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Ospite Piero Viti
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Discorso a parte meriterebbe la capacità di ascolto. Mi pare (e qui vorrei conferma o smentita da chi abbia esperienze simili o discordanti dalla mia) che moltissime persone (e moltissimi chitarristi a prescindere dal livello) ascoltino un concerto in una disposizione d'animo molto pericolosa: quella "comparativa". "Non suona come suonerei io"... "Non suona come su disco"... "Non suona come ha suonato l'anno scorso"... "Non suona come il mio idolo"... Etc etc...

 

Con questo non voglio dire che il pensiero critico di ognuno di noi possa prescindere totalmente l'esperienza e la comparazione ma che mi sembra fuorviante e fuorviato un giudizio basato aprioristicamente solo sulla comparazione.

Catemario

 

E' questa, certamente, una disposizione d'animo "superiore".

 

...ma non è per tutti.

 

A volte si nasce così (ma è raro) ...a volte lo si diventa (ed è parimenti raro!).

 

Una cosa è, però, certa: la capacità di ascolto "astrattiva" è possibile solo se si è "in pace" con se stessi!

 

Chiaramente essere "in pace" con se stessi vuol dire tante cose: non solo aver raggiunto una salda personalità musicale o avere domato ai propri voleri lo strumento, ma anche (e soprattutto!) essere una "persona"!

 

Saluti

 

Piero Viti

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Chiaramente essere "in pace" con se stessi vuol dire tante cose: non solo aver raggiunto una salda personalità musicale o avere domato ai propri voleri lo strumento, ma anche (e soprattutto!) essere una "persona"!

 

Saluti

 

Piero Viti

 

Carissimo Piero, per essere in pace con se stessi la prima cosa è darsi da mangiare con una certa generosità. I misfatti di cui dobbiamo occuparci quotidianamente sono quasi sempre perpetrati da questi maniaci della linea e delle diete, divorati dal loro stesso metabolismo.

 

dralig


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Chiaramente essere "in pace" con se stessi vuol dire tante cose: non solo aver raggiunto una salda personalità musicale o avere domato ai propri voleri lo strumento, ma anche (e soprattutto!) essere una "persona"!

 

Saluti

 

Piero Viti

 

Carissimo Piero, per essere in pace con se stessi la prima cosa è darsi da mangiare con una certa generosità. I misfatti di cui dobbiamo occuparci quotidianamente sono quasi sempre perpetrati da questi maniaci della linea e delle diete, divorati dal loro stesso metabolismo.

 

dralig

 

La massa che segue il mass-media. Niente di più.

Se domani salta fuori qualcuno che dice che dobbiamo andare in giro scalzi quanto credete ci voglia perchè accada davvero?

Ospite Piero Viti
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Carissimo Piero, per essere in pace con se stessi la prima cosa è darsi da mangiare con una certa generosità. I misfatti di cui dobbiamo occuparci quotidianamente sono quasi sempre perpetrati da questi maniaci della linea e delle diete, divorati dal loro stesso metabolismo.

 

dralig

 

Caro "dralig",

sfondi una porta aperta!

...da buon napoletano non posso essere insensibile a questi "valori" di "pace"!!!

 

...anche se, però, mi sembra di inneggiare un po' al Demis Roussos ante "dieta dissociata" (certamente il migliore!!).

 

Piero


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Chiaramente essere "in pace" con se stessi vuol dire tante cose: non solo aver raggiunto una salda personalità musicale o avere domato ai propri voleri lo strumento, ma anche (e soprattutto!) essere una "persona"!

 

Saluti

 

Piero Viti

 

Carissimo Piero, per essere in pace con se stessi la prima cosa è darsi da mangiare con una certa generosità. I misfatti di cui dobbiamo occuparci quotidianamente sono quasi sempre perpetrati da questi maniaci della linea e delle diete, divorati dal loro stesso metabolismo.

 

dralig

 

La massa che segue il mass-media. Niente di più.

Se domani salta fuori qualcuno che dice che dobbiamo andare in giro scalzi quanto credete ci voglia perchè accada davvero?

