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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Il diritto di autore su Internet


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Concludo: le Edizioni Bèrben, come sa, hanno autorizzato la vendita dei "60 Studi di Virtuosità e di Trascendenza" online, in formato PDF, singolarmente.

Se tutto va bene e salvo imprevisti entro la fine di Gennaio 2012 sarà attivo l'eShop per l'acquisto.

 

Tutto il ricavato andrà all'editore di Ancona che potrà valutare la bontà dell'operazione.

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In soldoni: chi si impossessa di materiale protetto da diritto di autore in modo illegale lo fa o per risparmiare o perché non comprerebbe mai e poi mai uno spartito originale.

I primi - continuo a credere - sono molto più numerosi dei secondi.

 

ma siamo d'accordo!

secondo me non hai capito le questioni tirate in ballo da dralig! premesso ciò che sostieni di cosa campa allora oggi un compositore? come fa a tutelare un suo lavoro? siamo almeno d'accordo sulla tutela di questo diritto?

 

 

Io l'ho capito benissimo, Fabio.

Probabilmente non hai capito, invece che è possibile continuare a vendere il proprio lavoro in formato digitale ed in quantità decuplicate con una lieve flessione iniziale ma senza danni catastrofici (gli esempi di Steam e iTunes sono persino troppo banali ma pensa a ciò che sta accadendo ai libri con gli eBook e con la diffusione dei Kindle: ci chiudiamo gli occhi? Chi scrive eBook non guadagna? Ma dai!).

Chi vìola il diritto di autore lo fa a prescindere e chi non vende il cartaceo stai tranquillo non venderà neanche il digitale.

 

Circa la tutela del diritto di autore mi sembra persino ovvio dire che è d'obbligo.

 

E gli altri? Chi è fuori dal Sistema Musica Contemporanea?

 

Si devono adeguare. O, sì, come dici, tireranno a campare.

E' accaduto per la fotografia, per il cinema e per molte altre cose.

 

Quindi? Una soluzione ci sarebbe. Tassare i produttori d'hardware "multimediale".

 

Tassiamo anche l'aria che ci circonda, dico io. E magari multe salate e redistribuzione dei proventi (stai fresco!) per chi fischietta le melodie protette da diritti di autore in strada.

Ma per favore!

Sai meglio di me dove andrebbero a finire i fondi incassati da queste tasse.

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sei ottimista e hai fiducia nei buoni propositi dell'umanità

io no

una volta che l'informazione digitale (di qualsiasi tipo) è in circolo, il 90% degli utenti preferirà scaricarlo "illegalemente"

inevitabile, è un punto di non ritorno

la differenza quindi non è tra chi deciderà di pagare o meno online

la differenza è tra chi deciderà di avere una copia fisica e chi si accontenterà del supporto digitale (e a questo punto si chiederà: perchè pagarlo quando posso averlo gratis?)

 

Fabio, ma guardiamoci intorno, accidenti!

Tutti i prodotti cartacei stanno trasformandosi in digitale e il mercato in questo senso sta esplodendo con le cifre che ho citato nel post sopra.

iTunes vende Mp3: cosa c'è su internet più piratato degli Mp3? Nulla. Eppure fatturano miliardi di dollari.

Amazon (mica la macelleria sotto casa) ha da meno di due anni iniziato a vendere ebook in alternativa ai libri in formato cartaceo: gli eBook sono file da 16K (guerra e pace pesa 112K!!). Ma costano 90 cents.

E oggi hanno superato le vendite (ven-di-te, non copie) dei libri.

http://www.ebookreaders.it/amazon/amazon-ebook-vendite-libri.html

 

Come si può, dico io, far finta che questo non stia accadendo?

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I compositori devono essere remunerati per il loro lavoro. Si può investire, ma l'investimento, a quanto mi ricordo, prevede poi un ritorno, che dovrebbe essere anche economico.

