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Emanuela l. Rosenthal

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  1. Waller ha posto un problema serissimo e credo che abbia perfettamente ragione! Sono convinto anch'io che non si faccia abbastanza per risolvere questa situazione. Ieri, ad esempio, mi sono avvilito abbastanza perché mi è capitato di leggere sulla "nuova" rivista chitarristica, "la Guitarra" un articolo di 7 (sette!) pagine dedicate, pensate un po', ad... "Asturias" E vaiii! Niente di più "nuovo" e coinvolgente che dissertare sul confronto di cinque versioni di altrettanti chitarristi che si sono affannati a trascrivere questo pezzo dal pianoforte. Molto utile, non trovate? Parlare del repertorio pianistico su una rivista per chitarra... interessantissimo! Non c'è nulla da fare, caro Waller. Ti devi rassegnare. L'arte oggi sopravvive a stento e deve fare i conti con una sottocultura generale spaventosa. Noi chitarristi siamo destinati forse a rimanere per sempre confinati in un ghetto di serie B tra i musicisti non-professionisti. Oltretutto (non me ne vogliate però...), i commenti al problema di Giorgio e Magic , non lasciano adito a sperare a che le cose possano cambiare davvero...
  2. Ma no.. tu sei dentro ancora alla grande... sono io al capolinea, direi...
  3. E' andata! Il concerto è stato bellissimo, anzi di più! Pubblico delle grandi occasioni, circa duemila persone secondo i sindacati, almeno 5000 secondo me. Cinque bis hanno completato la magica serata e la fila per gli autografi era lunga più di 200 metri. Scene di gioia ovunque... insomma una serata da incorniciare per sempre tra i bei ricordi... poi mi sono svegliato e puff... tutto svanito! Come è andata davvero te lo dico in privato
  4. Il concerto è stastera... scapppooooo..... ho le prove a dopo
  5. Sei troppo severo, Oliali... in fondo non suona peggio di tanti altri chitarristi più blasonati, non credi? Personalmente la ritengo molto brava, anche se un po' eccentrica (soprattutto per il look e le ambientazioni mooolto curiose... ) Bello questo Mertz... http://www.youtube.com/watch?v=yK2_2JpBe0M
  6. Direi proprio di no, cara Gigliola... Ieri, con un mio amico direttore d'orchestra, ho scoperto di non conoscere praticamente nulla sul gesto dei suoi più illustri colleghi... non avevo mai pensato ad un vero e proprio "virtuosismo" della bacchetta!! Pensa che ci sono direttori che riescono a dirigere contemporaneamente due tempi diversi ... Scusate l'OT!
  7. Sei di centro, insomma!
  8. Trovo quest'approccio didattico un pò troppo violento. La pratica musicale è ben diversa da quella di una qualsiasi attività agonistica sportiva o di altro genere. La musica non è solo fatica, sacrificio, dolore... c'è anche qualcos'altro di più importante, credo, e cioè il piacere e la gioia di sentire anche dei semplici suoni che vibrano nell'aria. Io da ragazzino non studiavo affatto, ero un bambino che suonava e basta. Non mi piaceva studiare tecnica e studiare tanto. Ma nessun maestro, per mia fortuna, me l'ha mai fatto pesare... anzi!! Questo non mi ha impedito di riuscire a conquistare qualche soddisfazione in campo artistico. Quando parlo di incoraggiamento lo faccio perchè sò, ormai per esperienza, che vi sono allievi con tempi e modi più "tranquilli" di altri. Un atteggiamento aggressivo nei confronti di costoro li rovinerà per sempre. Il punto è semmai un altro. L'allievo, già dai primi anni deve imparare a suonare di fronte ad un pubblico. Deve assaporare le emozioni che si provano in quelle circostanze. Ricordo i miei primissimi saggi scolastici meglio dell'ultimo concerto della scorsa settimana. Emozioni fortissime, gli applausi, i complimenti, le strette di mano, i regali. Queste sono le cose di cui un ragazzo ha bisogno. Vedrai poi come studia!
  9. Mi pare di capire, Angelo, e di ricordare vagamente che HVL comunque lo aggiunse in una fase successiva alla stesura della Suite, non è così?
