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Auguri perun buon 2007
Emanuela l. Rosenthal ha pubblicato una discussione in Rigorosamente Off-Topic
AUGURI A TUTTI!!! -
Wulfin Lieske-Villa Lobos-Preludio 1°sulla "Leona"
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Emanuel nella discussione Interpretazioni
Non ti sei fatto male, vero? -
Perfezionamento tecnica del 'tremolo'
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a loredana nella discussione Quinto anno, Ottavo anno, Diploma
L'arpeggio p i m i è sicuramente più preciso, ma secondo me è anche più faticoso e lento. Con l'anulare si ha una marcia in più, ma bisogna saperlo addomesticare per benino. Per fare ciò si potrebbe, in aggiunta a ciò che ho detto poco prima, fare degli esercizi di solo p-a, perché il vero problema non risiede nel cambio a-m ma in p-a. Come contro prova, infatti, se suoniamo su una stessa corda a-m-i non abbiamo l'effetto galoppante di cui si parla (o comunque non si avverte molto). Non appena aggiungiamo il pollice le cose si complicano. Allora sotto con p-a indi p-a-m e per finire p-a-m-i. Ciao a tutti -
Perfezionamento tecnica del 'tremolo'
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a loredana nella discussione Quinto anno, Ottavo anno, Diploma
Cerco di dare il mio piccolo contributo.... quando studio questa tecnica, solitamente utilizzo le scale doppie (le famose terze, seste, ottave e decime che nessuno studia se non nelle "tonalità più agevoli" ); Ho sempre provato un senso di noia a lavorare con le corde a vuoto o con accordi fissi. In quel modo, invece, si lavora contemporaneamente sia la con destra che con la sinistra. Un altro suggerimento, oltre a quelli già dati nei precedenti interventi su dinamiche e accenti per ogni singolo dito, è quello di tremolare (sempre con le scale doppie) con solo p-m-i (in terzina, quindi) salendo e p i-m al ritorno, indi fare la stessa cosa con p a i / p i a ... quindi p a m / p m a ed infine p a m i / p i m a. Mi raccomando...una buona mezz'oretta ogni giorno prima e dopo i pasti -
Differenze tra musica colta e musica non colta
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Waller nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Questo non sempre è vero. A me capita spesso di accontentare le cosiddette persone non colte (in materia di fatti musicali, s'intende), proprio perchè la persona che ne sa di più, comprende il loro stato di inferiorità culturale e cerca di accontentarli in qualche maniera per non farli sentire da meno. Lo si fa anche, ad esempio, quando si confezionano i programmi da concerto. Si pensa prima di tutto ai gusti del pubblico, e spesso non a quella fetta di pubblico che meriterebbe maggiormente di essere accontentata, e cioè i musicisti professionisti, ma alla maggioranza non colta, appunto, che arrivano così a determinare di fatto, il gusto di un'intera epoca e degli stessi interpreti. In definitiva, non bisognerebbe mai accontentare la gente non colta. Si rischia di perdersi in meandri oscuri e troppo lontani, e di non riuscire più a tornare indietro. -
Fondazione Ugo e Olga Levi - Venezia
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Rigorosamente Off-Topic
Devo dire che queste frasi non aiutano a vivere meglio. Ricordo che talvolta mia madre mi diceva "mangia, che devi essere mangiato!":shock: Ho trascorso intere nottate pensando a quei famelici vermetti mentre banchettavano giulivi sulla mia pancia!! -
La scelta del repertorio. Paura di esporsi?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Tutti i giorni a pranzo e cena? 8) Beh, no.. ma in settimana almeno tre volte... è il piatto più semplice ma anche il più buono (secondo me) (OT) vado a mangiarmi un pasticcino di ieri (Andrea ne sa qualcosa) perchè a toccare certi argomenti mi è venuto un certo languorino -
La scelta del repertorio. Paura di esporsi?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Io vado in estasi per la pasta al pomodoro... -
