussani ha voluto al suo fianco negli ultimi anni di vita e successivamente alla guida di Comunione e Liberazione; ma loro guardano e seguono un altro, più in costante rapporto con Cristo: Il Papa. Che tu lo voglia o no, i Carismi sono il mezzo che lo Spirito Santo sta usando per rinnovare la Sua Chiesa. Non aggiungo altro, ma capisco come mai i miei coetanei si allontanano dalla Chiesa, non gli viene proposto il Cristianesimo così come è, ma secondo il "sentire" degli "educatori". P.S. Un consiglio da un giovane ragazzo: quello che ha fatto allontanare e fa tuttora allontanare i giovani dalle chiese è la mancanza di una persona da seguire, che davvero abbia fascino, che nella vita sia "un grande", che inidichi la via, la direzione; alla libertà del giovane aderire, ma se non gliela si inidica e non gliela si fa sperimentare sulla pelle, non c'è nulla da fare, all'uomo che non ha il "pallino religioso" (nel senso più brutto, moralistico e pio del termine, e molti giovani nelle parrocchie sono così, dato che li vedo..) come me e molti qui presenti, non gliene fregherà mai niente!! e se a me non fosse successo così me ne sarei andato dopo i primi 10 minuti.
  25. Grazie Maestro, della stima, ma non credo di arrivare a tanto. Francesco
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