  10. Adesso per fortuna non più. Questo riduce drasticamente la possibilità di portare avanti alunni che non meritano, perchè non v'è più la discrezionalità del singolo docente ma il giudizio di una commissione. Oltretutto si arriva al quinto anno dopo aver già sostenuto almeno 4 esami... mi sembra un'ottima cosa, no? PS... piccola annotazione di poco conto... i miel allievi non prendevano comunque mai l'8 ed erano costretti tutti (salvi rarissimi casi) a sostenere gli esami di passaggio ogni anno. Che tiranno...!
  11. L'esame di V° anno è un esame intermedio, che non deve ostacolare ma incoraggiare. Inserire Bettinelli o Dodgson potrebbe avere quest'effetto indesiderato. Oltretutto, solitamente, uno studente di media bravura al terzo anno è ancora alle prese con problemi di suono e di tecnica, al quarto inizia ad assaporare Tarrega o alcuni preludi di Ponce. Mi sembra altamente improbabile che nel solo quinto anno si possa fare di più di quanto richiesto dal programma. Se qualcuno vi riesce è sicuramente un'eccezione. I programmi devono tener conto anche dei più... lenti
  12. Anch'io faccio così, Angelo (non puoi immaginare quanto le tue parole mi sollevino dal senso di colpa.. ) Il Chorinho non lo suono in concerto. Non mi piace, ma soprattutto non c'entra nulla con l'eleganza e la purezza degli altri 4 movimenti, tutti peraltro recanti il doppio nome della danza europea abbinata al choro. Non so, ma secondo me il Chorinho è stato aggiunto successivamente dall'editore.
  13. Non saprei dirti esattamente. In fondo sono ricomprese tutte le aree storico-stilistiche e parecchi studi di tecnica strumentale. In realtà non credo che manchi nulla se non, come sottolinei anche tu, un percorso formativo maturo che porti l'allievo ad affrontare con piena padronanza tutte le prove. Aggiungo che fino allo scorso anno non esistevano gli esami di passaggio obbligatori anno per anno, cosicché un allievo poteva prepararsi i pezzi del V° già dal quarto anno (o ancora prima!) e studiare sempre e solo quelli (con scarsissimi risultati di resa generale, evidentemente). A partire dallo scorso anno, tutti gli anni v'è un esame da superare, con prove adeguate all'anno di studio ovviamente. Quindi, il V° anno, adesso lo si prepara in un solo anno e non in due o tre. Devo dirti che io non sono ancora riuscito ad ascoltare delle esecuzioni degli appunti di MCT (ad esempio) o di brani di contemporanea vera (non Bouwer o... vi ricordate Poulenc?). Ma anche il 2 di Lobos, o alcuni preludi di Ponce... In definitiva, secondo me, l'esame va bene così com'è, e farlo bene è tutt'altro che facile, soprattutto per un ragazzo che nel frattempo deve anche frequentare il liceo, il tennis, l' oratorio e la palestra. Ciao
  14. Quale programma proporresti in alternativa?
  15. Beh, adesso per i musicisti vanno forte anche lavori come il fonico, il critico, il direttore di riviste, di associazioni, di edizioni musicali, management o addirittura in alcuni casi il liutaio. Direi che tutto sommato abbiamo parecchie altre strade da percorrere se ci stufiamo dei soliti cento concerti all'anno da fare in giro per il mondo...
  16. Angelo, scusa ma non capisco, parli di Luigi Biscaldi? il tuo allievo e collega?
  17. Dunque vediamo... all'età di sei anni mia madre decise che dovevo suonare uno strumento musicale. Si recò in un negozio e ritornò dopo poche ore con quell'oggetto stranissimo con tante corde da pizzicare. Fui letteralmente stregato ed in pochissimi mesi bruciai i miei primi due insegnanti, che la strimpellavano appena, perchè non sapevano più cosa insegnarmi. Uno dei due, in particolare, mi faceva anche seguire i suoi allievi, a volte più grandi di me, mentre rispondeva al telefono o beveva un caffè (e capitava spessissimo) Ahimè, ho vissuto anch'io lo sfruttamento minorile Ho continuato a suonare questo strumento cambiando maestri abbastanza frequentemente, ed è solo da pochi anni che credo di aver capito veramente come funziona. Adesso mi diverto molto di più di allora perchè non inseguo a tutti i costi l'impossibile ma mi accontento di ciò che riesco a fare...
