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ciccio_matera

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  1. è questione di dove appoggi il pollice. Prova ad avanzare con l'appoggio; può dipendere anche dalla chitarra: siamo all'altezza della fascia e molto può dipendere anche dalla forma più o meno a cuneo dello zoccolo che congiunge il manico alla fascia. Prova un pò, molto esercizio può aiutare.
  2. Maestro Diodovich, lo sa che La stimo, gliel'Ho detto molte volte (in realtà invidio la Sua chitarra ), e sinceramente non mi scombussola più di tanto il suo modo di esprimersi, perchè in realtà anche io sono molto "schietto" (se così possiamo dire), ma solamente con i miei amici o parenti. Tutti i miei amici sanno che dirò loro in faccia tutto quello che penso, ma qui è diverso: Lei scrive in un forum in cui ci sono persone (siano esse professionisti, amatori o strimpellatori) che come Lei amano lo strumento "Chitarra" e condividono problemi o discutono su problematiche tecniche o musicali. Qui non si tratta di essere "dottor Jeckill e Mr.Hide", si tratta di capire dove siamo. Se fossimo al bar davanti ad un bicchiere, io mi sarei fatto una risata sentendoLa rivolgersi, così come si è rivolto a Porqueddu, ad un amico comune, qui no. E' questione di luogo. Per il resto, La saluto, e spero davvero che cambi idea e non vada via dal forum, sarebbe una grande perdita; Maestro lo dico davvero. Cordialmente, Francesco.
  3. credo che Lei abbia ragione..solo che il committente in questione è un mio docente...il che rende le cose un tantino complicate. Comunque sia credo che darò forfait. Grazie comunque. Francesco
  4. si, non intendevo dire che lo devo scrivere. Ma non so...apparte che la melodia, come Lei dice (apparte una possibile progressione di settime di dominanti che ho individuato) non da molto da giostrare, alle mie conoscenze almeno. Detto ciò, non saprei come procedere...sono nel pallone
  5. si, non intendevo dire che lo devo scrivere. Ma non so...apparte che la melodia, come Lei dice (apparte una possibile progressione di settime di dominanti che ho individuato) non da molto da giostrare, alle mie conoscenze almeno. Detto ciò, non saprei come procedere...sono nel pallone
  6. allora, innanzi tutto ringrazio tutti. Non ho precisato nel mio post precedente che lo devo scrivere in tonalità di Do Maggiore, e devo far in modo che il soprano non superi il sol sopra pentagramma...Ora, il registro chalumeau è caldo e pastoso, mentre il clarino è squillante. Devo far in modo da tenere il clarinetto nel registro chalumeau in modo da non farlo predominare più di quanto già non lo faccia sulla chitarra? Le voci come le devo trattare? Come in un corale? Non so, non ho mai scritto un pezzo così..Vi ringrazio del tempo che mi dedicate. Francesco.
  7. Signori, sono alle prese con l'armonizzazione della famosa canzone di Domenico modugno "Volare"...me l'ha assegnata il mio docente su richiesta della classe di canto ( ), per il saggio. Il maestro mi ha detto che ho a disposizione una chitarra (che suonerà una mia collega), un clarinetto e due voci...ora, sinceramente sono a corto di idee ( ), innanzi tutto non so come si scrive per clarinetto. Il mio docente non risponde quando cerco di rintracciarlo, e quando non lo fa vuol dire che è all'estero, e da quel che ho potuto capire in questi mesi non tornerà prima di una settimana, e il pezzo lo devo consegnare lunedì ( ). Chiedo aiuto. Francesco
  8. Grazie Cristiano per aver creato un topic. Non mi convince la musica seriale integrale, per un semplice fatto: io ho tirato in ballo la condizione esistenziale di Beethoven per far capire che il Maestro ha saputo sfruttare la sua arte per rendere manifesto e più imponente il suo sentire; non ritrovo la stessa "direzionalità" nell'opera in Stockhausen (ma anche in Webern e Boulez e in tanti autori contemporanei). Si è avuta la presunzione in quegli anni che tutto quello che era stato fatto fino ad allora, fosse da archiviare, che la metrica non fosse necessaria. In quella musica l'orecchio non riposa un attimo su di un suono, non lo gusta, è un susseguirsi di gruppi irregolari sparuti qua e la che non danno un senso ritmico (cosa fondamentale nella musica). Poi con una distanza Do1 Do7 dato nell'arco di una battuta, rende il tutto non chiaro. Questo è quello che penso, dopo ascolto con la partitura davanti (affatto facile da seguire...).
