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Inviato

Apriamone un altro..ma nn mi prendo la responsabilità di formulare la domanda :mrgreen:

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Inviato

A mio modo di vedere "talento" è colui che ha una predisposizione naturale per fare una certa cosa (ma ciò non significa che se non troverà mai lo stimolo per farla "quella cosa" lui esprimerà il suo talento).

 

Invece "artista" è colui che di una determinata attività ne fa la sua vita (e nella sua vita ci sono anche i soldi...).


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???

 

 

A scanso di equivoci, Ligabue fu un pittore naif. Non sono un suo ammiratore, ma ne conosco lo stile inconfondibile, e mi era parso di riconoscerlo nell'immagine pubblicata, che riproduce un suo dipinto.

 

dralig

Ospite Klimt
Inviato

Provo a dir la mia...

 

Il talento è ciò che permetteva a G.Best di affogarsi e compiangersi tutti i santi giorni nel whiskey, nel brandy e nel gin, mentre i suoi compagni si allenavano ore ed ore all' Old Trafford; poi, quando la domenica scendevano in campo, c'erano 21 ottimi giocatori, ed un Genio; anche senza allenamenti chiunque avrebbe riconosciuto G.Best, da come trattava la palla, dai semplici movimenti in mezzo al campo; Best non aveva più meriti sulle vittorie dei suoi compagni, semplicemente si potevano scambiare Law con Chalrton, Kidds con Herd, ma Best era unico ed inimitabile.

 

Aveva tanto talento da buttar via che pareva quasi ci prendesse gusto!

 

Così la differenza tra studio e talento... Aston Jr, Kidds, Chalrton, Herd, Law erano tutti dei grandi giocatori: ma se nessuno di loro avesse passato le proprie giornate ad allenarsi con dedizione e sacrificio probabilmente avrebbero giocato in qualche squadra di terza divisione... Best avrebbe potuto giocare nel Manchester già a 15 anni, la maglia n.11 da titolare non glie l'avrebbe tolta nessuno.

 

Perdonate l'ardore calcistico, ma io credo che ciò possa essere valido ovunque.

Un pò meno magari ai giorni nostri, dove c'è un netto livellaggio di valori!!


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Inviato

Già uno che si chiama Best è nato con la camicia....;)

 

C'è sicuramente una scintilla indefinibile nella capacità di alcune persone a distinguersi qualunque cosa facciano, al di là delle circostanze oggettive.

 

Forse però il campo sportivo è un po' diverso da quello delle arti liberali; pur essendoci l'aspetto meccanico del movimento, la strategia di pensiero e l'inventiva....se mi paragoni un calcio a un pallone a una fuga di Bach o alle tremule foglie dei pioppi di Cézanne, mi metto a piangere.... :cry:

 

Ci siamo un po' persi la domanda iniziale di Iolanda che scrive:

La mia domanda (che si pongono in tanti al mio livello) è questa: c'è qualcuno di voi che ha avvertito in un periodo della propria carriera concertistica un momento di "impreparazione" o si è scontrato con un ostacolo che non è riuscito o non riusciva a superare?

Come l'ha risolto?

 

Ci si potrebbe chiedere, e chiedere a chi può rispondere su questo forum, come un artista, pur consapevole delle proprie capacità, trovi la forza o l'idea creativa che lo aiuta a superare un ostacolo.

Benvenuto Cellini salvò la fusione del suo Perseo in extremis, in un sol attimo, gettando un enorme pane di stagno nella fornace.

Leonardo meditò per buona parte della sua vita, e invano, sulla soluzione di certi problemi di fisica e ingegneria.

Alessandro Manzoni forse provò il "panico" da foglio bianco, riscrivendo più volte il suo più importante romanzo.

 

Ma un musicista a cosa si ispira, da cosa trae forza per superare una difficoltà?

Dove trova le "sue" note o l'agilità delle sue dita quando proprio non ne vogliono sapere di manifestarsi?

 

 

 

Butterfly

Ospite Klimt
Inviato

Butterfly fino a qualche anno addietro avrei pianto con te.. da quando ho ripreso a giocare a calcio con costanza e vigore, ho imparato ad ammirare questo sport sotto un'altra ottica... non mi sento di poter valutare meno una poesia di un goal di Maradona o Ronaldinho, meno di un'opera di Brecht o un dipinto di Picasso... Vi trovo infatti una potenza intrinseca pari a quella veicolata da un musicista, un poeta, un pittore... e ciò, vi assicuro, non deriva da quella dimensione "calcistica" che ingloba le grandi masse furiose agli stadi, quella egemonia nella quotidianità stampata, televisiva, colloquiale, o il grande business che in sè racchiude... deriva da una sincera gioia nel vedere la palla gonfiare la rete, un invenzione improvvisa, e l'incredibile potere di mettere a sedere un individuo di contro la sua volontà e senza che venga toccato... lo trovo affascinante, al pari delle arti liberali...

 

Mi si perdoni l'OT! Torno al mio campetto :mrgreen:


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Klimt scrive:

non mi sento di poter valutare meno una poesia di un goal di Maradona o Ronaldinho, meno di un'opera di Brecht o un dipinto di Picasso.

