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Mi fa piacere leggere le parole del maestro Angelo Gilardino (che mi bocciò impietosamente tanti anni a al Concorso di Mondovì... e fece bene....) quando dichiara che Giochi Proibiti è tutt'altro da buttare. Lui che ha scritto brani memorabili per l'intera della storia della chitarra ( e che stupidamente i chitarristi di"grido" Williams, Barrueco, Pierri, Kappel, Bream non suonano forse per....) dimostra quindi che l'imparzialità è ancora un valore. Oggi, a proposito di musica contemporanea, ho ritrovato gli Studi Citarodici" di Oronzo Persano che avevo ricevuto in premio dal compositore al Concorso di Castelfidardo (mi sembra nel 1979). Siccome mi sembra di riscontrare delle similitudini con gli studi del Maestro Gilardino, potrei approfittare per chiedergli se egli ha conosciuto il compositore pugliese, quindi collaborando pur idealmente ad un concetto stilistico oppure mi sto sbagliando per il paragone? grazie

 

No, non conosco il compositore che Lei cita, né la sua musica. Grazie della segnalazione, provvederò.

 

dralig

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Miglior contributo in questa discussione

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Ospite gasgas
Inviato
Mi fa piacere leggere le parole del maestro Angelo Gilardino (che mi bocciò impietosamente tanti anni a al Concorso di Mondovì... e fece bene....) quando dichiara che Giochi Proibiti è tutt'altro da buttare. Lui che ha scritto brani memorabili per l'intera della storia della chitarra ( e che stupidamente i chitarristi di"grido" Williams, Barrueco, Pierri, Kappel, Bream non suonano forse per....) dimostra quindi che l'imparzialità è ancora un valore. Oggi, a proposito di musica contemporanea, ho ritrovato gli Studi Citarodici" di Oronzo Persano che avevo ricevuto in premio dal compositore al Concorso di Castelfidardo (mi sembra nel 1979). Siccome mi sembra di riscontrare delle similitudini con gli studi del Maestro Gilardino, potrei approfittare per chiedergli se egli ha conosciuto il compositore pugliese, quindi collaborando pur idealmente ad un concetto stilistico oppure mi sto sbagliando per il paragone? grazie

 

Caro Regondi,

lei si sforza di ignorare gli italiani del novecento volutamente forse per accattivarsi il favore di Gilardino che, Le assicuto, non ha bisogno delle sue sviolinate.La risposta di Dralig infatti è improntata come al solito ad un saggio equilibrio. Forse era meglio che lei non si fosse presentato a quel concorso. Se veramente ha venti anni cosa vuol dire con "tanti anni fa"?


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No, non conosco il compositore che Lei cita, né la sua musica. Grazie della segnalazione, provvederò.

 

dralig

 

Personalmente, credo di aver conosciuto Persano ad uno dei vari festival-raduni patrocinati da Bio Boccosi.

Era pugliese ed aveva studiato a Santa Cecilia..

Anche io non conosco la sua musica, che ho visto essere eseguita si youtube.

Il suo nome (ed il suo cognome, abbastanza desueti e importanti) me lo fanno ricordare.


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Non voglio sostenere che questi generi accolgano sempre grande arte, vorrei solo rammentare al maestro

Gilardino, nella mia immensa ignoranza, alcuni fenomeni di "musica sgrammaticata", il più famoso di

tutti: "The Beatles". Eppure non avevano studiato composizione.

 

 

Nessuno - tolto Lei - ha definito "sgrammaticata" la musica dei Beatles. Si limitavano a comporre delle melodie di canzoni e ad abbozzare uno schema armonico. Poi, tutto passava nelle mani di fior di arrangiatori, i cui nomi non sono noti, ma che certamente conoscevano molto bene l'armonia e l'orchestrazione. Non posso dire di più, ma l'orchestrazione di "Eleanor Rigby" fu curata da una mano tutt'altro che sgrammaticata...

 

dralig

 

La quasi totalità della produzione dei Beatles venne realizzata da George Martin

 

ed infatti, negli unici due dischi dei Beatles in cui Martin non fu presente, The white album e Let it be, è chiaramente avvertibile la sua assenza.

 

Il ruolo di Martin, come produttore, era sostanzialmente quello di guidare i 4 nella realizzazione delle loro, a volte geniali, idee; il che si traduceva, pragmaticamente, nella scrittura di parti orchestrali o cameristiche, come quella relativa al brano che hai menzionato.

 

Accanto a questo aspetto colto era sempre presente l'altro,quello pop, il cui orecchio guardava, attraverso la consapevolezza musicale, ad una concezione di arrangiamento inedita.


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Non ho voluto menzionare George Martin per non uscire dal tema, ma tant'è...

 

George Martin affermò sempre che il merito artistico delle canzoni spettava sempre al gruppo. Si ricordi tuttavia che

George Martin era (ed è) un produttore discografico e pertanto era probabilmente più conveniente per lui concentrare

il merito su un'unica figura mediatica.

A suo dire, il suo lavoro si limitava ad aiutare i componenti del gruppo ad ottenere quel suono che da soli non

riuscivano ad ottenere per evidenti mancanze (ad esempio, non sapevano leggere dai pentagrammi). Inizialmente

avrebbe modificato a fondo le canzoni, sempre sotto il loro consenso, poi gli stessi Beatles divennero man mano più

autonomi nel processo compositivo.

 

Al di là del dibattito sull'entità dell'influenza di Sir Martin sui Beatles, non credo che gli aspetti artistici per cui i Beatles

hanno ispirato tanti compositori "colti" e per cui verranno ricordati fra i posteri siano le partiture orchestrali. Così

come non credo che l'orchestrazione di "Eleanor Rigby" o "Yesterday" siano di così alto valore artistico.

 

Idee puramente personali.


