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Cristiano Porqueddu

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Tutti i contenuti di Cristiano Porqueddu

  1. Credo sia una discussione 'divisa' dall'argomento originario dai supermods. Quando trattate temi nuovi usate "Nuovo Argomento" e non "Invia Risposta".
  2. Sono liberamente consultabili o occorre essere allievi del conservatorio?
  3. Maestro Carfagna la ringrazio per queste informazioni.
  4. Grazie kaba_k. Se non altro è una fonte comune. In ogni modo mi domando come si possa fare un mestiere di grafico pubblicitario e non notare certe cose. Ma siamo davvero sicuri che si tratti di una svista?
  5. La locandina del nuovo film di Dario Argento "Giallo" è la copia identica del libro "Gomorra" di Roberto Saviano Che Argento in questi anni abbia perso lo smalto non è in discussione ma che adesso duplichi le locandine mi sembra davvero il colmo. Qualcuno sa darmi una spiegazione?
  6. Angelo Gilardino ha ultimato la trascrizione per due chitarre del brano scritto da Giacomo Puccini per quartetto d'archi e intitolato "Crisantemi". La trascrizione è dedicata al duo di chitarra Claudio Maccari-Paolo Pugliese Ecco un'esecuzione dal vivo del brano originale: A breve maggiori informazioni qui sul forum e sul sito ufficiale del compositore. Da questo link http://www.di-arezzo.co.uk/detail_notice.php?no_article=BOCCA00549 è possibile acquistare la partitura originale per quartetto d'archi.
  7. Grazie Ermanno. Molto chiaro. In pratica, l'esatto opposto di quello che cerco.
  8. Una novità dal mondo della registrazione. Ne capisco davvero poco di questo genere di apparecchiature ma data la presenza su questo forum di vari esperti del settore chiedo loro come valutano la 'trovata'. "Specially designed for vocal recording in untreated rooms, or venues that lack sufficient acoustic control, Flexi Screen Lite provides a portable, easy to assemble, semicircular microphone surround whose polyurethane structure is designed to give maximum absorption efficiency. The unit has a dual functionality, absorbing the singer’s energy on the inside to give a less ambient sound, while at the same time, partially absorbing scattered room reflections on the outside. Flexi Screen Lite’s acoustic foam has optimum density and thickness, using a series of air cavities both to reinforce the absorption effect and add structural support to the joint mechanism. Flexi Screen Lite can be used with a range of microphones and can be adjusted either vertically or horizontally. The unit itself can be assembled in less than 15 seconds, making it ideal for location-based recording venues, project studios and classrooms." Link diretto: http://www.vicoustic.com/ProdutoInfo.asp?Id=60
  9. Ha a disposizione la scansione della battuta in questione?
  10. Ricevo oggi con piacere la nuova pubblicazione della Berben ( http://www.berben.it ) "S'Accabbadora" di Francesco Morittu, II premio al concorso "Brescia Chitarra Contemporanea 2008". S'accabbadora, in sardo è letteralmente "la finitrice" era una figura femminile, di solito una persona anziana, presente praticamente in ogni villaggio della Sardegna e di cui si hanno testimonianza dirette fino a Novecento inoltrato. Era colei che dava la morte ponendo così fine all'agonia dei malati. La composizione si articola in 4 movimenti: I. Presagio II. Sa mazzòcca III. Sonus'e memoria (suoni dalla memoria) IV. Danza de is animas bias (danza dei vivi). Si tratta di una libera invenzione sulla timbrica e sui fondamenti estetici e formali del repertorio da ballo delle 'launeddas', clarinetti ad ancia semplici costituiti da un triplo calamo in canna, antichissimi e ancora oggi in uso nella musica tradizionale sarda. Informazioni e acquisto: http://www.berben.it