La scelta del repertorio. Paura di esporsi?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Caro Maestro, qualcosa mi dice che Lei ne sa qualcosa... Sai Andrea, io ho sperimentato quasi tutte le situazioni possibili...(mi mancano solo i concerti per le strade!)...sale stracolme con soli posti in piedi e sale con quattro gatti quattro. Il punto è che i fattori di richiamo sono quasi sempre - è vero - i nomi di successo, ma talvolta lo sono anche i programmi che propongono. Certo, a tutti fa piacere ascoltare ogni tanto La Catedral o un Recuerdos, e a molti fa storcere il naso l'idea di sciropparsi Berio e Donatoni in un colpo solo. Però la gente deve imparare anche a sacrificarsi un po' di più se vuole davvero capire qualcosa di musica, in particolare di quella attuale, altrimenti corre il rischio di inaridirsi artisticamente. Dovrebbe avere una visione più ampia, più completa. Anche l'interprete che non osa mai è destinato a clonare se stesso infinite volte e rischia, come sta accadendo inesorabilmente ad alcuni nomi noti, di essere già vecchio prima del tempo. -
La scelta del repertorio. Paura di esporsi?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Il punto è, caro Alfredo, che studiare Donatoni o Berio (solo per citare i brani che suona il buon Giulio), costa molta, molta, moooolta fatica ed il riscontro che spesso si ha nel pubblico (in particolare tra quello chitarristico..n.d.r. ), è sempre - purtroppo - inadeguato. Per cui, per dirla alla Catalano (ma forse i giovanissimi non lo conoscono..), "è meglio avere una sala piena di gente rumorosa e contenta che una semivuota di gente infelice". O no? -
La scelta del repertorio. Paura di esporsi?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Cristiano Porqueddu nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Totò, in "Miseria e Nobiltà", diceva "dobbiamo buttare il sangue sui libri per essere alla mercé degli ignoranti"...(o qualcosa del genere, non ricordo bene). Proprio vero, no? Comunque, non credo fino in fondo alla scusante "pubblico che non apprezza" o "agenti ignoranti" (in parte è vero, comunque!); piuttosto penso che a Russell certi pezzi semplicemente non piacciano. Io non posso fare a meno di suonare anche il repertorio attuale; mi sembra una cosa del tutto naturale, scontata... e anche per il pubblico dovrebbe esserlo. Pian pianino, a forza di spintoni, anche i più sprovveduti (lo sperimento continuamente su genitori dei miei allievi che sono "costretti" e seguire i nostri concerti) cominciano a percepire qualcosa di interessante in certe musiche... il bello è che molti di loro, a forza di sentire sempre le stesse cose, imparano a familiarizzare con questi nuovi linguaggi e anche -a volte - a goderne. Provare per credere -
Pizzicato bartok
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Roberto Guariglia nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Il pollice della mano destra spinge la corda dall'interno verso l'esterno, perpendicolarmente alla tavola armonica, e la rilascia di colpo, mandandola a urtare le barrette. E' esattamente il contrario di quello che si fa nell'attacco ordinario, sempre tendenzialmente perpendicolare al piano armonico, ma con la spinta alla corda in direzione contraria. dralig Angelo, io di solito uso prendere la corda tra il pollice e l'indice. Questo modo, oltre ad ottenere una presa un pochino più sicura, non costringe ad infilare il pollice sotto le corde (cosa, secondo me, non sempre agevole ) -
Musica per chitarra e imitazione della natura
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Ben detto! -
Musica per chitarra e imitazione della natura
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
L'armonia, il contrappunto, la forma, andrebbero studiati come scienze pure, non legate a nessuna logica strumentale. Nel momento in cui si inizia a comporre, subentra una logica strumentale che è, dev'essere, uno dei riferimenti fondamentali dell'operare artistico. Quindi, si adatta ciò che si è appreso in vitro alla realtà di ogni strumento e di ogni organico. La chitarra è, in questo senso, uno degli strumenti che maggiormente impongono l'adattamento e il superamento delle regole pure. Ma guai a non conoscerle. E guai a rimanerne sopraffatto. dralig Butterfly Angelo, nel ripotare ciò che ho scritto, devi aver aggiunto involontariamente una frase di Butterfly che letta così (non me ne volere Butterfly) sembrerebbe scritta da me. Comunque, sò bene che l'armonia andrebbe studiata approfonditamente, l'ho fatto per qualche annetto. Dico solo, che ai fini di una corretta esecuzione di un brano strumentale, non vi trovo una stretta interdipendenza tra lo studio dell'armonia e la composizione da eseguire, come invece accade per l'analisi. Il mio non era un invito a non studiarla, ci mancherebbe, ma solo a farlo senza l'illusione di trovarvi nascosti i segreti per una corretta interpretazione di un'opera. -
