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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Opinioni sulle composizioni di Roland Dyens


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Ospite Matteo Pesle
Dopo anche una breve analisi, ci si accorgerà che una risulta non così geniale e secondo me anche un pò banale...

 

Se vogliamo iniziare a dire queste cose allora eliminiamo dalla ''letteratura chitarristica'' Barrios,Villa Lobos ,Lauro etc.

 

 

No caro matteo pesle io non accomunavo propio nessuno e sono il primo a dire che generalizzare sulle cose è poco opportuno.

 

Tra le due affermazioni c'è almeno un po' di incoerenza.....

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...se io penso a questo tipo di intelligenza (il lavoro sulle forme popolari) penso a cose tipo Ragtime di Stravinsky, ad alcuni lavori di Milhaud ecc ecc...se quella realmente fosse stata la sua intenzione, forzatura dell'elemento kitsch, allora più che un compositore questo progetto mi appare un modesto lavoro di arte concettuale :lol:

ribadisco...si guardi a quel punto ai musici jazz

 

Pienamente d'accordo, è una questione anche di originalità e autenticità, oltre che di cultura e talento.

 

Il Ragtime di Stravinsky suona "vero" come un ragtime di Joplin, perchè unisce ed esalta culture differenti. Molti lavori per chitarra Bogdanovic suonano "veri" perchè celebrano culture diverse tra loro unendo o enfatizzando le divergenze. Ma la penna del compositore esce sempre forte e limpida.

 

Non nego il piacere immediato dell’esecuzione della Libra Sonatine o di un Tango en skai, ma se confrontiamo quest’ultimo con un Tango di Piazzolla, non ci suona altrettanto “vero” e non vola perchè da un lato non si stacca dal modello del tango di periferia a cui vorrebbe fare solo il verso e dall'altro non escono lo stile e la personalità del compositore che compie la rielaborazione.

 

In un’epoca di unione delle culture si rischia altrimenti di andare verso l’unione delle “non culture”.

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non so ancora quante volte ti dovrò ripetere che alludevo ad un determinato profilo. Ciò che intendevo dire viene espeletato nella parte seguente da te citata,caro matteo pesle. Sinceramente non capisco perchè ti continui ad accanire su di una cosa gia da me chiarita.

 

 

Vuoi dirmi come la penso?

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Si in effetti ,Giulio Tampalini,su ciò che dice riguardo la forma di tango di Dyens messa a confronto con quella di Piazzolla sono perfettamente d'accordo anch'io.

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In un’epoca di unione delle culture si rischia altrimenti di andare verso l’unione delle “non culture”.

 

Uh, bella questa!

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Ospite Nicola Mazzon
Si in effetti ,Giulio Tampalini,su ciò che dice riguardo la forma di tango di Dyens messa a confronto con quella di Piazzolla sono perfettamente d'accordo anch'io.[/quote

 

Manu caro...e tutte le forme delle altre musiche sue allora per vederle geniali non bisogna confrontarle con nulla...troppo comodo...

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...se io penso a questo tipo di intelligenza (il lavoro sulle forme popolari) penso a cose tipo Ragtime di Stravinsky, ad alcuni lavori di Milhaud ecc ecc...se quella realmente fosse stata la sua intenzione, forzatura dell'elemento kitsch, allora più che un compositore questo progetto mi appare un modesto lavoro di arte concettuale :lol:

ribadisco...si guardi a quel punto ai musici jazz

 

Pienamente d'accordo, è una questione anche di originalità e autenticità, oltre che di cultura e talento.

 

Il Ragtime di Stravinsky suona "vero" come un ragtime di Joplin, perchè unisce ed esalta culture differenti. Molti lavori per chitarra Bogdanovic suonano "veri" perchè celebrano culture diverse tra loro unendo o enfatizzando le divergenze. Ma la penna del compositore esce sempre forte e limpida.

 

Non nego il piacere immediato dell’esecuzione della Libra Sonatine o di un Tango en skai, ma se confrontiamo quest’ultimo con un Tango di Piazzolla, non ci suona altrettanto “vero” e non vola perchè da un lato non si stacca dal modello del tango di periferia a cui vorrebbe fare solo il verso e dall'altro non escono lo stile e la personalità del compositore che compie la rielaborazione.

 

In un’epoca di unione delle culture si rischia altrimenti di andare verso l’unione delle “non culture”.

 

Il padre del ragtime è Joplin che aveva così tanta creatività che ne ha sfornati 400, uno più bello dell'altro e riconoscibili per il proprio stile. Il Re del ragtime è Jelly Roll Morton.

Mi chiedo, come mai non fai un concerto (visto che c'entra con la musica classica) tutto di ragtime ? Sono sicuro che faresti un successone e la gente scatterebbe in piedi a ballare come quando ti ho sentito fare Piazzolla.

Il ragtime è parte integrante della musica classica.

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Si in effetti ,Giulio Tampalini,su ciò che dice riguardo la forma di tango di Dyens messa a confronto con quella di Piazzolla sono perfettamente d'accordo anch'io.[/quote

 

Manu caro...e tutte le forme delle altre musiche sue allora per vederle geniali non bisogna confrontarle con nulla...troppo comodo...

 

Caro fernando ma io non ho ancora detto per quanto mi riguarda che le opere di Dyens sono geniali.Credo che ci sia un'abbisso tra definire un'opera buona e definirla geniale.

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[

In un’epoca di unione delle culture si rischia altrimenti di andare verso l’unione delle “non culture”.

 

vero giulio

credo che sia anche il significato ultimo (almeno così io l'intendo) della vituperata frase di Berio...abbattute le barriere del pregiudizio ideologico è doveroso comunque ribadire quali siano i valori di un pensiero musicale, in qualsiasi contesto

 

D'accordissimo: è impossibile cogliere l'essenza di tali valori (o constatare la loro assenza) senza aver prima definito il quadro culturale entro cui si sono formati. Questo semplicissimo principio è però regolarmente disatteso, sia dalla critica "qualificata" che dalla platea di coloro che, delle peculiarità dei valori artistici, dovrebbero essere gli interpreti: chiunque - con ben poche eccezioni - legifera, vocifera e sentenzia a partire dal tetro perimetro delle proprie meningi - non importa se indottrinate o selvatiche, facendo delle medesime, e dei loro spesso ridicoli limiti, il centro del mondo.

 

dralig

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Non nego il piacere immediato dell’esecuzione della Libra Sonatine o di un Tango en skai, ma se confrontiamo quest’ultimo con un Tango di Piazzolla, non ci suona altrettanto “vero” e non vola perchè da un lato non si stacca dal modello del tango di periferia a cui vorrebbe fare solo il verso e dall'altro non escono lo stile e la personalità del compositore che compie la rielaborazione.

 

In un’epoca di unione delle culture si rischia altrimenti di andare verso l’unione delle “non culture”.

 

Il Tango en Skai però è intenzionalmente un falso. Lo dice il titolo ( oltre a Dyens in un'intervista). Lo skai è materiale sintetico che imita il cuoio, il Tango in questione è quindi dichiaratamente una patacca.

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