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Vorrei cortesemente avere delle delucidazioni riguardo l'oggetto del thread.

 

Ossia .... nella trattatistica, gli intervalli dissonanti sono la 2ª e la 7ª maggiori e minori e il tritono, cioè l'intervallo di 4ª aumentata o di 5ª diminuita, mentre nella consonanza ci sono al primo posto gli intervalli di unisono, di 8ª, di 5ª e di 4ª, detti per questo consonanze perfette, per poi proseguire con un grado di consonanza minore, detta imperfetta, attribuita agli intervalli di 3ª e di 6ª maggiori e minori.

A questo punto, sono cacofonici tutti gli altri intervalli non menzionati precedentemente?

Poi, potrebbero trovarsi in una composizione delle triadi cacofoniche? E all'nterno dell'arte del comporre, la cacofonia è un elemento da evitare come la peste? Ci sono esempi illustri o meno illustri?

 

Grazie anticipatamente.

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Sono definiti dissonanti gli intervalli di seconda, settima, e tutti gli intervalli eccedenti e diminuiti.

Nelle composizioni del periodo tonale questi intervalli sono comunque presenti, nonostante non facciano parte dell'armonia (vd. reaching tone, note estranee all'armonia). Addirittura gli accordi di settima, grazie ai quali possiamo modulare da una tonalità all'altra, sono dissonanti, e necessitano di risoluzione su una consonanza. Ad es. settima di quinta specie (o settima diminuita), che può erssere utilizzata in progressione o come accordo perno con equivalenti enarmonici.

 

Per quanto riguarda esempi illustri - sonata n. 7 Beethoven (contiene scala tzigana minore!), ma ce ne sono tantissimi.

 

Tutta la musica atonale (Stockahusen, Maderna,...).

 

Bach stesso vd. Giga suite BWV996

 

Chiaramente all'esame di armonia complementare sono da evitare tassativamente, oltre che ottave e quinte parallele.


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Chiaramente all'esame di armonia complementare sono da evitare tassativamente

 

Domanda provocatoria: perchè?


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Rispondo a Cristiano:

 

Le regole dell'armonia sono empiriche, derivano dall'esperienza. Non regole, quindi musica - ma musica, quindi regole. L'esame di armonia complementare altro non è che una razionalizzazione - molto scolastica - di come la musica tonale veniva composta. Ecco perchè.

 

Sarebbe lecito comunque dire che Bach, nell'armonizzazione dei corali, commetteva quello che oggi chiameremmo errore. Se Bach li commetteva, allora anche noi possiamo!


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Rispondo a Cristiano:

 

Le regole dell'armonia sono empiriche, derivano dall'esperienza. Non regole, quindi musica - ma musica, quindi regole. L'esame di armonia complementare altro non è che una razionalizzazione - molto scolastica - di come la musica tonale veniva composta. Ecco perchè.

 

Sarebbe lecito comunque dire che Bach, nell'armonizzazione dei corali, commetteva quello che oggi chiameremmo errore. Se Bach li commetteva, allora anche noi possiamo!

 

La mia voleva essere una domanda provocatoria: leggo in continuazione musica (per chitarra e non) che delle "regole" contenute nel Piston fa un fagotto e le cestina.

Un compositore deve conoscere le regole fondamentali come un poeta la grammatica ma dopo un certo limite queste si trasformano in catene.

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l'armonia è morta.E non dite di no...

basta ascoltare composizioni moderne.....uno strazio.


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l'armonia è morta.E non dite di no...

basta ascoltare composizioni moderne.....uno strazio.

 

Io dico di no. Che succede, adesso?


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Non credo sia morta...

Credo che il compositore oggi debba tener conto, nonostante le avanguardie, della reale percezione che, per quanto soggettiva essa sia, rientra secondo me in un range relativamente stretto.

Maderna e Stockahusen sono arrivati addirittura a concepire note inesistenti e passaggi non eseguibili su strumenti musicali, in virtù dell'assunto astratto nel contesto sonoro in cui operavano. Tale ricerca secondo me è rimasta nell'ambito sperimentale, non è purtroppo arrivata al prodotto finito (fermo restando che amo moltissimo la loro musica).

 

Trovo invece assurdo che pittori si definiscano tali buttando colori casualmente su una tela, così come compositori che "buttano" casualmente note su un pentagramma.

 

Sta all'interprete accorgersene, nonostante magari il compositore in questione, e quindi i suoi brani, sia quotato.

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l'armonia è morta.E non dite di no...

basta ascoltare composizioni moderne.....uno strazio.

 

Io dico di no. Che succede, adesso?

 

mi dispiace che un musicista del tuo calibro la pensi cosi'...e cmq ,non scaldarti....è un po un controsenso....se suonate Brower,Gilardino e compagnia bella,dire che l'armonia vive!

Ps non attaccatemi come al solito inutilmente,ho solo detto la mia...


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l'armonia è morta.E non dite di no...

basta ascoltare composizioni moderne.....uno strazio.

 

Credo che occorra riflettere, su questo punto. Della musica del passato, noi ascoltiamo oggi il meglio, quello che si è salvato (anche se, nella selezione, sono rimaste impigliate musiche di un certo valore, che non sono ancora abbastanza conosciute). Della musica contemporanea, ci viene proposto invece tutto, dall'eccellenza al ciarpame, la selezione non è ancora stata operata e - come la storia ci insegna - prima che il grano venga separato dalla paglia, molto tempo dovrà trascorrere, non inerzialmente, ma con l'affinamento delle capacità degli ascoltatori. Io credo che molte composizioni contemporanee siano in effetti "uno strazio" (d'accordo), ma lo erano anche moltissime composizioni che affliggevano i nostri antenati di cento, duecento, mille anni fa: oggi non le ascoltiamo più, abbiamo dimenticato i loro autori...La storia, almeno in questo senso, si ripeterà. Intanto, bisogna aver pazienza e accettare che gli autori di musiche strazianti abbiano il loro momento di celebrità, le programmazioni nei festival, le trasmissioni radiofoniche, le registrazioni, al pari degli autori capaci di creare - oggi come ieri -musiche eccellenti: Gesù Cristo ci ha insegnato ad accettare che il grano e il loglio crescano nello stesso campo: non spetta a noi separarli. Un mio collega, che scrive musica orrenda, è pur sempre un mio collega, perché il solo fatto che scrive...

 

dralig

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