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Francesco
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Cosa intendi esattamente per "tavola accordata su una risposta grave"?

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Ciao,

intendo più cose: soprattutto la maggiore facilità di risposta dello strumento a vibrare ad una certa frequenza (per l'appunto più grave) vuoi per l'accordatura della tavola armonica, vuoi per la sua struttura ed incatenatura:

 

Sotto questo secondo profilo, Torres ci ha lasciato in eredità un sistema d'incatenatura simmetrico ad aquilone (a 5 e 7 catene a seconda dell'ampiezza della plantilla) ora aperto sull'estremità del ponte ora chiuso da due ulteriori catene posizionate in senso opposto.

Questo sistema (soprattutto quello ad aquilone aperto), che è poi quello tradizionale spagnolo sia pur soggetto ad alcune variazioni successive (penso a Santos Hernandez che ha raddrizzato le catene ponendole parallelamente l'una all'altra) conferisce generalmente un timbro grave ed una risposta sugli acuti vellutata (ma per alcuni poco incisiva).

 

Più recentemente la prassi costruttiva ha assimilato l'accorgimento di irrigidire il lato degli acuti della tavola (in Spagna) ovvero di posizionare sotto il ponte una catena traversale (in Francia) favorendo una risposta che valorizzasse meglio la resa degli acuti. Con ciò ne ha risentito il timbro complessivo dello strumento, più chiaro.

 

Invece le chitarre con cassa in acero costruite da Herman Hauser o da Torres (ma anche chitarre recenti su quel disegno simettrico) insomma con una struttura che favorisce il grave, trovo abbiano una pulizia di suono e nel contempo una risposta calda che personalmente trovo d'assoluto pregio.

Per altri verso è quanto apprezzo nelle chitarre da flamenco tradizionali con cassa in cipresso.

Cordialità.

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Ho capito, quindi se ho interpretato bene il tuo pensiero, riferendomi al tuo post precedente, tu dici che nel caso di fondo e fasce in acero la tavola armonica dovrebbe avere l'incatenatura senza la catena trasversale verso gli alti, in modo da non esaltare troppo la timbrica acuta. Ma magari usare l'incatenatura simmetrica di Torres. Giusto?

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Ciao a tutti, in particolare a Echi! ( è un po' che non ci sentiamo...)

 

Secondo me le chitarre in acero tendono ad esaltare ancora di piu' la separazione tra le note tipica dell' abete, rendendole ottime per la polifonia. Tuttavia hanno una resa minore sui toni medi rispetto a legni piu' densi, che incide non poco sul corpo del suono...

 

Per Kokis: a mio avviso il fondo è meglio se tende al rigido...

Ultimamente ho provato molte chitarre per trovare qualcosa per i miei allievi. Mi sto convincendo sempre piu' che le chitarre con fondo vibrante abbiano qualcosa in meno...

per me, ovviamente.

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Ciao Davide, è un piacere risentirti.

 

In effetti l'acero, di suo, tende ad assorbire le medie frequenze. Proprio per questo consideravo la sua resa migliore in associazione al pattern classico spagnolo ad incatenatura aperta o comunque in contrasto con la tendenza attuale di conferire un timbro chiaro alla tavola.

Nondimeno va detto che quando l'acero è molto stagionato la sua caratterizzante ridotta enfasi sui medi si attenua considerevolmente, restituendo pieno corpo al suono.

Poi a me piacciono gli strumenti che "escono" rispetto alla base: e quest'effetto lo spettatore lo nota sui bassi che sugli acuti più che non sui medi.

Cordialità.

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E' un piacere leggervi! :)

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Hi all,

Ricordo che su un vecchio numero del Fronimo apparve un curioso articolo di Fausto Ciurlo nel quale si proponeva di costruire una chitarra con il manico cavo(!).

 

Lo scopo della ricerca non ricordo se doveva portare ad un aumento del “volume” del suono e della sua durata o più semplicemente ad un alleggerimento del manico.

Presumo che i risultati furono irrilevanti dato che l’iniziativa fu abbandonata.

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Caro Echi2, purtroppo ho perso la tua e-mail che mi avevi gentilmente comunicato, a causa della débacle del mio pc. E' interessante la discussione che avete aperto sull'uso di diversi legni per condizionare la risposta della chitarra. Come ho scritto direttamente a Esc poco fa, credo

che la resa acustica più o meno spinta verso i bassi o verso gli acuti, dipenda dall'accordatura dei piani armonici della chitarra e dalla interazione degli stessi con la frequenza di base dell'aria entrocontenuta, che in una chitarra di normali misure è di circa 128-130 Hz. Per cui, volendo ottenere una certa combinazione armonica nella resa acustica di una chitarra, si può lavorare sulla taratura dei piani armonici, intendendo con questo le frequenze della tavola e del fondo. Parlare genericamente di

rigidità o meno di un fondo, a mio parere, non contribuisce alla soluzione

del problema, mentre ammetto che la scelta di un legno piuttosto di un altro, serva a spostare il collocamento delle armoniche superiori in una zona più o meno elevata della banda delle frequenze fondamentali della chitarra. Ma in ogni caso questi fenomeni sono controllabili dal liutaio e servono appunto a caratterizzarne il timbro. Saluto tutti simpaticamente.

 

Mario Garrone

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Rispondo a Fabio Boch.

Anch'io ricordo quell'articolo, che poi ho ritrovato in una serie di scritti

dell'ing. Ciurlo successivamente. Non credo che Ciurlo avesse ragione, perchè il manico cavo, e quindi alleggerito, tende a divenire un elemento risonante nel corpo di una chitarra e quel che è peggio, avendolo alleggerito, tende ad entrare in oscillazione in un campo di frequenze che

sono proprie delle fondamentali della chitarra. Personalmente ho applicato

per anni delle impedenze acustiche nel manico della chitarra per aumentarne il peso e portare la sua frequenza di risonanza propria al di fuori della banda utile. Il risultato inoltre era di aumentare la potenza dello strumento, perchè l'impedenza acustica, applicata in cima al manico, consentiva una inerzia maggiore al manico stesso nel momento del transitorio di attacco della oscillazione sinusoidale, con il risultato di poter scaricare sul ponticello una frazione di energia maggiore rispetto alle condizioni solite di costruzione. Sono disponibile, se lo credi, a dare qualche ulteriore spiegazione su questa tecnica. Cordialmente. Mario

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Ricordo che su un vecchio numero del Fronimo apparve un curioso articolo di Fausto Ciurlo nel quale si proponeva di costruire una chitarra con il manico cavo(!).

 

Scusate ma di solito non si tende ad appesantire il manico della chitarra con applicazioni di blocchetti di piombo all'estremità dello stesso?

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