  9. scusa ciccio ma davvero non ho capito la domanda nel senso...se non ti trasmette niente non fa niente, non sarò di certo io ad illuminarti, sai bene che l'esperienza musicale è un'esperienza intima esperienza a cui anche la musica di Stockhausen non si sottrae...non posso quindi renderne conto qui...ma credo che nessuno sia in grado di esprimere a parole il percorso e le emozioni di un incontro con un compositore...ma probabilmente non mi chiedevi questo... l'unica cosa che mi sento di dirti, se hai queste difficoltà, è di essere un poco umile, soprattutto nei confronti dei Maestri e cercare di capire che probabilmente sei tu a non avere gli strumenti per comprendere certa musica (nulla di grave voglio dire, non si muore per questo), quindi per eleborare sintonie ed emozioni, e che sei li, in conservatorio, proprio per imparare a farlo.... infatti hai già gli strumenti ricettivi sviluppati e consolidati per la musica antica, ma non per quella del secondo novecento...quindiper ora lasciati affascinare da quei suoni, poi il tempo darà i suoi frutti, gli strumenti saranno assimilati e comincerai a capire come il solo lavoro sul timbro puo essere fonte di emozione, e se tutto funziona per il verso giusto avrai anche chiara la distinzione tra la poesia e chi fa il furbetto... e se non subisci questo fascino, hai già chiara l'idea di cosa sia musica e cosa no, e non sei disposto a farlo proprio nella sede di un conservatorio...non so...chiedi l'esonero...cambia insegnante...tutto qui... In qualche modo hai avvicinato quello che volevo chiederti. Io non ho alcuna difficoltà ad ascoltare quel tipo di musica, non mi da fastidio "all'orecchio" (le prime volte è un tormento, ma è per tutti così credo), ma al contrario di Schoenberg, o Berg, o La Vista (anch'egli ha svolto un lavoro sul timbro e sugli armonici, nel suo quartetto d'archi "reflecos de la Noce" se non ricordo male), non mi "parla" (passami il termine), cioè sento un puro ammasso di suoni che non hanno tra loro un nesso significativo, e per significativo intendo un qualcosa che desti dentro di me, o dentro chi ascolta un moto, qualsiasi esso sia: affettivo, emotivo...insomma dei suoni che siano evocativi: la musica è un'arte evocativa, e con questo fatto bisogna farci i conti. Possiamo affermare quasi avendo la certezza di non sbagliare che la quinta di Beethoven è senza dubbio riflesso della sua condizione esistenziale: per me (senza con questo ergermi a giudice della sua grandezza, si intende) Beethoven ha centrato il bersaglio, cioè ha sfruttato la sua arte a dovere, come meglio sapeva e poteva sfruttarla per far uscire quello che dentro aveva. Possiamo dire lo stesso di Stockhausen? Ha centrato il bersaglio?
  10. ti dirò di più, ascoltato con la partitura davanti...insieme alla mia classe di composizione...da impazzire, davvero al 40' stavo per cedere e chiedere di assentarmi dall'aula ()...Fabio, non aggirare le questioni. Se vuoi rispondere fallo, ma alle mie domande.
  11. perfetto, Fabio hai ragione, la musica è di per se comunicazione. Ma ora forse porterò con questo mio ragionamento la discussione su un altro binario, ma è strettamente legato a quello che hai affermato. Vengo dall'ascolto di Mantra, ed è evidentemente devastante come opera, ora vi sottopongo una mia riflessione, una diciamo anche perplessità nei confronti della produzione di Stockhausen: se l'arte, di qualunque tipo essa sia (figurativa, sonora ecc.), è espressione della personalità dell'artista, se non dei suoi sentimenti e delle sue sensazioni, o che comunque è innegabile che l'opera d'arte sia comunque intrisa del soggetto che l'ha pensata, plasmata nel pensiero e costruita con il proprio artigianato. Io, alla luce di queste mie credo legittime domande, vorrei comprendere cosa Stockhausen ha voluto dirmi in questo pezzo, o cosa ha voluto si manifestasse, quale sua sensazione o emozione o parte di se ha voluto condividere con me, con te, con chiunque ascolti "Mantra" (dico mantra, ma potrei dire tutto il serialismo integrale..)? Sarei davvero felice che mi si aprissero gli occhi, perchè perdonatemi, non comprendo le intenzioni dell'opera.
