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Ieri al conservatorio di Como ha suonato il Concierto de Cordoba - per chitarra sola e quartetto di chitarre - e il Concerto d'autunno - per chitarra sola e otto chitarre, quest'ultimo lavoro con la direzione del maestro Innominato - eseguendo le parti solistiche (40 minuti abbondanti di musica) a memoria. E' chiaramente un pazzo scatenato, comunque la gente non se n'è accorta e l'ha applaudito a lungo, insieme al direttore e ai suoi ottimi allievi, che formavano il quartetto e il doppio quartetto. Sabato pomeriggio ore 18,15, giornata splendida, da gita fuoriporta, arrivando (in ritardo) mi dicevo: ci saranno sedici persone, compresi gli esecutori, invece non solo la sala del conservatorio era zeppa, hanno dovuto aggiungere delle sedie e anche così non ce n'erano per tutti. Ma quale crisi della musica. Ieri mica suonavano babefritte, eppure la gente c'era eccome.

 

dralig

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Fa sempre piacere quando un concerto di questo livello ha il successo di pubblico che merita.


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Fa sempre piacere quando un concerto di questo livello ha il successo di pubblico che merita.

 

La carriera di Diodovich sta seguendo una linea speciale. Ha cominciato bene, ma discretamente, e sta sviluppandosi adesso, mentre di solito alla sua età - è del 1965, credo - la maggioranza delle ex-promesse del concertismo innalza bandiera bianca.

 

Ieri ha suonato con una forza e un'autorità che non avevo percepito nei suoi concerti precedenti. Mi ha impressionato. E non sono stato il solo ad avvertire la novità.

 

dralig


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complimentoni a Diodovich e ai suoi allievi!

 

davvero una bella notizia che porta una ventata di "speranza" a che la buona musica non abbia finito di esserci e che ci siano belle realtà!

saluti

Giovanni


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Sapete se qualcuno ha registrato i pezzi?


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Ieri al conservatorio di Como ha suonato il Concierto de Cordoba - per chitarra sola e quartetto di chitarre - e il Concerto d'autunno - per chitarra sola e otto chitarre, quest'ultimo lavoro con la direzione del maestro Innominato - eseguendo le parti solistiche (40 minuti abbondanti di musica) a memoria. E' chiaramente un pazzo scatenato, comunque la gente non se n'è accorta e l'ha applaudito a lungo, insieme al direttore e ai suoi ottimi allievi, che formavano il quartetto e il doppio quartetto. Sabato pomeriggio ore 18,15, giornata splendida, da gita fuoriporta, arrivando (in ritardo) mi dicevo: ci saranno sedici persone, compresi gli esecutori, invece non solo la sala del conservatorio era zeppa, hanno dovuto aggiungere delle sedie e anche così non ce n'erano per tutti. Ma quale crisi della musica. Ieri mica suonavano babefritte, eppure la gente c'era eccome.

 

dralig

 

La gente, carissimo Angelo, è meno stupida di quel che sembra. Se non li freghi con i programmini preconfezionati adatti a tutti i gusti, ma - chissà perchè poi - soprattutto ai gusti della gente meno preparata (Totò nel suo capolavoro "miseria è nobiltà" diceva: "dobbiamo studiare tanto per essere alle mercé degli ignoranti"), ti ripagano con affetto e stima.

 

Da qualche anno ho deciso anno di infischiarmene di ciò che piace agli altri e faccio solo (o meglio, sempre più spesso) quello che piace a me. Ho i miei bravi 40 anni e non sono più disposto a scendere a patti con gli organizzatori dei concerti (se non proprio quando incontro delle resistenze fortissime, ma anche in quei casi cerco di portare l'acqua al mio mulino). Questo offre l'indubbio vantaggio di essere più convincenti e più autentici. E il pubblico questo lo capisce. Ho avuto dei complimenti persino da un mio vicino di casa che era la prima volta che andava ad un concerto di musica classica. Mi ha detto che l'ora è volata senza che se ne fosse accorto. Caspita, quando raggingi il cuore di una persona che non mastica musica tutti i giorni vuol dire che hai comunicato qualcosa di importante.

 

Riguardo alla mia carriera devo dire che hai ragione quando dici che è iniziata discretamente ma che adesso sta risalendo (e speriamo che non scenda troppo in fretta!); ho diversi concerti in programma nei prossimi mesi (Siena, Roma, Busto, Como, Brunate e altri in cantiere) e dei lavori discografici che però faccio ancora fatica a realizzare.

