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'Metabolizzazione' della pratica


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Se, dopo un'ora di buon esercizio mirato, la soluzione non si trova, non la si troverà mai, ed è meglio lasciar perdere il pezzo.

 

dralig

 

Sembrerebbe una provocazione, ma non lo è. Chiarendo se servisse il concetto: non si pretende e credo non auspichi neanche Angelo di poter assimilare con scioltezza la Sonata di Ginastera o la sua Sonata Mediterranea in un'oretta, ma di risolvere uno per uno, in tempi limitati, ognuno dei particolari problemi tecnici che questi brani presentano.

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Se, dopo un'ora di buon esercizio mirato, la soluzione non si trova, non la si troverà mai, ed è meglio lasciar perdere il pezzo.

 

dralig

 

Sembrerebbe una provocazione, ma non lo è. Chiarendo se servisse il concetto: non si pretende e credo non auspichi neanche Angelo di poter assimilare con scioltezza la Sonata di Ginastera o la sua Sonata Mediterranea in un'oretta, ma di risolvere uno per uno, in tempi limitati, ognuno dei particolari problemi tecnici che questi brani presentano.

 

I tempi di assimilazione di un brano sono determinati - come tu ben sai - da tanti processi (lettura, costruzione del modello interpretativo mentale, memorizzazione), e questi prendono tempi soggettivamente diversi. La risoluzione dell'ultimo ordine di problemi, quelli tecnico-meccanici, è invece istantanea: se uno sa quello che deve fare e come deve farlo, o cis riesce subito - o quasi - o non ci riesce più.

 

dralig

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Tutto comincia dal ridurre, sezionare e analizzare nel minimo particolare la difficoltà tecnica per capire i meccanismi che la riguardano ed (eventualmente...) risolverla.

 

Una semplice battuta può contenere anche più modelli tecnici basilari da studiare e risolvere separatamente.

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ma come può conciliarsi quello che Ha appena detto con una carriera concertistica? Non mi capacito come possa un didatta del Suo spessore affermare questo, ma appunto essendo Lei un grande didatta, Le sarei grato se chiarisse meglio questa sua concezione, che ahimè, non comprendo.

 

Concertista è colui che dispone di un dominio assoluto della tecnica, non colui che, a prezzo di centinaia di ore di lavoro, riesce a mettere in piedi, a furia di ripetizioni, un programma da concerto e lo suona tutta la vita, a patto di esercitarsi tutti i giorni sui medesimi pezzi. Il concertista, lo si vede dai primi mesi - vorrei dire dai primi giorni - del suo contatto con lo strumento: è un contatto spontaneo, che si svolge all'insegna della facilità. I problemi tecnico-meccanici che possono insorgere nello studio di un pezzo da parte di un concertista si presentano nell'ordine dell'eccezione, dell'idiosincrasia, del rifiuto inspiegabile di far svolgere alle dita un processo che, osservato dall'esterno, non risulta più difficile di mille altri che invece vengono compiuti dall'interessato senza nemmeno bisogno di pensarci. E' su queste "resistenze", che anche i virtuosi più dotati incontrano in qualche misura, che si costruisce il breviario della tecnica personale, ossia la serie di esercizi volti a tentare di domare le resistenze. Ciascuno ha le proprie "bestie nere", e ciascuno ha i proprii rimedi, pagati a prezzo più o meno caro di studio, e ciascuno deve rassegnarsi a lasciare qualche tipo di tecnica applicata nel libro dei sogni, perché non riuscirà mai a dominarli, nonostante lo studio più accurato.

 

Il motto "conosci te stesso" è di importanza capitale per un concertista: nessuno ha facoltà di dominio sull'intero repertorio, l'importante è conoscerlo a fondo, anche nelle parti non accessibili, e non classificarlo in base alle proprie "resistenze", come purtroppo avviene tra chitarristi in modo riprovevole.

 

dralig

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Una curiosità, signor Gilardino: il motto da lei citato, ha a che fare con Lord Baden Powell of Gilwell fondatore degli scouts?

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Una curiosità, signor Gilardino: il motto da lei citato, ha a che fare con Lord Baden Powell of Gilwell fondatore degli scouts?

 

Non sono il M°...ma avendo tra le mie esperienze anche quella di scout :shock: credo di poterti rispondere...il motto degli scouts é "estote parati" (tradotto in italiano "siate pronti")...il "conosci te stesso", o in greco "gnothi seauton" (non so se si possono fare le lettere greche) era il motto scritto sul tempio dell'oracolo di Delfi e può essere considerato a buon diritto il massimo insegnamento della filosofia socratica, o probabilmente della filosofia in generale, decisamente meglio di Baden Powell...

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Non sono il M°...ma avendo tra le mie esperienze anche quella di scout credo di poterti rispondere...il motto degli scouts é "estote parati" (tradotto in italiano "siate pronti")...

 

Grazie Kokis per la delucidazione sul motto citato dal Gilardino.

 

Su quello che che hai detto a proposito del motto degli scout devo però correggerti ;)

Il motto degli esploratori e guide è: "ESTOTE PARATI"(dagli 11-12 ai 16-17 anni), che tu hai citato;

quello dei lupetti e coccinelle è: "DEL MIO MEGLIO"(dai 5 agli 11 anni);

quello dei rover e scolte è: "SERVIRE"(dai 16-17 anni in su)

 

Riassumendo tutti i motti si ottiene:

"Fare del proprio meglio nell'essere pronti a servire"...che è un pò il mio motto..!

 

Carino eh?

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Concertista è colui che dispone di un dominio assoluto della tecnica, non colui che, a prezzo di centinaia di ore di lavoro, riesce a mettere in piedi, a furia di ripetizioni, un programma da concerto e lo suona tutta la vita, a patto di esercitarsi tutti i giorni sui medesimi pezzi.

 

dralig

 

E tantissimi seguono questa prassi.

Sarebbe più interessante lavorare nella sezione Timbri dell'Ufficio Postale.

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Vi siete mai chiesti perche' un passaggio, un brano o uno studio impegnativo sembra venir meglio, nel suo aspetto "meccanico", se non lo si suona per un po', dopo averlo studiato nei dettagli e per un periodo di tempo adeguato?

 

Si, è accaduto ma ho constatato che si tratta di una vera e propria illusione.

Quello che accade, in realtà, è che la richiesta di performance (mentale, interpretativa o meramente meccanica), dopo uno/due giorni di mancanza di esercizio, è inferiore.

 

Da questo arguisco che per lei stare un giorno senza studiare è cosa improponibile...

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Da questo arguisco che per lei stare un giorno senza studiare è cosa improponibile...

 

Come diceva Suzuki, si suona tutti i giorni in cui si mangia.

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