Musica per chitarra e imitazione della natura
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
L'armonia lasciamola ai compositori, ragazzi! Che impazziscano loro a trovare tutte le quinte parallere, a fare l'inventario degli accordi (vi sono almeno 100 specie diverse, lo sapevate?), a trovare false relazioni, enarmonie, scale modali, modulazioni, trasposizioni, pant, pant... Gli strumentisti devono studiare soprattutto sui testi di analisi formale... è decisamente più utile. Lo studio dell'armonia è mooolto noioso, non trovate? (e comunque io preferisco l'Alfredo De Ninno - edizioni Curci) -
Cosa si pensa prima di suonare in pubblico?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Ragazzi, che match interessante!!! Chissà chi vincerà. Si accettano scommesse. -
Cosa si pensa prima di suonare in pubblico?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Parole sante! -
Cosa si pensa prima di suonare in pubblico?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Angelo, hai colto (come sempre) nel segno! Nei miei ragionamenti, mi riferivo proprio a questo raggiungimento della pace interiore, ma non attraverso elaborate quanto fantasiose tecniche di studio, di autoipnosi, di metodi matematici o diavolerie simili, ma solo per presa di coscienza, la quale avviene sempre dopo un lento processo di maturazione. L'ultimo Horowitz si era "liberato" del proprio fardello di voler "apparire a tutti i costi" ed aveva finalmente scoperto la vera gioia di suonare, quella autentica che ti mette in pace con il mondo. Questo stadio supremo, però, lo si dovrebbe raggiungere senza arrivare a superare gli ottant'anni, altrimenti stiamo freschi. -
Cosa si pensa prima di suonare in pubblico?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Angelo carissimo, dominare le proprie paure è operazione delicatissima e importantissima. Vai a toccare il DNA dell'uomo con tutte le modificazioni che questo comporta. Mi vengono in mente, ad esempio, i cibi transgenici che non sanno più di nulla, gli alberi senza chioma, gli animali tutti uguali, e così via. Non voglio diventare così. Voglio combattere le mie paure attraverso i mezzi che la natura mi offre, senza forzare nulla. Ho paura di diventare quello che non vorrei mai essere, un'uomo che affronta la vita con indifferenza o saccenza. So bene, e Montale me lo ricorda divinamente, che sono uno strumento nelle mani dell'arte e che il tutto mi è stato affidato solo in prestito. Niente di quello che faccio è opera mia. Cerco di tirarlo fuori solo perché mi è stato dato. Quello che è mio, invece, è tutta la debolezza umana, fatta di carne che sanguina se si ferisce, di lacrime che sgorgano se si è tristi o di occhi che brillano per la gioia. Queste cose non posso addomesticarle. Smettere di piangere o ridere, perchè devo dimostrare a tutti i costi che non devo emozionarmi, equivale a mangiarsi un pollo vissuto per tutta la vita in condizioni che conosciamo benissimo. Lontanissimo un miliardo di anni luce dalle poesie che ci regali, ti offro anch'io la mia visione in versi di cosa provo durante un concerto. CONCERTO L’anima si spoglia per guardare il mondo in solitudine e volare sulle teste indistinguibili di un pubblico di sabbia piccoli granelli luccicanti che formano un mare bellissimo che a volte ruggisce altre no ancora rumoreggia ma poi si placa come le onde come la pioggia come le stelle che ardono e illuminano il buio della sala che tristemente si svuota quando l’anima rientra nel suo involucro di plastica e aspetta di riveder la luce Francesco Milano, ven21gen2004 -
