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L'uomo impara essenzialmente in maniera visiva

 

Io mi ricordo benissimo di come ho imparato le cose. Ho imparato a parlare perchè sentivo il suono della A e lo riproducevo non di certo perchè lo vedevo. Non ho mai visto un sordo dalla nascita parlare bene. Ragiona e rispondimi a questa domanda: riesci a vedere più cose con gli occhi o con le orecchie?

 

per insegnare ci vuole "SOLAMENTE" un pò di esperienza

 

Ok, sono pienamente convinto che stai sbagliando approccio all'insegnamento. Per NON insegnare basta un pò di esperienza. Più i tuoi allievi sono piccoli e più bisogna sapere cosa si stà facendo. L'insegnamento è alla base della società futura, tu insegnando chitarra insegni musica prima di tutto, formi parte della mente dell'uomo o la donna di domani, lo formi culturalmente, formi parte della società, hai un'enorme responsabilità addoso. Non puoi caricarti di ciò con solo un pò di esperienza. Credo che insegnare sia questo. Nel mio piccolo mi muovo in questa direzione, insegno loro a vedere con le orecchie e a porre il cervello nel rapporto fra di esse (le orecchie) e le mani.

 

Deduco che l'unico metodo educativo e conoscitivo è il vedere un altro che lo fa e che lo spiega

 

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :roll::x:shock::(:cry:

:mrgreen::mrgreen::mrgreen::mrgreen::mrgreen::mrgreen:

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Bè, apparte che sinceramente mi sembra molto un arrampicarsi sugli specchi ma non ne capisco la ragione, secondo punto: tu stesso confermi quello che dico, cioè l'educazione può avvenire solamente con una persona che ti guida facendoti vedere, sentire, a seconda dei casi, quello che ti sta spiegando; Anche io ho allievi e personalmente sto facendo esperienza, ma non capisco: cioè affermi che un concertista, o quantomeno la maggiorparte dei concertisti, non sa insegnare, ma un concertista le conoscenze per insegnare ed educare (come giustamente tu dici) un bambino o un ragazzo si presume le possegga, quindi quello che gli manca è l'esperienza nel farlo.

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No, non ci siamo capiti, ora ho poco tempo per spiegarmi, proverò in nottata quando torno a darti una risposta più precisa.

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Bè, apparte che sinceramente mi sembra molto un arrampicarsi sugli specchi ma non ne capisco la ragione, secondo punto: tu stesso confermi quello che dico, cioè l'educazione può avvenire solamente con una persona che ti guida facendoti vedere, sentire, a seconda dei casi, quello che ti sta spiegando; Anche io ho allievi e personalmente sto facendo esperienza, ma non capisco: cioè affermi che un concertista, o quantomeno la maggiorparte dei concertisti, non sa insegnare, ma un concertista le conoscenze per insegnare ed educare (come giustamente tu dici) un bambino o un ragazzo si presume le possegga, quindi quello che gli manca è l'esperienza nel farlo.

 

Così come per diventare concertisti occorrono un'istruzione, un addestramento, un tirocinio - ai quali poi si aggiunge l'esperienza - anche per diventare insegnanti occorre prepararsi specificamente, altrimenti si rischia di caricare sulla fase della prima esperienza il prezzo di una formazione non abbastanza specifica e incompleta.

 

Se un insegnante che suona in modo decente, e nulla più, si proponesse di colpo come concertista, gli si prescriverebbe - giustamente - di completare la sua preparazione, non lo si manderebbe nelle sale a far esperienza.

 

dralig

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Bè, apparte che sinceramente mi sembra molto un arrampicarsi sugli specchi ma non ne capisco la ragione, secondo punto: tu stesso confermi quello che dico, cioè l'educazione può avvenire solamente con una persona che ti guida facendoti vedere, sentire, a seconda dei casi, quello che ti sta spiegando; Anche io ho allievi e personalmente sto facendo esperienza, ma non capisco: cioè affermi che un concertista, o quantomeno la maggiorparte dei concertisti, non sa insegnare, ma un concertista le conoscenze per insegnare ed educare (come giustamente tu dici) un bambino o un ragazzo si presume le possegga, quindi quello che gli manca è l'esperienza nel farlo.

 

Ciccio Matera for President !

 

Non ti preoccupare per akaros, è uno che vuol far sembrare di avere ragione.

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Bè, apparte che sinceramente mi sembra molto un arrampicarsi sugli specchi ma non ne capisco la ragione, secondo punto: tu stesso confermi quello che dico, cioè l'educazione può avvenire solamente con una persona che ti guida facendoti vedere, sentire, a seconda dei casi, quello che ti sta spiegando; Anche io ho allievi e personalmente sto facendo esperienza, ma non capisco: cioè affermi che un concertista, o quantomeno la maggiorparte dei concertisti, non sa insegnare, ma un concertista le conoscenze per insegnare ed educare (come giustamente tu dici) un bambino o un ragazzo si presume le possegga, quindi quello che gli manca è l'esperienza nel farlo.

 

Così come per diventare concertisti occorrono un'istruzione, un addestramento, un tirocinio - ai quali poi si aggiunge l'esperienza - anche per diventare insegnanti occorre prepararsi specificamente, altrimenti si rischia di caricare sulla fase della prima esperienza il prezzo di una formazione non abbastanza specifica e incompleta.

 

Se un insegnante che suona in modo decente, e nulla più, si proponesse di colpo come concertista, gli si prescriverebbe - giustamente - di completare la sua preparazione, non lo si manderebbe nelle sale a far esperienza.

