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Julio Sagreras - Le prime lezioni di chitarra


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eh eh Fabio è vero che bisogna educare ma bisogna anche tenerseli gli allievi...il testo che citi, ottimo per migliorare la lettura, anche a prima vista, in posizioni non usuali per chi inizia, va usato in modo intellgente e con parsimonia. Credo che all'inizio dello studio si debba partire dal mondo musicale dell'allievo, senza imporre una propria idea di "repertorio", e una volta instaurato un reciproco rapporto di stima e fiducia...via, si può provare con tanta musica, anche Dodgson ecc, ma forse stiamo uscendo dal tema...ciao!

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Un grosso problema del primo volume, facilmente aggirabile compendiando con altri testi, è che obbliga la mano dell'allievo all'inizio del cammino a lavorare subito in posizioni fisse, accordali. La mano ha bisogno certo di trovare una sua impostazione corretta ma in modo graduale, progressivo, partendo da lavori, possibilmente monodici, che privilegino l'uso di un dito per volta, la ricerca del contatto dito-corda, pìù che l'allargamento della mano ad impostare posizioni accordali.

Il problema del primo dito che si flette, del quarto che non cade a martello, tutte cose che chi insegna conosce bene, con questo genere di esercizi e studi non viene risolto, e neanche affrontato...comunque, ripeto, si può e si deve compendiare, questi piccoli brani, dopo un paio di mesi e a piccole dosi, pssono sempre servire

Ciao

 

Io guardo la cosa dal punto di vista musicale. Mi sta bene la musica tonale con successioni armoniche elementari negli autori dell'Ottocento, ma negli autori di opere didattiche del Novecento dovrebbe essere sviluppata una ricerca un po' più ampia. Gli studi specifici si costruiscono a partire dalle combinazioni di diteggiatura considerate fondamentali, e sulle note risultati e disponibili vanno inventate le melodie, i bicordi, etc.

Che un'operazione del genere possa dar luogo a piccoli brani modali è del tutto naturale (vista l'accordatura della chitarra). Si sviluppa un linguaggio musicale ampio, sia dal punto di vista armonico che ritmico.

 

Sostituire un modello di ricerca di questo genere con musica già pronta - come per esempio le melodie popolari - è come tirare un sasso alla cieca, sperando che caschi il piccione. Gli intervalli delle melodie popolari non hanno nulla che vedere con quelli derivanti dalla ricerca delle combinazioni utili tra dita e corde, a livello di principianti.

 

Sagreras offre una serie di pezzi facili si, ma armonicamente banali e, per la formazione del gusto musicale, deleteri.

 

dralig

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Vero. Dobbiamo allora scriverli i testi, perchè nel panorame delle opere didattiche di livello base questa impostazione manca del tutto. Si parte con testi che danno per scontata tutta la parte introduttiva, di impostazione attraverso studi semplici e moderni, delle due mani. Da questo punto di vista nell'800, quando erano molti meno i possibili fruitori, c'era molto più materiale...(a parte il fatto che magari era difficile trovare i libri)

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Vero. Dobbiamo allora scriverli i testi, perchè nel panorame delle opere didattiche di livello base questa impostazione manca del tutto. Si parte con testi che danno per scontata tutta la parte introduttiva, di impostazione attraverso studi semplici e moderni, delle due mani. Da questo punto di vista nell'800, quando erano molti meno i possibili fruitori, c'era molto più materiale...(a parte il fatto che magari era difficile trovare i libri)

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Un grosso problema del primo volume, facilmente aggirabile compendiando con altri testi, è che obbliga la mano dell'allievo all'inizio del cammino a lavorare subito in posizioni fisse, accordali. La mano ha bisogno certo di trovare una sua impostazione corretta ma in modo graduale, progressivo, partendo da lavori, possibilmente monodici, che privilegino l'uso di un dito per volta, la ricerca del contatto dito-corda, pìù che l'allargamento della mano ad impostare posizioni accordali.

Il problema del primo dito che si flette, del quarto che non cade a martello, tutte cose che chi insegna conosce bene, con questo genere di esercizi e studi non viene risolto, e neanche affrontato...comunque, ripeto, si può e si deve compendiare, questi piccoli brani, dopo un paio di mesi e a piccole dosi, pssono sempre servire

Ciao

Concordo completamente.

Aggiungerei che l'impostare uno studio iniziale su "presa" di posizioni della sinistra può portare addirittura, per chi di natura non è dotato di un adeguato controllo sul coordinamento dei movimenti delle dita, ad un irrigidimento della mano, pur di riuscire a prendere l'accordo (ah..il fatidico re min. della lezione 46, primo accordo preso con tre dita!).