  12. anzi, fidati che funzionano solo quelli...
  13. Cari Maestri, in effetti la situazione non è rosea, fermo restando che attualmente, anche dopo il decreto, non sono ancora ordinamentali i corsi di I Livello, perchè l'approvazione del piano di studi e del regolamento didattico di ogni Conservatorio deve passare al vaglio del CNAM (organo inutile) e del Ministero. A quello che so, la conferenza dei Direttori sta lavorando ad un testo unico che verrà deliberato in ogni consiglio accademico di ciascun conservatorio, da mandare poi in un'unica tornata al ministero, così che siano accorciati i tempi. Noi siamo l'ultima ruota del carro in Italia, prendiamone atto, e speriamo che i nostri politici abbiano quantomeno "pietà" per questi poveri musicisti. Lucio, hai perfettamente ragione, ne parlavo con il mio Direttore l'altro giorno, dopo il Consiglio, e a quello che vediamo ad oggi, di Licei musicali non se ne vedrà nemmeno l'ombra...Se posso avere due minuti della vostra attenzione vorrei raccontarvi un episodio capitato al mio docente di lettura della partitura: Era a cena con due colleghi, un italiano e una austriaca: ad un certo punto è uscito l'argomento tabù (conservatori e riforma), e i due colleghi connazionali hanno cominciato a discutere animatamente, alchè la collega austriaca scoppia in lacrime ( ) e sbotta: "Avete distrutto la musica"..Ovviamente potete immaginare come i suoi colleghi siano rimasti..Ecco credo sia emblematico della situazione. Saluti, Francesco
  14. ebbene si, miei cari...ma io sono tenace con molto studio tecnico e di ricerca degli abbellimenti si può...e ce la farò (spero:D). Più che altro, vorrei chiedere ai maestri del forum, come secondo loro Leonhardt ha impostato il lavoro interpretativo e se possiamo trarre delle linee generali per l'esatta interpretazione della musica antica e barocca. Penso all'uso degli staccati continuo di Leonhardt che in molti casi è sconsigliato o non ritenuto idoneo alla musica antica. Ho ascoltato anche le tre sonate per viola da gamba e clavicembalo suonate da Leonhardt e Wieland Kuijken, ed è davvero un capolavoro, due grandissimi interpreti che sanno il fatto loro, solo ascoltandoli si impara molto di più che sui libri.
  15. Buongiorno a tutti, ieri ho trovato questa pagina web che ha mandato in crisi tutto il mio lavoro sulla 996 o quasi, ecco qui la pagina in questione: http://chitarraclassica.blogspot.com/2007/07/gustav-leonhardt-suona-bach-bwv-996-e.html Sentendo le registrazioni di Leonhardt mi sono come "buttato a terra". Voi che ne pensate di questa interpretazione? Spero mi aiutiate in questo. Francesco
  16. bella composizione, dall'incipit si sente un pò il "sapore" di Lagonegro. Il sapore di antico, dettato dalla modalità rende l'idea del luogo. Peccato che, come al solito, quella bellezza non è valorizzata. Dopo due settimane di stop forzato (e di intenso studio della composizione), tornare a suonare la chitarra con queste note, insieme a quelle ponciane e bachiane, è abbastanza soddisfacente . Francesco
  17. la chitarra in sede d'esame è importantissima, non tanto per la commissione, quanto per chi suona. Avere uno strumento performante e di pronta risposta può rendere efficace una performance, perchè mette l'esecutore nella condizione di pensare più alla musica, perchè la chitarra "lo segue". P.S. Scrivere questo messaggio è stato difficile a causa del braccio ingessato, non so se riuscirò a risponderti in seguito.