  11. [+ZOOM] Le "Ediciones Santillanas" (Montevideo) hanno pubblicato il libro di Alfredo Escande "Abel Carlevaro - Un nuevo mundo en la guitarra" Descritta minuziosamente in quasi 600 pagine, contiene la biografia di Abel Carlevaro (1916–2001), chitarrista e didatta uruguayano. Chi è Abel Carlevaro? In una lettera a Mario Castelnuovo-Tedesco dei tardi anni 50, Segovia scrive: 'Tre dei chitarristi qualificatisi per il primo premio in Ginevra sono tra i miei migliori studenti: lo spagnolo Narciso Yepes, il venezuelano Alirio Diaz e l'uruguaiano Abel Carlevaro. Termini come longitudinale, trasversale e presentazioni miste, leve e perni sono soltanto alcuni dei tanti termini introdotti dal Maestro Uruguaiano Abel Carlevaro nel lessico della tecnica della chitarra nel suo rivoluzionario libro sulla tecnica Escuela de la guitarra. Ricordo ancora gli articoli apparsi nelle riviste specializzate di chitarra alla metá degli anni 1980 quando la versione inglese del libro giunse negli Stati Uniti, sulla scena della chitarra. Alcuni descrissero il libro come ¨illuminante¨, altri lo descrissero come ¨non ortodosso¨...una cosa é certa, nessuno rimase indifferente. Chi é Abel Carlevaro? In una lettera a Mario Castelnuovo-Tedesco, nei tardi anni 50 Segovia scrive: ... ¨Tre dei chitarristi qualificatisi per il primo premio in Ginevra sono tra i miei migliori studenti: Lo spagnolo Narciso Yepes, il venezuelano Alirio Diaz e l´uruguaiano Abel Carlevaro¨. É molto importante conoscere Montevideo e la scena musicale uruguaiana quando si cerca di capire come e perché un musicista della statura di Carlevaro si dedicó al suonare la chitarra in tale maniera scientifica ed universale. Agli inizi del 20° secolo ci si riferiva all´Uruguay come ¨la Svizzera sudamericana¨. Una solida economia, oltre alla forte influenza imperiale inglese, lasciarono il loro segno in molti dei costumi e abitudini di vita in Uruguay.Qualificati immigranti europei alla svolta del 19° secolo dettero a Montevideo ed all´Uruguay in generale, un carattere semplicemente inesistente nei vicini Brasile ed Argentina. Il livello di analfabetismo in Uruguay é quasi zero, cosa che dice molto specialmente quando spesso, generalizzando, si considerava tutto il Sudamerica scarsamente letterato. Dal 1933 fino a circa il 1950 nell´Emisfero Sud soltanto le regioni del Mar del Plata e l´Australia vissero un periodo di prosperitá. Fu durante questa era dorata che Andrés Segovia giunse a Montevideo. Quando Segovia cominció ad insegnare il chitarrista uruguaiano Abel Carlevaro era giá un distinto chitarrista. Mentre in Europa la gente e gli artisti in generale soffrivano le conseguenze di una Europa tormentata da una guerra, il Sudamerica offriva il terreno ideale per crescita, espansione e prosperitá. Il mondo della chitarra vide Agustin Barrios Mangoré ed Abel Carlevaro dare forma allo strumento ed al suo repertorio, e compositori come Villa Lobos e Ponce arricchirono la grande tavolozza di talenti che dettero una grande e molto necessaria spinta alla chitarra. Di conseguenza Segovia si aggiunse a loro e spese dieci anni molto prolifici in Uruguay. Questa felice era nella zona del Rio de la Plata si interruppe con l´insediarsi delle dittature militari. Questa regione sta ancora pagando caramente per questo peccato. Nella fertile scena sudamericana nella quale Carlevaro cresceva come musicista, un altro fattore decisivo che contribuí alla sua grandezza futura fu la sua rara reazione alla generale stagnazione delle tecniche e costruzione della chitarra che aveva caratterizzato gli anni anteriori. Considerate che la scena musicale mondiale stava ancora adattandosi all´aver testimoniato l´arrivo della chitarra nella scena elitistica della musica classica. Si supponeva che la chitarra si dovesse suonare come lo faceva Segovia. La chitarra a 8 corde di Tomas, quella