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Scusate, modifico perchè non avevo letto che era già stato identificato in Chopin.

Non avrei mai riconosciuto le note, ma è riconoscibile lo stile delle cancellature. E poi l'età era quella.

 

Ecco una cosa interessante a cui spesso non si fa caso: non a quello che si scrive (o disegna e dipinge) o a come lo si fa, ma a quello che si cancella e al modo di correggere.

Anche questo dice tanto di un Autore (non solo di musica). ;)

 

 

 

Butterfly

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Bella osservazione, sulla cancellatura e sullo stile di questa.

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Nella storia dell'arte, lo studio dei c.d. "pentimenti" non è cosa nuova e ha anche la funzione di ricostruire il percorso creativo di un'opera dal punto di vista scientifico.

Non so se nella storia della musica esiste qualcosa di simile, ma qualunque "segno" parla del suo autore e si presta ad una lettura semiotica della sua opera.

In qualche modo una correzione, un ripensamento è come un conto che non torna e che si vuole far quadrare; l'impeto del pensiero gettato sulla carta è altrettanto veloce di quella serpentina di inchiostro che vuole nascondere l'idea scartata.

Nel farlo sembra esserci qualcosa del carattere e dell'animo del musicista. Ma accade anche negli scritti a carattere letterario: l'idea prende la forma della scrittura ma il piu' delle volte è più veloce della mano che la scrive (penso ai manoscritti di certe composizioni di Leopardi o di Montale, che ho avuto occasione di vedere) e allora ecco lettere guizzanti, paragrafi che sembrano piegarsi in avanti, e poi meticolose note a margine, tratteggi accurati per celare qualche parola, segni di aggiunta sopra le righe.

Il tutto si lega anche alla storia della calligrafia, perchè il modo di scrivere e il modo di cancellare rispecchiano anche una concezione estetica che è propria dell'epoca, oltre che della personalità dell'autore.

Ma non so davvero se queste riflessioni hanno senso anche per la musica.

 

 

 

Butterfly

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