 

Infatti Cristiano, è sempre questo il problema

e rapportandolo al nostro mondo (artistico) si rischia la stessa cosa non trovi..? se le persone che devono compiere scelte autocritiche non hanno i mezzi...?

ecco, la pace dei sensi di cui parlava Piero mi sta benissimo.. :D

ma è decisamente rara

e per rispondere al Maestro Catemario (ne approfitto)

anche io concordo che non si deve comparare ,

 

io cerco sempre di trovare il buono che c'è in ogni esecuzione...la pur minima e piccola differenza di idea nuova, stimolante o illumninante in un piccolo evento, infatti quando ascoltiamo Muti (per uscire dal.. giardino) e Abbado sull'interpretazione di un brano identico ad esmpio, il bello consiste proprio nelle differenze no..? entrambe verità espressive ... ecco vorrei questo.. più spesso ...( e magari anche su un repertorio di..qualità che non ci manca... ma...)

concordando che il primo pezzo per chitarra è il magnifico Homenaje...

l'ultimo... i valzer venezuelanos di Lauro...?

a volte sembra di..si...:(

anche se dopo il caffè non guastano sicuramente... :)

 

marcello


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Se domani salta fuori qualcuno che dice che dobbiamo andare in giro scalzi quanto credete ci voglia perchè accada davvero?

 

In un mondo di chitarristi se viene detto dalla persona giusta... pochi minuti! Basterà inventarsi che si tratta del rimedio naturale contro l'irrigidimento della spalla destra o sinistra o che permette al nostro quinto chakra di comunicare direttamente con la terra... Ci sono personaggi che hanno fatto scuola qualche anno fa proponendo improbabili soluzioni "extrachitarristiche". E che hanno avuto anche un bel po' di allievi...

 

Chiaramente essere "in pace" con se stessi vuol dire tante cose: non solo aver raggiunto una salda personalità musicale o avere domato ai propri voleri lo strumento, ma anche (e soprattutto!) essere una "persona"!

 

Bella chiave di lettura. Una canzone di qualche anno fa recitava: "I'm a Barbie girl in a Barbie world, life in plastic is fantastic..."

Quanti preferiscono un mondo di plastica apparentemente perfetto ed uniforme alla vita reale? Quanti preferiscono la "similcarne di McDna" ad una "parmigiana di melanzane"?

 

Cordialmente

 

Catemario


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Se domani salta fuori qualcuno che dice che dobbiamo andare in giro scalzi quanto credete ci voglia perchè accada davvero?

 

In un mondo di chitarristi se viene detto dalla persona giusta... pochi minuti!

 

Ma anche nel mondo di non-musicisti, Edoardo.

La situazione attuale di impotenza dell'uomo occidentale nello scegliere e nel definire il proprio gusto (musicale, pittorico ma anche culinario, nel modo di vestirsi ecc.) è critica.

 

Siamo in una condizione vero e proprio regime psico-digitale dove invece di avere i carroarmati in piazza abbiamo un tentativo (riuscitissimo) di imposizione mediatica basata su superficialità e semplicità.

 

Bella chiave di lettura. Una canzone di qualche anno fa recitava: "I'm a Barbie girl in a Barbie world, life in plastic is fantastic..."

Quanti preferiscono un mondo di plastica apparentemente perfetto ed uniforme alla vita reale?

 

Più persone di quanto possiamo immaginare, amico mio.

Più persone di quanto possiamo immaginare.


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Se domani salta fuori qualcuno che dice che dobbiamo andare in giro scalzi quanto credete ci voglia perchè accada davvero?

 

In un mondo di chitarristi se viene detto dalla persona giusta... pochi minuti!

 

Ciao a tutti.

Devo dire di non essere molto d'accordo con l'ultima affermazione del mio amico Edo. Non in linea di principio, si intende, ma per esperienza pratica.

Negli ultimi cinque-sei anni ho avuto modo di confrontarmi con alunni (anche grazie ai corsi di I e II Livello che ho tenuto - alcuni di questi corsisti sono presenti attivamente anche su questo forum), che mi hanno dimostrato proprio l'esatto contrario.