di Yepes a 10 corde e il sistema due chitarre in una di Carlevaro dovettero aspettare. Nessun altro chitarrista prima o dopo Segovia é mai stato famoso mondialmente. Segovia ebbe molto a che fare con ció ed é quindi giusto dire che dopo il grande successo di aver stabilita la chitarra come un rispettato ¨strumento classico¨ il successivo grande obbiettivo da raggiungere era far capire al mondo che quello di Segovia era ¨uno stile interpretativo personale¨. Uno stile che ha dominato la scena della chitarra per quasi un secolo. Rimasero molte domande senza risposta e voci che rimasero silenziose per molte decadi cominciarono finalmente a farsi sentire. Ció spiega perché molti chitarristi scelsero andare a Montevideo a lavorare con Carlevaro...o ad Alicante a lavorare con Tomas o a Las Rosas a lavorare con Yepes. Io ho avuto l´onore ed il privilegio di lavorare con tutti e tre e colui che il Cielo aveva in mente mi influenzasse profondamente fu Abel Carlevaro...le persone che me lo raccomandarono come ¨il giusto maestro per te¨ erano persone che io rispettavo e nelle quali avevo fiducia, cioé uno dei miei maestri, lo spagnolo José Tomas ed il liutaio e fabbricante di chitarre, Manuel Contreras. Erano persone pratiche che sapevano quello di cui parlavano. Dopo avermi mostrato una ventina di chitarre nel suo studio di Madrid ed avendo visto che nessuna di esse aveva causato un particolare entusiasmo, Manuel Contreras mi disse: ¨Aspetta un minuto¨ e si diresse verso la scala che portava allo studio sottostante da dove tornó con questa strana chitarra e mi disse: ¨prova questa¨....Cominciai a suonare su e giú per la tastiera ed il suono prodotto era semplicemente bellissimo e differente. Ne fui preso e gli domandai : ¨che cosa é questa?¨ e mi rispose: ¨É una chitarra disegnata dal chitarrista uruguaiano Abel Carlevaro...e la sto completando per lui...Carlevaro é geniale¨. Dieci minuti piú tardi ne ordinai una uguale e chiesi a Contreras di darmi il numero del telefono di Carlevaro. La maniera nella quale questa chitarra é stata costruita puó essere riassunta cosí: ¨Immagina costruire una chitarra all´interno di un´altra chitarra. Lo strumento vibrante - quello interno - é libero di vibrare completamente perché non viene soffocato dal corpo¨. Inoltre José Tomas, sapendo che mi costava molto stare in Europa e lontano dalla mia famiglia, mi disse: ¨Renato, hai mai considerato studiare con Abel Carlevaro che vive in Uruguay (Uruguay é a 900 chilometri a sud del Paraguay) ed é un grande maestro¨...Non é strana la vita?! Sono qui in Europa, a 10000 miglia da casa, facendo un notevole sforzo economico, oltre a quello emozionale, correndo dietro al 92enne Segovia per sentirgli dire: ¨io ero un chitarrista molto prima di nascere¨....o ¨ io sentii la rotonditá della terra sotto i miei piedi¨...mentre tutto quello che avevo bisogno un maestro mi dicesse era: ¨pizzica le corde cosí ed alza il dito cosí¨ ed il fatto incredibile che un maestro cosí stava a sole 600 miglia dalla mia casa!!! Empathetic nerve cells conosciute anche come mirror neurons vengono studiate profondamente da famosi scienziati alla Medical University of Lubick e della Parma University Neuroscience Department. Questi scienziati di questi centri scientifici hanno dimostrato che quando osserviamo movimento, quando pensiamo al movimento e quando emuliamo il movimento vengono stimolate le stesse cellule del cervello. Il famoso detto di Carlevaro: ¨Preferisco pensare per 5 ore e lavorare per un´ora che viceversa¨ acquista piú validitá che mai. L´intero suo insegnamento é basato sul permettere alla mente di processare qualsiasi movimento sulla tastiera nel cervello prima che il vero movimento sia eseguito. Carlevaro sottolineava che i chitarristi dovessero contare su piú di un gruppo di muscoli per