  18. Complimenti Fra89... ho sempre pensato che avessi la tastiera del computer con le sole lettere b e n v e n u t o
  19. I compositori scrivono e gli interpreti suonano... dov'è la differenza? Ah, si... i primi possono tramandare le proprie opere ai posteri ed i secondi no... (ma adesso non più, mi pare, con tutti i mezzi tecnologici a disposizione!): Uno dei tanti problemi dell'isolamento degli artisti risiede proprio in questa incapacità di saper comunicare a tutti, e non solo agli "addetti al lavori", le proprie bellezze. Gli artisti che si lamentano della scarsa partecipazione ai propri concerti sono probabilmente dei cattivi comunicatori della propria immagine e delle proprie emozioni, altrimenti, stanne certo, anche un panettiere saprebbe apprezzare le bellezze della chitarra classica. In ogni caso, non possiamo meravigliarci più di tanto se è così difficile farsi accettare dagli altri... spesso non ci si capisce fra di noi (intendo dire, abbiamo giudizi diversissimi su compositori o interpreti); come pretendiamo che gli altri riescano laddove per noi è già un'impresa? Quindi, un po' di comprensione, forza, cerchiamo di mostrarci un tantinello più umani e impariamo a porgere quello che facciamo con più umiltà, professionalità e semplicità, e i risultati non mancheranno.
  20. Interessante questione. Devo dire che mi trovo tendenzialmente d'accordo con Waller. E vi spiego perché. Mi allontano un momento dal fulcro della discussione per proporvi un'altro spunto di riflessione. Pensiamo per un momento ai programmi dei più noti concertisti sulla scena internazionale... cosa sono se non tentativi di coinvolgere quante più persone possibili? Voi ci vedreste un Barrueco alle prese con Donatoni o le Sonate di Henze? In un certo qual senso il discorso con la scenografia è molto simile. Si possono proporre programmi di una certa qualità artistica anche se ben conditi da un apparato scenico intrigante (luci, ombre, ambienti confortevoli), e perchè no, come dice Cristiano, anche da un bel Martini tra un tempo e l'altro (magari servito da una avvenente fanciulla..) e, secondo me, l'effetto finale non potrebbe che essere migliore. In fondo, che male c'è a rendere più confortevole e accattivante un posto dove si produce cultura anche di altissimo spessore? Sembra quasi che questa non possa sposarsi con il mondo frivolo di uno snack-pausaprimotempo, o un palcoscenico abbellito da piante e fiori o da brochure in carta lucida dorata. Sono cose complementari. Nessuna esclude l'altra. Semmai il punto è che a queste cose dovrebbe pensarci un organizzatore attento e non l'artista interessato, al quale spetta solo il compito di produrre Arte. I giovani e i meno giovani non sanno semplicemente cosa sia la musica classica, ma non sono ignoranti, cattivi o prevenuti. Sono solo persone che non hanno avuto occasione di conoscere il bello che c'è in certe forme d'arte. E per fare questo, noi musicisti professionisti, dovremmo anche giocare con le stesse armi utilizzate da chi si occupa professionalmente di attirare molta gente, ad esempio, con la pubblicità in TV o con altri mezzi video o simili. Da queste persone, invece, abbiamo tutto da imparare. Un po' di umiltà servirebbe più a noi che a loro. Voliamo così in alto, a volte, che non ci accorgiamo di essere rimasti da soli.
  21. Bravo Alfredo, idea eccellente! Effettivamente è un vuoto da colmare. Non sò mai cosa far studiare agli allievi dei primi corsi riguardo alla musica d'oggi. Che ne dici, Angelo?
  22. Caro Angelo, mi unisco con gioia al coro dei meritatissimi elogi. Ne approfitto per confessarti che anch'io ho spesso attinto a piene mani dai tuoi ricchissimi forzieri umani e artistici. Mi auguro che il bello, sia per te che per noi, non sia finito, ma che debba ancora venire fecondo e copioso.
  23. Gli scherzi dovrebbero far divertire un po' tutti, credo, e non creare tensioni tra utenti di spazi virtuali che per molto meno si azzuffano! Comunque, sono lieto che questo topic si sia concluso bene...
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