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Si, tranne rari casi.

 

Qualcuno, un paio di mesi fa, ha definito così questo mio modo di procedere: "Se tu dovessi contare il numero di pecore dentro un recinto conteresti le zampe e divideresti per 4".

 

E' un lavoraccio, è vero, ma alla fine musica e memoria ne traggono vantaggio garantito.

 

Tra l'altro sono proprio fatto così: detesto la pappa pronta.

Qualsiasi cosa mi circondi (musicale o meno) si deve plasmare a mia esigenza e - in secondo piano - piacere.

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"Se tu dovessi contare il numero di pecore dentro un recinto conteresti le zampe e divideresti per 4".

 

LOOL!

Mi sembra calzi perfettamente!!!

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mi aggrego

leggere leggere leggere

attenzione alle diteggiature

spesso sono una trappola e ci si abitua a leggere più quelle che la musica

 

Cancellare tutti i numeri fuori e dentro i cerchietti e le lettere p, i, m e a dunque fotocopiare e iniziare a leggere.

 

Un momento. Cancellare i numeri delle diteggiature interpretative, è cosa che una ristretta percentuale di esecutori - secondo una mia valutazione, da considerare ottimistica, un dieci per cento, non di più - ha motivo di fare, per la semplice ragione che delle diteggiature non ha più alcun bisogno. Il rimanente 90% dei chitarristi, senza diteggiatura (mi riferisco sempre alla diteggiatura interpretativa) verrebbe lasciato per strada e, verrebbe data la stura a una serie infernale di errori di fraseggio (quando non di lettura), alla quale conseguirebbe un pesante aggravio di lavoro per i docenti: inon occorre fantasia morbosa per immaginare quale inferno diventerebbe una raccolta didattica non diteggiata. Senza contare i casi - nient'affatto rari, temo - di errori che i "docenti" non sarebbero in grado di cogliere: errori che, in buona parte, possono essere scongiurati di una corretta diteggiatura stampata.

 

Ci sono poi - non dimentichiamolo - le diteggiature strutturali, cioè quelle scritte dal compositore per specificare gli effetti di suono da lui escogitati: in mancanza di quelle, la musica non avrebbe quasi più senso, e sfido chiunque a sostenere che, senza le indicazioni delle corde scritte da HVL nel suo Studio n. 11, tutti i chitarristi sarebbero riusciti a capire che cosa diavolo intendeva il compositore: facciamo uno su dieci (il Natale si avvicina...)

 

Io proporrei un piccolo test, dal quale risulterebbe in modo lampante se il chitarrista sia o non sia in grado di diteggiare un pezzo: gli si consegna il testo di una melodia - dico, una semplice melodia -, un'aria, gli si dà una bella penna, e mezz'ora per restituirci il foglio con le legature di frase, le articolazioni, le forcelle, i segni dinamici e d'espressione, proprii. E poi vediamo: se il candidato ha individuato correttamente tutte le unità di frase, se ha scritto dove andavano scritti i segni di appoggiato, portato, tenuto, sforzato, staccato, etc., se ha disitribuito le dinamiche e i relativi movimenti in modo coerente, etc. etc., bene, allora gli faremo credito di saper diteggiare un pezzo per chitarra: la diteggiatura infatti è l'atto che conclude e realizza il progetto interpretativo, non quello da cui questo inizia. Se invece il candidato si sarà smarrito nel tentativo di comprendere una semplice melodia (e, vi ripeto, nove volte su dieci sarà così), ebbene, una buona diteggiatura non risolverà i suoi problemi, ma sicuramente limiterà i danni.

 

dralig

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Grazie a tutti dei preziosi suggerimenti...Credo ci vorrà pazienza e un discreto esercizio per migliorare nella prima vista. Del resto me lo aspettavo!

Tra qualche mese..(un bel pò di mesi forse) vi saprò dire cosa ne è stato di me in questo percorso..

:roll:

Ilaria

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Io proporrei un piccolo test, dal quale risulterebbe in modo lampante se il chitarrista sia o non sia in grado di diteggiare un pezzo: gli si consegna il testo di una melodia - dico, una semplice melodia -, un'aria, gli si dà una bella penna, e mezz'ora per restituirci il foglio con le legature di frase, le articolazioni, le forcelle, i segni dinamici e d'espressione, proprii. E poi vediamo: se il candidato ha individuato correttamente tutte le unità di frase, se ha scritto dove andavano scritti i segni di appoggiato, portato, tenuto, sforzato, staccato, etc., se ha disitribuito le dinamiche e i relativi movimenti in modo coerente, etc. etc., bene, allora gli faremo credito di saper diteggiare un pezzo per chitarra: la diteggiatura infatti è l'atto che conclude e realizza il progetto interpretativo, non quello da cui questo inizia. Se invece il candidato si sarà smarrito nel tentativo di comprendere una semplice melodia (e, vi ripeto, nove volte su dieci sarà così), ebbene, una buona diteggiatura non risolverà i suoi problemi, ma sicuramente limiterà i danni.

