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Alfredo Franco

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  1. secondo te è un problema di mancata consapevolezza o di menefreghismo?
  2. Eh...prova a cercare Paisaje cubano con lluvia, troverai una serie di video con lluvia incorporata, tanto è il fruscio...
  3. E neanche il compositore.
  4. Eh no, se sei arcistufo brucia l'arciliuto...
  5. Direi che in questo caso, l'accostamento tra gli scrittori da te citati ed alcuni chitarristi-compositori del primo '800 può risultare particolarmente felice. In Italia il fenomeno del romanticismo è stato pressochè assente, almeno nella sua declinazione profonda che ha avuto in altri paesi, in primis in Inghilterra, e si è invece rivelato in una sorta di ibrido di istanze nuove e di mantenimento di stilemi passati, cioè in quel particolare movimento chiamato neoclassicismo (pensiamo anche a Canova o a Monti...). Una sorta di compromesso che per alcuni aspetti è ugualmente riscontrabile nella produzione chitarristica dell'epoca. Per Alfieri ci vedrei bene i Sei andanti op.360 (mi pare...) di Carulli...con la loro scrittura di una "magniloquenza trattenuta"... Per Foscolo potresti usare la Sonatina op.71 n.2 di Giuliani...pagina bellissima, che nessuno suona chissà perchè, che ha un primo tempo molto lirico, cantabile, melancolico... Per Manzoni invece non so...è uno scrittore che detesto e mi verrebbe da accostarlo ad uno dei peggiori pout-pourri...
  6. Oltretutto quando sei stufo puoi anche usarla come attaccapanni.
  7. L'intervista linkata è veramente interessante. Non ho potuto fare a meno di notare come queste parole di Petrassi "Non siamo noi che scegliamo la musica che scriviamo ma in un certo senso è la musica a sceglier noi. Direi che un compositore, almeno secondo la mia esperienza, lavora in uno stato di necessità, è in qualche modo costretto a scrivere ciò che scrive." siano molto vicine a ciò che ho scritto qui "...credo, fondamentalmente, all'autonomia della musica...ovvero alla capacità della musica di essere qualcosa di più, di oltre, di altro...rispetto al compositore che la scrive." Non che voglia fare lo sborone...ma è quantomeno piacevole avvertire la presenza di una linea di pensiero comune con un compositore di tale grandezza...
  8. Si...e no. Nel senso che...credo, fondamentalmente, all'autonomia della musica...ovvero alla capacità della musica di essere qualcosa di più, di oltre, di altro...rispetto al compositore che la scrive. Il compositore è un mezzo...un medium...che attraverso l'appropriazione tecnica di un linguaggio ed il raggiungimento di uno stile riesce a dare forma a qualcosa di altrimenti indefinito...ed indefinibile. Lo fa con linguaggi...e all'interno di questi con lo stile, che gli sono propri...questo è quello che c'è di suo...
  9. Se avete tutta sta voglia di comunicare potreste darvi al giornalismo televisivo. Oppure osservare quanto comunichino gli insetti fra di loro.
  10. Ho alcuni dischi della Fonè, tra cui quello con la "sonata per la grand'viola" (e chitarra) di Paganini. Comunque è vero ciò che dici. Ci sono registrazioni degli anni '50 e '60, riedite su cd, qualitativamente impressionanti...come queste: http://livingstereo.alongthehall.com/discography2.html o queste http://www.deccaclassics.com/music/mercurylivingpresence/index.html
  11. Secondo me molti dischi di chitarra sono registrati male. Trovare un cd che riesca a restituire le peculiarità dello strumento, e in dettaglio di QUELLO strumento è impresa piuttosto rara. Da cosa derivi ciò non sono certo di saperlo, ma il punto sollevato da Fabio potrebbe esserne uno dei motivi. Non sarebbe male se un chitarrista classico avesse delle idee da esporre al tecnico del suono anche in questo particolare ambito del proprio essere musicista, mi sembra che i tempi che viviamo, in una certa misura, addirittura lo pretendano. Ci sarebbe poi da fare un discorso anche a proposito della figura del produttore, inteso come colui che ha le competenze tecnico-estetiche per dare una fisionomia sonora al disco che si sta registrando. Questa figura, essenziale nel mondo della musica rock (e di altri generi), è praticamente assente all'interno del panorama della musica classica...i risultati si vedono, anzi, si sentono. Non credo sia un caso che un certo numero di compositori contemporanei abbiano spesso qualcosa da ridire sui risultati che la mancanza di una tale figura produca all'interno del processo registrazione-riproduzione. Un chitarrista che si è particolarmente distinto, nel dare attenzione a questa problematica è secondo me Grondona, i cui recenti cd dimostrano che nella ripresa acustica di una scatoletta di legno si possono celare soluzioni estetiche di altà qualità.