Cosa si pensa prima di suonare in pubblico?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Io ne conosco tanti, troppi, invece. Preferisco mille volte apparire patetico e ridicolo piuttosto che non apparire affatto. Mi spiego. La paura va dominata, altrimenti il messaggio che portiamo dentro non passa. D'accordo. Ma qual'è questo messaggio che vogliamo trasmettere? E' questo il punto. L' essere umano, con tutte le sue debolezze, o l'essere riusciti a sconfiggere la paura stessa? (magari attaverso calcolci complicati -non ho capito quante volte volte bisogna moltiplicare per dieci, ma questo è altro argomento). Edo, non siamo elaboratori elettronici, per fortuna! (se al posto di dieci ne faccio nove o undici, che mi succede?). Spesso ce lo dimentichiamo (chissà perché, poi). Io piango e rido quando ne ho voglia, tremo di fronte ad un pubblico e mi emoziono ancora se vedo un bimbo che gioca. La paura (al di là di elaborate teorie scientifiche) è più semplicemente un emozione fortissima che si prova in situazioni estreme. Il concertista è abituato ad affrontarle quasi quotidianamente, ed è solo per questo che ha imparato a conoscerle e a dominarle. Ieri ha suonato un mio allievo a Brescia. E' stato il suo debutto nel fantastico mondo concertistico! Aveva molta paura. Che bello! Se non ne avesse avuta sarebbe stato molto triste. Ha iniziato pian pianino, quasi in punta di piedi, tremando dappertutto e poi via via si è liberato ed è addirittura passato al contrattacco. Ha dominato la propria paura in corso d'opera. Ma di cosa si ha paura esattamente? Non di far cilecca di stupidi passaggi (ma perchè no, anche di quello!), ma di non riuscire a far passare correttamente il messaggio artistico (quando c'è). Conosco una sfilza di persone che ha paura prima di un concerto. Ho un altro elenco simile di musicisti che ha rinunciato alla carriera per questo. Conosco anche tanti "professionisti" che ce l'hanno fatta. Di questi ultimi, però, ho molta più paura, perchè sono riusciti ad andare addirittura contro se stessi, hanno abbattuto le loro barriere di difesa e sono diventati degli automi. Il messaggio che poi trasmettono è proprio questo! La mancanza di paura e di timore genera in loro la falsa convinzione di aver trovato la via giusta, unica, assoluta. Ma non è così. Sono mortalmente noiosi, proprio perchè non esprimono alcuna sensazione umana riconoscibile (quante volte diciamo: quel chitarrista suona bene ma senza emozioni) Ebbene, questo umanoide, è un soggetto che ormai non ha più paura di nulla. Nemmeno di se stesso. Figuriamoci di mille persone che non vede neppure più davanti a sè. Diverso è invece il discorso di quegli artisti che, pur avendo paura, riescono a dominarla e a lasciar passare il messaggio artistico. Sono rarissimi. Forse possiamo contarli su una mano sola! Caro Edo, trovo mille volte più patetico un'individuo che non riesce a provare queste emozioni forti, perché non sa più assaporare le cose belle della vita. Dio me ne scampi. Ho una paura folle di diventare così. Quando ne incontri uno, per l'amor del cielo, non ti curar di lui, ma guarda e passa. -
Cosa si pensa prima di suonare in pubblico?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Ti prego Cristiano, diamoci del tu! -
Cosa si pensa prima di suonare in pubblico?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Poiché ho introdotto io il termine paura, e in conseguenza delle cose dette, ritengo di dover aggiungere qualche piccola precisazione. Un'uomo senza paure, è un uomo evidentemente molto sicuro di sé, che non ha alcun dubbio o ansia prima di salire su un palco. Ecco, io cerco accuratamente di evitare di andarli ad ascoltare perché ormai, secondo me, non v'è in loro più alcuno spazio alle emozioni. Costoro hanno raggiunto la loro pace dei sensi, non gioiscono e non soffrono, sono emotivamente impassibili ed un pubblico di cento, mille o diecimila persone, per loro non fa alcuna differenza. Hanno abbattuto la soglia del dolore nel tentativo ossessivo di sconfiggere la più grande delle loro paure, cioè la loro piena consapevolezza di non avere, in fondo, nulla di interessante da dire. Il loro vuoto esistenziale, ce lo comunicano ostentando una sicurezza tanto spavalda quanto effimera. Queste persone sono le più deboli ed insicure fra tutte, perchè rivestono la propria mancanza di idee, di una veste bella e lucente, che assomiglia tanto ad un involucro di una scatola vuota. Personalmente, ritengo di essere un valido musicista soprattutto tra le pareti domestiche e molto meno in