 

 

:cry::cry::cry::cry::cry:

 

 

 

 

Butterfly :|


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Segovia é stato il più grande (vorrei che on si facesse le puci a questa espressione, che, per molti versi, é incontestabile, o almeno, Segovia é stato Il Maestro) anche perché è riuscito ad imporsi su impresari, ecc...per quanto riguarda il proprio onorario.

Di Bach ci sono moltissime testimonianze di quanto si incacchiasse se lo pagavano poco, il M° Gilardino, il M° Porqueddu (sono felice che qualcuno ti abbia "stroppiato" il cognome peggio di me :lol: ) si incacchiano quando gli masterizzano, fotocopiano, sottraggono indebidamente le opere del proprio ingegno.

Non è questione di essere volgarmente pidocchiosi, ma di richiedere un riconoscimento del valore del proprio lavoro anche da un punto di vista economico..in fondo con i soldi guadagnati si cerca solo di continuare a fare solo ciò che di buono si è fatto.

Non mi sentirei mai di dire che chi pretende di essere pagato per il proprio lavoro non è un'artista, probabilmente non è uno sciocco. Possono anche esserci eccezioni, ma per ora non ne ho trovate.

 

Per quanto riguarda la questione "sportiva", credo che la bellezza che un gesto atletico porta con sé (specialmente in discipline tecnicamente complesse come il calci) sia innegabile, sembra spesso un momento di libertà assoluta, in cui un uomo può disgregare un complesso di "regole", ed ecco allora l'ultimo degli emarginati che mette a sedere tutto il mondo, l'ultimo dei derelitti che riscatta una nazione. ll potere di riscatto dello sport non lo percepsico certo io per primo, anche se non so quanto possa avere a che fare con l'arte intesa in senso proprio...forse un gesto solo: il gol della mano di dio...quello è un gesto che rompe ogni regola davvero :shock:


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Ci si potrebbe chiedere, e chiedere a chi può rispondere su questo forum, come un artista, pur consapevole delle proprie capacità, trovi la forza o l'idea creativa che lo aiuta a superare un ostacolo.

 

L'idea creativa dura mezza battuta, il resto lo si fa con la riflessione e con il lavoro.

 

 

 

Ma un musicista a cosa si ispira, da cosa trae forza per superare una difficoltà?

 

Parte da un'idea, un breve motivo, e da lì in poi ci dà dentro. Il più delle volte, finisce sulle picche, ma qualchevolta gli va bene e viene fuori il pezzo.

 

 

 

 

Dove trova le "sue" note o l'agilità delle sue dita quando proprio non ne vogliono sapere di manifestarsi?

 

Dal lavoro.

 

 

dralig


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Inviato
Segovia é stato il più grande (vorrei che on si facesse le puci a questa espressione, che, per molti versi, é incontestabile, o almeno, Segovia é stato Il Maestro) anche perché è riuscito ad imporsi su impresari, ecc...per quanto riguarda il proprio onorario.

Di Bach ci sono moltissime testimonianze di quanto si incacchiasse se lo pagavano poco, il M° Gilardino, il M° Porqueddu (sono felice che qualcuno ti abbia "stroppiato" il cognome peggio di me :lol: ) si incacchiano quando gli masterizzano, fotocopiano, sottraggono indebidamente le opere del proprio ingegno.

Non è questione di essere volgarmente pidocchiosi, ma di richiedere un riconoscimento del valore del proprio lavoro anche da un punto di vista economico..in fondo con i soldi guadagnati si cerca solo di continuare a fare solo ciò che di buono si è fatto.

Non mi sentirei mai di dire che chi pretende di essere pagato per il proprio lavoro non è un'artista, probabilmente non è uno sciocco. Possono anche esserci eccezioni, ma per ora non ne ho trovate.

 

Per quanto riguarda la questione "sportiva", credo che la bellezza che un gesto atletico porta con sé (specialmente in discipline tecnicamente complesse come il calci) sia innegabile, sembra spesso un momento di libertà assoluta, in cui un uomo può disgregare un complesso di "regole", ed ecco allora l'ultimo degli emarginati che mette a sedere tutto il mondo, l'ultimo dei derelitti che riscatta una nazione. ll potere di riscatto dello sport non lo percepsico certo io per primo, anche se non so quanto possa avere a che fare con l'arte intesa in senso proprio...forse un gesto solo: il gol della mano di dio...quello è un gesto che rompe ogni regola davvero :shock:

 

Al solito il mio modo a volte rischia di essere frainteso, mi piace provocare ma certamente non.. offendere...

in risposta a Kokis e Butterfly..mi spiego meglio... :)

 

"L'arte non è fatta per conquistare ricchezze. Cerca soltanto di diventare un

artista sempre più grande; tutto il resto verrà da sé" - diceva Schumann

 

ecco essendo fondamentalmente un idealista... tutto qui, il mio pensiero era questo sintetizzato, nulla contro i soldi ci mancherebbe, dobbiamo anche mangiare ogni tanto... :)

ma.. ma...

 

marcello

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