 

In quanto al concerto di ieri, si, è stata davvero una bella serata... ci siamo divertiti ed i ragazzi sono stati davvero bravi. Devo dire che secondo me anche la tua musica sta vivendo un periodo particolarmente felice (grazie anche a chitarristi come Tampalini, Porqueddu e altri ancora). Sono opere dall'altissimo spessore artistico e mi auguro che possano esser eseguite con sempre maggiore frequenza.


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Bravo Francesco!

Purtroppo mi era impossibile muovermi ieri e ho mancato questo concerto.

 

Spero di rifarmi il più presto possibile.

 

Un caro saluto.


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dralig

 

La gente, carissimo Angelo, è meno stupida di quel che sembra. Se non li freghi con i programmini preconfezionati adatti a tutti i gusti, ma - chissà perchè poi - soprattutto ai gusti della gente meno preparata (Totò nel suo capolavoro "miseria è nobiltà" diceva: "dobbiamo studiare tanto per essere alle mercé degli ignoranti"), ti ripagano con affetto e stima.

 

Da qualche anno ho deciso anno di infischiarmene di ciò che piace agli altri e faccio solo (o meglio, sempre più spesso) quello che piace a me. Ho i miei bravi 40 anni e non sono più disposto a scendere a patti con gli organizzatori dei concerti (se non proprio quando incontro delle resistenze fortissime, ma anche in quei casi cerco di portare l'acqua al mio mulino). Questo offre l'indubbio vantaggio di essere più convincenti e più autentici. E il pubblico questo lo capisce. Ho avuto dei complimenti persino da un mio vicino di casa che era la prima volta che andava ad un concerto di musica classica. Mi ha detto che l'ora è volata senza che se ne fosse accorto. Caspita, quando raggingi il cuore di una persona che non mastica musica tutti i giorni vuol dire che hai comunicato qualcosa di importante.

 

Se poi consideriamo il fatto che il tuo vicino non ha ascoltato la solita grigliata latino-americana, ma un autore "europeo" reputato "difficile" mi pare che il quadro che ne scaturisce sia nettamente diverso da quello tracciato nelle lamentele del chitarrista da festival. A questo proposito, vorrei spendere una riflessione, e mi scuso del fatto che essa si riferisca a vicende personali (ma solo come abbrivio). Fino a dieci anni fa, all'incirca, mi ero pressoché rassegnato all'idea di lasciare il mio lavoro di compositore nell'anticamera, in attesa - chissà, di lì a cent'anni - che il giudizio intorno alla sua proponibilità cambiasse: infatti, era tutto un profluvio di elogi per la qualità delle mie composizioni, elogi che sfociavano poi nel rammarico - sempre manifestato con sincero cordoglio - per l'impossibilità di proporre quelle musiche così meritevoli al pubblico, al quale purtroppo non si poteva negare quello che voleva, cioè il tango, la musica celtica, etc etc. Tant'è che quando, venuti meno per ragioni extramusicali i concerti degli interpreti "storici" della mia musica - Marco de Santi e Luigi Biscaldi - le esecuzioni si ridussero a quelle del solo, valorosissimo Luigi Attademo, mi domandai se non fosse stato il caso di rinunciare alla pubblicazione delle mie opere, e di rimandarla a tempi migliori. Nel mentre, ascoltavo le assicurazioni dei devoti amici chitarristi, che mi rendevano visita offrendomi smaglianti esecuzioni della seconda Sonata, facendomi partecipe dei loro progetti di eseguirla un giorno in pubblico, prese tutte le cautele, scongiurati tutti i pericoli di cui era irto il cammino...E io, ma si, ma si, avete ragione, non si può, salvo il fatto di domandarmi - tra me e me, non che mi sia mai permesso di farne pubblica manifestazione - come mai, in occasione delle "prime" dei miei concerti per chitarra e orchestra - da me stesso organizzate - il pubblico riempiva la sala e applaudiva per cinque minuti - cosa che non vedevo accadere in occasione dei concerti tanguerosi. Comunque, tirammo avanti senza storie. E poi, d'un tratto, ecco saltar fuori i Porqueddu (voleva incidere tutti gli Studi, e io, per ore a cercare di dissuaderlo dall'insano proposito: sarà una rovina, un disastro, e lui tranquillo come il papa: sono tutte storie, lo faccio e basta), i Tampalini, i Diodovich, i Mesirca, gli Illarionov...ormai l'elenco va a cunquanta e più nuovi interpreti negli ultimi cinque anni (per parlare solo di quelli a me noti). A me, non par vero, ma lo è. Sabato a Como, per essere giunto con tre minuti di ritardo, non ho trovato da sedermi, e non eravamo in un salotto, ma nella sala dei concerti del consevatorio. Alla fine, per poter dire "bravo" al direttore e al solista nel vestibolo, un amico giornalista e il sottoscritto, abbiamo dovuto attendere dieci minuti. Morale: ciascuno suona quel che vuole - ed è sacrosanto - ma non ha bisogno di giustificare le sue scelte attribuendole al volere del pubblico.

