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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Giuliani o Sor?


Giuliani o Sor?  

18 utenti hanno votato

  1. 1. Giuliani o Sor?

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quante m****a di parole inutile...

SOR E BASTA.

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Non conoscevo tutta la storia di Segovia nei confronti della musica di Giuliani,poi chissà perchè ha iniziato a suonarlo cosi tardi.So che Segovia non disdegnava i compositori italiani di quell'epoca,tanto che nei programmi di ammissione ai suoi corsi era obbligatorio eseguire arpeggi di Carulli e Carcassi,quindi come mai ha trascurato la figura di Mauro Giuliani? sono scelte incomprensibili e incoerenti!

 

Purtroppo, invece abbiamo segni espliciti e incontrovertibili della sua chiusura nei confronti della musica italiana per chitarra dell'Ottocento. Di uno dei lavori più importanti del primo Ottocento - la Grande Sonata per chitarra sola con accompagnamento di violino ad libitum - egli scrisse a Ponce che era insuonabile (per la sua qualità scadente) e indusse il compositore messicano (che di Ottocento italiano non sapeva assolutamente nulla) a tentarne un rifacimento, tradottosi poi - quello si - in un immondo pastiche.

 

Segovia aveva operato una sintesi tra Tarrega e Aguado, e ovviamente non gli riusciva spontaneo applicare la sua maestria alle pagine degli autori italiani, che tra l'altro gli rimasero per lo più sconosciuti.

 

Non credo che si sia comportato in modo contradditorio respingendo le pagine degli autori italiani ottocenteschi: il suo non era da intendere come un giudizio critico sulla qualità della musica, ma come l'espressione di un disagio che egli avvertiva di fronte a pagine improntate a un tipo di virtuosità che non rientrava nel suo lessico e nella sua arte. Del resto, fu sempre in base a un criterio di affinità che egli giudicò il repertorio di tutte le epoche, non soltanto dell'Ottocento.

 

dralig

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quante m****a di parole inutile...

SOR E BASTA.

 

Questo genere di espressioni non sono gradite sul Forum.

Vieni ammonito e allontanato per 24 ore.

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:D Alcuni argomenti del forum affrontati dai Maestri che conosciamo sono proprio delle pagine di storia della musica per chitarra. Bello! In effetti, mi sono sempre chiesto quale fosse il motivo che spingeva Segovia a non suonare Giuliani e, insomma, l'ottocento. Saluti.
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Sull'argomento Segovia - Giuliani - Sor posso citare due testimonianze?

 

La prima: in una intervista rilasciata ad Alvaro Company nel 1982 e poi pubblicata sulla rivista dell’Accademia Musicale Pescarese (se non erro), Segovia dice – cito testualmente - che "Giuliani, per esempio, era sì un buon compositore, ma la qualità della sua musica è, nondimeno, un po' inferiore alla sua tecnica di compositore". E poco più avanti: "Invece Sor, che non aveva la tecnica compositiva di Giuliani, era senza dubbio un enorme artista. Ci sono opere sue che sembrano di Beethoven giovane...".

 

La seconda fonte è un colloquio che ebbi l'onore di avere con Segovia nella sua casa di Madrid, poco prima della morte del Maestro.

Segovia, probabilmente in linea con quanto affermato nella intervista a Company, mi disse che le cose migliori di Sor sono alcuni pezzi brevi, come certi minuetti, mentre non apprezzava le Sonate.

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Sull'argomento Segovia - Giuliani - Sor posso citare due testimonianze?

 

La prima: in una intervista rilasciata ad Alvaro Company nel 1982 e poi pubblicata sulla rivista dell’Accademia Musicale Pescarese (se non erro), Segovia dice – cito testualmente - che "Giuliani, per esempio, era sì un buon compositore, ma la qualità della sua musica è, nondimeno, un po' inferiore alla sua tecnica di compositore". E poco più avanti: "Invece Sor, che non aveva la tecnica compositiva di Giuliani, era senza dubbio un enorme artista. Ci sono opere sue che sembrano di Beethoven giovane...".

 

La seconda fonte è un colloquio che ebbi l'onore di avere con Segovia nella sua casa di Madrid, poco prima della morte del Maestro.

Segovia, probabilmente in linea con quanto affermato nella intervista a Company, mi disse che le cose migliori di Sor sono alcuni pezzi brevi, come certi minuetti, mentre non apprezzava le Sonate.