ottenere un determinato scopo e che era responsabilitá dell´artista usare il gruppo di muscoli piú adatto per un dato lavoro. Questa é la teoria dietro il concetto di ¨fijacion¨, un concetto che considera l´annullamento di alcuni piú o meno grandi gruppi di muscoli per ottenere specifici tipi di suoni e movimenti. Carlevaro non lasció nulla al caso. Se pensava qualcosa era solo questione di tempo prima che trovasse una maniera di ottenerla. Uno dei giorni memorabili nella storia della chitarra é quello in cui Carlevaro trovó la maniera di eliminare gli stridii della mano sinistra sulla chitarra causati dalle dita della mano sinistra sulla tastiera, fenomeno che spesso viene ignorato dai chitarristi, con poco rispetto per la reazione antiestetica e disturbante che puó produrre in chi ascolta. Quando altri strumentalisti ci ascoltano, generalmente si domandano come possiamo sopportare tanto ¨rumore¨ che certamente non puó essere parte della musica. La ragione é semplice: molti chitarristi semplicemente ignorano il rumore delle corde. Il loro cervello insegna loro a non sentirlo...- ascolto selettivo – non vi é altra spiegazione. Immaginate pensare questo: ¨io suono il do dolcemente, poi striscio sulla 5a corda ed infine suono il mi gentilmente. Impossibile!! Per cui quello che segue é come pensano molti chitarristi: ¨Io tocco il do dolcemente, poi non sento l´orribile graffiare sulla 5a corda, ed infine suono il mi gentilmente. Al chiedergli come eliminare questi rumori mi rispose: ¨Innanzi tutto dimmi come li produci, perché ¨li¨ fai tanto bene che ritengo devi averli praticati per ore!¨ La parte peggiore di non essere capaci di eliminare i rumori della mano sinistra era che non sapevo prima di tutto come li producevo, quindi trovare una maniera per eliminarli era in effetti due problemi in uno. Mi fece osservare i movimenti della mia mano sinistra al rallentatore e poi mi domandó: ¨Che dovresti fare per eliminare quello stridio?¨...Guardavo ancora la mia mano sinistra in movimento al rallentatore...e immediatamente seppi le risposte o, almeno, qualcuna di esse. Poi procedette a gridarmi per il resto. Questo era il metodo di insegnamento di Carlevaro, pensa, pensa e ripensa. Il risultato fu ovvio: Staresti costruendo la tua propria tecnica, un passaggio musicale dopo l´altro. A proposito dei pezzi egli insisteva che tu apprendessi la tecnica attraverso il repertorio e non il contrario. In altre parole tu scegli il repertorio secondo il tuo gusto musicale personale. Quando una certa sfida appare, tu crei il tuo proprio esercizio. La tecnica é un processo creativo. Ogni singola difficoltà tecnica era analizzata piú volte dal cervello e le risposte venivano e tradotte in movimenti sulla tastiera. Sarebbe terribilmente deludente pensare che Carlevaro avesse risposte a problemi di tecnica o si esprimesse in linguaggio tecnico. In effetti egli aveva domande e domande da porre e, nel processo, la risposta diventava evidente. Io ho tradotto simultaneamente per Carlevaro in molte occasioni durante conferenze da lui tenute in America Latina e le uniche volte che non ero completamente chiaro sui suoi pensieri ed idee era quando cominciava a filosofare sulla musica ed il ruolo della chitarra negli eventi mondiali...I suoi concetti tecnici non erano mai difficili da capire...meno ancora da tradurre. All´osservare i suonatori perdere tante energie per compensare erronee posizioni anatomiche, Carlevaro usava dire semplicemente: ¨Suonerebbero molto meglio e piú a lungo se usassero una posizione migliore, piú naturale¨. Carlevaro dedicó molto studio alla fisica ed all´anatomia coinvolte nel suonare. La sua tecnica é tra le poche che é arrivata a tanto e ha trasmesso i suoi conoscimenti ai suoi studenti. Il talento puó compensare per molti difetti peró io ho conosciuto non