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Microfono per chitarra


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Ugualmente quando scrivo libri, non mi preoccupo minimamente di conoscere Finale, Sybelius etc. sarà poi il copista dell'editore stesso che dai miei manoscritti elaborerà il lavoro da mandare in stampa.

Beato te....ma a me piace ormai pascolare nel magico mondo di Finale, alla fine è diventato quasi come scrivere a mano :D

In quanto alla conoscenza della tecnologia, mi ha fatto riflettere il post di Fabio, forse un pò più di conoscenza ci vorrebbe, anche perchè sovente chi fisicamente registra non ha tutta questa competenza sugli strumenti classici e sulla loro resa sonora, almeno per la mia esperienza.

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Per venire invece alla chitarra, anch'io sono piuttosto deluso dalla qualità delle registrazioni. Ma non ne farei un caso solo sui chitarristi. Ci sono etichette italiane che producono cd di musica contemporanea da registrazioni di concerti. Io credo che questo non faccia parte della produzione di cultura musicale ma sia un semplice lavoro di documentazione.

 

Tutto ciò è fuori dalla mia mente di musicista, ma non mi rifiuto di rifletterci. Ci penserò, cercherò di capire.

 

dralig

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Comunque le sessioni di registrazione sono veramente un ottimo "training" per un musicista.

 

Lo sono eccome.

Mi domando percò a cosa serva conoscere il tipo di microfono usato, ecco.

Preferisco pagare qualcuno che sa il fatto suo.

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La verità, Fabio, è che mi piacerebbe saperne qualcosa ma è una materia che si evolve velocemente quanto l'informatica.

E, per dirla tutta, è una discussione davvero interessante.

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Ospite darkdragon

Concordo sul fatto che la qualità delle registrazioni, nella maggior parte dei casi, è scadentissima.

Ho notato che molto spesso sono proprio i musicisti a non darvi troppo peso, forse perchè concentrati su altri aspetti della riproduzione.

Sono convinto che le caratteristiche timbriche del nostro strumento avrebbero meritato / meriterebbero più attenzione, così che al pubblico dei "profani" sia regalato il massimo del coinvolgimento musicale.

La tecnologia esiste da molto più tempo di quanto si immagini.

Vi sono registrazioni della Blue Note (una storica etichetta jazz) che sono al limite del divino, e risalgono ai primi anni '50!

Spero di non andare fuori regolamento e, anzi, fornire spunti di riflessione indirizzandovi verso questo personaggio nostrano:

 

http://www.fone.it/giuliocesarericci.php

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Ho alcuni dischi della Fonè, tra cui quello con la "sonata per la grand'viola" (e chitarra) di Paganini.

Comunque è vero ciò che dici.

Ci sono registrazioni degli anni '50 e '60, riedite su cd, qualitativamente impressionanti...come queste:

 

http://livingstereo.alongthehall.com/discography2.html

 

o queste

 

http://www.deccaclassics.com/music/mercurylivingpresence/index.html

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La totale mancanza di una cultura elettroacustica da parte degli interpreti di musica classica a differenza di quelli pop

 

Confermo. Non ne capisco un'acca.

Ma d'altro canto ad ognuno il suo mestiere. Meglio così, no?

 

Sono più propenso ad assecondare, per buona parte, l'idea di Cristiano. Mi spiego: al concertista interessa che il suono ripreso da qualcuno e trasmesso, tramite qualcosa, a qualcun altro, sia il più possibile vicino alle sue esigenze. Come questo venga fatto può (non necessariamente) non essere affar suo. Dopo tutto, molti sapranno meglio di me che un'infarinatura di un argomento non ne sostituisce certo la conoscenza approfondita, ma in alcuni casi genera il vero pericolo: la prosopopea, dalla quale, inevitabilmente, scaturiscono problemi di ogni ordine, dalle liti con eventuali tecnici del suono (che sappiano fare il loro mestiere) al danneggiamento del risultato sonoro.

Riporto un esempio che mi è successo recentemente. Concerto per coro e chitarra. Ho necessariamente amplificato la chitarra: per fare un buon lavoro sono andato in teatro due ore prima del coro ed ho impostato un'equalizzazione che, a mio avviso, potesse essere ideale. In seguito, ho modificato qualcosa (poco) per adattare il suono alla presenza del coro. Il risultato finale, a detta mia e di chi ascoltava dall'esterno, era molto buono. Il direttore del coro (laurato in fisica, ha studiato alcuni microfoni su un testo discutibile in cui Neumann non viene nemmeno menzionato, non capisce un tubo bucato di psicoacustica, né ha la preparazione per usare i filtri d'equalizzazione... né ha mai usato i microfoni che conosce sulla carta...) ha arbitrariamente modificato a mia insaputa la mia equalizzazione perché lui, dal palco del teatro, percepiva un suono che, sempre secondo lui, non era "bello". Il risultato è stato un suono simile ad un dobro perché lui, secondo la sua autostima, sarebbe dovuto riuscire a perfezionare il mio lavoro. Io, personalmente, preferisco un ignorante in materia, piuttosto che un sedicente ingegnere del suono povero di attitudini e ricco di supponenza.

 

EB

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Vorrei segnalarti anche i microfoni apex in particolare il modello 180 a condensatore con possibilità di sostituire la capsula per trasformarlo da cardioide a omnidirezionale, molto economico ma veramente ottimo come rapporto qualità prezzo.

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grazie mille!

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