 

Si possono regalare copie cartacee, si possono regalare pdf (cosa che ho fatto con musicisti che stimo), si possono inventare altre cose, ma tutto questo non dovrebbe escludere la possibilità di incamerare qualche soldino.

 

C'è poi il fattore tempo, e deve essere preso in considerazione.

Portare a termine una composizione significa dedicare il proprio tempo a scrivere la musica e se i compositori dovranno dedicare tutto il loro tempo a fare altro, molto semplicemente, la musica di qualità verrà meno.

 

Io non campo con la composizione, il che significa che quello che una volta era il mio "tempo libero" ora è pressochè interamente occupato dalla scrittura musicale.

 

Per fortuna ho un lavoro che al momento mi permette di farlo.

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Tutto il ricavato andrà all'editore di Ancona che potrà valutare la bontà dell'operazione.

 

 

 

Per fare questo ci vuole l'autorizzazione dell'autore, che stipulò un contratto-tipo (credo) e pertanto i cui diritti rimangono fatti salvi, a meno di rinunce o modifiche obsolete.

"La stanza della musica" non è un distributore ma un venditore e la differenza è evidente.

Non ho difficoltà ad approvare anche quanto posto di recente da F.Selvafiorita (non me ne voglia).

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Tutto il ricavato andrà all'editore di Ancona che potrà valutare la bontà dell'operazione.

 

Per fare questo ci vuole l'autorizzazione dell'autore, che stipulò un contratto-tipo (credo) e pertanto i cui diritti rimangono fatti salvi, a meno di rinunce o modifiche obsolete.

 

 

Non credo proprio che il direttore delle Edizioni Bèrben mi abbia risposto all'acqua di rose e sono quasi convinto che sia a conoscenza di queste regole.

 

"La stanza della musica" non è un distributore ma un venditore e la differenza è evidente.

 

Come è evidente che si fa finta di non capirsi.

Va bene, venditore. Domando scusa.

Se avesse la possibilità di vendere copie digitali, il venditore, venderebbe più delle copie cartacee.

Meglio, così?

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Alfredo Fanco mi sembra voler parlare alla buona (cosa apprezzabilissima) ma esprime segnatamente uno dei tanti status in cui si viene a trovare qualcuno che scrive musica oggi.

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Ha scritto Cristiano Porqueddu:

 

"Come è evidente che si fa finta di non capirsi."

 

 

Ho capito,ma l'ho fatto capire prima io (di far finta di non capirsi).

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L'editoria online è ancora un problema, in qualsiasi campo.

Potrebbe essere -ed io sono d'accordo con Cristiano - la soluzione alla pirateria, ma non allo stato attuale.

 

Una composizione cartacea che costa 10 Euro, viene mediamente venduta online a 8 euro.

A settembre la DC -storica industria fumettistica americana- ha operato un reboot di tutte le testate ed inizianto a vendere in digitale allora stesso prezzo del cartaceo (3.99 dollari).

I libri che vende amazon costano ancora tantissimo.

 

Mi pare evidente che con queste premesse non sia possibile creare un mercato parallelo a quello "ufficiale" del cartaceo. Perché, a fronte di un risparmio minimo, continuerò a preferire il "feticcio", mentre se son di quelli che scaricano, continuerò a scaricare perché il prezzo è decisamente eccessivo.

 

D'altra parte, credo che il mercato dell'editoria musicale, muova molto meno rispetto al mercato degli mp3, quindi abbia necessità di più introiti per garantire al compositore la giusta paga per il lavoro profuso.

 

In realtà mi chiedo se attualmente l'editore (che comporta un taglio degli introiti) sia ancora indispensabile. La rete ha delle potenziali immense -attualmente inesplorate ancora-; magari al giorno d'oggi della promozione che può garantire un editore, se ne può fare benissimo a me.

Ma questa è una domanda da profano in materia, quindi magari è una castroneria bella e buona.

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