pochi chitarristi che hanno dovuto abbandonare le loro carriere dovuto a serie lesioni originate da una errata posizione a sedere. Suonatori europei, sudamericani ed asiatici corsero a Montevideo e letteralmente seguirono Carlevaro da una masterclass alla successiva. Quasi certamente molti suonatori nordamericani fecero il pellegrinaggio all´Uruguay negli anni 80 e 90 per studiare con Carlevaro in persona per una ragione molto semplice: Quando tu studiavi con lui scoprivi te stesso, l´unica persona che suonerebbe grande per voi. Raccomando anche a voi di fare lo stesso: pensate, pensate, pensate. Articolo scritto da Renato Bellucci e pubblicato nella Rivista GuitArt International, January/March 2004 Maggiori informazioni su Alfredo Escande: Nato nel 1949 a Montevideo, città di residenza, ha cominciato gli studi di chitarra nel 1961 col professore Juan C. Risso, e nel 1974 è divenuto allievo del Maestro Abel Carlevaro. Ha studiato teoria musicale e armonia con i professori Miguel Marozzi e Yolanda Rizzardini e ha partecipato a quattro Seminari Internazionali (nell'ultimo, in qualità di maestro collaboratore) svoltisi a Montevideo tra il 1975 ed il 1978 sotto la direzione di Abel Carlevaro. Tra il 1976 ed il 1978 ha collaborato con Carlevaro nella preparazione del suo fondamentale libro "Scuola della Chitarra. L'esposizione della Teoria Strumentale" e dopo quella esperienza è passato alla collaborazione di tutti gli scritti pedagogici (alcuni ancora inediti) di questo grande Maestro uruguaiano che gli ha dedicato uno di questi nei seguenti termini: “A Alfredo Escande por su vocación y talento para la enseñanza” Parallelamente Alfredo Escande si è specializzato nella diffusione della Scuola di Carlevaro, insegnando la sua tecnica a chitarristi di diverse parti del mondo. In questa attività ha lavorato dal 1978 fino al 2000 come assistente di questo Maestro, in Seminari Internazionali a Montevideo, a Buenos Aires e a La Plata (Argentina) persino in Germania (Seminario Internazionale di Erlbach). Ha tenuto corsi sulla Scuola di Carlevaro in Uruguay, in Argentina, in Cile, a Cuba, in Spagna, in Svizzera, in Germania, in Francia, nella Repubblica Ceca ed in Olanda. Come concertista ha operato in Montevideo e nell'interno dell'Uruguay, così come a Berlino, a Praga, in città diverse dell'Olanda, in Spagna, in Svizzera, poi a Buenos Aires, alla La Plata, a Santiago da Cile, a Valparaíso e a Viña del Mar. Tra il 1992 ed il 1996 ha preso parte della Commissione direttiva del Centro di Chitarra dell'Uruguay, e dal 1994 al 2005 ha partecipato alla conduzione del programma televisivo "La chitarra ed i loro interpreti", trasmesso ogni settimana, in Uruguay, dalla Televisione Nazionale. Alfredo Escande è autore di molti articoli su Carlevaro e sulla sua scuola di chitarra, pubblicati in periodici specializzati di Argentina, in Germania, in Italia, in Giappone e in altri paesi; del saggio “Sor, Aguado, Carlevaro – Continuidades y Rupturas” (“Sor, Aguado, Carlevaro-Continuità e Rotture”, pubblicato da Barry Editoriale dell'Argentina nel 2005 (B&C 4047), e del libro “Abel Carlevaro - Un nuevo mundo en la Guitarra” (Abel Carlevaro un mondo nuovo per la Chitarra), un'investigazione sulla vita e sul lavoro del grande Maestro uruguaiano in cui analizza, anche, il significato dello sviluppo della chitarra nel XX secolo. Questo libro fu pubblicato ad agosto del 2005 dalle Edizioni Santillana, Uruguay sotto il francobollo Aguilar e con il sostegno della Banca di Fondazione di Boston. Per questo lavoro, Alfredo Escande ha ottenuto nel 2007 il Premio Annuale della Letteratura (categoria “Saggio d’Arte”), conferito dal Ministero di Istruzione e Cultura dell'Uruguay, così come la nomina al Premio Bartolomé Hidalgo, conferito dalla “Camara del Libro” del suo paese, nell’anno 2006.
