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Ci si potrebbe chiedere, e chiedere a chi può rispondere su questo forum, come un artista, pur consapevole delle proprie capacità, trovi la forza o l'idea creativa che lo aiuta a superare un ostacolo.

 

L'idea creativa dura mezza battuta, il resto lo si fa con la riflessione e con il lavoro.

 

 

 

Ma un musicista a cosa si ispira, da cosa trae forza per superare una difficoltà?

 

Parte da un'idea, un breve motivo, e da lì in poi ci dà dentro. Il più delle volte, finisce sulle picche, ma qualchevolta gli va bene e viene fuori il pezzo.

 

 

 

 

Dove trova le "sue" note o l'agilità delle sue dita quando proprio non ne vogliono sapere di manifestarsi?

 

Dal lavoro.

 

 

dralig

Sono assolutamente d'accordo... credo che la riflessione e la capacità di predisporsi e di aprirsi alla realtà giochi un ruolo fondamentale insieme alla volontà....
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dralig

Sono assolutamente d'accordo... credo che la riflessione e la capacità di predisporsi e di aprirsi alla realtà giochi un ruolo fondamentale insieme alla volontà....

 

Credo che ciascuno sia artefice del proprio destino artistico. Bisogna dare fiducia a se stessi, aprirsi un credito illimitato, e poi rimboccarsi le maniche. Quando si finisce il lavoro, ci si ritrova più o meno come una pelle di tigre sul parquet, ma vivaddio il lavoro è fatto.

 

 

dralig


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Inviato

 

dralig

Sono assolutamente d'accordo... credo che la riflessione e la capacità di predisporsi e di aprirsi alla realtà giochi un ruolo fondamentale insieme alla volontà....

 

Credo che ciascuno sia artefice del proprio destino artistico. Bisogna dare fiducia a se stessi, aprirsi un credito illimitato, e poi rimboccarsi le maniche. Quando si finisce il lavoro, ci si ritrova più o meno come una pelle di tigre sul parquet, ma vivaddio il lavoro è fatto.

 

 

dralig


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io penso che la descrizione di arte che ho letto in queste pagine del forum possa andare bene ,ma la questione sollevata a me pare un altra.penso che sia :se studio tanto sarò un williams o un de lucia o civuole una dote naturale.


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Oscar scrive:

la questione sollevata a me pare un altra.penso che sia :se studio tanto sarò un williams o un de lucia o civuole una dote naturale.

 

Ciao Oscar,

 

A questa domanda penso sia difficile rispondere:

1) "sì, se studi tanto diventerai sicuramente un artista", oppure

2) "no, studia quanto ti pare, o hai il sacro fuoco del genio o ti attacchi".

 

Dalle risposte di chi artista lo è, riconosciuto universalmente, mi pare sia emerso che al di là delle doti naturali occorra impegnarsi molto e cercare nel lavoro una soluzione anche ai momenti di difficoltà.

Allora una possibile risposta potrebbe essere che al di là che una persona sia un artista in nuce o no, se non studia e non da' il massimo (dimostrando onestà intellettuale) non arriverà mai a saperlo.

Scriveva Cristiano Porqueddu un po' di tempo fa, che la chitarra non suona da sola, guardandola.

Lasciando da parte le storie romanzate e certe visioni un po' "romantiche", alla base di un artista c'è sempre quantomeno la predisposizione a una solida preparazione tecnica.

 

Mi permetto qualche pensiero su quel che scrive il M.° Gilardino, perchè il suo focalizzare l'aspetto sul "lavoro" è probabilmente anche dovuto al vedersi da dentro e non da fuori, come possono fare solo gli altri.

Lo stesso cenno che fa alla "riflessione" è già indice di un contributo personalissimo al lavoro che è di quella mente e di nessun'altra.

Quel che a lui sembra la normalità di una prassi è proprio quello che per chi ascolta le sue composizioni da' l'unicità creativa di quell'opera.

Il fatto che qualcosa sia "arte" può anche magari restare indifferente al suo artefice, perchè la sua esigenza creativa non è mossa dal riconoscimento esterno.

Similmente molti artisti, in altre epoche, nemmeno osavano a volte nemmeno ritenersi tali: aspiravano solo a creare e a ricercare la "loro" perfezione ideativa.

