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Alfredo Franco

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  1. C'è un problema a monte. Scrivere musica per chitarra su un pentagramma, o almeno certa musica, è assurdo. Bisognerebbe utilizzare il doppio, come usa per il pianoforte, perchè spesso, in una scrittura a tre voci diventa arduo sistemare note e pause in maniera chiara, e se a questo aggiungiamo i numerini delle dita e quelli delle corde, le posizioni e i segni dinamici, ci si ritrova a dover gestire in spazi angusti una quantità di simboli al cui confronto i gironi danteschi paiono deserti. In compenso gli spartiti per chitarra sono privi di legature di frase. A parer mio la diteggiatura non dovrebbe essere scritta, ci si potrebbe limitare ad indicare le corde e la posizione in certi passaggi, specialmente se si fa uso di campanelas, dove la scrittura prevede una scelta strumentale univoca da parte del compositore. Viceversa, dover indicare 1 2 3 4 lungo tutta l'opera mi sembra un'operazione che l'interprete dovrebbe essere in grado, senza fatica, di risolvere in piena autonomia. L'idea del legato che suggerisci è musicalmente interessante, ti sei chiesto quali dubbi solleverebbe nella mente dell'esecutore medio?
  2. Non è la prima volta che mi capita di vedere copertine di questo tipo. Dalla DG, teoricamente, ci si potrebbe aspettare un po' più di attenzione. Evidentemente, anche da quelle parti regna un po' di confusione. D'altronde, guardando alle loro ultime proposte discografiche riguardanti la chitarra classica non c'è da sorprendersi di un simile svarione.
  3. La letteratura musicale offre diversi esempi di studi che non si limitano ad avere una funzione didattica: Chopin, Lizst, Debussy...certo non si tratta di lavori che esauriscono la loro funzione nell'articolazione delle dita. Anche in ambito chitarristico abbiamo degli esempi calzanti a tale proposito: Sor o Regondi nell'800, Villa Lobos o Gilardino, appunto, nel '900; giusto per fare alcuni nomi che hanno saputo coniugare ricerca tecnica e pensiero musicale nell'usare questa forma.
  4. No. op. 12 è basata su una canzone popolare francese chiamata. Aussitôt que la lumière Grazie della precisazione.
  5. Ni. Indubbiamente l'introduzione ed il ritornello hanno un carattere iper-lirico, allo stesso tempo però, il tipo di virtuosismo che lo contraddistingue non permette, a mio vedere, di farne un esempio perfettamente calzante rispetto a ciò che cerchi. Direi che in questo senso la Grande Ouverture op.61 di Giuliani sia molto più rappresentativa. Grande Ouverture di un'opera da Giuliani mai scritta, ma che è lì, nei prodromi... Ci sono anche alcuni capricci di Legnani, che era anche cantante, che si presterebbero bene alla cosa...il n.6, il n.9...
  6. Se non ricordo male, anche il tema utilizzato da Giuliani nell'op.112 ( e da Sor nella Fantasia op.12, nonchè in un theme variè) è di estrazione operistica. Sempre di Sor ricordiamo la Fantasia op.16. Bisogna comunque dire che, aldilà dei singoli lavori, il bel canto operistico è una sorta di modello estetico ideale, di idea platonica che pervade gran parte della produzione chitarristica del periodo classico. In questo senso, le prime Fantasie di Sor, anche dove non esplicitamente indicato, sono un esempio magistrale della traslitterazione sulle sei corde di un modello eidetico, quello del bel canto appunto, che è all'origine del lavoro strumentalmente declinato.
  7. Giuro che quella della crema per gli zoccoli dei cavalli non l'avevo ancora sentita. Per quale motivo senti la necessità di avere unghie più flessibili? A volte i chitarristi si lamentano della facilità con cui si sfaldano le loro preziose unghie. Se è una questione di suono il problema non sta nell'unghia ma nell'attacco. Forse cerchi un suono segoviano?