Sarà che la possibilità di reperire con grande facilità molte informazioni, anche grazie ad internet, ha maturato in molti una sorta di conoscenza "preventiva" dell'operato - se non addirittura del "pensiero" - di alcuni di quelli che Edo definisce "persone giuste", sarà che culturalmente c'è stato un vero e proprio scatto in avanti, ma io tutta questa sudditanza nei confronti di "Sacri Miti", non la vedo proprio più. Forse anche perché non vedo più i "Sacri Miti" di un tempo (a tal proposito consiglio a tutti la visione dell'ultimo DVD di Barrueco nella parte dove vi sono lo stesso Manuel, Russell, Tanembaum, Sergio e Odair Assad che, in 5, suonano su una sola chitarra :!: )

 

Vedo invece - naturalmente sto parlando di persone aperte culturalmente, non di ragazzini smaniosi per l'autografo a fine concerto - già diverse generazioni di chitarristi con una conoscenza e coscienza critica notevolmente superiori a quelle di strumentisti di alcuni lustri fa.

 

Così come devo dire che ben difficilmente trovo persone, appunto "persone", disposte a farsi ciecamente guidare con dogmi e preconcetti vari.

 

Aggiungo anche che, per le migliaia di contatti che ho tramite Guitart, posso affermare che alcune produzioni (vale per la nostra su Villa Lobos, ma anche per tutti gli "scarti di Segovia" portati a nuova vita da Angelo), hanno avuto un consenso così generalizzato tale da far veramente ben sperare.

 

In ultimo voglio far notare come il fatto che ben 5 dei miei alunni dei Corsi di II Livello abbiano deciso di presentare all'esame di "Prassi esecutiva e Rep. d'Orchestra" il Concertino di Tansman stia a testimoniare che anche una sola, ma interessantissima, proposta discografica (devo dare atto in questo caso al mio amico Fréderic per il suo lavoro!) possa contribuire ad una conoscenza ed ad un cambiamento di gusti che trova una sua diffusione non solo nel passivo ascolto, ma anche nella pratica dello studio.

 

Non sarei, perciò, così pessimista. :)

L

 

Ma anche nel mondo di non-musicisti, Edoardo.

La situazione attuale di impotenza dell'uomo occidentale nello scegliere e nel definire il proprio gusto (musicale, pittorico ma anche culinario, nel modo di vestirsi ecc.) è critica.

 

Siamo in una condizione vero e proprio regime psico-digitale dove invece di avere i carroarmati in piazza abbiamo un tentativo (riuscitissimo) di imposizione mediatica basata su superficialità e semplicità.

 

Come sai da miei precedenti interventi sono completamente d'accordo con te.

Quello a cui stiamo poi assistendo in questi giorni di campagna elettorale è a metà tra lo scandaloso ed il ridicolo.

L


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Vedo invece - naturalmente sto parlando di persone aperte culturalmente, non di ragazzini smaniosi per l'autografo a fine concerto - già diverse generazioni di chitarristi con una conoscenza e coscienza critica notevolmente superiori a quelle di strumentisti di alcuni lustri fa.

 

 

Quella mia sul "mondo dei chitarristi scalzi" era ovviamente una facezia. Anche se non del tutto priva di un qualche fondamento. Il fatto che ci siano ancora molte persone che si fanno abbindolare da questo o quel prodotto (chitarre, astucci, accordatori elettronici, lime per le unghie, prodotti rinforzanti ma anche repertorio etc) perchè usati dal "mito di turno" e che i "miti" si siano moltiplicati (c'è ancora bisogno dell'opera di diffusione di un valido concertista per poter scoprire del repertorio) non vuol dire che le persone non si lascino influenzare. Sbaglio o tu stesso parlavi dell'impatto devastante di una certa politica sottoculturale dei media?

 

A me sembra che in molti ancora si "appoggino" a prassi di ascolto consolidato, a preconcetti esecutivi obsoleti, alla cultura del "sentito dire" ed altre amenità del genere. Senza contare che i malati di "cialtronite acuta" sono ancora un numero mica da ridere... Con questo non intendo dire che non ci sia speranza. Anzi.

 

Due miei allievi hanno vinto il "Preistrager" di Salisburgo (sono cioè stati scelti fra i sei migliori musicisti giovani di tutta la SommerAkademie). Questo, se non erro, non succedeva ad un chitarrista dai tempi in cui lo vinse Josè Miguel Moreno. La cosa ha creato un minimo di attenzione intorno alla chitarra in un ambiente che normalmente non sa niente del nostro strumento. E ha aperto a loro due la possibilità di un discreto numero di concerti ed un disco...

