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mmm... forse mi sono spiegato male.

 

Innanzitutto la frase "non c'è niente da fare" era riferita al post di Dralig, Fabio stava scrivendo contemporanemente a me e quindi ho visto solo ora il suo post di risposta.

E poi quello che dicevo io era proprio che al giorno d'oggi è molto più facile per un artista essere riconosciuto mentre nel passato (e questa non è opinione ma storia) ci sono moltissimi casi di rivalutazioni post-morte.

 

Poi sono d'accordo che si può e si deve fare tanto.

 

Non riesco a parlare di "arte" così genericamente perchè credo che il rapporto sia stretto, personale.

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Io mi sento abbastanza in linea con il pensiero di Monch. Oggi l'arte è diventata "usa e getta".

Si segue prima un interprete o compositore di grido. Dopo qualche anno scompare per far posto altri interpreti e compositori apportatori di nuove verità. E così via.

 

Non è vero che non si può far niente. Possiamo fare molto, invece. Prima di tutto non comprando più spartiti o CD inutili che vanno solo ad impolverarsi sugli scaffali. Non prendendo per vero tutto ciò che ci propinano le riviste o i concorsi. Contrastando anche (ovviamente utilizzando solo mezzi inoffensivi!), l'avanzata di nuovi barbari, con tutte le forze culturali e semantiche. Insomma, imparando a scegliere e a discernere con la nostra testa (può sembrare facile, ma non lo è affatto!).

 

Il forum è un ottimo strumento per operare in questo modo, perché non fa capo ad interessi economici o ideologici. Ognuno si sente libero di dissentire dalle idee degli altri, nel pieno rispetto però della persona, e proporre, se possibile, visioni alternative dell'oggetto del contendere. Altrimenti il rischio sarebbero quello di fare solo delle critiche che si disperdono al primo vento.


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Leggevo alcuni spunti interessanti sull'argomento in questo articolo:

http://www.altrisuoni.org/rubriche/articoli/artistidentikit.htm

 

In un mondo dove il ritmo del tempo ha sostituito la "corsa" (e spesso anche la "rincorsa") a quello del pensiero, le qualità creative e introspettive non possono che soffrirne.

D'altra parte, condividendo ciò che scrive Francesco, è l'individuo che alla fine fa differenza, sia nella creazione che nella fruizione dell'arte.

 

 

 

Butterfly


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In questi giorni sto ascoltando frequentemente le ultime sonate di Beethoven.

 

Non poso esimermi dal figurarmi i volti, le espressioni, i commenti dei suoi contemporanei...


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Chiaro.

 

Il mio è un esempio per sottolineare come si sia sempre creata una sorta di frattura fra artista e fruitore, nel caso specifico poi la frattura dura ancora oggi perchè non è necessario far ascoltare un brano dodecafonico di Castiglioni per suscitare sguardi stupefatti, a volte una sonata scritta 200 anni fa sortisce ancora lo stesso effetto.


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Chiaro.

 

Il mio è un esempio per sottolineare come si sia sempre creata una sorta di frattura fra artista e fruitore, nel caso specifico poi la frattura dura ancora oggi perchè non è necessario far ascoltare un brano dodecafonico di Castiglioni per suscitare sguardi stupefatti, a volte una sonata scritta 200 anni fa sortisce ancora lo stesso effetto.

 

Mi sembra ovvio. Come esistono diversissimi livelli nella creazione e nell'interpretazione, così anche l'ascolto si colloca su infinite gradazioni ci sensibilità percettiva, di intelligenza, di raffinatezza, di erudizione: potremmo dire, senza tema di smentita, che anche quello dell'ascoltatore, come quello del compositore e dell'interprete, è un mestiere che ha le sue tecniche, il suo apprendimento, la sua evoluzione - o involuzione -, insomma la sua storia.

 

dralig


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è una cosa ovvia eppure è davvero bene ricordarlo. Ci stavo pensando giusto oggi mentre cucinavo (il tipico piatto veneto "risotto col tastasal"). Metto tutta la mia arte e passione nel cucinare, ma i degustatori che mi danno soddisfazione con qualche commento più di "buono" sono pochi. Solo un tal Lorenzo ha apprezzato con osservazioni attinenti lodando le dosi dei vari ingredienti e i metodi di preparazione dei piatti.

Se persino il palato è soggetto a sensibilità ed addirittura cultura, figuriamoci quando si parla di musica.


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Da un'intervista del Corriere della Sera del 13 Aprile 1993 a Giuseppe Sinopoli:

 

Ma sono stati i geroglifici a sedula Sinopoli?

«Sono una cosmogenesi, un modo di scrivere il mondo riservato a una stretta cerchia, così come a una stretta cerchia è riservata la conoscenza. L'importante era che fossero visti prima ancora che compresi. La stessa cosa si potrebbe dire per la musica. Sono davvero pochi quelli che la ascoltano decifrandone le leggi. Eppure per goderla non ce n'è bisogno».


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Da un'intervista del Corriere della Sera del 13 Aprile 1993 a Giuseppe Sinopoli:

 

Ma sono stati i geroglifici a sedula Sinopoli?

«Sono una cosmogenesi, un modo di scrivere il mondo riservato a una stretta cerchia, così come a una stretta cerchia è riservata la conoscenza. L'importante era che fossero visti prima ancora che compresi. La stessa cosa si potrebbe dire per la musica. Sono davvero pochi quelli che la ascoltano decifrandone le leggi. Eppure per goderla non ce n'è bisogno».

 

L'affinamento della capacità di ascolto non passa necessariamente attraverso l'acquisizione della capacità di decifrazione e di analisi della musica scritta - in questo ha ragione Sinopoli. Altrimenti non sarebbe spiegabile il fatto - peraltro evidente - che molti intellettuali non musicisti abbiano una conoscenza del repertorio sinfonico, operistico e cameristico superiore a quello dei professori di musica (docenti, orchestrali, etc.). Attenti però a non cadere in un equivoco: mentre è chiaro che per un Umberto Eco non ci sono problemi nell'ascoltare indifferentmente "La Traviata" o il "Wozzeck", lo stesso non può dirsi della stragrande maggioranza del pubblico dell'opera, che adora Verdi ma si blocca davanti a Berg, o degli appassionati di pianoforte, che conoscono Chopin come i pianisti ma che proprio non ce la fanno con Bartok...

 

dralig


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Beh ci sono certi interpreti che non riescono a rendere comprensibili le partiture dei vari Berg, Bartòk, Shonberg, Webern, Wagner etc etc. Altresì ci sono appassionati che non riescono ad aprire la loro mente (forse una questione di pregiudizio?) al compositore e all'interprete.

 

Quando questo tipo di musica è suonata bene, alla maggior parte della gente che sta ascoltando, piace. Ho un cd di Berg eseguito da Sinopoli con la Staatskapelle Dresden e uno su Webern eseguito dall'Hilliard Ensemble che sono riuscito a far piacere anche ai più "classicisti" nel senso puro del termine ;)

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