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A partire dal secolo XX, la musica si è sviluppata con una velocità impressionante. Si è sperimentato tutto ciò che si può, oltre non si potrà andare. Spesso si è giunti a risultati originali e affascinanti, altre volte a esperimenti fini a se stessi e musicalmente poco gradevoli. Non ho competenze sufficienti, ma secondo me molta della musica contemporanea vale poco...

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Sì, è vero. E' un pò ciò che diceva dralig, e condivido.


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Non sono compositore e non ho fatto studi di composizione a livello professionale, per cui non posso parlare per esperienza personale. Ma, almeno a titolo di testimonianza, confermo il fatto che almeno tre dei compositori con i quali ho collaborato più intensamente credono nel sistema dell’insegnamento tradizionale dell’armonia. Oltre a Cappelli (che studiò con Manzoni) e Ugoletti (che studiò con Donatoni) c’è Molino, anch’egli allievo di Donatoni ed autore addirittura di un “ Manuale di Armonia Tonale” edito da Curci nel 1999. Nella prefazione al manuale Molino da’ le ragioni della sua posizione, che riporto in parte:

 

“Nello studio e nell’insegnamento della composizione si nota oggi uno squilibrio notevole: si sviluppa molto l’analisi delle caratteristiche di un momento particolare del linguaggio tonale, talvolta addirittura di un momento particolare della produzione di un singolo autore e si approfondisce poco il linguaggio tonale nelle sue caratteristiche sintetiche.

L’interesse filologico è patrimonio fondamentale del 20° secolo e ci ha insegnato a non ignorare mai l’esempio storico, occorre però non esasperarne l’importanza. Per imparare l’uso di un linguaggio è indispensabile l’apprendimento della grammatica e della sintassi. Così è anche negli studi di composizione riguardo al linguaggio tonale.

Si spiega con quanto detto il quadro, spesso preoccupante, di tante scuole di composizione, che, sottolineando soltanto le differenze tra un autore e l’altro, non osano più riconoscere gli aspetti comuni, rinunciando ad un paziente ed indispensabile studio del linguaggio tonale. Ciò porta, in certi casi, a una notevole confusione e alla perdita della preziosa tradizione artigianale della musica tonale. Questa, spogliata dei vecchi assiomi di un certo insegnamento accademico – che saltava l’osservazione degli esempi storici – e ricondotta all’oggettiva struttura di un linguaggio così importante nel corpo della tradizione musicale che ci precede, è invece un passaggio obbligato per il compositore, per lo studioso e per l’interprete di oggi”


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Non sono compositore e non ho fatto studi di composizione a livello professionale, per cui non posso parlare per esperienza personale. Ma, almeno a titolo di testimonianza, confermo il fatto che almeno tre dei compositori con i quali ho collaborato più intensamente credono nel sistema dell’insegnamento tradizionale dell’armonia. Oltre a Cappelli (che studiò con Manzoni) e Ugoletti (che studiò con Donatoni) c’è Molino, anch’egli allievo di Donatoni ed autore addirittura di un “ Manuale di Armonia Tonale” edito da Curci nel 1999. Nella prefazione al manuale Molino da’ le ragioni della sua posizione, che riporto in parte:

 

“Nello studio e nell’insegnamento della composizione si nota oggi uno squilibrio notevole: si sviluppa molto l’analisi delle caratteristiche di un momento particolare del linguaggio tonale, talvolta addirittura di un momento particolare della produzione di un singolo autore e si approfondisce poco il linguaggio tonale nelle sue caratteristiche sintetiche.

L’interesse filologico è patrimonio fondamentale del 20° secolo e ci ha insegnato a non ignorare mai l’esempio storico, occorre però non esasperarne l’importanza. Per imparare l’uso di un linguaggio è indispensabile l’apprendimento della grammatica e della sintassi. Così è anche negli studi di composizione riguardo al linguaggio tonale.

Si spiega con quanto detto il quadro, spesso preoccupante, di tante scuole di composizione, che, sottolineando soltanto le differenze tra un autore e l’altro, non osano più riconoscere gli aspetti comuni, rinunciando ad un paziente ed indispensabile studio del linguaggio tonale. Ciò porta, in certi casi, a una notevole confusione e alla perdita della preziosa tradizione artigianale della musica tonale. Questa, spogliata dei vecchi assiomi di un certo insegnamento accademico – che saltava l’osservazione degli esempi storici – e ricondotta all’oggettiva struttura di un linguaggio così importante nel corpo della tradizione musicale che ci precede, è invece un passaggio obbligato per il compositore, per lo studioso e per l’interprete di oggi”

 

La musica che si ascolta oggi nelle sale da concerto e nelle incisioni discografiche è con grande prevalenza musica tonale. E' quindi fuori discussione la necessità di conoscere a fondo l'armonia tonale, sia da parte dei compositori che da parte degli interpreti. La padronanza dell'armonia tonale costituisce una forte agevolazione anche nell'acquisizione di una eguale padronanza della musica atonale, seriale, seriale-integrale, politonale, polimodale, etc.

