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Registrazioni di Bream di Castelnuovo-Tedesco


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Ma veramente Segovia sceglieva di suonare solo ciò che serviva ai suoi fini e uniformava tutto con una specie di "verniciatura" (magnifico suono, colori, fraseggio nobile ed enfatico) che alla fine fa sembrare tutto appartenente alla stessa estetica. Ed è così. Ma quella è l'estetica di Segovia, non quella degli autori. Segovia non era minimamente interessato, nelle sue interpretazioni, a mettere in rilievo le peculiarità stilistiche dei vari Turina, Tansman o Castelnuovo-Tedesco come , d'altra parte, non era minimamente interessato alle distinzioni stilistiche che potevano esserci tra De Visée , Roncalli Bach o Sor.

Tuttavia, spartito alla mano, mi riesce molto difficile trovare un tratto stilistico comune tra Tansman, Moreno -Torroba e Castelnuovo-Tedesco: lo trovo se penso ai dischi di Segovia.

Oltrettutto alcuni autori che si definiscono comunemente "segoviani" hanno scritto musiche che Segovia non avrebbe mai suonato. Non me lo vedo Segovia alle prese con il Choro n.8 di Villa-Lobos o Stele di Tansman.

Un discorso a parte può essere fatto solo per Manuel Ponce per il quale la partecipazione di Segovia alla creazione della musica aveva quasi i connotati di realizzazione a quattro mani. Ma per tutti gli altri autori io questa sovraposizione di estetiche non riesco a vederla.

Ciò che resisteva alla "vernicatura" di Segovia veniva accantonato e lo troviamo in gran parte oggi nella collana Berben Segovia Archives.

 

Benissimo, continuate a fare quello che state facendo: per me è fonte di immenso piacere ascoltare il "repertorio segoviano" (scusa se semplifico) ripulito da incrostazioni stilistiche e letto in un'ottica autoriale.

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intanto,quando qualcuno mette i dischi di segovia..gode..per il musicista e per la musica...quando si mette il cd di qualcun'altro...non lo so!


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l'estetica segoviana ha (ha avuto? ha ancora oggi?) una solida base culturale nel solipsismo aristocratico della salonmusik tastieristica chopiniana...ma se uno strumento come il pianoforte, e sottolineo, anche dell'arte compositiva, ha potuto beneficiare anche della follia, di una visione e di una coscienza poetica della musica con un compositore come Schumann, questo entusiasmo unito a questa visione lungimirante (Schumann apre indubbiamente al novecento) non ha decisamente travolto il mondo della chitarra...

 

E' vero, ma nel Novecento Falla indica, con il suono della chitarra, la notte senza paesaggio, il buio, il mistero (non svelabile), l'incognito, "l'eremitaggio del cosmo", e quella è l'anima della chitarra "tenebrista", che non ha simili né uguali - meno che mai nel pianoforte e nella sua musica.

 

dralig


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l'estetica segoviana ha (ha avuto? ha ancora oggi?) una solida base culturale nel solipsismo aristocratico della salonmusik tastieristica chopiniana...ma se uno strumento come il pianoforte, e sottolineo, anche dell'arte compositiva, ha potuto beneficiare anche della follia, di una visione e di una coscienza poetica della musica con un compositore come Schumann, questo entusiasmo unito a questa visione lungimirante (Schumann apre indubbiamente al novecento) non ha decisamente travolto il mondo della chitarra...

 

E' vero, ma nel Novecento Falla indica, con il suono della chitarra, la notte senza paesaggio, il buio, il mistero (non svelabile), l'incognito, "l'eremitaggio del cosmo", e quella è l'anima della chitarra "tenebrista", che non ha simili né uguali - meno che mai nel pianoforte e nella sua musica.

 

dralig

 

credo che il compito di un interprete debba essere l'esplorazione incessante delle poetiche non una adesione incondizionata ad una dichiarazione poetica...la conseguenze di questa (oltre ad essere in parte già evidente) può avere conseguenze catastrofiche...

 

Anche se non colgo il nesso tra il mio intervento e il commento che Lei aggiunge, devo dire che, su quello che Lei scrive, sono d'accordo. In nessun altro ambito strumentistico, come in quello della chitarra, la figura dell'esecutore è posta al centro del fenomeno musicale, al punto che le altre figure (il compositore che ha scritto un pezzo, il musicologo che l'ha recuperato e ne ha reso possibile l'esecuzione, etc.) vengono sminuite quando non rimosse. L'imperativo di esplorare il repertorio e le poetiche, e di mettere le proprie capacità al servizio dei medesimi, non è mai stato avvertito dai chitarristi, né in senso artistico né in senso etico. Assoggettano la musica alla loro verve manieristica, e ne fanno scempio.

