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Piero Bonaguri

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  1. La puntata del21 dicembre scorso della trasmissione radiofonica "Frammenti" era in parte dedicata al cd "Nostalgia". Nel podcast della trasmissione qui sotto linkato è possibile ascoltare (verso il minuto 20) il bel Valzer di Fra Cassio da Velletri, tratto dal cd. Salvo errori dovrebbe essere la prima registrazione asoluta del pezzo. http://radioframmenti.blogspot.it/2013/01/mr-guitar-e-nostalgia-1932-1962-due-cd.html
  2. Mi scuso per l'autocitazione, ma nel mio ultimo cd "Nostalgia" (2012), reperibile presso Sinfonica e dedicato ad opere per chitarra degli anni 1930-1960 (circa), ho registrato anche alcune pagine di Fra Cassio, tra le quali le citate Tre Coserelle. Mi sembrano tutti pezzi notevoli, nei quali il gusto un po' salottiero (tranne per l'austero Preludio in do minore), gusto comune a tante pagine e paginette per chitarra dell'epoca, non riesce a celare la qualità finissima della musica, qualità invece assolutamente non comune in quel tipo di repertorio italiano che costituiva spesso l'inserto musicale della rivista "La chitarra" - immagino anche di altre pubblicazioni, ma su La Chitarra vado sul sicuro perché forse ne possiedo la raccolta completa. Le partiture di Fra Cassio mi sono state fornite da Marco Bazzotti, che è anche produttore del cd - collegato alla ripubblicazione di parti della rivista La Chitarra, recentemente avvenuta per Sinfonica a cura di Bazzotti e Vincenzo Pocci. Bazzotti potrebbe avere in animo di ripubblicare queste musiche - spero di sì, ne varrebbe la pena. Non mi sento però autorizzato a diffonderle senza la sua autorizzazione.
  3. Sul sito UNAMS viene pubblicata, da ieri, una cronistoria in tre puntate che racconta come si è arrivati a questo provvedimento. La ricostruzione parte da lontano e naturalmente è "di parte" . Pur non essendo io iscritto a quel sindacato sono colpito dal racconto dei fatti (che in parte conosco e condivido). Immagino che se ci sono inesattezze le altre parti chiamate in causa potranno intervenire per correggerle. Tra l'altro viene spiegata, nella puntata di oggi, l'origine di quelle righe aggiunte all'ultimo momento e che creano problemi a chi attualmente sta terminando gli studi nel vecchio ordinamento. Insomma, mi pare una lettura interessante anche per chi volesse controbattere la ricostruzione dei fatti che fa UNAMS nel linguaggio colorito della Liguori, sperando che chi ha qualcosa da controbattere riesca a farlo in modo altrettanto convincente. Finora sono uscite la prima e la seconda puntata, spero che la terza esca presto. Ecco il link: http://www.unams.it/Istituti_alta_cultura/default_i.htm
  4. OT: Grazie dei saluti che contraccambio! fine OT
  5. Non c'è di che. Il negozio è serio, l'anno scorso ho preso lo zoom direttamente da loro a Forlì. Ci saranno certamente videocamere meno costose in comemrcio, ma spesso il punto debole di questi prodotti è l'audio, non essendo pensati per un uso specifico come è quello dei musicisti; in questo prodotto si parla di un audio a 96.000 khz e 24 bit stereo, meglio della qualità cd... Il nuovo Zoom impone la tecnica di ripresa stereo MS; avranno avuto i loro motivi per farlo, certo è una delle tecniche stereo possibili e la possibilità di agire sul livello del segnale S è un'ulteriore chance per l'utilizzatore.