  8. Nessuno - tolto Lei - ha definito "sgrammaticata" la musica dei Beatles. Si limitavano a comporre delle melodie di canzoni e ad abbozzare uno schema armonico. Poi, tutto passava nelle mani di fior di arrangiatori, i cui nomi non sono noti, ma che certamente conoscevano molto bene l'armonia e l'orchestrazione. Non posso dire di più, ma l'orchestrazione di "Eleanor Rigby" fu curata da una mano tutt'altro che sgrammaticata... dralig La quasi totalità della produzione dei Beatles venne realizzata da George Martin ed infatti, negli unici due dischi dei Beatles in cui Martin non fu presente, The white album e Let it be, è chiaramente avvertibile la sua assenza. Il ruolo di Martin, come produttore, era sostanzialmente quello di guidare i 4 nella realizzazione delle loro, a volte geniali, idee; il che si traduceva, pragmaticamente, nella scrittura di parti orchestrali o cameristiche, come quella relativa al brano che hai menzionato. Accanto a questo aspetto colto era sempre presente l'altro,quello pop, il cui orecchio guardava, attraverso la consapevolezza musicale, ad una concezione di arrangiamento inedita.
  9. Si, ma è anche il più interessante, perché individua aspetti dell'opera di Sor che in precedenza non erano stati compresi. Per esempio, che la seconda parte della Fantasia op, 30 è un bel primo tempo di Sonata. dralig Personalmente direi il migliore trai i primi tempi di sonata di Sor. Dove ha mostrato di saper sviluppare un tema, in forma coincisa ed efficare, senza aggiungere altro materiale. Ma anche il primo tempo dell'op. 25 è buono.
  10. Io sono iscritto alla sgae.
  11. Mozart ha scritto delle opere quando aveva 11 anni, quindi è già nei bambini, senza bisogno di operazioni ridicole come questa.
  12. La domanda sull'intervallo è provocatoria?
  13. Buon anno anche a te Giacomo, e grazie per la tua interessante, e culturalmente plausibile, riflessione.
  14. Questa è l'homepage sulla musica classica nel sito del quotidiano inglese the Guardian: The Guardian e questa è l'homepage cultura/spettacoli di Repubblica: Repubblica Ora, la Repubblica, il giornale dell'intellighenzia progressista, delle grandi battaglie a difesa della libertà e della democrazia, del -mettici la faccia- ogni volta che Berlusconi racconta la barzelletta, ha come pagina culturale della sua edizione on-line l'agghiacciante nulla che potete vedere. E non ho mai udito cori di protesta, non ho visto alzarsi voci sdegnate... E' qualcosa che mi fa riflettere, sullo stato del paese...e a voi?
  15. Bene, si può sentire qualche estratto del disco? I brani proposti sono indubbiamente molto interessanti, ma il sito della Stradivarius è sprovvisto di samples...grrr...
  16. Dovresti comunque fargli una lezione su Ian Curtis ed il sound di Manchester negli anni '80.
  17. Jolie remarque.
  18. Si...infatti secondo me il problema non si può circoscrivere alle ore di educazione musicale. A volte mi sembra che il sistema scolastico sia pensato in modo tale da portare i ragazzini all'odio viscerale verso tutto ciò che è cultura...mi sembra sia fermo ad un'idea di mondo che definirei ottocentesca.
  19. Il discorso, a parer mio, è più complesso. Primo perchè, anche se è vero che la musica è cultura, lo è in maniera ontologicamente differente rispetto alle altre materie che hai citato. Secondo perchè la musica scritta non è che una delle possibili musiche oggi esistenti, e a dire il vero, è quella maggiormente elitaria. Il problema, come confermatomi da amiche maestrine, è a monte: i ragazzini non solo non conoscono Bach e Mozart, nella stragrande maggioranza non conoscono neanche i Pink Floyd. C'è un problema di cultura che riguarda direttamente l'approccio col reale e la capacità dell'individuo di discernere e di operare una selezione. Che si tratti di musica classica o no, le menti sono state piallate.
