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Ascoltando le innumerevoli incisioni della Suite 996(che inserisco nel mio programma di diploma) ho notato, nelle esecuzioni di vari chitarristi, modi molto diversi di intendere i mordenti (semplici) che abbelliscono la scrittura nell'originale per liuto. Molti noti esecutori (Isbin, Williams...) vi sostituiscono mordenti doppi; inoltre inseriscono trilli alla fine di numerose cadenze.

 

Vorrei sapere dunque se, nella prassi esecutiva barocca, l'esecuzione del mordente semplice non corrisponde a quella odierna (in tal modo sarebbero storicamente fondate le interpolazioni dei chitarristi citati); oppure se la scrittura (sull'originale x liuto) di Bach sia incompleta e dunque è necessario "integrarla" con abbellimenti, attraverso uno studio di altre composizioni barocche; oppure se, infine, è preferibile un'esecuzione "letterale" (solo mordenti semplici).

 

Grazie a tutti!

 

Andrea


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Ascoltando le innumerevoli incisioni della Suite 996(che inserisco nel mio programma di diploma) ho notato, nelle esecuzioni di vari chitarristi, modi molto diversi di intendere i mordenti (semplici) che abbelliscono la scrittura nell'originale per liuto. Molti noti esecutori (Isbin, Williams...) vi sostituiscono mordenti doppi; inoltre inseriscono trilli alla fine di numerose cadenze.

 

Vorrei sapere dunque se, nella prassi esecutiva barocca, l'esecuzione del mordente semplice non corrisponde a quella odierna (in tal modo sarebbero storicamente fondate le interpolazioni dei chitarristi citati); oppure se la scrittura (sull'originale x liuto) di Bach sia incompleta e dunque è necessario "integrarla" con abbellimenti, attraverso uno studio di altre composizioni barocche; oppure se, infine, è preferibile un'esecuzione "letterale" (solo mordenti semplici).

 

Grazie a tutti!

 

Andrea

 

Prova a curiosare qui..

Paul Badura-Skoda

Interpretare Bach su strumenti a tastiera-

Gioiosa Editrice

 

mr


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Ascoltando le innumerevoli incisioni della Suite 996(che inserisco nel mio programma di diploma) ho notato, nelle esecuzioni di vari chitarristi, modi molto diversi di intendere i mordenti (semplici) che abbelliscono la scrittura nell'originale per liuto. Molti noti esecutori (Isbin, Williams...) vi sostituiscono mordenti doppi; inoltre inseriscono trilli alla fine di numerose cadenze.

 

Vorrei sapere dunque se, nella prassi esecutiva barocca, l'esecuzione del mordente semplice non corrisponde a quella odierna (in tal modo sarebbero storicamente fondate le interpolazioni dei chitarristi citati); oppure se la scrittura (sull'originale x liuto) di Bach sia incompleta e dunque è necessario "integrarla" con abbellimenti, attraverso uno studio di altre composizioni barocche; oppure se, infine, è preferibile un'esecuzione "letterale" (solo mordenti semplici).

 

Grazie a tutti!

 

Andrea

 

E' estremamente interessante la questione degli abbellimenti nella musica barocca per quanto riguarda l'interpretazione. Abituati ad una pratica esecutiva molto distante dalla nostra, all'interno della quale il fatto improvvisativo appariva come qualcosa di normale e la fissazione del testo musicale (come la intendiamo noi adesso) era ancora di là da venire, gli esecutori barocchi certo non si sarebbero mai posti questo problema (e non semplicemente per questioni biografiche).

L'idea di dover far suonare in modo storicamente autentico qualunque cosa ci inibisce talmente tanto da farci sobbalzare ogniqualvolta viene lasciato ad un interprete uno spunto di creatività "quasi -compositiva" .

In realtà, da un punto di vista "ideale", non esiste una prassi esecutiva "barocca" per eseguire gli abbellimenti: quella che noi definiamo tale è un tentativo di fissazione del testo iniziato secoli dopo l'effettiva stesura di quegli spartiti, figlio della tipica tendenza contemporanea di schiacciare il testo sull'interpretazione, eliminando (o meglio limitando il più possibile) quello spazio di libertà che si pone fra il testo e l'esecutore.

Ovviamente tutto questo ragionamento non sta a voler giustificare qualunque scelta, qualunque strategia esecutiva, ma semplicemente che nell'affrontare gli abbellimenti si dovrebbe seguire un orizzonte estetico, dove la facoltà giudicante non è altro (o almeno in massima parte) che il gusto musicale, anzichè rinchiudersi in una prospettiva angustamente normativa, dominata dalla penna e dal calamaio...certo, per l'esame forse è meglio che ci vai calmo, non credo che la pensino tutti come me...


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Vorrei sapere dunque se, nella prassi esecutiva barocca, l'esecuzione del mordente semplice non corrisponde a quella odierna (in tal modo sarebbero storicamente fondate le interpolazioni dei chitarristi citati); oppure se la scrittura (sull'originale x liuto) di Bach sia incompleta e dunque è necessario "integrarla" con abbellimenti, attraverso uno studio di altre composizioni barocche; oppure se, infine, è preferibile un'esecuzione "letterale" (solo mordenti semplici).