 

Chi compone oggi può usare la tonalità come uno dei possibili ambiti: se gli serve, è giusto che ne faccia uso. Lo stesso si può dire dell'atonalità, della serialità, della politonalità, etc: sono tutti ambiti storicizzati, e il potervi accedere senza restrizioni è utilissimo, allarga il campo delle possibilità. Con una differenza fondamentale, rispetto a mezzo secolo fa: nessuno oggi - se non qualche rudere vetero-marxista o, all'opposto, qualche innocente chitarrista-compositore - può tentare di squalificare a priori l'uso della tonalità, o della serialità, o di qualunque altro linguaggio musicale, su basi ideologiche, fideistiche, di scuola di pensiero: il giudizio sui materiali, e le relative magistrature, chiese e guerre sante, sono finiti, e speriamo che non ritornino.

 

dralig


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Discorso affascinante e decisamente complesso... che si intreccia con il tema dell'educazione musicale in Italia... (nota dolente)..

Penso spesso, facendo un parallelo con la "tecnica-musicale" dello strumento che in sintesi è la stessa cosa quando un allievo, a volte anche dotato dal punto di vista " digitale"... spesso deve "faticare" ad acquisire quel "tessuto" musicale che ad esempio riguarda la musica di Giuliani, Sor..ecc... voglio dire, assistiamo spesso ad allievi che iniziano a studiare la chitarra "classica" senza a volte possedere un buon background musicale "colto", inteso e riferito alla conoscenza della musica dei relativi periodi storici dei nostri chitarristi compositori, ma spesso a chitarristi che suonano un pezzo di Piazzolla, uno di Paco de Lucia e uno, non sò, dei Beatles..(quando siamo ad alti livelli, altrimetni sostituite con altro)..e dicono che Sor è brutto o hanno magari difficoltà nel suonare la musica di Henze (una su tutte?!)... ora, venendo alla composizione, sembrerebbe naturale, cosi come nel percorso di studi della chitarra si cerca di toccare una varietà di stili e periodi storici, doverlo fare anche con la composizione, e come spesso, con la chitarra si parte dal "centro"...(almeno io, preferisco fare cosi) cioè dal sistema tonale e cioè Sor, Giuliani, Carulli ecc.. e poi allargandosi pian piano verso gli estremi, e nella musica antica e nella musica moderna e.. contemporanea (si può ancora dire così? :) ... certo, oggi come oggi forse, non bisogna dimenticare che Mozart non aveva tutti i problemi che abbiamo avuto e abbiamo oggi dopo quel grande periodo storico-musicale che chiamiamo "novecento" e con quella miriade di stili e innovazioni nei linguaggi.. ma a ragion di più forse.. un allievo di composizione, di chitarra (chiunque, a questo punto si occupi di musica) deve poter sondare questi abissi per poter trovare o meglio "costruire" il suo linguaggio "personale" sia esso compositore o interprete (ma non solo, come spesso avviene "esecutore")..che poi dovrebbe essere uno degli obiettivi principali, pena la condanna ad essere un buon artigiano che ri-costruisce "copie" autentiche..

(il che da un punto di vista didattico non è neanche una cosa facile e inutile tra l'altro)..

il discorso è decisamente complesso, io personalmente ho assistito spesso, curisosando, ai nuovi "corsi" apparentemente affascinanti dei conservatorie/o università in cui sembrano essere piovuti dal cielo tanti bei seminari in dieci giorni che promettono di diventare dei conoscitori delle varie "tecniche" e dei compositori originali!!! e...

ma onestamente mi rimangano dei forti dubbi quando a questi "colleghi" o studenti chiedo di dirmi quale è il controsoggetto della fuga X di bach e o cose simili... sarò un nostalgico..ma il mio "sudore" sul contrappunto e l'armonia tradizionale mi è tanto servito (e mi serve) a farmi studiare e (capire) suonare brani di una certa complessità seppur apparentemente scritti in modi e tecniche diverse...

