Angelo Gilardino Inviato il November 21, 2006 Group: Members Topic Count: 87 Content Count: 2,241 Reputation: 100 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Inviato il November 21, 2006 Gentili lettori, soprattutto butterfly e dralig, spiego meglio la mia frase.Così come nella vita, nella musica gli errori si fanno. Tutti, anche i più grandi chitarristi. Io volevo solo dire che l'importante è saperlo correggere continuando a suonare, senza interruzioni o lunghe pause, magari improvvisando . Chi riesce a farlo (conosco due persone che lo riescono a fare) dimostrano solamente che conoscono la musica e chi non lo riesce a fare dimostra solamente che si basa sulla memoria. Basarsi sulla memoria è come stare in equilibrio su un filo, se lo perdi cadi. Spero di essere stato chiaro Se per errore Lei intende - come sembra chiaro - il vuoto di memoria, allora il porvi rimedio riagganciandosi a quello che segue, senza fermarsi e senza rendere palese a chiunque la smagliatura (gli esperti se ne rendono comunque conto), è in genere alla portata di un normale, buon esecutore. Il vuoto di memoria è pressoché inevitabile se si impara per ripetizione, limitandosi a ripetere molte volte il brano. Se invece lo si impara astrattamente, cioè senza strumento, fissando i vari parametri nella memoria visiva, oltre che in quella musicale, è pressoché certo che l'eventuale cedimento di una delle memorie sarà compensato dalle altre, e non darà luogo alla minima interruzione. dralig
Butterfly Inviato il November 21, 2006 Group: Members Topic Count: 227 Content Count: 1,196 Reputation: 0 Joined: 01/31/2006 Status: Offline Inviato il November 21, 2006 .....Il vuoto di memoria è pressoché inevitabile se si impara per ripetizione, limitandosi a ripetere molte volte il brano. Se invece lo si impara astrattamente, cioè senza strumento, fissando i vari parametri nella memoria visiva, oltre che in quella musicale, è pressoché certo che l'eventuale cedimento di una delle memorie sarà compensato dalle altre, e non darà luogo alla minima interruzione. dralig Vorrei chiedere gentilmente al M.° Gilardino cosa intende per apprendimento "astratto, senza strumento". E' un metodo di studio opportuno anche per chi inizia a studiare? Colgo inoltre lo spunto per chiedervi se avete letto il libro di Renate Kloppel, "Il training mentale del musicista" che descrive alcune tecniche di studio della partitura (non per chitarra) attraverso la prefigurazione mentale dei movimenti delle dita necessari per la sua esecuzione e interpretazione (gli esercizi prendono in esame infatti anche il fraseggio, la dinamica, insomma tutti gli elementi di un brano musicale anche di ampio respiro e lunga durata). L'applicazione di queste tecniche, secondo l'autrice, è valida anche per i direttori di orchestra. Vorrei sapere se fra i chitarristi di questo forum, qualcuno utilizza tecniche analoghe per lo studio e/o la preparazione di un concerto. Scusate la fretta, sono sempre a quel congresso. Stare sul forum invece che a pranzo potrebbe essere un nuovo tipo di dieta. Se funziona, la brevetto Butterfly P.S.: per Waller: avevo capito il senso ma mi eri sembrato un poco categorico nella durata dei secondi, scusami. .
Waller Inviato il November 21, 2006 Group: Members Topic Count: 41 Content Count: 470 Reputation: 0 Joined: 11/17/2006 Status: Offline Inviato il November 21, 2006 Gentili lettori, soprattutto butterfly e dralig, spiego meglio la mia frase.Così come nella vita, nella musica gli errori si fanno. Tutti, anche i più grandi chitarristi. Io volevo solo dire che l'importante è saperlo correggere continuando a suonare, senza interruzioni o lunghe pause, magari improvvisando . Chi riesce a farlo (conosco due persone che lo riescono a fare) dimostrano solamente che conoscono la musica e chi non lo riesce a fare dimostra solamente che si basa sulla memoria. Basarsi sulla memoria è come stare in equilibrio su un filo, se lo perdi cadi. Spero di essere stato chiaro Se per errore Lei intende - come sembra chiaro - il vuoto di memoria, allora il porvi rimedio riagganciandosi a quello che segue, senza fermarsi e senza rendere palese a chiunque la smagliatura (gli esperti se ne rendono comunque conto), è in genere alla portata di un normale, buon esecutore. Il vuoto di memoria è pressoché inevitabile se si impara per ripetizione, limitandosi a ripetere molte volte il brano. Se invece lo si impara astrattamente, cioè senza strumento, fissando i vari parametri nella memoria visiva, oltre che in quella musicale, è pressoché certo che l'eventuale cedimento di una delle memorie sarà compensato dalle altre, e non darà luogo alla minima interruzione. dralig Esattamente spiegato alla peferzione!