  18. Caro Ciccio, è proprio questo il punto! Io non credo affatto che il lavoro che facciamo sia pagato "solo" per le ore di docenza, ma anche per la professionalità - che si matura e si conferma con l'attività artistica che ognuno di noi esercita - che mettiamo in campo. Le parole di Angelo sono a tal proposito chiarissime e chiarificatrici di ciò che anche penso: A questo punto però non mi meraviglio più quando sento altri - non tu - dire che è assurdo che nei corsi di II Livello insegnino docenti che non hanno il Diploma di II Livello. Chissà se c'è qualcuno che ha il coraggio di dire che i vari Accardo, Pollini etc non sarebbero idonei ad insegnare nei corsi di II Livello perché non in possesso del titolo adeguato! Comincio ad aver paura che il sottoscritto, fornito "solo" di un "Attestato finale di corso decennale", equiparato a Diploma (vecchio) dalla legge 270 del 1980, non arrivi alla pensione. Certo - per rispondere a Fabio - sarebbe auspicabile un controllo, una verifica periodica dell'attività dei docenti, come nelle università, ma la nostra realtà è purtroppo un'altra. Adesso avremo anche noi la verifica, ogni tre anni, ed infatti il Direttore nell'ultima riunione del Collegio dei docenti ci ha pregato di tenere a posto i registri e di verificare che il monte ore sia stato espletato nella sua interezza!! Il conservatorio è stato "traghettato" nel livello universitario per un semplice adeguamento alle norme della Comunità Europea - altrimenti il valore del titolo non sarebbe stato spendibile fuori dall'Italia -, senza una seria pianificazione di tutto il percorso di studi musicali. Ne è prova il fatto che la fascia di insegnamento di base (licei musicali etc) è ben lungi dall'essere stata organizzata e la legge 508 (del 1999!!!) ancora non è stata applicata. Da parte loro i sindacati hanno cavalcato il "sogno" universitario col miraggio, per i colleghi, di un adeguamento delle retribuzioni a quelle dei docenti universitari (per la cronaca mia moglie, docente ordinario all'università, con la mia stessa anzianità di servizio complessivo, prende circa settecento euro al mese più di me!) e ci hanno portato in questo "baratro" normativo ed organizzativo. A nove anni dalla legge di riforma i conservatori rilasciano tre tipologie di titoli: 1) il "vecchio" Diploma ordinamentale (il cui valore non è riconosciuto in Europa) 2) il Diploma di I Livello (non ancora a regime e che comunque non rappresenta un titolo conclusivo) 3) il Diploma di II Livello (che si fregia ancora della dicitura "sperimentale"). L'intento di distruggere un ambito, quello didattico-cultural-musicale, che per molti politici - di tutti gli schieramenti - sembra essere solo una inutile zavorra, mi sembra palese. Più chiaro di così! LM PS. x Ciccio: i primi due estratti dal mio intervento da te citati, non si riferivano al tuo intervento.
  19. Caro Lucio, ti chiedo la cortesia di non ingabbiare in ideologie (che oltretutto non mi appartengono) le mie parole. Quello che volevo dire è che i Docenti di Conservatorio i loro concerti (se li fanno) non li fanno gratis (o se lo fanno affar loro), e la loro retribuzione statale gli viene data per ore di lezione svolte e non per i loro concerti; ripeto, sul fatto che sia uno stipendio basso concordo, ma comunque penso che essi non siano "sottopagati" per il loro lavoro, sempre paragonando (senza voler con questo paragonare il loro mestiere e compito a quello di un impiegato comunale, con il dovuto rispetto per quest'ultimo), dicevo paragonando lo stipendio di un dipendente statale qualsiasi che 18 ore le fa in due giorni lavorativi, a cui poi si aggiungono altri tre giorni, senza contare i rientri e gli straordinari, non credo che i parametri utilizzati siano uguali, dato che un qualsiasi dipendente pubblico già con un pò di anni di servizio alle spalle guadagna pressocchè come un docente che si immette in ruolo. Il tutto senza voler contare le lezioni private che alcuni docenti impartiscono senza pagare una lira di tasse e con richieste economiche non indifferenti all'allievo, ma questo è un altra faccenda, che non centra nulla con la retribuzione statale. Questo non è vero, primo punto perchè io sono perfettamente cosciente dell'importanza della cultura, soprattutto in un paese come il nostro, e sono cosciente non di meno che abbiamo bisogno di docenti appassionati alla loro materia e che non cerchino "la via di mezzo", ma che abbiano l'ardire di testimoniare la bellezza che hanno intravisto in quell'aspetto della realtà di cui si occupano. Nessuno, tantomeno io vede la figura dell'insegnante di conservatorio come quella di un qualsiasi impiegato, basta vedere il "timore" reverenziale con cui le persone si approcciano ai suddetti quando sentono "docente di conservatorio". Perfetto, hai ragione, infatti io non dico che dovreste lavorare di più come docenti, io non ho mai detto questo: ho solamente detto che - mi ripeto - il lavoro che fate è pagato per le ore di insegnamento, e per quelle (solo per quelle) non siete sottopagati, a mio parere.