 

oggi sicuramente assistiamo a una bellissima possibilità di poter assistere e ascoltare a una miriade di linguaggi e questa è sicuramente una cosa bellissima, ma come per la chitarra, quando ascolto una persona che mi suona un brano di Giuliani come fosse un pezzo di Paco de Lucia..questo onestamente non mi trova molto d'accordo cosi come un brano di un compositore X si spaccia per una nuova creazione non avendo nessun fondamento o...contenuto formale o altro e penso che questo c'entri anche con la conoscenza o meglio la "non conoscenza" di questo/questi linguaggi (tonale)

a parte

l'approccio dei chitarristi che spesso si inseriscono tra il compositore e la musica con la loro "presunta" originalità..pensando che la loro personalità" sia superiore al contenuto del brano in questione invece che usarla per..scandagliare gli abissi del brano-musica in questione e usare quindi la propria personalità per questo fine e non per.. altro

 

cosi forse la conoscenza approfondita dei linguaggi compositivi e quindi ben venga anche quello tonale, non fosse altro che tantissima musica è stata scritta ed è scritta con questo linguaggio, sia sicuramente uno degli obiettivi da perseguire per ogni buon musicista...cercando poi altri "lidi" se la propria natura lo esige..

 

scusate l'uscita di "strada".. ma spesso rifletto su questo problema simile (compositore/interprete) quando un ragazzo di 13 anni accende la televisione e sente quel che sappiamo e dice di amare la chitarra "classica" o vorrebe scrivere! ma non conosce un solo brano della (nostra) letteratura...!

ecco..non sarebbe più facile se la nostra colonna sonora non fosse quella che i grandi network chiamano musica "moderna" e uno dei nostri ministri in una intervista alla domanda quale fosse il più importante evento di musica in Italia ha risposto il Festival di Sanremo! :( ...

e basta!

ecco... chi educherà ai linguaggi di cui sopra...?

 

p.s. in questi giorni sto suonando la Fantasia-sonata di Manen, la Royal Winter Music di Henze e la Sonata n. 1 di Gilardino e mi immagino il pubblico educato da questa "massa sonora"...sentire questi brani che a me sembrano ancora la musica più moderna che sia stata scritta..nel panorama che abbiamo e sentiamo.... :D ..

ovvio è una provocazione ma..girando per programmi di concerti non è poi cosi falso...

 

concludendo.. insegnare uno strumento e sicuramente difficile ma probabilmente insegnare a comporre..(la composizione) temo sia davvero difficile se non si conoscono tante ma tantissime cose..tra cui il sistema tonale....e noi aspettiamo che la "scuola" arrivi a..Guliani!:D

...e smentisca che il festivaldi sanremo sia la musca "contemporanea" colta..:D

non mi linciate..!:D

 

 

m


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ad ulteriore riprova di chi ha "stravolto il sistema tonale ma sapeva scrivere benissimo in "altri" stili..( e conosceva benissimo,soprattutto)

 

http://www.schoenberg.at/9_webradio/jukebox/Keyboard%20Music.htm

provare il primo dei Drei_Klavierstuecke_1

nula da invidiare a..Brahms o Schumann...che ne dite?

molti a cui le faccio ascoltare non credono al primo ascolto che sia Schonberg..!!

curioso no?

 

m


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... in questi giorni sto suonando la Fantasia-sonata di Manen, la Royal Winter Music di Henze e la Sonata n. 1 di Gilardino e mi immagino il pubblico educato da questa "massa sonora"...sentire questi brani che a me sembrano ancora la musica più moderna che sia stata scritta..nel panorama che abbiamo e sentiamo.... :D ..

ovvio è una provocazione ma..girando per programmi di concerti non è poi cosi falso...

m

 

vero vero. :):)


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... in questi giorni sto suonando la Fantasia-sonata di Manen, la Royal Winter Music di Henze e la Sonata n. 1 di Gilardino e mi immagino il pubblico educato da questa "massa sonora"...sentire questi brani che a me sembrano ancora la musica più moderna che sia stata scritta..nel panorama che abbiamo e sentiamo.... :D ..

ovvio è una provocazione ma..girando per programmi di concerti non è poi cosi falso...

m

 

vero vero. :):)

 

 

Ciao Giulio,

quanto tempo.. :)

hai "rischiato" di farti un giro in Molise.. da noi.. :) quest'anno

ma non salterà il prossimo anno/corso...(se non prima) salvo tuoi impegni..e ovviamente con qualche brano del Magister... :) ...

a presto..

 

marcello


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Ciao, grazie Marcello e a presto.

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