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George Martin alla fina conta poco....una canzone come Let it be anche accompagnata con una chitarrina della Lidl non ha prezzo


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Maestro Signorile, personalmente condivido il concetto secondo cui "ci debba essere spazio per tutti"... ci manca solo una nuova dittatura! Quindi, nella fattispecie della musica, spazio per la musica di alto livello così come musica da intrattenimento.

Il problema (grosso) penso stia nel fatto che la maggior parte del pubblico non ha gli strumenti per discernere la differenza tra questi due "poli estremi musicali". Propinandogli solo musica "concettualmente semplice" se ne beano, si sentono già arrivati, non avvertono il bisogno di andare oltre e questo, beninteso, non per stupidità ma semplicemente perché non conoscono alternative. Penso che solo la Conoscienza possa aprire nuove prospettive e il compito di un Interprete Onesto è quella di offrirla.

Determinata musica (e, in generale, un determinato sapere) non può essere escluso per pura ignoranza. È una tendenza che si verifica sotto i nostri occhi e non dobbiamo permetterlo. Io non vedo un motivo razionale per giustificare tale tendenza.

 

Poi c'è chi, come lei e altri, giustifica il tutto dicendo che "è un modo per attirare i profani verso il mondo della chitarra". Può essere condivisibile, ma secondo me non è così che funziona e penso anche che il punto stia proprio lì: le persone non vanno avvicinate al "mondo della chitarra", bensì al "mondo della musica" (di cui la chitarra fa parte). Per fare ciò esistono innumerevoli pagine di musica (per chitarra) scritte con estrema arte e al tempo stesso facilmente fruibili dal pubblico inesperto (ma che offrono tuttavia ulteriori sfumature esplorabili da interpreti esperti così come da ascoltatori esperti).

 

Senza contare che ritengo sia offensivo nei confronti del pubblico ipotizzare che la musica da intrattenimento sia una via per avvicinarli all'arte musicale. Non so... opinione del tutto personale... ma mi sembrerebbe come d'approfittare della loro buonafede. Buonafede che invece potrebbe essere sfruttata per portarli molto più in alto.

 

Poi bisogna anche vedere come una determinata musica (di qualsiasi tipo) viene loro presentata e proposta, ma questo è un altro paio di maniche.

Ospite Nicola Mazzon
Inviato
Maestro Signorile, personalmente condivido il concetto secondo cui "ci debba essere spazio per tutti"... ci manca solo una nuova dittatura! Quindi, nella fattispecie della musica, spazio per la musica di alto livello così come musica da intrattenimento.

Il problema (grosso) penso stia nel fatto che la maggior parte del pubblico non ha gli strumenti per discernere la differenza tra questi due "poli estremi musicali". Propinandogli solo musica "concettualmente semplice" se ne beano, si sentono già arrivati, non avvertono il bisogno di andare oltre e questo, beninteso, non per stupidità ma semplicemente perché non conoscono alternative. Penso che solo la Conoscienza possa aprire nuove prospettive e il compito di un Interprete Onesto è quella di offrirla.

Determinata musica (e, in generale, un determinato sapere) non può essere escluso per pura ignoranza. È una tendenza che si verifica sotto i nostri occhi e non dobbiamo permetterlo. Io non vedo un motivo razionale per giustificare tale tendenza.

 

Poi c'è chi, come lei e altri, giustifica il tutto dicendo che "è un modo per attirare i profani verso il mondo della chitarra". Può essere condivisibile, ma secondo me non è così che funziona e penso anche che il punto stia proprio lì: le persone non vanno avvicinate al "mondo della chitarra", bensì al "mondo della musica" (di cui la chitarra fa parte). Per fare ciò esistono innumerevoli pagine di musica (per chitarra) scritte con estrema arte e al tempo stesso facilmente fruibili dal pubblico inesperto (ma che offrono tuttavia ulteriori sfumature esplorabili da interpreti esperti così come da ascoltatori esperti).

 

Senza contare che ritengo sia offensivo nei confronti del pubblico ipotizzare che la musica da intrattenimento sia una via per avvicinarli all'arte musicale. Non so... opinione del tutto personale... ma mi sembrerebbe come d'approfittare della loro buonafede. Buonafede che invece potrebbe essere sfruttata per portarli molto più in alto.

 

Poi bisogna anche vedere come una determinata musica (di qualsiasi tipo) viene loro presentata e proposta, ma questo è un altro paio di maniche.

 

Se si ha davanti un pubblico "vergine" musicalmente, personalmente la prima cosa che mi viene in mente è prendere lavori meno complessi ma sempre di alta fattura, ce ne sono tanti...non serve creare l'omogeneizzato per svezzare i nuovi o futuri apassionati.

Lavori "semplici da ascoltare" senza dover rinunciare alla qualità se ne trovano a bizzeffe, uno potrebbe volendo passare la sua vita a suonare solo quelli.


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Poi bisogna anche vedere come una determinata musica (di qualsiasi tipo) viene loro presentata e proposta, ma questo è un altro paio di maniche.

 

Se si ha davanti un pubblico "vergine" musicalmente, personalmente la prima cosa che mi viene in mente è prendere lavori meno complessi ma sempre di alta fattura, ce ne sono tanti...non serve creare l'omogeneizzato per svezzare i nuovi o futuri apassionati.

Lavori "semplici da ascoltare" senza dover rinunciare alla qualità se ne trovano a bizzeffe, uno potrebbe volendo passare la sua vita a suonare solo quelli.

 

Verissimo, ma il vero nodo non è "passare la vita a 'suonare' solo quelli" ma "passare la vita ad 'ascoltare' solo quelli", magari incappando nelle presentazioni e proposte che costituiscono il sacrosanto "altro paio di maniche" ricordato da Luca P.

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