Angelo Gilardino Inviato 14 Settembre 2006 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 14 Settembre 2006 a mio parere una delle pagine più alte (diciamo pure più belle) della letteratura per chitarra Su questo punto, nessun musicista degno nutrirebbe mai il minimo dubbio, quand'anche non gli piacesse soggettivamente la severità calvinista delle "Quatre Piéces" e, in generale, della musica di Frank Martin. Ricordo l'algida cortesia con la quale il compositore rispose a una mia richiesta di comporre un altro pezzo per chitarra. Nonostante fossero gli anni della scoperta delle ""Quatre Pièces" anche da parte dei chitarristi (dopo che la composizione era stata valorizzata nientemeno che da Ernest Ansermet), il suo diniego, benché formale, equivaleva a un: "Chitarra e chitarristi? Dio ne scampi e liberi. Mai più!". dralig
Angelo Gilardino Inviato 14 Settembre 2006 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 14 Settembre 2006 a mio parere una delle pagine più alte (diciamo pure più belle) della letteratura per chitarra Su questo punto, nessun musicista degno nutrirebbe mai il minimo dubbio, quand'anche non gli piacesse soggettivamente la severità calvinista delle "Quatre Piéces" e adoro Calvino Ah si? Perdoni la mancanza (temporanea e del tutto occasionale, Le assicuro) di discrezione, ma dalla Sua prosa in questo forum proprio non si direbbe. La mia, s'intende, è una notazione puramente letteraria, e sono pronto ad arrendermi, una volta di più in vita mia, alla constatazione che le vie del Signore sono davvero infinite. dralig
Alfredo Franco Inviato 14 Settembre 2006 Group: Membri Topic Count: 84 Content Count: 1188 Reputation: 77 Joined: 03/12/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato 14 Settembre 2006 Voglio esprimere un piccolo e lapalissiano parere. Se Segovia, che ne fece richiesta a Martin, avesse poi apprezzato e registrato il risultato di tanto sforzo creativo, non sarebbe cambiato nulla. E' un mirabile lavoro che è comunque riuscito a conquistarsi un posto al sole, nonostante l'endemica ritrosia dei chitarristi nei confronti di certa letteratura "severa". (A proposito, qualcuno, prima o poi inciderà la Sonata di Desderi???) Peggior sorte è toccata, ad esempio, alla Fantasia-Sonata di Manen, che pur vantando una mirabile incisione segoviana pare sia finita nel dimenticatoio! Cosa dire...
Angelo Gilardino Inviato 14 Settembre 2006 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 14 Settembre 2006 Voglio esprimere un piccolo e lapalissiano parere. Se Segovia, che ne fece richiesta a Martin, avesse poi apprezzato e registrato il risultato di tanto sforzo creativo, non sarebbe cambiato nulla. E' un mirabile lavoro che è comunque riuscito a conquistarsi un posto al sole, nonostante l'endemica ritrosia dei chitarristi nei confronti di certa letteratura "severa". (A proposito, qualcuno, prima o poi inciderà la Sonata di Desderi???) Peggior sorte è toccata, ad esempio, alla Fantasia-Sonata di Manen, che pur vantando una mirabile incisione segoviana pare sia finita nel dimenticatoio! Cosa dire... L'egregio Marcello Rivelli, chitarrista sottile che vive alla macchia in Abruzzo, ha inciso in un suo pregevole CD l'ultimo tempo della Sonata di Desderi, Toccata e Fuga. Non ha potuto incidere l'intera Sonata perché, all'epoca in cui scelse il programma, del lavoro di Desderi era disponibile e pubblicato soltanto il quarto tempo. Altrimenti, sono certo che non si sarebbe tirato indietro. E non è detto che non provveda in un prossimo futuro a colmare questa lacuna. dralig
Angelo Gilardino Inviato 14 Settembre 2006 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 14 Settembre 2006 Cosa dire... ma per esempio che i chitarristi hanno talvolta un rapporto feticistico con certe pagine del proprio repertorio (novecentesco e non) e che se guardassero a questo con una profonda capacità analitica, (nel più ampio contesto della storia della Musica) alcuni paginoni si potrebbero utilizzare per costruire grandi aeroplani di carta altre paginette risplenderebbero di luce propria...il problema, a quanto pare, stà anche nell'onestà (direi anche serenità), tutta intellettuale, dell'espressione di giudizio per tutto ciò che sta in mezzo tra la cartaccia e ciò che risplende Sa, Fabio, ai rappresentanti di una categoria che usa abbondantemente, sia nella conversazione che negli scritti, la locuzione "il nostro strumento", sembra una perfidia (ma Lei dev'essere davvero un tipo perfido) augurare l'accesso a "una profonda capacità analitica". Più che un adoratore di Calvino, Lei è un emulo del marchese de Sade. dralig