Waller Inviato il November 21, 2006 Group: Members Topic Count: 41 Content Count: 470 Reputation: 0 Joined: 11/17/2006 Status: Offline Inviato il November 21, 2006 .....Il vuoto di memoria è pressoché inevitabile se si impara per ripetizione, limitandosi a ripetere molte volte il brano. Se invece lo si impara astrattamente, cioè senza strumento, fissando i vari parametri nella memoria visiva, oltre che in quella musicale, è pressoché certo che l'eventuale cedimento di una delle memorie sarà compensato dalle altre, e non darà luogo alla minima interruzione. dralig Vorrei chiedere gentilmente al M.° Gilardino cosa intende per apprendimento "astratto, senza strumento". E' un metodo di studio opportuno anche per chi inizia a studiare? Colgo inoltre lo spunto per chiedervi se avete letto il libro di Renate Kloppel, "Il training mentale del musicista" che descrive alcune tecniche di studio della partitura (non per chitarra) attraverso la prefigurazione mentale dei movimenti delle dita necessari per la sua esecuzione e interpretazione (gli esercizi prendono in esame infatti anche il fraseggio, la dinamica, insomma tutti gli elementi di un brano musicale anche di ampio respiro e lunga durata). L'applicazione di queste tecniche, secondo l'autrice, è valida anche per i direttori di orchestra. Vorrei sapere se fra i chitarristi di questo forum, qualcuno utilizza tecniche analoghe per lo studio e/o la preparazione di un concerto. Scusate la fretta, sono sempre a quel congresso. Stare sul forum invece che a pranzo potrebbe essere un nuovo tipo di dieta. Se funziona, la brevetto Butterfly P.S.: per Waller: avevo capito il senso ma mi eri sembrato un poco categorico nella durata dei secondi, scusami. . Si, ma posso capire che spegandola indirettamente uno potrebbe essere frainteso. Penso che Gilardino (astrattamente) si riferisca forse alla parte più importante dello studio e forse anche la più faticosa da raggiungere, ma dopo questo sforzo uno è padrone assoluto dello strumento.
Angelo Gilardino Inviato il November 21, 2006 Group: Members Topic Count: 87 Content Count: 2,241 Reputation: 100 Joined: 11/24/2005 Status: Offline Device: Macintosh Author Inviato il November 21, 2006 Vorrei chiedere gentilmente al M.° Gilardino cosa intende per apprendimento "astratto, senza strumento". E' un metodo di studio opportuno anche per chi inizia a studiare? Cercherò di spiegarmi con un esempio. Un esecutore - un chitarrista, supponiamo, dato che la musica per chitarra non è in genere monodica e quindi presenta una certa complessità polifonica - suona un pezzo. Lei gli tolga la chitarra di mano, gli dia un foglio pentagrammato e una penna, e gli chieda di scrivere quello che ha appena suonato. Constaterà come ben pochi siano in grado di farlo. Constatazione: non hanno affatto memorizzato la musica che suonano, ma una serie di gesti manuali che conducono all'esecuzione del pezzo, esecuzione che loro controllano con il riconoscimento auditivo di quello che suonano. Se il rifornimento della memoria gestuale si spezza (per esempio, a causa di una scarica di adrenalina indotta dal trac), il riconoscimento auditivo non può soccorrerli, perché non funziona all'indietro. Ed ecco il vuoto di memoria. Per "sapere" veramente un pezzo a memoria, bisogna saperne ricordare le note in tutti i paramentri anche senza avere lo strumento in mano, in altre parole bisogna poterlo riscrivere o recitare. A rendere sistematico questo metodo di apprendimento del testo musicale in un'opera didattica, fu il didatta tedesco Carl Leimer, maestro di Walter Gieseking, che pubblicò negli anni Cinquanta uno scarno "metodo di perfezionamento pianistico", che io adottai subito per i miei affari chitarristici e cercai poi, con alterne fortune, di trasmettere ai chitarristi miei allievi. Questo metodo di apprendimento e di memorizzazione della musica è da adottare quando serve imparare i brani a memoria. Il principiante fatica di più, l'esecutore esperto di meno. dralig
Butterfly Inviato il November 21, 2006 Group: Members Topic Count: 227 Content Count: 1,196 Reputation: 0 Joined: 01/31/2006 Status: Offline Inviato il November 21, 2006 Più tardi scrivo delle altre cose, volevo solo segnalare che quando gli argomenti vengono divisi per creare nuovi topic, per un po' non riesco a capire dove sono finiti gli ultimi messaggi che avevo scritto. Non si potrebbe magari segnalarlo nel topic originario, quando si decide di creare un nuovo argomento? Grazie... Butterfly P.S.: probabilmente la "dieta-congresso" non funziona, forse se non ero digiuna il post lo trovavo subito...
Manu Inviato il November 21, 2006 Group: Members Topic Count: 6 Content Count: 207 Reputation: 0 Joined: 09/25/2006 Status: Offline Inviato il November 21, 2006 Mamma mia è una parola!! Ricordare le figure ritmiche, il tempo, i cambi di andamento presenti nel pezzo e le ''sezioni'' armoniche era una tecnica di cui già ero al corrente ma sinceramente tenere a mente tutte le note della partitura mi sembra un tantino faticoso.. Saluti
Guest Nicola Mazzon Inviato il November 21, 2006 Inviato il November 21, 2006 Io quest'estate ho ricopiato a mano un tempo di un pezzo che stavo studiando, e dopo lo sapevo suonare senza parte...più o meno è lo stesso, basta che non si ricopi senza pensare che si sta facendo.
Alfredo Franco Inviato il November 21, 2006 Group: Members Topic Count: 84 Content Count: 1,188 Reputation: 77 Joined: 12/03/2005 Status: Offline Device: Windows Inviato il November 21, 2006 E' un paradosso: la musica "classica", l'unica musica scritta per esteso fin nei minimi dettagli, non la si suona con lo spartito davanti. E' un paradosso.
monch Inviato il November 21, 2006 Group: Members Topic Count: 17 Content Count: 124 Reputation: 0 Joined: 02/15/2006 Status: Offline Inviato il November 21, 2006 io dico solo.... oi oi oi quanto lavoro c'è da fare... in questa ottica si capiscono e si contestualizzano molte cose, il puzzle si completa davvero dunque, e io che ero quasi scettico. Pregherò umilmente sui ceci chiedendo perdono con un santino del M° Gilardino tra le mani.
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