Il pubblico prende ciò che gli viene offerto, in base a come gli viene offerto. Quanto a me, non è che la mia vita sia cambiata, ma sto meglio: non perché, di questi tempi, io abbia 500 esecuzioni l'anno invece di 50,

ma perché non devo più guardare a quelle 50 con l'animo di chi ha ricevuto una grazia. Quindi, io devo ai giovani che potrebbero essere miei figli o miei nipoti la dimostrazione dell'evidenza che, per ascoltare ottime esecuzioni e incisioni della mia musica, e per vederla programmata regolarmente, non era necessario aspettare un secolo e il ravvedimento del pubblico. Ci voleva solo un po' di obiettività - oltre, naturalmente, all'apparato tecnico-musicale. Inutile a dirsi, chi mi intona oggi il ritornello "vorrei suonare il tuo Concerto, ma..." rischia di ricevere risposte non precisamente affabili. Ne ho avute le tasche piene per vent'anni, e non le sopporto più.

 

dralig


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Inutile a dirsi, chi mi intona oggi il ritornello "vorrei suonare il tuo Concerto, ma..." rischia di ricevere risposte non precisamente affabili. Ne ho avute le tasche piene per vent'anni, e non le sopporto più.

 

dralig

 

Ben detto, Angelo! Anch'io ne ho le tasche piene di chi viene a chiedermi La Catedral o la Rossiniana di turno (per carità, opere importantissime ma non le uniche);

La musica dei compositori contemporanei - da sempre - incontra molte restistenze e pregiudizi soltanto pechè non la si conosce abbastanza bene per poter esprimere un giudizio sereno e disinteressato. Accadeva sin dai tempi dell'antica Grecia la diatriba tra musica nuova e "classica". C'è passato anche Bach (sapete tutti quanto sia stato osteggiato come compositore) e Mozart con la K440 definita "l'orribile". Per non parlare di milioni di altri compositori meno noti. E allora, non abbiate paura... noi musicisti siamo gli unici in grado di cambiare le cose. Il pubblico va educato all'ascolto e chi proprio non vuole saperne, beh.. abbandonatelo nella loro ignoranza e tirate avanti.


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Il M° Gilardino ha sicuramente ragione, forse lo dico troppe volte, ma non posso far altro che riconoscere "l'effettività" delle sue opinioni. Chi è in grado di far seguire azioni ai pensieri gode spesso di questa dono.

Se posso allargare un po' lo spettro e trarre una considerazione più generale, credo che le parole del M° vadano ad intaccare e a sgretolare una delle più grandi balle mass-mediatche che da 20 anni ci propinano, cioè che si ha diritto di "rincoglionirsi" di fronte a stupide manifestazioni di piccoli animi umani perché siamo stanchi, abbiamo lavorato troppo, abbiamo il mutuo a cui pensare, dobbiamo svagarci.

E allora viva i b-movies, viva wanna marchi, guardiamo tutti il marito di Costanzo: per quanto riguarda la musica tutto ciò che non può essere riconosciuto dopo 2 secondi è barboso, da vecchi, non-commerciabile e quindi non proposto.

Sono da tempo convinto che il pubblico prende quello che gli si dà, ma che, almeno in una certa misura, sia in grado di decidere ciò che è buono da ciò che non lo è, di apprezzare ciò che è frutto di talento, dedizione, passione, amore, fatica, molto più di quanto non gli si voglia far credere.

La forza di queste manifestazioni è la speranza che l'uomo porta ancora dentro di sé.

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