Vai al contenuto
Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Julio Sagreras - Le prime lezioni di chitarra


 Condividi

Messaggi raccomandati


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  0
  • Content Count:  6
  • Reputation:   0
  • Joined:  25/06/2007
  • Status:  Offline

Se mi manda una registrazione di una Sua esecuzione, Le prometto che scriverò un pezzo per chitarra sola su misura, dedicandoGlielo.

 

Gratis. Me lo posso permettere.

 

dralig

 

attenzione: è sulla buona strada per ricever richieste di dedica da tutto il forum!!! :)

 

stefano

 

Nessun problema: metto tutte le richieste nella lista d'attesa che, al momento, considerando i miei tempi di produzione, è di una dozzina d'anni.

 

dralig

 

be' in 12 anni forse anch'io riesco ad acquisire la tecnica necessaria :)

 

buon lavoro!

Link al commento
Condividi su altri siti

  • Risposte 48
  • Creato
  • Ultima Risposta

Miglior contributo in questa discussione


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  39
  • Content Count:  391
  • Reputation:   88
  • Joined:  19/12/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

 

Cattiva didattica, Marcello. ApIvor fa - sia pure in modo naif - dell'ideologia invece che della tecnica, detta le regole delle cose da non fare (esempio il ritmo) in base a criteri di schietto stampo marxista-darmstadtiano, e alla fine non dice come fare le cose da fare: in altre parole, teorizza le sue composizioni come modello ideologico, e chi non fa così, sbaglia. Lo mandai a quel paese, a suo tempo, perché era un ideologo, non un compositore, proprio mentre piagnucolava per l'esclusione della sua musica dai centri di potere. Non gli dissi che gli stava bene, ma lo pensai.

dralig

 

 

 

:) In verità mi piacciono molto gli studi di Bettinelli... ma passo sempre prima da Apivor proprio per la sua "semplicità"...è più didascalico e credo (penso) che all'inizio aiuti ad un allievo(a totale digiuno di certe "cose") a capirne alcune (almeno a me succede cosi)...

quello che mi interessa è iniziare a spiegare come si usa la tecnica seriale e mi sembra efficace il testo con gli studi annessi...poi, ovviamente la musica supera (deve superare ) le regole ma onestamente non mi sembra così..pessimo..

c'è molto di peggio in...giro... :)

poi c'è sempre Henze che insegna a usare la dodecafonia libera...e ad abbandonare la scuola di Darmstadt...

ma bisogna pur sempre "iniziare" da qualcosa...

 

 

 

mr

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  13
  • Content Count:  129
  • Reputation:   0
  • Joined:  06/05/2006
  • Status:  Offline
  • Device:  iPad

 

Cattiva didattica, Marcello. ApIvor fa - sia pure in modo naif - dell'ideologia invece che della tecnica, detta le regole delle cose da non fare (esempio il ritmo) in base a criteri di schietto stampo marxista-darmstadtiano, e alla fine non dice come fare le cose da fare: in altre parole, teorizza le sue composizioni come modello ideologico, e chi non fa così, sbaglia. Lo mandai a quel paese, a suo tempo, perché era un ideologo, non un compositore, proprio mentre piagnucolava per l'esclusione della sua musica dai centri di potere. Non gli dissi che gli stava bene, ma lo pensai.

dralig

 

 

 

:) In verità mi piacciono molto gli studi di Bettinelli... ma passo sempre prima da Apivor proprio per la sua "semplicità"...è più didascalico e credo (penso) che all'inizio aiuti ad un allievo(a totale digiuno di certe "cose") a capirne alcune (almeno a me succede cosi)...

quello che mi interessa è iniziare a spiegare come si usa la tecnica seriale e mi sembra efficace il testo con gli studi annessi...poi, ovviamente la musica supera (deve superare ) le regole ma onestamente non mi sembra così..pessimo..

c'è molto di peggio in...giro... :)

poi c'è sempre Henze che insegna a usare la dodecafonia libera...e ad abbandonare la scuola di Darmstadt...

ma bisogna pur sempre "iniziare" da qualcosa...