 

Ciao Piero, Domingo Prat - grande sostenitore di Sor - riporta con sdegno un'intervista in cui Segovia qualificava Sor "flojito" - cioè deboluccio -, e quanto alla somiglianza di alcune sue opere con quelle di Beethoven giovane, sono certo di trovarti d'accordo con me nel prendere l'affermazione di Segovia come un complimento generoso.

 

La tecnica compositiva di Sor non ha nulla da invidiare a quella di Giuliani. Costruiscono in modo diverso, Sor a partire dal basso, cioè alla maniera antica, concezione nella quale i profili melodici - anche se netti e accattivanti - sono concepiti come fioriture e ornamentazioni; mentre Giuliani mette primariamente a fuoco una linea melodica, e attorno a quello costruisce le armonie (avvicinandosi già al romanticismo). Inoltre - e non secondariamente - Sor tende a enunciare le unità (mezza frase, frase, periodo, etc.) nell'ambito della stessa posizione della mano sinistra, che è disposto a cambiare solo quando non è possibile concludere tale unità a mano ferma, mentre Giuliani estende le unità melodico-armoniche lungo tutta la tastiera, mascherando il cambio di posizione con le corde a vuoto. Anche in questo aspetto, Giuliani sembra più "moderno" di Sor, che fondamentalmente mantiene la scrittura chitarristica nel quadro già tracciato - quando lui inizia a comporre - dai maestri della scuola viennese (Diabelli, Matiegka, Molitor).

 

dralig

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Ospite Nicola Mazzon

non capisco se il maestro bonaguri ha citato questo fatto per dire che la pensa anche lui così o solo per rendere pubblico questo aneddoto...

secondo me ora come ora non serve andare a scavare quello che pensava segovia dei due compositori, in questo momento ci siamo noi a dare delle opinioni, segovia è morto e la mentalità chitarristica dei giorni suoi mi sembra ormai superata...non voglio sminuire il maestro spagnolo per carità

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Ciao Angelo.

 

Molto interessanti le tue osservazioni sui due modi di comporre, partendo dal basso (Sor parla spesso, nella edizione inglese del Metodo, di "base") oppure, più modernamente, dal mettere a fuoco una linea melodica, e sui diversi stili di scrittura chitarristica.

 

La citazione su Sor dalla intervista segoviana a Company continuava: <<...: e un grande critico francese della sua epoca lò chiamò (con grande esagerazione!) "il Beethoven della chitarra". Però, anche se c'era esagerazione, il solo fatto che il più grande critico della Francia di quei tempi lo paragonasse a Beethoven, è già abbastanza...>>.

 

Su Segovia e Giuliani me ne è venuta in mente un'altra: al corso di Ginevra del 1982 un allievo suonò a Segovia una Rossiniana; Segovia lo ascoltò e poi gli disse: "Le consiglio di portare a casa questa musica e, se possibile, di perderla" (!)

 

Ho citato tutte queste cose perché il dibattito stava prendendo una piega anche storica e mi sembravano interessanti un po' di testimonianze dirette.

 

Riguardo l'osservazione di fernando sulla mentalità chitarristica "superata" sarebbe un discorso un po' lungo; ma credo che ( mi perdoni fernando) ovvietà come queste, diffuse senza tenere conto di tutti i fattori e diventate tra noi mentalità dominante, con tutto quello che poi si è innescato, siano anche responsabili della situazione non felicissima della chitarra nel mondo musicale di oggi.

 

Come parere personale sono d'accordo che la questione "Sor o Giuliani" è malposta.

Credo inoltre che sulla musica di Giuliani per chitarra sola sia stata posta a partire dagli anni settanta- ottanta un'enfasi eccessiva (musicalmente parlando, mi pare che il Giuliani migliore sia quello dove la chitarra è assieme ad altri strumenti o alla voce: ad esempio i Lieder con testi tedeschi, il Concerto Op.30, la Sonata in mi minore per violino e chitarra; nei pezzi per chitarra sola, tranne qualche felice eccezione come ad esempio la Sonatina Op. 71 N°3, trovo la musica di Giuliani, in genere e come valori musicali "assoluti", meno interessante).

 

Mi sembra poi che alcune cose di Sor, come ad esempio il Minuetto Op. 11 N°1, oppure Op. 13 N° 1 - per fare solo due esempi - possano veramente figurare con dignità anche davanti alla grande musica strumentale di quel tempo. E non mi pare poco...

