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Memorizzazione e tecniche per la memoria


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accade molto spesso

ma non puoi negare che la suoneria di un cellulare con la colonna sonora di "anche gli angeli mangiano fagioli" cozzi un tantino con l'esecuzione di Bach...

eheheh

ciao

 

Ps ci è piaciuta tanto che ormai aprimao ogni prova con improvvisazione sul tema :lol:

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Miglior contributo in questa discussione

Ospite Nicola Mazzon
Vi ricorate quando uno dei nostri amici scrisse tempo fa di un chitarrista che aveva totalmente cambiato un pezzo, non ricordo quale, sostituendo la povera musica composta con taping, percussioni, scale e altre diavolerie?

 

Eh, io mi ricordo e come chi è...

 

Comunque penso anche io che la tensione, molte volte, aumenta proprio quando sappiamo di non essere "pronti" in modo adeguato su certi brani, e può essere proprio la cara amica tensione che a volte può aiutare i vuoti di memoria.

Credo sia inevitabile concentrare (per una buona esecuzione) lo studio per la memorizzazione senza strumento e anche quella musicale, come ad esempio saper cantare il pezzo dall'inizio alla fine, ovvio che a voce non si riescono a cantare più voci, però mentalmente o si fa benissimo.

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ma non puoi negare che la suoneria di un cellulare con la colonna sonora di "anche gli angeli mangiano fagioli" cozzi un tantino con l'esecuzione di Bach...

Ps ci è piaciuta tanto che ormai aprimao ogni prova con improvvisazione sul tema

 

Certa gente, Giovanni, non ha ancora capito che quello stramaledetto cellulare dovrebbe rimanere spento durante i concerti e mentre si parla con altre persone.

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....Per "sapere" veramente un pezzo a memoria, bisogna saperne ricordare le note in tutti i paramentri anche senza avere lo strumento in mano, in altre parole bisogna poterlo riscrivere o recitare. A rendere sistematico questo metodo di apprendimento del testo musicale in un'opera didattica, fu il didatta tedesco Carl Leimer, maestro di Walter Gieseking, che pubblicò negli anni Cinquanta uno scarno "metodo di perfezionamento pianistico", che io adottai subito per i miei affari chitarristici e cercai poi, con alterne fortune, di trasmettere ai chitarristi miei allievi.

 

Questo metodo di apprendimento e di memorizzazione della musica è da adottare quando serve imparare i brani a memoria. Il principiante fatica di più, l'esecutore esperto di meno.

 

dralig

 

E' molto interessante, un aspetto dell'apprendimento che mi sembra davvero importante e che spero di poter approfondire.

A dire il vero, ma senza nessuna pretesa di farlo consapevolmente per un motivo particolare, mi è capitato molti anni fa di fare un tipo di esercizio "strano".

Scrivevo a memoria i semplici brani che si studiavano a scuola per per avere tante copie dello spartito da distribuire ai compagni del coro. Non copiavo lo spartito originale, ma mettevo le note sul pentagramma (a volte anche un po' di fretta) per esempio cantando la melodia degli inni che preparavamo per le celebrazioni religiose o suonando sulla chitarra le diverse parti del nostro gruppetto di "suonatori".

Questo "lavoro", tuttavia, a volte mi costava abbastanza fatica, tanto che a un certo punto mi seccai un po' di essere sempre quella che si dava da fare per tutto il gruppo :D

Ora non credo che sarei più capace di farlo, però, se ho capito bene, sarebbe interessante fare qualche prova con qualche esercizio.

 

Non so se c'entra qualcosa, ma mi sono ricordata che la mia professoressa di educazione musicale, alle medie, diceva che la musica prima di suonarla dovevamo imparare a "leggerla" perchè che nel suo linguaggio potevamo trovarci non solo tutti i segni "ortografici" della lingua parlata e scritta: virgole, punti e punti esclamativi ma anche i respiri e l'alternarsi dei sentimenti che racchiudeva. Se fossimo riusciti a vedere così uno spartito, avremmo avuto la chiave per capire "come" era la musica che conteneva, anche senza bisogno di suonarla.

Penso sia in quel periodo che ho preso l'abitudine di ascoltare con più piacere un brano se ne ho anche lo spartito da guardare.

E' proprio vero che tutte le "materie" che impariamo, diventano più appassionanti se chi le insegna sa trasmettere qualcosa che va oltre i programmi ministeriali.

Scusate l'"amarcord" ma è anche per questi aspetti più "teorici" che non ho mai smesso di desiderare di studiare musica.