  12. Le Edizioni Curci hanno pubblicato in questi giorni i "Sonetti Giuliani" di Angelo Gilardino.
  13. Assente dal forum per un paio di giorni causa motivi di lavoro ho trovato una ventina di messaggi privati e mi sono state inoltrate 59 (!) eMail da utenti iscritti al Forum Italiano di Chitarra Classica all'indirizzo info(at)sardinianet.com tutte contenenti la richiesta di intervento su questo thread a causa della volgarità di questa espressione usata dall'utente Roberto Fabbri che riceve una ammonizione (su un massimo di tre). Invito tutti al dialogo costruttivo. Grazie per la vostra collaborazione.
  14. Risposta ideale: "Me lo voglio proprio augurare" E cambio di insegnante. il mio insegnante è il maestro Biscaldi, non questa persona qua!!! E allora chieda un po' al maestro Biscaldi cosa ne pensa di una scemenza simile. Poi, se ha voglia, ci riferisca.
  15. Risposta ideale: "Me lo voglio proprio augurare" E cambio di insegnante.
  16. Hai ragione, Alessio, sono andato fuori tema ma mi viene difficile decontestualizzare in modo così netto un brano (o un compositore) dal mondo che lo circonda.
  17. Non ne sono convinto. E' difficile avere una controprova di questo perchè ciò che è stato e che è oggi della chitarra è direttamente collegato al percorso artistico del Maestro di Linares. Non fraintendermi: sono d'accordo quando dici che la musica era "[...]scritta su di lui[...]" e che quando non lo era la plasmava in modo che i conti tornassero ma è anche vero che con una incredibile lungimiranza ha conservato per mezzo secolo musiche di autori che diceva fossero bruciate nel rogo della sua casa a Barcellona nel '36. Musiche che non suonava e che forse, come dici tu, non erano adatte al suo essere artista ma di cui, evidentemente, conosceva molto bene il valore. E' facile oggi, con il senno di poi, asserire che ma è altrettanto vero che senza una figura di riferimento, forse anche di stimolo per i compositori a lui contemporanei, non staremo qui a parlarne. Non dimentichiamo che dietro l'artista, la figura, il mito, il Maestro c'è l'uomo con la sua sensibilità ed il suo gusto. Io penso che si tratti di un naturale percorso dello strumento forse anche evoluzione, anche se ho difficoltà ad associare il termine evoluzione all'arte; voglio dire che lo "strumentalismo fine a se stesso" (definizione che non mi piace: c'è molta musica dell'Ottocento scritta in maniera eccellente che nulla ha da invidiare alle composizioni contemporanee) che citi era con ogni probabilità necessario per giungere a nuove soluzioni, aprire nuove finestre. Aggiungo, e concludo, che la scarsa attenzione di alcuni dei maggiori chitarristi del periodo ad un nuovo repertorio non è certo argomento di scandalo: la musica oggi non è cambiata. I "grandi nomi" di oggi sfornano dischi contenenti trascrizioni di musica popolar-tanghesco-rumboide e tengono concerti definiti "Recital di Chitarra" dove si ascoltano per 50 minuti una sfilza di trascrizioni che avevano stufato persino Narciso Yepes e per altri 10 composizioni proprio dell'Ottocento. Niente di nuovo, da questo punto di vista, sotto il sole.
  18. Si, pardon, volevo scrivere 15 ed è venuto fuori il 25.
  19. Nonostante ciò, la lettura degli Studi di Heitor Villa-Lobos mi fa più pensare a uno studio in senso pittorico, come un'escursione in un ambiente nuovo ben più oscuro persino di quello raffigurato nella Suite popolare Brasilienne quasi 25 anni prima.
  20. Credo che, nella Sonata Classica, l'unico omaggio reso da Ponce a Sor è il sottotitolo: per il resto, il classicismo della sua sonata ricorda parecchi autori della fine del Settecento e del primo Ottocento, ma non certamente Sor. Perchè?