 

Grazie a tutti!

 

Andrea

 

La prassi esecutiva barocca è abbastanza ben documentata da alcuni trattati, ma questi non riguardano la fattispecie dell'esecuzione chitarristica. Nell'adottare tali prassi, è importante tenere conto di alcuni fattori importantissimi, che poi determinano in pratica il modo di eseguire gli abbellimenti e di aggiungere eventualmente le ornamentazioni non scritte. Il fattore più importante è la strumentalità. Gli abbellimenti venivano scritti (o improvvisati) sulla tastiera del clavicembalo si in base a un criterio estetico, ma sempre e comunque anche in base a un criterio di praticità e di efficacia. La condizione primaria dell'abbellimento è la sua spontaneità digitale: il cembalista lo colloca in corrispondenza alla disponibilità delle dita, alla convenienza delle alternanze, e non dove risulta digitalmente problematico. Quindi, nell'eseguire con la chitarra le musiche scritte per altri strumenti, è del tutto legittimo conservare gli abbellimenti originali solo nella misura in cui combaciano favorevolmente con le diteggiature chitarristiche. Altrimenti, è lecito sopprimerli. Così come è lecito collocare abbellimenti non scritti dove la diteggiatura li mette sul piatto d'argento.

 

I trilli cadenzali vanno suonati in genere forte, e con la chitarra spesso ciò non è possibile. Piuttosto che un trillo abbreviato e stenterello, è meglio lasciare la cadenza non ornata.

 

dralig


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gli abbelliemnti su 2 corde mi sa che non li ha inventati lui...

 

l trillo su due corde lo ha inventato Mauro Giuliani - o perlomeno non si conosce altri che prima di lui lo abbia esplicitamente prescritto.

 

dralig


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gli abbelliemnti su 2 corde mi sa che non li ha inventati lui...

 

 

mi sembra sia la stessa cosa che sostiene Yates nel suo articolo quando dice:

 

Although it is only relatively recently that modern guitarists have embraced the technique, cross-string ornamentation itself is not a recent phenomenon. Though earlier plucked instrumentalists usually employed slurred ornaments (as shown by the left-hand finger dispositions indicated in tablatures, fingerings in notated scores and descriptions in historical treatise and method books), it turns out that a number of early "pluckers" did in fact use the cross-string technique as well.

 

 

poi in ordine cita De Murcia, Bremmer, Molitor, Carulli e Giuliani...infine "I'll give some ideas here about how to perform and practice them."

 

mi sembrava un buon inizio, senza pretese filologiche

 

La cosa che mi ha fatto un po' sorridere è il fatto che parli di esecutori "antichi", arrivando al massimo fino a Giuliani, e salti a piè pari l'ultimo secolo di esecutori. Non ho mai conosciuto neppure uno studente (di buon livello s'intende) che non potesse eseguire gli abbellimenti in quel modo e mai avrei pensato che questa potesse essere descritta come una tecnica adottata "relatively recently" dai chitarristi moderni. Non ho sottomano molte trascrizioni segoviane, ma non mi stupirei se anche il maestro spagnolo avesse usato questo tipo di tecnica (anche se Yates ipotizza, pur sempre blandamente, Lagoya) .

Non è che voglio fare una crociata contro questo chitarrista, mi ha fatto strano che dipingesse questa tecnica come qualcosa di "speciale" (al pari, che ne so, del tremolo a 4 dita alla Yamashita), quando è una tecnica largamente condivisa, come l'appoggiato.

Intendiamoci, fa bene a far pubblicità alle sue pubblicazioni, nessuno scandalo, poi, come giustamente osserva Fabio, non è che avesse l'intento programmatico di descrivere filologicamente la nascita di tale tecnica.

Ripeto, sono rimasto solo un po' sorpreso, perché è una tecnica che mi piace molto (molto percussiva e vicina alle sonorità clavicembalistiche) e che avevo sempre sentito usare..una prospettiva "storica" (per quanto senza grosse pretese) mi ha fatto un po' strano..

 

Per dralig:

Scusi, Maestro, che brano ha dedicato a Stanley Yates?


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Inviato

 

Per dralig:

Scusi, Maestro, che brano ha dedicato a Stanley Yates?