 

 

 

mr

 

Io penso che sia meglio iniziare dalla scrittura classica, ma, naturalmente, ogni opinione è sempre relativa.

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Membri
  • Topic Count:  39
  • Content Count:  391
  • Reputation:   88
  • Joined:  19/12/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

 

Cattiva didattica, Marcello. ApIvor fa - sia pure in modo naif - dell'ideologia invece che della tecnica, detta le regole delle cose da non fare (esempio il ritmo) in base a criteri di schietto stampo marxista-darmstadtiano, e alla fine non dice come fare le cose da fare: in altre parole, teorizza le sue composizioni come modello ideologico, e chi non fa così, sbaglia. Lo mandai a quel paese, a suo tempo, perché era un ideologo, non un compositore, proprio mentre piagnucolava per l'esclusione della sua musica dai centri di potere. Non gli dissi che gli stava bene, ma lo pensai.

dralig

 

 

 

:) In verità mi piacciono molto gli studi di Bettinelli... ma passo sempre prima da Apivor proprio per la sua "semplicità"...è più didascalico e credo (penso) che all'inizio aiuti ad un allievo (a totale digiuno di certe "cose") a capirne alcune (almeno a me succede cosi)...

quello che mi interessa è iniziare a spiegare come si usa la tecnica seriale e mi sembra efficace il testo con gli studi annessi...poi, ovviamente la musica supera (deve superare ) le regole ma onestamente non mi sembra così..pessimo..

c'è molto di peggio in...giro... :)

poi c'è sempre Henze che insegna a usare la dodecafonia libera...e ad abbandonare la scuola di Darmstadt...

ma bisogna pur sempre "iniziare" da qualcosa...

 

 

 

mr

 

Io penso che sia meglio iniziare dalla scrittura classica, ma, naturalmente, ogni opinione è sempre relativa.

 

Veramente, Maurizio, temo ci sia un pò di confusione, :) non ho detto che parto da Bettinelli o da Apivor..magari..! (se rileggi tutte le risposte dall'inizio..)

la frase :

<>

era la conclusione degli altri post..

si parlava di Sagreras e ho detto semplicemente che è "poco" classico, appunto, per i miei gusti, (fermo restando il fatto che generazioni di chitarristi lo abbiano usato e lo usano ma credo forse solo per una praticità mista a pigrizia più che per una vera scelta di "vita".." basta fare come la pubblicità, meglio cambiare,no?:D ...) e che invece preferisco Carulli, Sor e altri.."subito", dopo aver impostato un minimo di esercizi costruiti su misura e poi, dato che abbondano gli studi come forma didattica per avvicinarsi al linguaggio musicale dei vari periodi, vedi Carulli, Sor, Giuliani, Aguado, Coste, Regondi...ecc..arrivo a Dodgson, Bettinelli...

(in attesa di fare le musiche di costoro, vedi le "Lingue chitarristiche" di Gilardino di cui parlava in un articolo del Fronimo di qualche anno fa..)

 

ma nel frattempo, "dicevo", utilizzo per le escursioni nei linguaggi più moderni opere come Smith Brindle-Guitarcosmos in tre volumi, (cosa questa, possibile alla maniera di Bartok per i pianisti) di iniziarlo da subito e Apivor (che invece ho detto "non da..subito" :) , che ribadisco, è uno dei pochi libri (se non l'unico) che introduce con degli studi il linguaggio seriale..che poi questi siano elevati o meno..di questo si discuteva piacevolmente con il magister, per me è secondario in quella fase, perchè mi interessa far capire ad un allievo come si costruisce una serie.."scolasticamente" e come deve iniziare a..comprendere..questa scrittura..

fase in cui di solito il 90% dei chitarristi stravede per Rodrigo e affini e allora..non mi dispiace se inizia a capire che esiste anche Takemitsu, Henze e...altri..ma dato che le opere di costoro non sono certo abbordabili, un "semplice" studio penso si possa fare, (e la mia esperienza diretta me lo conferma)..dimentichi che il 90% degli allievi il primo pezzo che vorrebbe e tenta di suonare è Asturias?..allora perchè non Smith Brindle..