Abbastanza recentemente c'è stato un cambio di direzione e un approfondimento interpretativo da parte di alcuni chitarristi, ma è evidente che costoro giocano una partita assai difficili su una scena dove sono ancora i divi a campeggiare con i loro prodigi.

 

Non è un caso che, tra pianisti, nessuno abbia mai sollevato questioni riguardo il fatto - che so - che Michelangeli non abbia mai eseguito i Concerti di Brahms o la Sonata in si minore di Liszt, mentre tra chitarristi, il fatto che Bream non abbia suonato Castelnuovo-Tedesco costituisce motivo di domande.

 

dralig

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Gilardino,con lei si impara sempre qualcosa...Grazie Mille!


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mi sono espresso forse male

si parlava dei benefici resi alla musica grazie anche alla molteplicità delle esperienze stilistiche (le poetiche) frequentate dai colleghi strumentisti, pianisti, violinisti ecc ecc i quali hanno beneficiato di esperienze contrastanti (Schumann vs Chopin)...al contrario la dichiarazione di Falla, perentoria e legittima come solo può essere una dichiarazione poetica, mi sembrava essere limitante rispetto a ciò che è poi stato in musica (ma quanto è lontano da Stravinsky o da Ligeti? perchè è lontano? perchè de falla aveva visto giusto o perl'ignoranza degli interpreti chitarristi che anche lei rileva?)...io penso quenst'ultima

 

Falla non ha rilasciato dichiarazioni, e manifestando il suo modo di concepire la chitarra nell'"Homenaje" non ha intenzionalmente creato un contrasto con altri modi di concepire e di trattare lo strumento: ne ha semplicemente divinato e rivelato un lato sconosciuto, molto più profondo.

Credo che l'apporto originale addotto dalla chitarra alla musica del Novecento sia quello inaugurato dall'"Homenaje": non per nulla, come Falla, anche Britten (Nocturnal) o Petrassi (Suoni notturni) si rifanno a questa concezione della chitarra (Petrassi lo fa esplicitamente, parlando del "mistero" del suono chitarristico).

 

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Non è un caso che, tra pianisti, nessuno abbia mai sollevato questioni riguardo il fatto - che so - che Michelangeli non abbia mai eseguito i Concerti di Brahms o la Sonata in si minore di Liszt, mentre tra chitarristi, il fatto che Bream non abbia suonato Castelnuovo-Tedesco costituisce motivo di domande.

 

dralig

 

Non credo sia del tutto vero. Molti pianisti , e non solo, si chiedono perchè Gould non avesse mai suonato Chopin, molti si chiedono perchè, infondo aveva deciso di registrarlo, suonasse a quel modo Mozart.

 

Detto questo, io credo che un interpete che giudico estremamente intelligente come Bream possa sollevare dei dubbi: è motivo di domande in quanto, nonostante tutto, si trovano le sue registrazioni di Albèniz e Granados, quanto di altre trascr. per duo, ma non abbia mai approcciato Castelnuovo-Tedesco. Lo chiedo, e ne rimango stupito, poichè MCT non è uno qualsiasi, ma , nella mia modesta opinione, uno degli apici della musica per chitarra, tra i più completi e raffinati, e può sembrar strano sacrificarlo o scegliere solo la Sonata.

 

 

Detto questo, Le assicuro che non avrei mai sollevato la stessa domanda per Williams, Barrueco, Russel ecc.

Bream è Bream.


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mi sono espresso forse male

si parlava dei benefici resi alla musica grazie anche alla molteplicità delle esperienze stilistiche (le poetiche) frequentate dai colleghi strumentisti, pianisti, violinisti ecc ecc i quali hanno beneficiato di esperienze contrastanti (Schumann vs Chopin)...al contrario la dichiarazione di Falla, perentoria e legittima come solo può essere una dichiarazione poetica, mi sembrava essere limitante rispetto a ciò che è poi stato in musica (ma quanto è lontano da Stravinsky o da Ligeti? perchè è lontano? perchè de falla aveva visto giusto o perl'ignoranza degli interpreti chitarristi che anche lei rileva?)...io penso quenst'ultima

 

Falla non ha rilasciato dichiarazioni, e manifestando il suo modo di concepire la chitarra nell'"Homenaje" non ha intenzionalmente creato un contrasto con altri modi di concepire e di trattare lo strumento: ne ha semplicemente divinato e rivelato un lato sconosciuto, molto più profondo.

Credo che l'apporto originale addotto dalla chitarra alla musica del Novecento sia quello inaugurato dall'"Homenaje": non per nulla, come Falla, anche Britten (Nocturnal) o Petrassi (Suoni notturni) si rifanno a questa concezione della chitarra (Petrassi lo fa esplicitamente, parlando del "mistero" del suono chitarristico).