 

Dal punto di vista didattico, mi pare ci sia una ulteriore valutazione da fare. Nei primissimi corsi di studio, se gli allievi sono anche molto giovani possono non cogliere facilmente il valore musicale di alcuni studi di Sor (Op.60, Op.31) ed essere più sensibili all'aspetto di "gioco strumentale" , anche se meno impegnativo musicalmente, contenuto in alcuni studi di Giouliani.

Probabilmente devo tenere conto maggiormente di questo aspetto, qualche allievo mi ha rimproverato di usare troppo poco Giuliani con i piccoli...

Del resto, non sarà un caso se Giuliani vendette il suo Metodo Op. 1 all'editore Artaria per 600 fiorni (lo stesso prezzo della settima Sinfonia di Beethoven), mentre Schubert vendette la Wanderer per 20 fiorini...

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Ciao Angelo.

 

Molto interessanti le tue osservazioni sui due modi di comporre, partendo dal basso (Sor parla spesso, nella edizione inglese del Metodo, di "base") oppure, più modernamente, dal mettere a fuoco una linea melodica, e sui diversi stili di scrittura chitarristica.

 

La citazione su Sor dalla intervista segoviana a Company continuava: <<...: e un grande critico francese della sua epoca lò chiamò (con grande esagerazione!) "il Beethoven della chitarra". Però, anche se c'era esagerazione, il solo fatto che il più grande critico della Francia di quei tempi lo paragonasse a Beethoven, è già abbastanza...>>.

 

Su Segovia e Giuliani me ne è venuta in mente un'altra: al corso di Ginevra del 1982 un allievo suonò a Segovia una Rossiniana; Segovia lo ascoltò e poi gli disse: "Le consiglio di portare a casa questa musica e, se possibile, di perderla" (!)

 

Ho citato tutte queste cose perché il dibattito stava prendendo una piega anche storica e mi sembravano interessanti un po' di testimonianze dirette.

 

Riguardo l'osservazione di fernando sulla mentalità chitarristica "superata" sarebbe un discorso un po' lungo; ma credo che ( mi perdoni fernando) ovvietà come queste, diffuse senza tenere conto di tutti i fattori e diventate tra noi mentalità dominante, con tutto quello che poi si è innescato, siano anche responsabili della situazione non felicissima della chitarra nel mondo musicale di oggi.

 

Come parere personale sono d'accordo che la questione "Sor o Giuliani" è malposta.

Credo inoltre che sulla musica di Giuliani per chitarra sola sia stata posta a partire dagli anni settanta- ottanta un'enfasi eccessiva (musicalmente parlando, mi pare che il Giuliani migliore sia quello dove la chitarra è assieme ad altri strumenti o alla voce: ad esempio i Lieder con testi tedeschi, il Concerto Op.30, la Sonata in mi minore per violino e chitarra; nei pezzi per chitarra sola, tranne qualche felice eccezione come ad esempio la Sonatina Op. 71 N°3, trovo la musica di Giuliani, in genere e come valori musicali "assoluti", meno interessante).

 

Mi sembra poi che alcune cose di Sor, come ad esempio il Minuetto Op. 11 N°1, oppure Op. 13 N° 1 - per fare solo due esempi - possano veramente figurare con dignità anche davanti alla grande musica strumentale di quel tempo. E non mi pare poco...

 

Dal punto di vista didattico, mi pare ci sia una ulteriore valutazione da fare. Nei primissimi corsi di studio, se gli allievi sono anche molto giovani possono non cogliere facilmente il valore musicale di alcuni studi di Sor (Op.60, Op.31) ed essere più sensibili all'aspetto di "gioco strumentale" , anche se meno impegnativo musicalmente, contenuto in alcuni studi di Giouliani.

Probabilmente devo tenere conto maggiormente di questo aspetto, qualche allievo mi ha rimproverato di usare troppo poco Giuliani con i piccoli...

Del resto, non sarà un caso se Giuliani vendette il suo Metodo Op. 1 all'editore Artaria per 600 fiorni (lo stesso prezzo della settima Sinfonia di Beethoven), mentre Schubert vendette la Wanderer per 20 fiorini...

