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Memorizzazione e tecniche per la memoria


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pero per curiosità si potrebbe aprire un sondaggio per sapere, nel forum, quanti tra i chitarristi utilizzano la tecnica di memorizzazione "del gesto" e quanti hanno stampato in testa lo spartito. Questa cosa mi incuriosisce molto e sarebbe interessante analizzare i risultati.

 

Non vedo come si possa memorizzare un brano da eseguire in pubblico in modo diverso dallo studio senza lo strumento.

La ripetizione continua, oltre che 'logorare' la composizione (a forza di ripetere gli stessi passaggi si perde il gusto di suonarli e di interpretarli per risolvere il problema meccanico), causare blocchi mnemonici nonchè ansia da palcoscenico è anche un po' ottusa: imparare a memoria così, a cantilena, non ha alcun senso logico. Non si studia a memoria perchè 'si deve studiare a memoria' ma perchè - talvolta - la memorizzazione aiuta molto nelle scelte interpretative e rende indipendenti.

 

Concordo con quanto scrive Cristiano. E poi, come diceva il mio maestro, uno degli unici due che ritengo veramente "maestro" con la "M" maiuscola ;) , ripetere, ripetere anche per poter trovare nuove e sempre più soluzioni... Per il piacere di suonare, oltre per non sbagliare. Che poi un'amnesia capiti, pazienza!In quel caso l'importante è saper andare avanti. Vi ricorate quando uno dei nostri amici scrisse tempo fa di un chitarrista che aveva totalmente cambiato un pezzo, non ricordo quale, sostituendo la povera musica composta con taping, percussioni, scale e altre diavolerie? Bhè, quello vuol dire essere un imbroglione! Ma se in caso di amnesia si "inventa" per frazioni di secondi un motivetto o un accordo che poi lega subito al passagio successivo, bene! Anche questo attegiamento, secondo me, fa capire che si è padroni del brano proposto e di una certo auto-controllo, non trovate?

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Quanti chitarristi saprebbero scrivere, anceh sommariamente, su un pentagramma bianco, cio che hanno memorizzato?

 

Non ne ho idea, Alessio, ma so di per certo che il mio concetto di memorizzazione è legato proprio alla 'prova del nove' che descrivi.

Se così non fosse avremmo una memoria 'delle dita' e non celebrale, un modo di procedere, te lo assicuro che va a scapito della performance (concerto, concorso, esame ecc. ecc.).

La tensione di cui si parlava in un altro thread è dovuta anche a metodi di studio errati proprio come la memorizzazione 'a cantilena'.

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Pensavo proprio a questo infatti. Una delle cose che mi mette più tensione è il classico vuoto di memoria.

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Per le tecniche di memorizzazione ricordo un bell'articolo del maestro gilardino apparso sul fronimo un po' di anni fa

Se il maestro può ricordare su che numero era...perchè a parlare di memoria ,la mia mi ha tradito

 

Ho un baule nel quale sprofondo perdutamente tutti i miei scritti e gli scritti riguardanti la mia opera. Metter mano lì dentro è impresa superiore alle mie possibilità. Mi sono occupato una vita dell'opera altrui, della mia si occuperà qualcun altro. Quindi, mi devo scusare, ma non sono in grado di recuperare quello scritto.

 

dralig

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No,no per carità Maestro Gilardino non ci tengo propio a tornare alle nostre origini(ammesso e non concesso che siano quelle espletate da Darwin).D'altronde la validità della tecnica è indiscussa ai miei occhi.E'

la realizzazione pratica che mi suscitava qualche dubbio.Giustamente lei mi da ha capire:nel momento in in cui devi memorizzare i ''gesti''tecnici comunque fai uno sforzo; tanto vale fissarsi totalmente il brano in mente in maniera da ridurre il rischio di vuoti di memoria nell'esecuzione(a meno che non abbia travisato il contenuto sel suo messaggio).Bene

 

Cercherò di usare questa tecnica sperando che porti a buon frutti(su di me :lol: )

Un Saluto.

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Pensavo proprio a questo infatti. Una delle cose che mi mette più tensione è il classico vuoto di memoria.

 

Bene, siamo arrivati - e non sono stato io a spingere in questa direzione - a un punto cruciale: una delle cause che scatenano il panico o la tensione quando si deve suonare in pubblico è l'insicurezza che l'esecutore nutre nei confronti della propria tenuta, specialmente mnemonica. L'esecutore non si fida di sé, teme di venire tradito da qualche frana interiore. Posso osservare che, nella stragrande maggioranza dei casi, ha perfettamente ragione di aver paura? La memoria gestuale è il risultato di una mappatura di una serie di fenomeni che il cervello fa durante l'esercitazione. Il cervello mappa quello che gli diamo, né più né meno.

Quindi, mappa anche l'ambiente nel quale ci esercitiamo, la sedia sulla quale sediamo durante lo studio, etc., e questi dati ingloba nella sua memorizzazione del "suonare il pezzo". Quando ci trasferiamo in un luogo diverso e in una situazione nuova (una sala mai vista, con la presenza di ascoltatori), la mappatura mnemonica della musica non è traducibile: mancano i riscontri ambientali. Inoltre, rispetto alla condizione di studio, muta la chimica del corpo: esce l'adrenalina, e i gesti non corrispondono più a quelli memorizzati (per esempio le mani sudate non rispondono come le mani in condizioni normali, per non parlare dei tremori), e l'eventualità che, in un sottosopra del genere, non si verifichi il vuoto di memoria, è nell'ordine del miracolo. Quindi, l'esecutore ha paura. Ne ha ben donde.

 

Tuttavia, anche nel panico del momento, l'esecutore non ha problemi a fornire a memoria la proprie generalità e il proprio indirizzo, o a enunciare il teorema di Pitagora, o a raccontare la propria vita, o a recitare le poesie che ha imparato a memoria a scuola. Si ricorda di tutto, nonostante il trac. Perché? Semplice, perché ha fissato tali dati nella propria memoria centrale, non in quella periferica. La conclusione è elementare: fino a che la musica da suonare non è immagazzinata nella memoria "mentale", e risiede in quella periferica, l'esecutore avrà vuoti di memoria e panico.

 

dralig

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Pensavo proprio a questo infatti. Una delle cose che mi mette più tensione è il classico vuoto di memoria.

 

Io direi che il metodo errato di memorizzazione porta ad una preparazione scadente per l'esecuzione in pubblico e che quella che io chiamo 'coscienza sporca' porta ad inevitabili crash di sistema, per dirla in gergo informatico.

 

Ho notato, spesso, che chi ha queste defaillances durante le proprie esecuzioni in pubblico a tutto le attribuisce (la signora in seconda fila che ha tossito per ben due volte, al tipo in quarta fila è caduto il programma di sala, la luce non era adeguata) fuorchè alla propria responsabilità.

Qualcuno è arrivato persino a inventarsi delle patologie pur di non ammettere che il proprio metodo di lavoro e di studio è carente.

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Dare la colpa ad altri delle propria scadete esecuzione mi sembra una cosa assurda. Davvero hai riscontrato questo? Mi sembra molto strano...

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Accade molto spesso, molto più di quanto immagini.

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