 

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rilevavo come il "sistema chitarra" non sia stato (è in parte ancora è così)in grado di interrogare altri compositori (citavo Ligeti o Stravinsky...lista troppo lunga anche per qualsiasi rivelazione, fosse anche importante come quella)

 

Ligeti fu a suo tempo interpellato, prima da AG e anni dopo da Magnus Andersson (ex-allievo di AG) e declinò cortesemente. Così fecero altri famosi compositori. L'unico "grande" che, in linea di principio, di dichiarò disponibile, fu Dimitri Shostakovic, ma morì prima che il progetto prendesse forma.

 

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Detto questo, io credo che un interpete che giudico estremamente intelligente come Bream possa sollevare dei dubbi: è motivo di domande in quanto, nonostante tutto, si trovano le sue registrazioni di Albèniz e Granados, quanto di altre trascr. per duo, ma non abbia mai approcciato Castelnuovo-Tedesco. Lo chiedo, e ne rimango stupito, poichè MCT non è uno qualsiasi, ma , nella mia modesta opinione, uno degli apici della musica per chitarra, tra i più completi e raffinati, e può sembrar strano sacrificarlo o scegliere solo la Sonata.

 

 

Detto questo, Le assicuro che non avrei mai sollevato la stessa domanda per Williams, Barrueco, Russel ecc.

Bream è Bream.

 

Dai per scontato che quello che Julian Bream ha inciso su disco sia quello che lui ha effetivamente suonato, la qual cosa non è affatto vera.

Bream ha suonato in pubblico molto repertorio che non ha mai inciso.

In un intervista fatta in occasione dell'uscita del disco con la Sonata di MCT, Bream raccontò pure come in gioventù avesse suonato diverse volte la Sonata di MCT per poi abbandonarla perchè gli sembrava troppo romantica (cito a memoria).

Bream ha suonato anche Ponce per esempio (Sonata classica, Sonatina Meridionale) o Ginastera, ma non li ha mai incisi.

 

Lo stesso discorso vale per Segovia: suonò tanto la Suite op.133 di MCT anche se non ne curò la revisione e non la incise: si trova nei suoi programmi dalla fine degli anni '50 al 1972.

 

Quanto ai duetti: la musica di MCT, malgrado la scrittura neoclassica e la sua felice comunicativa, non è affatto facile da suonare in termini interpretativi. Per fare musica "difficile" in due bisogna avere voglia di impegnarsi in due.... quindi non mi stupisce che il duo formato da Bream e Williams lo abbia ignorato visto che si dedicavano quasi esclusivamente a trascrizioni di facile presa sul pubblico.


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Non è un caso che, tra pianisti, nessuno abbia mai sollevato questioni riguardo il fatto - che so - che Michelangeli non abbia mai eseguito i Concerti di Brahms o la Sonata in si minore di Liszt, mentre tra chitarristi, il fatto che Bream non abbia suonato Castelnuovo-Tedesco costituisce motivo di domande.

 

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Non credo sia del tutto vero. Molti pianisti , e non solo, si chiedono perchè Gould non avesse mai suonato Chopin, molti si chiedono perchè, infondo aveva deciso di registrarlo, suonasse a quel modo Mozart.

 

Detto questo, io credo che un interpete che giudico estremamente intelligente come Bream possa sollevare dei dubbi: è motivo di domande in quanto, nonostante tutto, si trovano le sue registrazioni di Albèniz e Granados, quanto di altre trascr. per duo, ma non abbia mai approcciato Castelnuovo-Tedesco. Lo chiedo, e ne rimango stupito, poichè MCT non è uno qualsiasi, ma , nella mia modesta opinione, uno degli apici della musica per chitarra, tra i più completi e raffinati, e può sembrar strano sacrificarlo o scegliere solo la Sonata.

 

 

Detto questo, Le assicuro che non avrei mai sollevato la stessa domanda per Williams, Barrueco, Russel ecc.

Bream è Bream.

 

Nion mi sono espresso chiaramente, e cerco di farlo ora. Non affermo che sia ozioso porsi domande sul repertorio di questo o di quell'interprete. Ovviamente, esiste una storia dell'interpretazione pianistica, nella quale si è esaminato il repertorio dei grandi interpreti. Ma nessuno - tra gli studiosi che hanno scritto sull'argomento - ha mai pensato di assumere le scelte di un pianista - e le sue ripulse - come metro di giudizio sul valore delle opere suonate (o no). I pianisti suonano Rachmaninoff almeno quanto Bartok (e probabilmente di più), ma questo non ha creato confusione nel giudizio di valore, mettendo i meriti dei due compositori alla pari.

 

Faccio invece rilevare come la domanda riguardo il repertorio di Segovia, di Bream, etc., venga posta dai chitarristi al fine di stabilire gerarchie di merito sulle composizioni. Questo è unico ed esclusivo del "mondo della chitarra". E mi fermo qui.

 

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