  6. Nel sito dove ho comprato l'hq3 l'anno scorso adesso reclamizzano l'hq2 a194 euro. Se è una evoluzione dell'hq3, a quel prezzo mi sembra un bel'acquisto... http://www.strumentimusicalionline.org/IT/cerca/zoom__q2hd__registratore_audio_video_digitale_hd_palmare__.aspx
  7. Come rapporto qualità prezzo credo che una delle cose migliori sia lo zoom hq3, registra audio stereo formato cd e video in alta definizione, il suo software permette di caricare direttamente su youtube con la possibilità di un minimo di editing audio e l'aggiunta di qualche effetto
  8. Non pretendo di dare risposte esaurienti. Mi pare che spesso all'estero le cose funzionino meglio che da noi dal punto di vista delle strutture, dei soldi, del personale. Ad esempio in Italia la riforma è stata gestita, almeno nel mio conservatorio, a "costo zero" nel senso che lo stesso personale di segreteria e gli stessi spazi hanno dovuto gestire una situazione fattasi di colpo complicatissima con la presenza simultanea di allievi del VO, preaccademico, trienni sperimentali, trienni ordinamentali, bienni sperimentali...accumulo di nuove materie, bandi per gli affidamenti, eccetera. Questo per anni ci ha fatto vivere nel caos, con corsi che partivano ad aprile o dopo, eccetera... Quando vedo gli spazi e le attrezzature, non dico del Royal College di Stoccolma o del Conservatoire di Lyon, ma perfino della Arts Academy di Hong Kong, e penso a come siamo messi noi dal punto di vista economico, organizzativo, burocratico... Quello poi che dicono i tuoi allievi, caro Carlo, non è contraddittorio con la situazione che ho appena descritto. Noi abbiamo (più o meno consapevoli) una tradizione, siamo circondati di cose belle (l'itinerario che faccio tutte le settimane a Bologna per recarmi da casa al conservatorio è mozzafiato, ogni tanto devo ricordarmelo perché si rischia di abituarsi a tutto nella vita), certe cose le abbiamo nei cromosomi...ricordo l'emozione con cui un compositore, che mi accompagnò a Firenze nella sala dei Cinquecento dove dovevo eseguire un suo pezzo, mi diceva che secondo lui l'aria di quel luogo era ancora satura di tutta la storia che ci precede...questo, senza essere retorici e senza chiudere gli occhi di fronte ai problemi, per me non è uguale a zero. Quanto ne siamo consapevoli o meno è un altro problema - certo pertinente anche quello. Ho letto il simpatico post sui coltelli...che dire? Favoritismi e cose simili credo ci siano in quantità...però preferisco guardare all'entusiasmo che hanno i ragazzi e che prende anche me quando penso alla bellezza con cui ci possiamo confrontare ogni giorno nel nostro lavoro in mezzo a mille ostacoli e meschinità, magari anche nostre; guardo quello e mi vien voglia di studiare, insegnare, suonare... A Bologna abbiam fatto 'sta due giorni su Segovia, le tre classi di chitarra han suonato, i tre docenti pure, anche in duo, son venuti a trovarci gratis Company , Tagliavini ed il poeta Rondoni che ha letto la sua commovente poesia su Segovia...insomma, abbiam fatto cultura, in quel bellissimo spazio che è la Sala Bossi...per chi c'era è stata una cosa bella; per me questo è altrettanto reale che guardare le cose che non vanno in me e negli altri, solo che questa bellezza mi fa venir voglia di lavorare meglio che si può...
  9. Alle chiare spiegazioni di Olivieri aggiungerei che probabilmente in Europa la cosa è più facile e forse anche più chiara la terminologia di riferimento. Il nostro conservatorio "riformato" con il nuovo ordinamento equivale ad esempio, in Spagna, al Conservatorio Superior. Giustamente a quel punto loro hanno anche altri conservatori, che da noi mancano, per i livelli inferiori di studio. A Madrid c'è un Conservatorio Superior ed altri conservatori, a La Coruna c'è il Superior ed un altro, in un edificio vicino. La legge recentemente approvata dice che ogni conservatorio italiano adesso deve attrezzarsi per mettere ad ordinamento i corsi di secondo livello, ed ha un anno di tempo per farlo: "105. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge le istituzioni di cui all'articolo 2, comma 1, della legge 21 dicembre 1999, n. 508 concludono la procedura di messa a ordinamento di tutti i corsi accademici di secondo livello." Una volta fato questo, il biennio conseguito avrà il valore che la legge gli attribuisce.