  20. I compositori devono essere remunerati per il loro lavoro. Si può investire, ma l'investimento, a quanto mi ricordo, prevede poi un ritorno, che dovrebbe essere anche economico. Si possono regalare copie cartacee, si possono regalare pdf (cosa che ho fatto con musicisti che stimo), si possono inventare altre cose, ma tutto questo non dovrebbe escludere la possibilità di incamerare qualche soldino. C'è poi il fattore tempo, e deve essere preso in considerazione. Portare a termine una composizione significa dedicare il proprio tempo a scrivere la musica e se i compositori dovranno dedicare tutto il loro tempo a fare altro, molto semplicemente, la musica di qualità verrà meno. Io non campo con la composizione, il che significa che quello che una volta era il mio "tempo libero" ora è pressochè interamente occupato dalla scrittura musicale. Per fortuna ho un lavoro che al momento mi permette di farlo.
  21. L'ispirazione è forse la sublimazione del mestiere. Tuttavia non è detto che un compositore dotato di ottimo mestiere sia sempre altrettanto ispirato. Certamente nella musica scritta, la latitanza del primo determina in larga misura il fallimento della composizione, ma è altrettanto vero che l'assenza della seconda produce musica che non va oltre la scrittura. Mettere insieme le due cose dovrebbe essere l'intento di ogni compositore, in buona sostanza lavorare l'ispirazione grazie al mestiere. Quanto all'ampiezza delle composizioni, mi sembra che nei casi migliori, anche attraverso la stesura di un pezzo breve, o brevissimo, sia possibile determinare le capacità dello scrivere...ma indubbiamente è tecnicamente impossibile lavorare un'opera di una certa dimensione mettendo insieme solo una serie di idee. Rimsky-Korsakov riscriveva e riorchestrava i lavori di Mussorsky, che avendo meno mestiere del primo elaborava le sue idee in una modalità di scrittura apparentemente lacunosa. Tuttavia, il suo è un caso esemplare di compositore in grado di maneggiare in maniera efficace le non esaustive competenze di cui disponeva. Il primo, con tutto il suo mestiere, non l'aveva capito. In ogni caso, più ci si immerge nel cosmo della composizione, più si diventa individualisti, solitari, refrattari alle convenzioni sociali. Ciò che appare insulso, banale, privo di senso aumenta in maniera esponenziale. Questo è il conto presentato, poche balle.
  22. Se vuoi leggere un "bel libro" sulla moltitudine delle correnti musicali del '900 ti consiglio questo Il resto è rumore è un testo decisamente atipico, nell'approccio e nello stile. Recentemente l'ho consigliato ad un amico rocchettaro, privo di qualsiasi competenza nel campo della musica scritta e ne è rimasto entusiasta...ce ne fossero libri così, invece delle tonnellate di carta riservate ad esclusivo uso e consumo di musicisti o laureati in qualche branca delle discipline musicali. Nel testo sono presenti alcune indicazioni di massima, in forma di link o di incisioni discografiche, sui compositori presi in esame. Ovviamente la musica del '900 è talmente vasta e variegata da richiedere più di una vita per essere conosciuta in maniera esaustiva, perchè similmente a quanto successo nel campo delle arti figurative si è rivelata come il più incredibile e smisurato laboratorio di idee nella storia della civiltà occidentale. Parlare di un testo di riferimento è impossibile, è decisamente necessario esplorare, con la lampada frontale accesa e la borsa piena di batterie di ricambio.
  23. Ora non trovo il 3d in questione ma qualche tempo fa si era aperta un'interessante discussione sul problema editoria.
  24. Se una scuola ti chiede dei soldi per poter, eventualmente, usufruire del tuo insegnamento...veramente, qualcuno mi spieghi la logica della procedura. E non mi vengano a dire che ascoltare, che ne so, 30 candidati ha dei costi. Evidentemente li ha, ma una struttura non fa un investimento a cui segue un ritorno economico nel corso dell'anno nel momento in cui seleziona degli insegnanti?
  25. Ma infatti a cosa serve oggi un editore se non a raggiungere un vasto numero di potenziali lettori? A farsi stampare la musica no, perchè quella me la stampo io, e se sono in grado di fare un lavoro graficamente plausibile ottengo anche un risultato migliore di certa roba che è spacciata come "edita da una casa editrice"! Credo che le tecnologie digitali abbiano abbassato i costi anche per gli editori, no? Ma stanno tutti a piangere miseria...
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