 

Una premessa: le testimonianze che hai portato sono preziose. La storia della musica - e della chitarra - non è fatta solamente di opere, ma anche di idee. Capire quali siano state le idee dominanti in una determinata epoca è molto importante per rendersi conto della realtà contemporanea. L'idea segoviana della chitarra ha dominato il Novecento con una forza tale da sommergere qualunque altra idea: basti pensare alla resa incondizionata che, rispetto all'estetica di Segovia, si manifestò da parte dei chitarristi italiani, pronti a lasciar da parte il loro repertorio per accodarsi a quello del maestro; capaci di dimenticare figure come Mozzani, Terzi, de Rogatis, di ignorare non soltanto Giuliani, Carulli, Paganini e Legnani, ma anche la nuova musica italiana che nel frattempo andava nascendo, di non accorgersi che si profilava la disponibilità di autori come Ghedini e Malipiero, per sdilinquirsi nel Valzer di Ponce, croce e delizia di tutti i chigianisti, convinti che quello fosse il culmine del nuovo repertorio...

 

Hanno imparato, da allora, i chitarristi a leggere il repertorio? Io dico di no. Coloro che sono capaci di condurre un'esplorazione della musica esistente, di leggerla con un criterio prospettico, di rendersi conto dei valori, di discriminare, di separare l'eccellente dal mediocre, lo straordinario dal qualsiasi, l'autentico dal fasullo, sono tuttora un'esigua minoranza rispetto al chitarrume che mette sul leggio qualunque cosa. E un'ammissione la devo fare: io, che passavo per eretico intransigente quando, negli anni Sessanta e Settanta, protestavo per la pochezza musicale di certo repertorio segoviano (i "Castillos de Espana" dello slombato Moreno-Torroba, la pedestre "English Suite" nel neo-promosso Jack Duarte, peraltro capace di cose assai migliori, etc.) devo riconoscere che, rispetto alle nefandezze suonate oggi dalla maggioranza dei chitarristi, quel repertorio era sublime. Fa pena vedere oggi le graduatorie dei "migliori pezzi per chitarra" ricorrenti nei forum, infarcite di orrendi polpettoni in cui è evidente - agli occhi di chi abbia una minima nozione del comporre musica - il più volgare dilettantismo...

 

Secondo me non è stata posta alcuna enfasi sulla musica di Giuliani da parte degli interpreti. Sono relativamente poche, rispetto al lascito del compositore, le opere regolarmente suonate nei recital e nei concerti e incise nei dischi, e molte delle opere migliori sono quasi ignorate. David Starobin ha iniziato una ricerca interpretativa molto perspicace e rivelatrice. Se consideriamo lo stato dell'arte in campo pianistico, cioè la percentuale di musica eseguita dai pianisti rispetto al loro repertorio, dobbiamo riconoscere che i chitarristi sono in ritardo di mezzo secolo.

 

Giustissima, secondo me, la tua osservazione riguardo il fatto che Giuliani dà il meglio di sé nella musica da camera e nei concerti. Lo stesso dicasi di Ferdinando Carulli. Dobbiamo stare attenti, nel valutare l'opera di questi maestri, e saper distinguere le composizioni in cui essi hanno davvero versato il loro talento e la loro ispirazione, da quelle scritte per rispondere alle esigenze degli editori, che chiedevano musica di consumo per i dilettanti. E' evidente, in Giuliani e in Carulli, questa arrendevolezza, e sarebbe un errore inchiodarli al loro livello minimo. Anche Beethoven ha scritto musica per gli editori, e nessuno appunta il giudizio critico sulla sua opera basandosi su quei lavoretti d'occasione.

 

dralig

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Con tutto il rispetto che nella mia piccolezza nutro per l'immenso Segovia, le sue affermazioni su Giuliani mi suonano assai..."segoviane"!

 

Comunque interessanti, capisco cosa volesse dire...evidentemente a Segovia spiaceva l'uso reiterato di certa retorica da parte di Giuliani...se si leggono le Rossiniane in quest'ottica viva i roghi...

 

Giuliani, scuola napoletana, era anche un ottimo contrappuntista, basta leggere gli studi (bellissimi) dell'op.51...chiaro, Segovia avrebbe voluto un brano di 20 minuti scritto così...infatti registra il primo tempo dell'op.15...che di Giuliani è la pagina "concertistica" meno virtuosa in assoluto...anzi è appunto così compita e a modo...

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