 

 

 

Butterfly

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Non so se c'entra qualcosa, ma mi sono ricordata che la mia professoressa di educazione musicale, alle medie, diceva che la musica prima di suonarla dovevamo imparare a "leggerla" perchè che nel suo linguaggio potevamo trovarci non solo tutti i segni "ortografici" della lingua parlata e scritta: virgole, punti e punti esclamativi ma anche i respiri e l'alternarsi dei sentimenti che racchiudeva. Se fossimo riusciti a vedere così uno spartito, avremmo avuto la chiave per capire "come" era la musica che conteneva, anche senza bisogno di suonarla.

 

 

 

Butterfly

 

Esattamente. Suonare serve per rendere partecipi della musica gli ascoltatori. Non è necessario - non deve esserlo - per mettere chi legge il testo in grado di capire com'è la musica, come "suona": se chi legge, per "sentire" i suoni, ha bisogno di udirli fisicamente (suonandoli), è un musicista imperfetto. Certo, l'audizione mentale, interiore, non equivale all'audizione reale, ma è più che sufficiente per conoscere la musica. Così come è vero il contrario: ascoltando un brano suonato, il musicista compiuto "vede" mentalmente comporsi il testo musicale, immagina la partitura.

 

Questo non lo afferma urbi et orbi il fanatico dralig. Lo scrive, nei suoi precetti agli studenti di musica, Herr Robert Schumann.

 

dralig

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Non so se c'entra qualcosa, ma mi sono ricordata che la mia professoressa di educazione musicale, alle medie, diceva che la musica prima di suonarla dovevamo imparare a "leggerla" perchè che nel suo linguaggio potevamo trovarci non solo tutti i segni "ortografici" della lingua parlata e scritta: virgole, punti e punti esclamativi ma anche i respiri e l'alternarsi dei sentimenti che racchiudeva. Se fossimo riusciti a vedere così uno spartito, avremmo avuto la chiave per capire "come" era la musica che conteneva, anche senza bisogno di suonarla.

 

 

 

Butterfly

 

Esattamente. Suonare serve per rendere partecipi della musica gli ascoltatori. Non è necessario - non deve esserlo - per mettere chi legge il testo in grado di capire com'è la musica, come "suona": se chi legge, per "sentire" i suoni, ha bisogno di udirli fisicamente (suonandoli), è un musicista imperfetto. Certo, l'audizione mentale, interiore, non equivale all'audizione reale, ma è più che sufficiente per conoscere la musica. Così come è vero il contrario: ascoltando un brano suonato, il musicista compiuto "vede" mentalmente comporsi il testo musicale, immagina la partitura.

 

Questo non lo afferma urbi et orbi il fanatico dralig. Lo scrive, nei suoi precetti agli studenti di musica, Herr Robert Schumann.

 

dralig

 

Sarebbe come se dicessimo ad un pittore di osservare e contemplare attentamente la Gioconda di Leonardo in tutti i suoi particolari e di ridipingerla da capo dopo averla fissata per bene nella propria mente. Ed il ragionamento credo sia da estendere a tutte le Arti, non solo alla Musica.

 

Inpresa alquanto ardita per un artista non compiuto, ma col dovuto allenamento ne va della propria - e non - gratificazione in termini di raggiungimento di quella compiutezza che gli permette di essere acclamato Artista con la A scritta in stampatello maiuscolo.

 

Grazie M° Gilardino.

 

Antonio

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X DRALIG ALIAS M.GILARDINO

 

Io sono un compositore (non classico) ma fingerstyle, faccio tipo canzoncine alla Marcel Dadì (non so se lo conosce), e mi rendo conto di avere un grande Handicap che è quello di non voler imparare a scrivere la musica e a leggerla. So solo le note in chiave di violino e faccio fatica a riconoscere quelle oltre il rigo. Conosce un modo per impararle velocemente. Io so solo che bisognerebbe arrivare al punto di riconoscerla immediatamente e dargli il nome. Non pensa che forse sarebbe meglio tornare al pentagramma con 15 righe come utilizzava Frescobaldi, tanto per non confonderle quelle che stanno sopra ???????

Grazie e complimenti per le sue composizioni.

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Sarebbe come se dicessimo ad un pittore di osservare e contemplare attentamente la Gioconda di Leonardo in tutti i suoi particolari e di ridipingerla da capo dopo averla fissata per bene nella propria mente. Ed il ragionamento credo sia da estendere a tutte le Arti, non solo alla Musica.

 

Inpresa alquanto ardita per un artista non compiuto, ma col dovuto allenamento ne va della propria - e non - gratificazione in termini di raggiungimento di quella compiutezza che gli permette di essere acclamato Artista con la A scritta in stampatello maiuscolo.

 

Grazie M° Gilardino.

 

Antonio

 

Non è proprio lo stesso processo, secondo me. Nelle arti figurative il segno ha in sè delle caratteristiche irriproducibili (in molti casi nemmeno dallo stesso artefice).