  12. http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/chitarra-picasso/1.html
  13. Eheh il classico caso in cui, indicandomi il cielo, stavi parlando del dito Ho dimenticato che il link a youtube incorpora direttamente il video, ma non i commenti. Chiedo venia. [Tafazzi]
  14. Ecco un brillante esempio di feticismo chitarristico: Un fiume di parole su qualità e difetti delle chitarre smallman e il nulla a proposito delle qualità e i difetti dell' interpretazione. Patetico.
  15. Sono parole interessanti. D'altronde, si potrebbe anche argomentare a proposito del concetto di -sound-, relativamente alla chitarra, che nella dimensione di ricerca si siano incrociate strade altrimenti impercorribili. Dunque non nel crossover e quelle balle lì, ma appunto in qualcosa di arcaico...archetipo junghiano va benissimo,...si svela una dimensione nuova e classicamente inedita...ma si può forse oggi scrivere qualcosa facendo finta che tutto ciò non sia esistito e non debba eistere? per me no, è inconcepibile...
  16. Avrei voluto aprire un topic intitolato "Musicisti e chitarristi", ma sono stato preceduto dall'interessante riflessione di Marcello...riflessione che mi trova concorde nei modi e nei contenuti. Cioè, in ultima istanza, nella musica. Non so perchè ma nel mondo chitarristico esiste una schiera di strumentisti maggiormente interessata allo strumento, intendo proprio al "pezzo di legno", piuttosto che alla letteratura che lo rappresenta. La cosa non avviene tra musicisti che suonano altri strumenti...mai sentito una pianista od un violoncellista parlare dello strumento che suonano come se stessero parlando di un feticcio. Perchè secondo me è proprio questo il punto: il ritenere che lo strumento possieda in sè le qualità dell'oggetto assente (la letteratura) e che ne possa prendere il posto, rappresentandola in toto. E' una visone antitetica alla mia, che ritengo esecrabile, e che credo sia in larga parte responsabile della mancanza della chitarra nelle stagioni delle istituzioni musicali. Il dato paradossale, in tutto ciò, è che il MUSICISTA che per primo, nel '900, si impegnò a porre fine a questo stato di cose, Segovia, è oggi visto da costoro come il CHITARRISTA. Dunque, alla fine, suonare Allevi o Gilardino è la stessa cosa: è musica per chitarra.
  17. Nel leggere la recente serie di interventi "professionali" apparsi sul forum non vedo come non essere d'accordo con te.
  18. Non so. Questo significherebbe mettere in crisi una weltanschaung dove una sezione di una Romanza senza parole di Mendehelson è in realtà stata scritta da Tarrega, un po' di decenni dopo.
  19. Dev'esserci qualcosa sotto...mi pare evidente...
  20. Mi sembra che il discorso stia prendendo una piega decisamente interessante. D'altronde, mi dico, si potrebbe addirittura ipotizzare la legittimità di una linea di pensiero che muovendo dai celeberrimi "falsi" ponciani arrivi oggi a delle dichiarate ricostruzioni contemporanee. Gli spunti non mancano... La discriminante, as usual, resta quella della qualità.
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