 

Il fatto che alcuni allievi privilegiati, di alcuni maestri che sanno cosa dicono, non siano influenzati o influenzabili, caro Lucio, non cambia gran che la situazione generale. Non ancora almeno. Se questi allievi diventeranno professionisti di buon livello ed avranno intelligenza musicale sufficiente a "fare la differenza", magari le cose saranno diverse...

 

Cordialmente

 

Catemario


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Due miei allievi hanno vinto il "Preistrager" di Salisburgo (sono cioè stati scelti fra i sei migliori musicisti giovani di tutta la SommerAkademie). Questo, se non erro, non succedeva ad un chitarrista dai tempi in cui lo vinse Josè Miguel Moreno. La cosa ha creato un minimo di attenzione intorno alla chitarra in un ambiente che normalmente non sa niente del nostro strumento. E ha aperto a loro due la possibilità di un discreto numero di concerti ed un disco...

Catemario

 

Caro Edo, credo che sostanzialmente tu mi abbia dato ragione.

Oramai, anche se ti supero abbastanza, possiamo dire di avere una certa età! Questo ci porta a poter considerare che un tempo le cose erano ben diverse.

Ma, per come la vedo io, non erano affatto migliori: o facevi parte di una schiera "allineata" o eri destinato all'emarginazione, in tutti i sensi.

Io posso dire di aver fatto parte di una schiera "non" allineata che mi ha consentito di tracciare un mio percorso "non" allineato.

Sono infatti anche io andato come quasi tutti i miei coetanei ai corsi della Chigiana, che ho trovato molto interessanti anche se, come sai, non ho poi scelto quel docente come il mio insegnante di "riferimento".

 

Oggi invece vedo moltissime personalità che si manifestano in maniera superba anche senza la pretesa di diventare "concertisti a tutti i costi", magari in campo storico-analitico, con risultati a dir poco stupefacenti.

 

che ci siano ancora molte persone che si fanno abbindolare da questo o quel prodotto (chitarre, astucci, accordatori elettronici, lime per le unghie, prodotti rinforzanti ma anche repertorio etc) perchè usati dal "mito di turno" e che i "miti" si siano moltiplicati

Io non la vedo in maniera così pessimistica.

Questo non è altro che lo specchio di una società che sta cambiando, o meglio è già cambiata e non sarà certo un astuccio o un accordatore pubblicizzato dal tale "nome" di turno sulla tale rivista che impedirà l'evoluzione culturale di chi studia o fa questa professione.

Certo poi ci sono i fessi, ma quì invadiamo un altro campo: ricordo tantissimi miei coetanei che "studiavano-la-Ciaccona-perché-così-diceva-il-loro-insegnante-perché-se-la-suonava-Segovia-che-era-il-più-grande-chitarrista-di-tutti-i-tempi-bisognava-per-forza-studiarla" e magari poi non conoscevano nemmeno un altro brano di Bach!

Credimi, non erano tempi tanto migliori.

 

 

A me sembra che in molti ancora si "appoggino" a prassi di ascolto consolidato, a preconcetti esecutivi obsoleti, alla cultura del "sentito dire" ed altre amenità del genere. Senza contare che i malati di "cialtronite acuta" sono ancora un numero mica da ridere...

Ti leggo secondo me un po' troppo in****ato ;):D con il mondo! Tutto quello che dici mi sembra sostanzialmente giusto, ma io lo vedo inserito in una parabola evolutiva che considero positiva.

Certo se ti riferisci a ciò che si è visto al Disma di Rimini dove alcuni chitarristi "ex classici" :!: che hanno di gran lunga oltrepassato il cross-over, poco ci mancava facessero anche lo spogliarello nel loro concerto tenuto in un pub, per non parlare di una foto pubblicitaria che ho visto raffigurante una chitarrista (ex-classica? non so proprio come definirla!!) completanente nuda con la chitarra che copriva le parti diciamo così "più interessanti", beh... c'è poco da stare allegri.

Ma questa la considero un'altra storia.

Un abbraccio,

L

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