 

Ho forti dubbi sul fatto che studiare nelle fasi iniziali brani in cui la ricerca di raggiungere posizioni accordali obblighi l'allievo a movimenti simultanei di più dita, possa avere una sua validità didattica. Almeno non per tutti.

 

Senza parlare poi del rimandato approccio alla componente monodico-melodica dello strumento in favore di una sorta di visione di puro e semplice accompagnamento armonico.

 

LM

 

Leggo i post pubblicati in questo thread e si fa quasi sempre riferimento ai "brani semplici" (dalla lezione 36 in su - vado a memoria).

Tengo a precisare che il mio riferimento iniziale in risposta a dralig non riguarda le melodie accompagnate ma il blocco di esercizi iniziale, dove chi inizia da zero (allievi di 7/8 anni che non sanno neanche come sedersi) trova un riferimento e impara in tempi brevissimi a leggere la musica e ad associare la figurazione di una nota ad una posizione sulla tastiera.

Credo sia ovvio aggiungere che usato come unico riferimento di studio, preso "as is", sia abbondantemente superato benchè le problematiche proposte nelle lezioncine siano prima o poi tutte da affrontare (troppo spesso capita di ascoltare giovani interpreti che hanno fame di suggerimenti su opere come, che so io, il Capriccio Diabolico di Mario Castelnuovo Tedesco ma messi di fronte ad un arpeggio o ad una scala diatonica fanno una fatica immane).

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Proprio partendo dal momento in cui l'alunno imposta per la prima volta la sinistra...siamo sicuri che partendo dal primo tasto della prima o seconda corda otteniamo un buon risultato? Cioè come è possibile che nessun didatta si sia mai posto il problerma che all'inizio è molto difficile trovare e mantenere una buona posizione allungando il braccio fino al primo tasto? Mentre cominciare ad esempio al V o al VII addirittura con un barrè mobile sarebbe più utile e vantaggioso...e continuando com' è possibile che la prima nota suonata debba essere quasi sempre col primo dito sulla seconda corda -perchè si chiama do- pur essendo il primo il dito più difficile da impostare?

Ecco perchè certi testi, fra cui quello in questione, mi sembrano assolutamente obsoleti, soprattutto tenendo presente che sono stati scritti dopo l'esperienza tecnico-didattica di Carulli, Giuliani, Aguado, Tarrega ecc

Ciao!

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Proprio partendo dal momento in cui l'alunno imposta per la prima volta la sinistra...siamo sicuri che partendo dal primo tasto della prima o seconda corda otteniamo un buon risultato? Cioè come è possibile che nessun didatta si sia mai posto il problerma che all'inizio è molto difficile trovare e mantenere una buona posizione allungando il braccio fino al primo tasto? Mentre cominciare ad esempio al V o al VII addirittura con un barrè mobile sarebbe più utile e vantaggioso...e continuando com' è possibile che la prima nota suonata debba essere quasi sempre col primo dito sulla seconda corda -perchè si chiama do- pur essendo il primo il dito più difficile da impostare?

 

Perchè prima di iniziare occorre dare delle coordinate. Come imparare e conoscere tutta l'estensione dello strumento dando ad ogni posizione un nome. E' un lavoro preliminare di uno o due mesi affiancato ad esercizi di tecnica elementare e mette in condizione anche un bambino di 8 anni di prendere uno spartito musicale e trasformarlo in suoni senza bisogno di nessuno.

Sfondi una porta aperta, poi, sull'importanza della posizione, del movimento minimo e di tutta l'impostazione tecnica; è solo che il mio primo obiettivo è rendere indipendenti gli allievi, fare in modo che il riferimento all'insegnante sia secondario e possano in ogni momento trarre vantaggio da suggerimenti che arrivano da ogni parte (come succede nel mondo della scuola e nella vita reale) senza 'legarli mani e piedi'.

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Ma chi ha detto che usare un testo significa attenersi esclusivamente ad esso? L'nsegnante preparato può e deve accompagnare lo studio con altri testi o singoli brani scelti con razionalità e soprattutto esercizi vari (es. scale cromatiche, diatoniche, altri...) in modo da completare (proporzionalmente al livello dell'allievo) l' esercitazione periodica.

 

Maurizio.

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Ma chi ha detto che usare un testo significa attenersi esclusivamente ad esso?

 

Ci mancherebbe altro.

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