  10. Il biennio italiano non è un Master. La riforma italiana prevede infatti altri due livelli dopo il biennio (gli esami non finiscono mai, direbbe qualcuno...). master e dottorato. Bisognerà controllare bene le equipollenze con i titoli europei, ma credo che che con il biennio italiano si possa accedere al master, sia in Italia (se e quando ci sarà; a Bologna ne volevano attivare per ora uno solo, non ricordo in quale disciplina) che in Europa.
  11. Giusto, è un punto da chiarire, anche perché chi si diploma da ora in poi con il Vecchio Ordinamento potrà essere solo o un allievo interno al quale è stato dato a suo tempo il diritto di concludere il percorso di studi che aveva iniziato, o un privatista al quale, per lo stesso motivo, il Ministero ha concesso analogo diritto per qualche anno. Il ritardo nel rendere ordinamentale il biennio è solo dello Stato...perché discriminare?
  12. Nel sito UNAMS (non sono iscritto, ma ricevo le loro news) c'era un messaggio in data 18 dicembre dove si diceva che dopo l'approvazione della legge il legale del sindacato sarebbe stato a disposizione per chiarirne gli effetti pratici. Che i bienni diventino ordinamentali credo non possa che far piacere a tutti. Io non sono (non sono più) un entusiasta sostenitore della riforma; ma che al termine del nuovo (e per me assai discutibile) programma di studi si conseguisse solo un titolo "sperimentale" aveva proprio il sapore di una beffa. Che il nuovo titolo abbia spendibilità come laurea, finché quel che conta sono i pezzi di carta (e in Italia è così), è un'altra notizia che non può che rallegrare tutti, tranne forse il mondo della università. Oltre tutto si tratterà di una spendibilità in ambito europeo, come sono spendibili in Italia i titoli presi nei paesi europei. La equiparazione dei vecchi diplomi al biennio mi sembra, anch'essa, un atto dovuto (capisco che qui si va più sull'opinabile). Se ci fosse stata subito sarebbe stato meglio, prima non si poteva farlo anche perché il biennio era solo sperimentale.Non è certamente un bene che la legge di riforma del 1999 diventi pienamente operativa solo adesso. Una curiosità che mi rimane è: i possessori del vecchio diploma potranno ancora chiedere di iscriversi al biennio? Direi di sì, perché si tratta di due titoli diversi, anche se equipollenti come punteggio. Al momento, cioè, di fare domanda per un posto di lavoro chi ha il diploma vecchio più il biennio avrà punti corrispondenti al possesso di due lauree specialistiche, chi avrà solo il diploma avrà quindi meno punti. Però la curiosità rimane: finora i vecchi diplomi erano equiparati al triennio ed i loro possessori potevano automaticamente (previo esame di ammissione) accedere al biennio, adesso cosa cambia? E forse la questione più spinosa a cui accenna implicitamente Santorsa è: chi si è sottoposto ai due anni di biennio per avere un titolo di secondo livello può ritenersi defraudato dal fatto che questa legge ora lo riconosce già al vecchio diploma? E' anch'essa, a mio parere, una questione aperta da porre nelle opportune sedi legali; anche se, con due percorsi di studio diversi, ed un diverso titolo di studio (e quindi doppio punteggio per chi avrà vecchio diploma più biennio) non è che il sacrificio fatto abbia ricompensa pari a zero. Però è vero che uno potrebbe dire: "se non mi avessero detto che il mio vecchio diploma valeva solo come un nuovo triennio - come si diceva, ed ora non si può più dire - non mi sarei iscritto al biennio". Ed anche questo ha un senso. Ci sono quindi importanti questioni aperte, soprattutto per chi in questi lunghi anni dal 1999 ad oggi ha fatto scelte basandosi sulla situazione di una legge approvata, ma non ancora totalmente operativa. Questo non toglie che, per tutti gli altri ed anche per il futuro, si tratti di una ottima notizia, almeno così mi pare.