Più semplicemente: se un musicista apprende e memorizza così bene un'opera da saperne interpretare tutte le sfumature, potrebbe riuscire a riscrivere esattamente la partitura, utilizzando nella giusta sequenza i segni "fissi" delle note, ma non potrebbe riprodurre il genio creativo dell'autore, nè interpretare quel brano in maniera perfettamente identica a un altro musicista.

Allo stesso modo nessun pittore (né copista o falsario), saprebbe ricreare (nè a memoria nè a vista diretta) un capolavoro dell'arte che occhio esperto non si possa distinguere come diverso dall'originale.

La "scrittura" di ogni arte ha la sua "sintassi", in cui il valore del segno cambia, perchè per sua natura composto da elementi semantici differenti.

Più o meno, adesso mi viene un po' complicato spiegare meglio cosa volevo dire. ;)

 

 

Butterfly

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Sarebbe come se dicessimo ad un pittore di osservare e contemplare attentamente la Gioconda di Leonardo in tutti i suoi particolari e di ridipingerla da capo dopo averla fissata per bene nella propria mente. Ed il ragionamento credo sia da estendere a tutte le Arti, non solo alla Musica.

 

Inpresa alquanto ardita per un artista non compiuto, ma col dovuto allenamento ne va della propria - e non - gratificazione in termini di raggiungimento di quella compiutezza che gli permette di essere acclamato Artista con la A scritta in stampatello maiuscolo.

 

Grazie M° Gilardino.

 

Antonio

 

Non è proprio lo stesso processo, secondo me. Nelle arti figurative il segno ha in sè delle caratteristiche irriproducibili (in molti casi nemmeno dallo stesso artefice).

Più semplicemente: se un musicista apprende e memorizza così bene un'opera da saperne interpretare tutte le sfumature, potrebbe riuscire a riscrivere esattamente la partitura, utilizzando nella giusta sequenza i segni "fissi" delle note, ma non potrebbe riprodurre il genio creativo dell'autore, nè interpretare quel brano in maniera perfettamente identica a un altro musicista.

Allo stesso modo nessun pittore (né copista o falsario), saprebbe ricreare (nè a memoria nè a vista diretta) un capolavoro dell'arte che occhio esperto non si possa distinguere come diverso dall'originale.

La "scrittura" di ogni arte ha la sua "sintassi", in cui il valore del segno cambia, perchè per sua natura composto da elementi semantici differenti.

Più o meno, adesso mi viene un po' complicato spiegare meglio cosa volevo dire. ;)

 

 

Butterfly

 

Tutt' altro Butterfly, ti sei spiegata benissimo, come sempre.

Ed io non posso fare altro che credere ad ogni tua singola sillaba data la tua esperienza e competenza nel campo delle arti figurative, di fronte alla mia immane ignoranza.

 

Abbiam visto, grazie al M° Gilardino quand' é che sia possibile definire 'compiuto' un musicista. Vien da chiedermi allora ( ma credo di andare notevolmente OT, al riguardo bisognerebbe aprire un thread a parte) quand' é che un pittore possa definirsi compiuto ? E quando una danzatrice ? Oppure ancora uno scultore ? E così via.

Sarebbe interessante parlarne assieme.

 

Antonio

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X DRALIG ALIAS M.GILARDINO

 

Io sono un compositore (non classico) ma fingerstyle, faccio tipo canzoncine alla Marcel Dadì (non so se lo conosce), e mi rendo conto di avere un grande Handicap che è quello di non voler imparare a scrivere la musica e a leggerla. So solo le note in chiave di violino e faccio fatica a riconoscere quelle oltre il rigo. Conosce un modo per impararle velocemente. Io so solo che bisognerebbe arrivare al punto di riconoscerla immediatamente e dargli il nome. Non pensa che forse sarebbe meglio tornare al pentagramma con 15 righe come utilizzava Frescobaldi, tanto per non confonderle quelle che stanno sopra ???????

Grazie e complimenti per le sue composizioni.

 

Se quello del non saper leggere/scrivere la musica è avvertito come un handicap da lei , non deve aspettare neanche un giorno in più, e deve mettersi al lavoro. In altre parole, non deve accettare limitazioni al Suo lavoro di compositore - qualunque cosa Lei componga o intenda scrivere. Da giovane ho lavorato parecchio (per necessità) come penna per compositori del tastino (dicesi di chi scrive melodie senza sapere la musica), e spesso mi è capitato di avere che fare con persone musicalmente molto dotate, alle quali ho consigliato di imparare la musica: non è difficile, basta crederci e rimboccarsi le maniche, in un paio di anni può arrivare a scrivere quello che immagina e a leggere quello che Le serve, senza dover più patire limitazioni.

 

Avendo familiarità con il computer, Le conviene servirsi di software per l'apprendimento, invece che di libri. Sono più diretti ed efficaci.

 

dralig

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