 

la risposta di dralig era un "tantino" più in là...e mi "punzecchiava" sulle mie manie che conosce benissimo di "amare" un certo tipo di musica..e sul compositore che Lui conosce benissimo :)

ma io dato che non ho avuto il piacere di avere (come tutti noi) il lavoro che M.Castelnuovo Tedesco doveva completare ahimè.., vedi gli appunti, preludi e studi dove negli ultimi quaderni doveva anche trattare questi "argomenti"..mi sono semplicemente "attrezzato"..e ho trovato Smith Brindle e Apivor..che ti assicuro...trovo più interessante..di Sagreras..con tutto il rispetto..mentre con Carulli e Sor risolvo tutti i problemi di Sagreras molto più piacevolmente..potendo parlare di frasi "classiche", cadenze, dominanti, accordi alterati ecc...ecc...cosa che mi interessa di più che fare solo della tecnica..meccanica..e ammirare se un dito si muove in un certo modo...(ovvio che sono cose importanti, ma forse ad un allievo alle prime armi, interessano meno..)

ma ripeto, come ho detto nel primo post...(leggete sempre tutto, quando si risponde...è facile distorcere il senso delle cose...con questi mezzi...indiretti, "retrogradi inversi" appunto :D ..)

se si risponde leggendo un solo post...:(

e comunque è solo la mia opinione..di un semplice musicista (meno chitarrista)..:)

e che poi la differenza..la fa l'insegnante, non tanto il libro..perchè spesso il metodo non è un.."metodo"..ma..altro..

io uso spesso il Pujol per esempio, ma dico ai mie allievi non leggete cosa c'è scritto ma solo le.."Note musicali"...

adesso dovrei dire altre cose ma mi fermo altrimenti temo di dover usare altre duemila parole e annoiare qualcuno...

(ignorate quest'ultima parte..)

 

con simpatia

marcello

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Autori
  • Topic Count:  89
  • Content Count:  2241
  • Reputation:   100
  • Joined:  24/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

 

ma nel frattempo, "dicevo", utilizzo per le escursioni nei linguaggi più moderni opere come Smith Brindle-Guitarcosmos in tre volumi, (cosa questa, possibile alla maniera di Bartok per i pianisti) di iniziarlo da subito e Apivor (che invece ho detto "non da..subito" :) , che ribadisco, è uno dei pochi libri (se non l'unico) che introduce con degli studi il linguaggio seriale..che poi questi siano elevati o meno..di questo si discuteva piacevolmente con il magister, per me è secondario in quella fase, perchè mi interessa far capire ad un allievo come si costruisce una serie.."scolasticamente" e come deve iniziare a..comprendere..questa scrittura..

 

con simpatia

marcello

 

Caro Marcello, come sai, l'uso della tecnica seriale non implica, di per sé, e come imperativo assoluto, né estetico né etico né fisico-acustico, l'obbligo di serializzare anche il ritmo. Questa è un'idea darmstadtiana che ApIvor fa maldestramente sua, senza peraltro riuscire a spiegare quali siano i nessi controllabili che determinano, in una serie, i ritmi "astratti" che soli potrebbero identificarsi con la serie. Alla fine, risulta una sorta di semplicistico "non usate i ritmi barocchi perché con la serie non vanno bene, e non vanno bene perché lo dico io". Basta, per rimanere nell'aiuola del repertorio della chitarra, leggere le "Sechs Musiken" di Apostel o la "Suite" di Krenek - infinitamente superiori a qualunque pezzo scritto da ApIvor - per constatare che il maestro gallese diceva delle - chiedo venia - fesserie.