  13. Allora adesso è legge, approvata dalla camera. Notizie qui: http://www.unams.it/Istituti_alta_cultura/default_i.htm
  14. Ha ragione, sorry...meglio ancora!
  15. Certo, ci sono tanti problemi... E anch'io penso che la equiparazione del vecchio titolo andrebbe fatta con i bienni- chissà che non si arrivi anche a quello. Se però, dopo tanti anni di attesa (la legge è del 1999) e senza dover riiniziare da capo il cammino per per arrivare a questo riconoscimento nella nuova legislatura, il biennio cessa finalmente di essere sperimentale e diventa ordinamentale, ottenendo una equipollenza (ai fini dei concorsi) con la laurea... beh, a me sembra un gran bel risultato, per i conservatori e soprattutto per i loro studenti.
  16. Sembra ce l'abbiano fatta: Dopo anni di lotte, di battaglie vinte e anche di apparentemente perse, la tenacia, la passione e la competenza del sindacato UNAMS hanno avuto la meglio sui piccoli personalismi e sull’oscurantismo di tanti. Infatti, in questi ultimi due giorni, affiancando il Senato, con un’azione improvvisa e rapida, vissuta al cardiopalma (in perfetto stile UNAMS) è stata resa possibile l’approvazione in Senato di un emendamento che, dopo cinque secoli e dopo il famoso Art. 33 della Costituzione, va a rendere finalmente giustizia a tutte le Accademie e tutti i Conservatori di musica italiani; e consente soprattutto agli studenti e diplomati di ieri di oggi e di domani di entrare a testa alta in Europa. Il mio grazie e il mio pensiero va ai tanti che hanno creduto e combattuto con me: dall’On. Carelli alla Senatrici Burani e Sbarbati, al Sen.Asciutti, e soprattutto al Sen. Vita che, da uomo di cultura qual è, ha perfettamente compreso cosa significava per i nostri studenti non avere un titolo pari a quello dei loro colleghi europei e per questo spendibile in Europa. E proprio agli studenti, in particolare di Napoli, va il mio pensiero affettuoso perché anche attraverso il loro entusiasmo è stato possibile giungere a questo epocale riconoscimento. In ultimo un grazie a tutti gli amici UNAMS che mi hanno, a tutti i livelli sostenuto, in quella che è stata una grande battaglia morale e culturale. Dora Liguori Info: unams.it
  17. Dotguitar ha pubblicato il mio racconto della esperienza vissuta in giuria al Concorso 2012. Non è, anche quest'anno, una cronaca in senso stretto; si tratta piuttosto di appunti di osservazioni e considerazioni personali su quello che mi ha colpito in questa esperienza. L'articolo è qui: http://www.dotguitar.it/zine/inc_bon/benicassim2012.html
  18. La mia Gallinotti fu costruita proprio per Raffaele Suzzi, ed è del 1940. Ho visitato spesso Suzzi nella sua casa bolognese (stava a due passi dal conservatorio, in via Zamboni) e non mi risulta che abbia mai costruito chitarre. Mi sembra anche strano che nel 1940 lui si sia fatto fare un'altra chitarra oltre alla Gallinotti; di un liutaio Suzzi non ho comunque mai sentito parlare.