  20. Devo dar ragione a The Storyteller. Il problema sta nelle ore lavorative più che nella retribuzione mensile, perchè non si possono pagare 18 ore lavorative settimanali con 1.199,39€ al mese (al primo anno di servizio...), piuttosto che (questo si dovrebbe un attimo far riflettere) 2.079,43€ dopo 35 anni di insegnamento...I docenti universitari a cui i docenti di Conservatorio (giustamente) si paragonano, fanno lezione, hanno gli orari ricevimenti, spesso e volentieri fanno ricerca ecc. A me non sembra che un docente di Conservatorio passi più di un giorno e mezzo alla settimana in Conservatorio...Io stesso, sarà per mio carattere, seppur riuscissi ad arrivare ad insegnare in un Conservatorio, non mi lamenterei mai dello stipendio, perchè saprei che è esagerato per quello che mi viene richiesto. Tutto qui, che sia basso a prescindere, su quello concordiamo tutti, ma è basso come lo sono tutti gli stipendi dei lavoratori dipendenti statali e non.
  21. l'estetica segoviana si nota in tutti e due i pezzi, la differenza abissale la fa la risposta della chitarra, la prima è nettamente superiore alla seconda, sembra che Segovia avesse trovato proprio la chitarra adatta alla sua concezione musicale, credo anche che nella seconda la vecchiaia sia un fattore da non trascurare, tecnicamente parlando intendo. Comunque il suo suono e i suoi glissati affascinano sempre, tanti cercano di imitarli, ma senza risultati: Segovia su questo punto è imbattuto e inarrivabile, direi.
  22. assolutamente nulla, tecnicamente parlando. Ma ad essere sincero, ci sono certi punti della sua esecuzione che hanno un certo pensiero musicale che a me non dispiace. Tecnicamente parlando, potremmo tranquillamente affermare che in un concorso non passerebbe la prima prova, ma il suo pensiero musicale non è bassissimo, anzi.
  23. bé, fa quel che può. E non suona peggio di alcuni maestri di conservatorio.
  24. Grazie di tutto, non so come ringraziarLa.
  25. bè, in realtà anche io preferisco Leonhardt ma, alla luce delle Sue parole, sorge un altro quesito: certo, ognuno ha il diritto di interpretare un tipo di musica come meglio gli aggrada, fermo restando poi il doversi confrontare con la critica piuttosto che con i consigli di un maestro; ma se Lei, come chiunque altra persona di questo Forum, ha avuto modo di ascoltare la registrazione di Leonhardt della "Passione", così come quella del Clavicembalo ben Temperato, si renderà conto che la sua visione è giustamente una visione contrappuntistica, ma anche e soprattutto toccatistica, anche ascoltando le Arie e i Recitativi, non solo i Preludi, sono eseguiti in maniera "asettica", senza l'ombra di un rallentato o di un diminuendo se non nelle cadenze più importanti. Ecco, se è possibile, alla luce di quello che ho letto, come devo interpretare la Suite 996 che sto studiando in questo momento? A questo punto mi sembra che la mia interpretazione sia, a grandi linee, esatta. Chiedo lumi. Cordialmente, Francesco.
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