 

dralig

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Autori
  • Topic Count:  89
  • Content Count:  2241
  • Reputation:   100
  • Joined:  24/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

 

Caro Marcello, come sai, l'uso della tecnica seriale non implica, di per sé, e come imperativo assoluto, né estetico né etico né fisico-acustico, l'obbligo di serializzare anche il ritmo. Questa è un'idea darmstadtiana che ApIvor fa maldestramente sua, senza peraltro riuscire a spiegare quali siano i nessi controllabili che determinano, in una serie, i ritmi "astratti" che soli potrebbero identificarsi con la serie.

 

 

non conosco ApIvor...è importante dire che invece, l'idea darmstadtiana di serialismo, nella sua evoluzione, implica di certo la serializzazione del ritmo (a questo proposito celebre fu l'articolo di Stockhausen del 59, "...how time passes...")...era necessaria l'alternativa a qualunque cosa fosse riconducibile al tematismo ...compresi quindi i "ridicoli" tempi di minuetto e giga su una "serie" dodecafonica (op 24 25 29 Schoenberg)...

 

L'alternativa non si poteva imporre come legge. Era valida nella misura in cui, asserita nella pratica compositiva, dava luogo a composizioni di qualità superiore a quelle aborrite ed etichettate come ridicole. Mi dispiace, ma ciò non è avvenuto: le composizioni di Stockhausen non hanno affatto ridicolizzato quelle di Schoenberg - un grande musicista - e quindi l'etichetta appare per quel che è: un tentativo di squalifica settaria operato a priori da chi, forse, i minuetti e le gighe seriali non avrebbe mai saputo scriverli.

 

dralig

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Ammministratori
  • Topic Count:  1016
  • Content Count:  3633
  • Reputation:   227
  • Joined:  14/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Windows

leggere le "Sechs Musiken" di Apostel

 

A tal proposito, suggerisco l'ascolto del CD

41Z9H2F9N0L._AA240_.jpg

di William Anderson e Oren Fader.

 

Ci provai, a suo tempo, ma proprio non andò giù.

Anzi, per essere onesti, era proprio lontano mille miglia dal mio modo di sentire.

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Group:  Autori
  • Topic Count:  89
  • Content Count:  2241
  • Reputation:   100
  • Joined:  24/11/2005
  • Status:  Offline
  • Device:  Macintosh

 

L'alternativa non si poteva imporre come legge. Era valida nella misura in cui, asserita nella pratica compositiva, dava luogo a composizioni di qualità superiore a quelle aborrite ed etichettate come ridicole. Mi dispiace, ma ciò non è avvenuto: le composizioni di Stockhausen non hanno affatto ridicolizzato quelle di Schoenberg - un grande musicista - e quindi l'etichetta appare per quel che è: un tentativo di squalifica settaria operato a priori da chi, forse, i minuetti e le gighe seriali non avrebbe mai saputo scriverli.

 

dralig

 

è il solito discorso m°;)

...l'alternativa si doveva imporre come legge dal momento in cui c'era chi sosteneva che costoro, che mai si sarebbero sognati di scrivere gighe e minuetti, (e magari proprio per questo) non erano neanche da considerarsi compositori...fu reciprico il tentativo di squalifica settario...

 

Lo so bene. Tipico della squalifica ideologica non è il negare che la musica scritta fuori dai precetti ecclesiali sia valida, ma il negare che sia musica.

 

dralig

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 1 mese dopo...

  • Group:  Membri
  • Topic Count:  23
  • Content Count:  178
  • Reputation:   0
  • Joined:  15/02/2006
  • Status:  Offline

pensate a Bach con il "pianoforte"...in pratica esiste un percorso di sue musiche che va dal primo anno al raggiungimento dell' arte assoluta...ecco...questo mi piacerebbe fosse il metodo che un giorno scriverò....:)

 

con simpatia...

mr

 

Se lo fai, sarò il primo a comprarlo!!! anzi, non è che già qualcosa di simile in commercio?

Link al commento
Condividi su altri siti

Per favore accedi per lasciare un commento

Potrai lasciare un commento dopo aver effettuato l'accesso



Accedi Ora
 Condividi

×
×
  • Crea Nuovo...

Informazioni importanti

Usando il Forum dichiari di essere d'accordo con i nostri Terms of Use.