  19. Certo un grande lutto per la musica contemporanea, e la chitarra deve moltissimo ad Henze.
  20. Il M° nonché ingegnere Brignolo ne sa molta...e finalmente dopo 30 anni ho capito cosa potrebbe essere il famoso 15!
  21. Al mitico suo corso di Ginevra del 1982 Segovia regalò a noi allievi che dovevamo fare il saggio un mi cantino a testa. Il Maestro arrivò quel giorno con un enorme rullo dal quale tagliava le corde, le misurava ad una ad una con un calibro, assistito da Emilita Segovia, e ce le dava solo se andavano bene. La misura che lui considerava ideale era "15", cosa che a me non dice molto perché non so quale unità di misura usasse (ma lo sapeva bene e se ne meravigliò Rose Augustine, alla quale raccontai l'episodio anni dopo a New York) . Il mio mi cantino suonava benissimo, l'ho tenuto su per tanto tempo e l'ho cambiato con dispiacere, anche per il valore di ricordo affettivo - ma non solo per quello... Quando nella misurazione Segovia incontrava una corda che si discostava di molto dal suo diametro ideale diceva: "que barbaridad!". In effetti, i bassi si logorano molto più in fretta dei cantini ed anche se io finora ho sempre comprato e cambiato le mute intere - perché quelle si trovano nei negozi - immagino che qualche service tipo stringsbymail o simili possa fornire corde sfuse, il ché sarebbe molto più economico... Per me il momento migliore di una corda è...poco prima che diventi troppo vecchia: raggiunge, per poco tempo, una qualità che trovo decisamente superiore a quella della corda nuova appena montata.
  22. purtroppo temo che certe mode nel nostro ambiente siano abbastanza diffuse - qualche esempio è stato fatto anche sul forum (i docenti di conservatorio spagnoli, che, come mi ė stato confermato da più fonti, non darebbero l'idoneità all'insegnamento al candidato che suonasse con impostazione della mano destra simile a quella di Segovia).. In generale, poi, il tono di alcune "accuse" a Segovia è tipicamente "da chitarrista" , sia nel senso che non si trovano analogie paragonabili (di violoncellisti rispetto a Casals o pianisti rispetto a Cortot, per capirsi, personaggi a cui peraltro i rispettivi strumenti debbono molto meno di quanto la chitarra odierna debba a Segovia) sia nel senso che alcune delle accuse a lui rivolte potrebbero essere rivolte, a maggior ragione, ad altri chitarristi contemporanei o immediatamente predecessori di Segovia ed il cui nome è invece (giustamente) circonfuso di un aura di universale rispetto e magari tardiva valorizzazione (è di questi giorni la uscita della collana dedicata a Sainz De La Maza da Editorial Piles, con la prima edizione di una opera orchestrale di Ernesto Halffter , precedente il Concierto, nella quale la chitarra ha un ruolo importante). Ci sono poi aspetti anche buffi: nel thread di cui ho dato notizia, i difensori di Chapdelaine (a causa del video di una sua masterclass con Segovia), nel sostenere indignati come sia Chapdelaine sia stato "abused" da Segovia (come se l'avesse stuprato), nel loro furore difensivo dimenticano quanto lo stesso Chapdelaine dice alla fine del video, raccontando come gli fece bene la strapazzata e come proprio questa gli fece finalmente capire quel che finora non aveva capito....e dice più o meno che Segovia era come un insegnante che cercava di insegnare Dostoevski a gente che faceva ancora le aste...
  23. "most players"...addirittura, letteralmente, "la maggior parte degli esecutori".... E sulla mailing list, purtroppo, quasi tutti sembrano concordare con questo post... Ma non tutto il male viene per nuocere... Conservo alcuni di questi messaggi - almeno avrò qualcosa da mostrare ai tanti amici musicisti e compositori che ammirano Segovia: alcuni di loro infatti ancora faticano a credermi quando racconto loro di come oggi tra i chitarristi sia di moda parlar male di lui ...