pubblico, appunto perché (e qui spiego cosa intendo esattamente per paura) ho timore di non riuscire a realizzare tutto ciò che ho in mente, e che a casa viene alla perfezione (...se volete, è un po' come la scusa dello studente quando dice che a casa il pezzo "viene" e a scuola no!). E' vero! A casa funziona tutto perchè siamo veramente noi stessi (e lo studente lo è ancora di più), e non dobbiamo dimostrarlo a nessuno. Suoniamo davvero per il piacere di suonare, senza costrizioni e giudizi finali. L'ideale, ovviamente, sarebbe quello di riuscire a ricreare l'ambiente domestico anche di fronte a mille persone, ma senza snaturare il proprio io. Il giorno che sarò riuscito a far questo, allora avrò vinto tutte le mie paure. Dio mi scampi, però, dal diventare un professionista, cioè in uno che passa da una sala da concerto all'altra senza più rendersene conto e senza provare gioia e sofferenza ogni volta che fa un concerto. Preferisco mille volte le mie paure alla gelida indifferenza di un musicista "professionista". Per Butterfly: avevo capito bene la tua richiesta, non credere. Quello che si prova mentre si suona in concerto (o almeno quello che provo io), al di là di ciò che è stato detto sin'ora sulla paura, è un profondo senso di beatitudine e di gioia. La musica ti riconcilia con la vita. Gli artisti hanno sempre la testa per aria, proprio perchè sono rapiti - non stop - da temi, melodie o interi periodi musicali. Non si può fare a meno di ascoltarli, proprio come le sirene di Ulisse. Se io non fossi sposato, (santa Ester), avrei senza dubbio avuto una vita molto disordinata, perché mi ritengo abbastanza incapace di gestirmi nelle cose quotidiane, proprio per questi continui "smarrimenti". Ecco, queste sono le cose che provo mentre suono, a casa o in concerto. Insieme alla paura di non riuscire a comunicarlo agli altri. -
Cosa si pensa prima di suonare in pubblico?
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Paura! In realtà la vera musica la realizzo quando sono a casa mia o nell'aula della mia scuola, beato, tranquillo, poiché non mi tocca affrontare situazioni stressanti come quella che si verifica durante un concerto. Il pubblico, la sala, l'acustica, il luogo, e così via, sono per me senz'altro fattori di disturbo. Ce chi affronta queste situazioni con spavalderia e si lascia galvanizzare da esse ed altri che invece le subiscono. Proviamo a fare un'indagine tra gli abitanti del forum? Sotto a chi tocca! -
studio e analisi Nocturnal after John Dowland, Benjamin Britten
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Roberto Guariglia nella discussione Altre discussioni sul repertorio
Non ti riferisci, per caso, al MI basso, ultimo quarto della penultima battuta del primo rigo di pagina 5 (batt 41 della terza variazione)? Sarebbe troppo facile e oltrettutto, anche se in parentesi, figura sullo spartito e quindi non è valido. Dacci un aiutino, altrimenti questa notte non dormirò bene... -
Miguel Llobet compositore e pittore
Emanuela l. Rosenthal ha risposto a Butterfly nella discussione Quattro chiacchiere e voci di corridoio.
Io mi sento abbastanza in linea con il pensiero di Monch. Oggi l'arte è diventata "usa e getta". Si segue prima un interprete o compositore di grido. Dopo qualche anno scompare per far posto altri interpreti e compositori apportatori di nuove verità. E così via. Non è vero che non si può far niente. Possiamo fare molto, invece. Prima di tutto non comprando più spartiti o CD inutili che vanno solo ad impolverarsi sugli scaffali. Non prendendo per vero tutto ciò che ci propinano le riviste o i concorsi. Contrastando anche (ovviamente utilizzando solo mezzi inoffensivi!), l'avanzata di nuovi barbari, con tutte le forze culturali e semantiche. Insomma, imparando a scegliere e a discernere con la nostra testa (può sembrare facile, ma non lo è affatto!). Il forum è un ottimo strumento per operare in questo modo, perché non fa capo ad interessi economici o ideologici. Ognuno si sente libero di dissentire dalle idee degli altri, nel pieno rispetto però della persona, e proporre, se possibile, visioni alternative dell'oggetto del contendere. Altrimenti il rischio sarebbero quello di fare solo delle critiche che si disperdono al primo vento.