 

 

Interessante ma per fare questo...

caro Magister, molti dovrebbero passare il proprio tempo non solo con il... metronomo... ma con quelle cosine che sembrano apparentemente essere fuori... " tema" a molti chitarristi..

 

mi viene in mente una cosa, perché di tutte (o quasi) le opere didattiche ad esempio, conosco solo l' op.39 di Diabelli che é completa di articolazioni e fraseggi... e delle opere di Sor, Giuliani ecc e di molte composizioni per chitarra vedere una semplice legatura di frase... é

cercare una rosa nel deserto..?

come mai nei testi di pianoforte e altro sono ricchissimi di tutto ciò?

che noi chitarristi ci accontentiamo al massimo della... frutta...? :)

 

ricordo con estremo piacere il manoscritto della sonata di Turina, cosi chiara nelle sue articolazioni di frase e altro ma.. ma che fine hanno fatto nell'edizione Schott...? avevano problei con "finale" i copisti...? :)

 

Si sono perfettamente d'accordo sul test...

io oserei di più... far semplicemente cantare anche una semplice partitura corale ad esempio senza l'ausilio dino strumento al max di un solo diapason se proprio...e....

 

ma stiamo uscendo fuori " tema chitarra" vero? :)

pardon...

 

 

m

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Ospite Nicola Mazzon

E' assolutamente vero, ci sono docenti che si prestano a diteggiare dei passaggi pensando a fare il minor sforzo possibile cn la sinistra invece di pensare che prima c'è da tener conto di non interrompere una frase o non cambiare il timbro del suono durante una fraseggio...purtroppo...

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ricordo con estremo piacere il manoscritto della sonata di Turina, cosi chiara nelle sue articolazioni di frase e altro ma.. ma che fine hanno fatto nell'edizione Schott...? avevano problei con "finale" i copisti...? :)

 

Turina, musicista insigne, adoperò le legature di frase anche per "illustrare" la natura melodica del secondo tema, mentre le omise nell'area del primo tema per far comprendere la necessità di un fraseggio scandito e picchettante. Gli incisori tedeschi dell'epoca erano i migliori del mondo, e non avevano alcun problema: gli è che a loro non giunse mai il manoscritto che noi oggi conosciamo, ma una copia di pugno di Andrés Segovi, e fu da quella che venne tratta l'edizione.

 

 

 

Si sono perfettamente d'accordo sul test...

io oserei di più... far semplicemente cantare anche una semplice partitura corale ad esempio senza l'ausilio dino strumento al max di un solo diapason se proprio...e....

 

ma stiamo uscendo fuori " tema chitarra" vero? :)

pardon...

 

 

m

 

Già che ne siamo usciti, e per stare nel tema che hai proposto tu, ti racconto un aneddoto: nel 1956, si presentò al Conservatorio di Milano, allora retto dal grifagno Giorgio Federico Ghedini, un ragazzo di campagna, per sostenere in qualità di privatista l'esame di teoria e solfeggio. Era stato a ciò preparato da un vecchio docente, un novantenne che insegnava al paesello con il metodo antico, e ignorava i regolamenti degli esami in conservatorio. Quando il famoso prof. Micheli suonò le otto battute del dettato melodico tutte d'un fiato, riservandosi poi di ridettarle due per volta, il contadinello le scrisse all'istante, e poi si guardava attorno terrorizzato perché aveva scritto solo le altezze, ma non "tutto" il ritmo. Esterrefatto, Micheli richiamò l'attenzione dei colleghi (proff. Gentilucci e Cavanna) sul fatto insolito, e anche quelli ci rimasero. Ma il bello doveva ancora venire. Alla prova orale, i tre magi diedero al candidato il foglio del "solfeggio difficile in chiave di sol", e quello, senza perdere un istante e senza alcun riferimento (diapason, pianoforte) , glielo...cantò nel tono giusto, salti di settima, mordenti e gruppetti compresi,

 

dralig

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Che bei... tempi!! Da auspicare che ritornino più... spesso :D

 

p.s.

ricordo al mio esame di composizione ( il compimento inferiore) anni fa

che uno dei commissari si "lamentava" di aver avuto a suo... tempo un "basso dato" da... Ghedini..!

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Che bei... tempi!! :D:)

 

da auspicare che ritornino più... spesso :D

 

p.s.

ricordo al mio esame di composizione ( il compimento inferiore) anni fa

che uno dei commissari si "lamentava" di aver avuto a suo... tempo un "basso dato" da... Ghedini...shock: : :D

 

m

 

Immagino che roba. Del resto, capitò di impazzire su una fuga e poi di vedere che anche il docente vi si impantanava e, per venirne fuori, doveva alterare il soggetto...che aveva scritto lui...

 

dralig

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invece di star sempre a dire che i chitarristi non sono all'altezza, come gli altri musicisti, di leggere uno spartito, perchè non iniziamo a descrivere quali indicazioni seguire per diteggiare correttamente un brano? Mi sembra più costruttivo ed educativo da parte di Maestri, che limitarsi a fare bilanci più o meno probabili sulla situazione dei chitarristi.

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