  24. A chi avesse qualche dubbio sulla utilità del volume di Gilardino consiglio di leggere questa perla odierna dalla mailing list di chitarra: l'autore del seguente messaggio quasi si rallegra del fatto che Segovia sia finalmente schiattato... un bell'omaggio nel venticinquesimo... allora si capisce il valore di testimonianze come quella di Yepes: ed il valore e utilità del libro di Gilardino! Hi Patrick, The three people you mentioned (Chapdelaine, Bitetti and Yepes) have all been innovators of the guitar. I believe this is what Segovia saw in them and, being threatened, tried to reign in. I think Segovia demonstrated he was very limited in his ability to understand music as a sonorous image with integritas . Fingering is a very specific craft and its unfolding depends upon one's image of the music and one's hands and instrument. Chapdelaine had such an image and I know of no evidence that Segovia could tolerate any deviation from his mechanics and "arrangements" even though Michael's interpretation was superior - and at that young of age! I attribute this intolerance to Segovia's limitation of the knowledge base with which to judge a musical gestalt (and Chapdelaine had been exposed to the formalist environment which pervaded all the arts of FSU at the time). You have to realize that this event was in the early 80's when scholarship into music and aesthetics had advanced significantly beyond Segovia's guitar-based awareness, and most players, I believe by that time, were studying with him to enhance their resume and not for his insights into music o r technique. I think the evidence of that was how the guitar was held in such the low esteem by others knowledgable in the art music world as long as Segovia was dominant. Now he is gone and there is no one to dampen the outpouring of talent, skill and musical intelligence that has blossomed since his passing. New 19th and 20th century music that was ignored or hidden because Segovia didn't (or couldn't) play it is being "discovered" every decade. Worldwide, there are now probably 1000 children below the age of 16 who have greater technical ability than Segovia ever did. This has happened because he was here AND because he is gone. This is an example of the gift of mortality to the living. Knowing Chapdelaine and having had a conversation about this very thing, I know he was sincere in what he said (though I considered it a "teachable moment" to which Segovia couldn't relate and thus had to eject what he perceived as an oppositional student rather recognize and validate the one who stayed up the night before reworking the Albeniz to be as beautiful as it was). The day after Segovia got what he wanted: a compliant student who doubted himself and who wouldn't dare challenge him. I just think Segovia's magnetism was a result of his public personality and his iconic status. Though an innovator in his own right, I do not think he was much of an educator and a very inconsistent performing artist. Kevin Taylor
  25. Ho appena terminato la prima lettura del bellissimo libro (dico la prima perché credo che ci tornerò sopra più volte) e non posso che raccomandarlo caldamente. La comprensione che Gilardino qui propone della figura di Segovia si appoggia su numerose fonti: in particolare la bellissima autobiografia di Segovia uscita, solo in inglese, per MacMillan ed ora esaurita, le lettere di Segovia a Ponce – libro anch’esso ritirato a seguito di una controversia legale – il volume di Alfredo Escande sul soggiorno uruguayano di Segovia, la monumentale biografia segoviana di Poveda. Ma sono molte le opere lette e citate dall’autore, come i saggi su Segovia di Carlos Andrés Segovia e di padre Perdices, assistente spirituale di Segovia negli ultimi anni della sua vita, saggi entrambi pubblicati dalla Fondazione Segovia di Linares, il saggio di Escande su Carlevaro, ed altro… L’approccio di Gilardino alla figura di Segovia è profondo e pieno di rispetto; ha inoltre il merito di avere per la prima volta, a quanto ne so, riunito e confrontato testimonianze diverse sul grande artista, proponendone una sintesi scritta benissimo ed a tratti commovente. Leggendolo ho provato ancora un po’ di quella sensazione esaltante che ho provato frequentando direttamente Segovia e che riprovai quando l’anno scorso passai una mattina a leggere le sue lettere inedite a Madariaga o quando ci ritrovammo in un locale di Linares con Emilita Corral ed alcuni exallievi di Segovia, dopo la traslazione della salma da Madrid a Linares. Il fascino di qualcosa di umanamente vero che mi è successo di incontrare, e per il quale non posso che ringraziare.
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