  21. Questa mi mancava proprio! Si possono avere altre notizie a riguardo? Adoro l'eleganza e lo stile di Elgar, è una grande notizia per me. Da quel che mi è dato conoscere il compositore inglese abbozzò, nel 1903 a Capri, un trio per chitarra, violino e mandolino. Si tratta di un abbozzo, ripeto, ma che rivela l'attenzione dei musicisti che avevano scoperto nella voce della chitarra un veicolo comunicativo ricco e forte nonostante la sua caratteristica flebile e delicata.
  22. Mi permetto di intervenire, sperando che Gilardino abbia voglia di completare. Io credo che non sia stato un singolo compositore ad avere in qualche modo modificato l'orientamento compositivo per la chitarra nel Novecento ma penso che si tratti di un periodo di rinascita più generale dove lo strumento trova una dimensione forte e profonda legata, tutto sommato, alla sua stessa natura. Quando si varcano le soglie dell'Ottocento la chitarra ha un passato forte ma un presente incerto e debole. Quello che accade nel Novecento è un confluire di cause, effetti, persone ed eventi che alla fine non faranno altro che decretare un vero e proprio 'periodo d'oro' per le sei corde paragonabile, se non superiore, ai primi quattro decenni dell'Ottocento. Di questi elementi, impossibile non citare l'icona-mito di Andrés Segovia e dall'attenzione che lo stesso Maestro spagnolo dedicò al repertorio - parametro fondamentale per l'identificazione e la sopravvivenza di un qualsiasi strumento - per chitarra. E' anche grazie a Segovia che moltissimi musicisti non chitarristi hanno iniziato a vedere la chitarra come un vero e proprio veicolo per la loro musica. Falla era uno di questi ma non è stato il primo: fino a qualche anno fa si usava considerare l'Homenaje pour le Tombeau de Debussy del '20 come l'inizio di una nuova epoca per la chitarra, epoca nella quale per lo strumento a sei corde avrebbero composto non solo da virtuosi dello strumento ma anche compositori non chitarristi che, nel caso di Falla, suonavano lo strumento più grande e importante di tutti. Recentemente (1993) invece vi sono state nuove scoperte che hanno portato alla luce altre composizioni per chitarra di compositori di altissimo valore come Ottorino Respighi scritte prima del celeberrimo Homenaje e altri abbozzi di musica da camera con chitarra di compositori altrettanto importanti come Edward Elgar. La prima metà del Novecento la musica per chitarra era Segovia per il suo essere interprete in senso stretto ma anche per la sua grandissima capacità di comprendere a fondo i tempi che viveva. Il perchè la chitarra sia letteralmente 'rinata' credo infatti non sia identificabile solo su un pentagramma o su sei corde ed è per me un interessante spunto di ricerca. All'icona Segoviana e a ciò che ha significato, vanno aggiunte, come detto sopra, le peculiarità più profonde della chitarra; una di queste - quella che mi convince e mi attrae di più - è il suono, forza e debolezza, che scompare appena si definisce. "Llora flecha sin blanco, la tarde sin mañana", scrive Lorca (amico di gioventù di Segovia, peraltro); accennare e lasciare intendere. Non certo paragonabile a quello di un pianoforte o a quello di uno strumento a fiato ma la sua caratterizzazione (il suono prodotto direttamente con la punta delle dita) è inarrivabile. Mi vien difficile pensare che si possa comprendere cosa è accaduto nel Novecento alla chitarra stando dentro il recinto dello strumento che suoniamo; credo invece che si debbano trattare molti altri argomenti non ultimi tutti gli spigoli e le incongruenze della società contemporanea. Forse una rivalutazione profonda dell'individuo, perduto nella massa, nel numero.
  23. Spaventoso. Altro che Frontiers. Altro che George Romero. Impomatati, mascherati e sorridenti. Giletti e compagnia che sdottorano e intavolano discussioni psico-sociologiche su una farsa mediatica.
  24. No, certo, Fronimo, ma non mi preoccupavo del nostro recinto. Mi preoccupavo in senso più generale di ciò che sta accadendo mentre in televisione il TG1 decanta le lodi dell'ultima fiction.
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