 

dralig

 

Certo, mi sembra che sia condivisibile quello che dice, tuttavia, di grazia, mi potrebbe spiegare quali conoscenze specifiche posseggono gli insegnanti delle scuole medie in più rispetto ad un concertista, se anch'essi nelle graduatorie salgono di 18 punti ogni anno di insegnamento, potendo presentare 1 punto a concerto, così come può farlo un concertista, e tre punti un concorso vinto?

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Bè, apparte che sinceramente mi sembra molto un arrampicarsi sugli specchi ma non ne capisco la ragione, secondo punto: tu stesso confermi quello che dico, cioè l'educazione può avvenire solamente con una persona che ti guida facendoti vedere, sentire, a seconda dei casi, quello che ti sta spiegando; Anche io ho allievi e personalmente sto facendo esperienza, ma non capisco: cioè affermi che un concertista, o quantomeno la maggiorparte dei concertisti, non sa insegnare, ma un concertista le conoscenze per insegnare ed educare (come giustamente tu dici) un bambino o un ragazzo si presume le possegga, quindi quello che gli manca è l'esperienza nel farlo.

 

Così come per diventare concertisti occorrono un'istruzione, un addestramento, un tirocinio - ai quali poi si aggiunge l'esperienza - anche per diventare insegnanti occorre prepararsi specificamente, altrimenti si rischia di caricare sulla fase della prima esperienza il prezzo di una formazione non abbastanza specifica e incompleta.

 

Se un insegnante che suona in modo decente, e nulla più, si proponesse di colpo come concertista, gli si prescriverebbe - giustamente - di completare la sua preparazione, non lo si manderebbe nelle sale a far esperienza.

 

dralig

 

Certo, mi sembra che sia condivisibile quello che dice, tuttavia, di grazia, mi potrebbe spiegare quali conoscenze specifiche posseggono gli insegnanti delle scuole medie in più rispetto ad un concertista, se anch'essi nelle graduatorie salgono di 18 punti ogni anno di insegnamento, potendo presentare 1 punto a concerto, così come può farlo un concertista, e tre punti un concorso vinto?

 

Di grazia, Glielo spiego. Il mio ragionamento è impostato sul paradigma di una realtà ordinaria, cioè su profili professionali valutati correttamente, con senso di equità e di giustizia. Nel ragionare, non assumo come paradigmi le deformazioni che, nel valutare tali profili, e nell'assegnare loro punteggi nelle graduatorie delle scuole pubbliche, si verificano come conseguenza di manovre corporative. Il fatto che io abbia insegnato in conservatorio a partire dall'età di 40 anni, dopo che le mie innovazioni alla tecnica della chitarra allora corrente erano state sperimentate per una decina d'anni, cioè solo dopo essermi accertato della loro efficacia e della loro applicabilità in generale, e non prima (benché il mio curriculum di concertista fosse, già quando avevo 25 anni, tale da permettermi di ottenere ampiamente la famosa "idoneità artistica", necessaria per guadagnarsi una cattedra), testimonia senza ombre il mio grande rispetto per l'insegnamento come attività specifica, e non genericamente accessibile a partire soltanto dal proprio status di concertista. Così come la mia uscita per dimissioni dal conservatorio, nel 2004, testimonia il mio disagio nei confronti di una situazione nella quale era divenuto impossibile continuare a insegnare onorando i presupposti e le finalità proprie di una scuola per futuri concertisti. Quindi, caro Francesco, io non ho parlato accademicamente, ma a partire dalle mie azioni, visibili a chiunque, e ho parlato in base a principi di etica artistica e professionale che stanno al di fuori (oserei dire al disopra) delle "logiche" con le quali vengono regolate le assunzioni dei docenti nei conservatori e nelle scuole pubbliche: "Io son fatta da Dio, sua mercé, tale..." etc. etc.

 

dralig

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Lei è una persona davvero grande, e per questo Lei merita tutto il mio rispetto ed elogio, ma appunto io mi riferivo non alla realtà ordinaria, ma alla realtà sensibile, per cui, al livello del Suo ragionamento, Lei ha centrato il punto ed è stato coerente con quella che dovrebbe essere l'etica di un insegnante; ma come è vero che Bach ha messo nero su bianco il sistema del temperamento equabile, è altrettanto vero che i posteri l'hanno studiato ed usato. Lei è stato l'ideatore della nuova (e credo definitiva) tecnica della chitarra, gli studiosi dei Suoi testi saranno i portatori, gli eredi di questa tecnica, e quindi docenti in grado di portare dei ragazzi a formarsi (quantomeno tecnicamente) come concertisti. Ma questo non cambia i termini: a parità di competenze, io credo che non ci sia paragone tra l'andare a lezione da un concertista o ex-concertista e un chitarrista che non ha mai dato un concerto o un concorso, e se li ha dati, non sono meritevoli di nota, e questo lo dico per esperienza personale. Queste sono le mie conclusioni, fermo restando il fatto che le Sue affermazioni sono sacrosante. Un caro saluto.

 

Francesco

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A me pare che al principio della formazione sia fondamentale avere un insegnante in grado di fornire esempi sonori all'allievo. Ma una volta raggiunto un certo livello, una certa maturità musicale, non è più indispensabile avere un insegnante che mostri "come fare". Può essere un valore aggiunto, ma passa in secondo piano rispetto alla sensibilità dell'insegnante ed alle sue doti didattiche, e mai potrebbe sopperire alla mancanza di quest'ultime.

Ciao

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