 

Più di uno. Gli ho dedicato un brano per chitarra sola che mi aveva richiesto lui stesso, per un'antologia di compositori contemporanei che avrebbe poi pubblicato presso Mel Bay. Il brano s'intitola "Winterzeit", fu scritto nel 2000 ed è una meditazione su un motivo di Robert Schumann, precisamente sul brano per pianoforte così intitolato nell'album per la gioventù. La richiesta di Yates mi giunse in un periodo in cui stavo ascoltando - anzi, fresandolo a furia di ascoltarlo - il disco LP di Benedetti Michelangeli con quel pezzo. Era da nove anni che non scrivevo un pezzo per chitarra sola, e disperavo di poterlo fare. Invece, con quel pezzo mi riaffezionai alla chitarra sola e negli anni seguenti scrissi parecchie altre composizioni per sole sei corde. Nel 2004 scrissi "Ikonostas", e la dedicai a Yates perché mi aiutò nel mettere a punto alcune diteggiature che io avevo in mente, ma alle quali lui mi suggerì alternative migliori. Era la prima volta che scrivevo per l'accordatura in sol e avevo bisogno di aiuto. Yates si era impratichito della chitarra russa e mi diede una mano. Infine, gli ho dedicato - un po' ironicamente - la mia versione per flauto, viola e chitarra di "Asturias". L'ho fatto perché lui ha realizzato una bella trascrizione per chitarra sola, e allora l'ho un po' provocato. Va da sè che è un amico e un ottimo interprete della mia musica.

 

dralig

Ospite Attademo
Inviato

Cari Amici, vedo che l'argomento abbellimenti stimola molte riflessioni.

Devo dire che anch'io mi sono interrogato ultimamente sull'efficacia degli abbellimenti nella musica di Bach sulla chitarra e fino ad oggi ho seguito il buon senso strumentale a cui si appella Angelo Gilardino. Ultimamente ho sentito l'esecuzione di Paul Galbraith e allora mi sono documentato un po' di piu' sull'argomento. Devo dire che la quantità di trattati o precettistica/normativa dell'epoca barocca sull'argomento non è solo in buon numero, ma vasta. Ho capito da questo alcune cose. Ogni autore ha la sua linea, ovviamente personalizzazione di tendenze che hanno a che fare con l'area culturale in cui il compositore opera (Francia, Italia ecc.) Non c'è una regola assoluta, mai, e spesso all'interno dello stesso autore si danno casi interpretabili in modi diversi (vedi Scarlatti) perché resta ferma la precedenza della prassi sulla teoria. Terzo, e decisivo fatto, è impossibile sulla base della ricostruzione filologica riappropriarsi a pieno della cultura musicale che genera gli abbellimenti, perché è una koiné che si è persa con il classicismo. Cio' non toglie che si possa frammentariamente riprendere quello spirito e allora i trattati diventano essenziali, ma soprattutto entrare nell'estetica barocca, nel modo di intendere per esempio il ritmo armonico, le strutture melodiche ecc. da' la possibilità di riavvicinarci a quello stile. Per Bach, che tra tutti è alla fine il piu' semplice - fanno paura invece i francesi - ho capito che essendo una sintesi della cultura barocca va analizato in relazione allo stile della composizione. Per esempio il preludio della 995 parte I è in stile francese quindi: abbellire - idem l'allemanda ecc. In questo caso è utile verificare i due manoscritti, uno dei quali - quello in intavolatura - presenta l'aggiunta continua di abbellimenti - e spesso lo stesso segno indica cosa diverse a seconda della situazione.Un'esecuzione senza abbellimente sicuramente non ha niente a che fare con quella musica. Puo' essere una scelta interpretativa che ha bisogno pero' di una forte idea musicale alla base. Comunque peggio di tutto è per me sentire l'abbellimento alla Carulli su Bach. Meglio niente in questo caso.

Non penso che sul liuto - ma non lo so, lo chiedo a qualcuno che lo suona di voi - sia possibile realizzare abbellimenti su due corde. E' infatti una pratica che si è concretizzata sullo strumento a corde semplici, appunto op. 1 di Giuliani parte III se non sbaglio (quella che non fanno studiare).

Infine un consiglio bibliografico che mi ha guidato in questa selva oscura, una bella antologia molto utile:

 

Nunziata Bonaccorsi

 

L'Ornamentazione

Ovvero l'arte di abbellire in Musica

I principi della buona esecuzione. Stile e interpretazione tra '500 e '700. Avvertimenti e regole, teoria e pratica.

 

Armelin Editore

 

Un saluto a tutti

Luigi


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Il fattore più importante è la strumentalità.

dralig

Come al solito Angelo si distingue anche nel focalizzare i problemi.

Considero questo - la strumentalità - come il criterio cardine intorno a cui dovrebbe ruotare tutto ciò che riguarda "l'adattamento" chitarristico di materiale scritto per altri strumenti e quindi, translando, anche delle trascrizioni nella loro interezza.

Così come è impensabile mettere un trillo in un punto impossibile strumentalmente (e non metterlo in luoghi dove il compositore non lo ha segnato, ma che spesso sembrano proprio ideali per una perfetta esecuzione), così questo concetto dovrebbe valere anche per le trascrizioni, spesso "piene" di note difficilmente riproponibili con la chitarra se non a caro prezzo, come ad es. andamenti non consoni al carattere dei brani o stiracchiamenti forzati con mancanza di legatura nelle esecuzioni.

 

In fondo, a ben pensarci, se il fattore più importante è la strumentalità (e io concordo su questa considerazione), si tratta proprio dello stesso problema.

LM

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