 

Secondo me un artista è tale perchè ha qualcosa che lo distingue dagli altri, altrimenti chiunque studi musica (o pittura, o ballo) con una identica formazione dovrebbe avere le stesse potenzialità, sulla carta di sbocciare come artista.

Storicamente non mi pare che questo sia mai stato vero, Leonardo impastava i colori a Andrea del Verrocchio, insieme a tanti altri ragazzini, ma poi...

 

Attenzione: questo non significa che chiunque venga riconosciuto in una certa epoca o da una certa critica come un "artista" lo sia poi davvero o che dei pseudo artisti non possano trovare una gloria immediata che la storia probabilmente non protarrà nel tempo.

E, sempre secondo il mio modesto pensiero, già porsi la domanda di Liolanda è segno di una introspezione positiva e di una sensibilità profonda.

 

I veri grandi artisti si sono spesso macerati nel dubbio di essere tali, lo stesso Van Gogh provò la disperazione nel pensare di non riuscire ad esprimere veramente il senso del grano nelle sue spighe...

Mi sembra bello ricordare a questo proposito una poesia di Montale:

 

Non chiederci la parola

 

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato

l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco

lo dichiari e risplenda come un croco

perduto in mezzo a un polveroso prato.

 

Ah l'uomo che se ne va sicuro,

agli altri ed a se stesso amico

e l'ombra sua non cura che la canicola

stampa sopra uno scalcinato muro!

 

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,

sí qualche storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo dirti,

ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

 

 

Più prosaicamente potremmo dire, con Battisti...."lo scopriremo solo vivendo"... ;)

 

 

Butterfly


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io penso che la descrizione di arte che ho letto in queste pagine del forum possa andare bene ,ma la questione sollevata a me pare un altra.penso che sia :se studio tanto sarò un williams o un de lucia o civuole una dote naturale.

 

Non serve a niente, e non ha alcun senso, domandarsi se si diventerà un Williams. L'unico obiettivo autentico per un artista è fare della propria opera uno specchio fedele di se stesso. Non serve a niente nemmeno interrogarsi sulle proprie doti naturali. Serve soltanto avere qualcosa da dire e volerlo dire. Per riuscirci, c'è una sola strada: il lavoro, il rigore, la serietà nel raccordare il grande progetto complessivo con le piccole vicende di ogni giorno.

 

dralig


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Per riuscirci, c'è una sola strada: il lavoro, il rigore, la serietà nel raccordare il grande progetto complessivo con le piccole vicende di ogni giorno.

 

Non esiste alcun'altra via.


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spesso si sostiene che l' artista è il risultato di genio e sregolatèzza...

niente di più mitologico, a mio giudizio;

l' artista è genio e regolatezza!

 

Fabio Federico


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Ciao Fabio,

 

Che dire....citavo precedentemente l'immagine un po' falsata che da' dell'artista una certa cinematografia o letteratura che esalta aspetti avventurosi e "romantici" dei momenti creativi e della vita di alcuni personaggi del passato e del presente... è anche vero però che difficilmente conoscerai artisti che non abbiano un "non so che" che li distingue dalle altre persone, evidente anche dopo pochi minuti di conversazione (non parlo dell'aspetto esteriore perchè quello spesso è solo uno stereotipo).

 

Al di là di aver appurato, attraverso le diverse testimonianze, della necessità di un lavoro costante e intenso, non credo si possa alla fine generalizzare nè in un senso nè nell'altro.

Forse l'esperienza artistica è cosa troppo personale per essere definita in parametri di valore universale.

 

Roberto Benigni sembra un clown, tra come si tira su i calzoni continuamente e balza sotto alle gonne delle sue ospiti televisive, però ha letto e spiegato alcuni canti della Divina Commedia con tanta genialità e profondità di pensiero, che difficilmente potrebbero essere frutto della sola improvvisazione.

Però seduto compassato in biblioteca dalle 9 alle 17, non riesco proprio a immaginarmelo...

 

Insomma, che dipenda da qualunque cosa....l'importante è che noi tutti possiamo ricevere il dono dell'arte da parte di chi la possiede.

 

Perchè "fatti non foste per viver come bruti."

 

 

 

Butterfly


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l'artistà è

gli altri no

 

Gli "altri" sono molto attivi nel tentare in ogni modo di indurre gli artisti a smettere di essere.

 

Essere artisti è una disgrazia grossa, che bisogna assolutamente rendere anche peggiore, spendendoci una vita. Così gli altri sono contenti.

 

 

dralig

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