Emanuela l. Rosenthal Inviato 14 Settembre 2006 Group: Membri Topic Count: 12 Content Count: 270 Reputation: 0 Joined: 20/11/2005 Status: Offline Inviato 14 Settembre 2006 ...riletto da Klossowski 8) ...nel leggere quest'articolo non mi fiderei molto della sua rilettura... http://digilander.libero.it/biblioego/klobalt.htm
Angelo Gilardino Inviato 14 Settembre 2006 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 14 Settembre 2006 Voglio esprimere un piccolo e lapalissiano parere. Se Segovia, che ne fece richiesta a Martin, avesse poi apprezzato e registrato il risultato di tanto sforzo creativo, non sarebbe cambiato nulla. Per la verità, non abbiamo la certezza che sia stato Segovia a chiedere a Frank Martin di scrivere un pezzo per lui. Segovia, in quegli anni, ci andava piano nel chiedere pezzi nuovi, perché era già sommerso di musica che non riusciva ad assorbire, e questo lo metteva spesso in imbarazzo con gli autori. In una lettera scritta a Ponce, fa un elenco (sommario) di autori che hanno scritto pezzi che lui non ha suonato, e osserva preoccupato che costoro erano tutti critici che scrivevano sui giornali più importanti...da ciò, il suo timore di incappare in qualche critica avversa, dettata dal malumore. Omise di chiedere musica a Ravel, Bartok e Stravinskij, proprio perché temeva di creare situazioni insostenibili...Io ho letto quello che gli scrissero certi compositori delusi, e ne sono rimasto esterrefatto. Segovia abitò a Ginevra dal 1925 al 1935, e ovviamente familiarizzò con i compositori ginevrini o comunque svizzeri. Quasi tutti scrissero per lui: Martin, la Peyrot, Gagnebin, Sulzberger, Haug...Segovia non suonò nulla, salvo due pezzi di Haug (ma molti anni dopo). Nessuno ne fece una tragedia. Su come si svolsero i fatti, abbiamo solo una versione di seconda mano - la moglie di Martin. Troppo poco per trarre delle conclusioni... dralig
Ospite Anonymous Inviato 22 Settembre 2006 Inviato 22 Settembre 2006 Avevo sentito parlare anche di una versione pianistica e addirittura di una orchestrale delle pièces di Martin... Se è vero sarebbe uno dei pochi casi in cui si è trascritto dalla chitarra alla tastiera e non il contrario... Ma esistono da qualche parte le partiture o (meglio ancora) delle registrazioni di queste altre versioni?
Angelo Gilardino Inviato 22 Settembre 2006 Group: Membri Topic Count: 87 Content Count: 2241 Reputation: 100 Joined: 24/11/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato 22 Settembre 2006 Avevo sentito parlare anche di una versione pianistica e addirittura di una orchestrale delle pièces di Martin... Se è vero sarebbe uno dei pochi casi in cui si è trascritto dalla chitarra alla tastiera e non il contrario... Ma esistono da qualche parte le partiture o (meglio ancora) delle registrazioni di queste altre versioni? Certo che esistono. E il caso di composizioni scritte per chitarra che passano al pianoforte o all'orchestra non è poi così raro. dralig
baolo Inviato 26 Settembre 2006 Group: Membri Topic Count: 2 Content Count: 14 Reputation: 0 Joined: 11/08/2006 Status: Offline Inviato 26 Settembre 2006 Insomma...poco importante. Io li ho in repertorio da due anni circa: sono una scoperta continua. Sono di un gusto formale e di un'invenzione straordinaria. Vi si sente, a mio avviso, la mano di un compositore "a 360°". La sua poetica, le sue scelte stilistiche e formali non sono state tradite e tantomeno a mio avviso tradiscono le potenzialtà dello strumento. Certo che non essendo lui chitarrista a livello tecnico presentano una certa difficoltà...e anche a livello più prettamente musicale. Sono tra i miei pezzi preferiti. Poi si possono considerare il primo vero pezzo contemporaneo per chitarra. I pezzi coevi, ad esempio Ponce-Villa-lobos, Turina insomma il repertorio "segoviano" restano legati agli stilemi linguistici del primo novecento, delle Avanguardie storiche. I pezzi di Martin, nonostante non siano assolutamente estremi, sono completamente diversi! Baolo
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