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Nuovi CD di musica del XX e del XXI secolo

Memorizzazione e tecniche per la memoria


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Abbiam visto, grazie al M° Gilardino quand' é che sia possibile definire 'compiuto' un musicista. Vien da chiedermi allora ( ma credo di andare notevolmente OT, al riguardo bisognerebbe aprire un thread a parte) quand' é che un pittore possa definirsi compiuto ? E quando una danzatrice ? Oppure ancora uno scultore ? E così via.

Sarebbe interessante parlarne assieme.

 

Antonio

 

Argomento interessante e non facile da disquisire, specie se più che la "compiutezza" tecnica di un artista si vuole indagare sulla "compiutezza" della sua arte, perchè non sempre i due momenti coincidono, perlomeno nelle arti figurative.

Scrivo la parola tra virgolette perchè il concetto di arte è già di per sè difficile da definire (stabilendo per esempio dei tratti comuni e pertinenti tra le diverse arti) e altrettanto complicato è identificare il momento in cui si libera l'espressività più alta e illuminata di un artista: i processi mentali sono di per sè in continua evoluzione e sviluppo e non è sempre possibile seguirne linearmente il percorso, fino all'apice e l'eventuale decadimento.

Inoltre si deve tenere conto che ciò che per noi può essere "compiuto", a volte non è tale per il suo artefice, che ricerca una sua ideale espressione che sovente, a chi guarda o ascolta, può restare del tutto sconosciuta e impossibile da comprendere.

Così, se da un lato lo studio dal punto di vista storico permette di documentarsi sull'intera produzione di un artista, è molto affascinante indagare anche l'arte a sè contemporanea, i cui esponenti possono informarci direttamente sul loro stesso percorso creativo.

La disciplina che forse si occupa più da vicino di questi aspetti è l'estetica, non a caso commista di filosofia, arte e scienza, nella sua ricerca del rapporto fra arte e verità.

 

 

 

Butterfly

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X DRALIG ALIAS M.GILARDINO

 

Io sono un compositore (non classico) ma fingerstyle, faccio tipo canzoncine alla Marcel Dadì (non so se lo conosce), e mi rendo conto di avere un grande Handicap che è quello di non voler imparare a scrivere la musica e a leggerla. So solo le note in chiave di violino e faccio fatica a riconoscere quelle oltre il rigo. Conosce un modo per impararle velocemente. Io so solo che bisognerebbe arrivare al punto di riconoscerla immediatamente e dargli il nome. Non pensa che forse sarebbe meglio tornare al pentagramma con 15 righe come utilizzava Frescobaldi, tanto per non confonderle quelle che stanno sopra ???????

Grazie e complimenti per le sue composizioni.

 

Se quello del non saper leggere/scrivere la musica è avvertito come un handicap da lei , non deve aspettare neanche un giorno in più, e deve mettersi al lavoro. In altre parole, non deve accettare limitazioni al Suo lavoro di compositore - qualunque cosa Lei componga o intenda scrivere. Da giovane ho lavorato parecchio (per necessità) come penna per compositori del tastino (dicesi di chi scrive melodie senza sapere la musica), e spesso mi è capitato di avere che fare con persone musicalmente molto dotate, alle quali ho consigliato di imparare la musica: non è difficile, basta crederci e rimboccarsi le maniche, in un paio di anni può arrivare a scrivere quello che immagina e a leggere quello che Le serve, senza dover più patire limitazioni.

 

Avendo familiarità con il computer, Le conviene servirsi di software per l'apprendimento, invece che di libri. Sono più diretti ed efficaci.

 

dralig

 

 

Grazie del consiglio M Gilardino, colgo l'occasione per dirle un altra cosa questa volta più personale.

Io la conosco da poco di nome perchè e da pochi anni che ho messo il piede nella classica.

Avrei messo comunque in dubbio la capacità di compositore di chiunque.

L'unico che mi è piaciuto particolarmente è Carlo Domeniconi (solo per la genialata Koyounbaba) sentita interpretare da un grande Giulio Tampalini.

Recentemente però il mio amico Alessio, mi ha consigliato di sentire anche Gilardino.

La settimana scorsa ho sentito suonare Studio n.10 Noche Oscura da un ragazzo molto bravo. Sono rimasto di sasso perchè è una vera genialata anche quella e se devo esprimermi meglio penso che lei al posto della chitarra ha in mano una macchina del tempo. Noi viviamo nel 2006, ma le sue composizioni mi portano nel 2506.

L'unica cosa che mi fa inc........re :) (simpaticamente) è il fatto che .......come si fa a chiamare un opera d'arte Studio N. ?????????????? Non è meglio solo Noche Oscura ???

Grazie e ancora complimenti.

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La settimana scorsa ho sentito suonare Studio n.10 Noche Oscura da un ragazzo molto bravo. Sono rimasto di sasso perchè è una vera genialata anche quella e se devo esprimermi meglio penso che lei al posto della chitarra ha in mano una macchina del tempo. Noi viviamo nel 2006, ma le sue composizioni mi portano nel 2506.

L'unica cosa che mi fa inc........re :) (simpaticamente) è il fatto che .......come si fa a chiamare un opera d'arte Studio N. ?????????????? Non è meglio solo Noche Oscura ???

Grazie e ancora complimenti.

 

Considerando che Chopin ha scritto degli "Studi" come i pezzi dell'op. 10 e dell'op. 25, che Brahms ha chiamato "Studi" le Variazioni su un tema di Paganini, e visto il livello delle Etudes di Debussy, non credo di essermi buttato via. Ma rifletterò sulle Sue osservazioni, grazie.

 

dralig

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La settimana scorsa ho sentito suonare Studio n.10 Noche Oscura da un ragazzo molto bravo. Sono rimasto di sasso perchè è una vera genialata anche quella e se devo esprimermi meglio penso che lei al posto della chitarra ha in mano una macchina del tempo. Noi viviamo nel 2006, ma le sue composizioni mi portano nel 2506.

L'unica cosa che mi fa inc........re :) (simpaticamente) è il fatto che .......come si fa a chiamare un opera d'arte Studio N. ?????????????? Non è meglio solo Noche Oscura ???

Grazie e ancora complimenti.

 

Considerando che Chopin ha scritto degli "Studi" come i pezzi dell'op. 10 e dell'op. 25, che Brahms ha chiamato "Studi" le Variazioni su un tema di Paganini, e visto il livello delle Etudes di Debussy, non credo di essermi buttato via. Ma rifletterò sulle Sue osservazioni, grazie.

 

dralig

 

Lo sò, e anche di quei "mostri" la cosa che mi stupisce di più è proprio il numero.

Il "studio n" da una parte mi suona come "abbiamo talmente tanta fantasia che possiamo chiamare le nostre composizioni 1, 2, 3, 4" quindi positivo.

Dall'altra penso che un domani proprio a causa del numero (senza ovviamente titolo) un opera d'arte possa cadere nel dimenticatoio proprio perchè il titolo vero e proprio dovrebbe essere "il tema" (o il significato emotivo del compositore) di quello che l'ascoltatore va a sentire.

E' come chiamare il quadro n.1 al posto che ad esempio "LA GIOCONDA" di Leonardo.

Ciao :P

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Waller forse non sai che il M° Gilardino ne ha scritti 60 di studi, e forse riusciri a "raccapezzarcisi" solo con il nome sarebbe stato complicato.

E poi quel che conta non è il nome, ma la sostanza.

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A me è capitato di ascoltare tre bei brani di Leo Brouwer: Pieza sin titulo n. 1, Pieza sin titulo n. 2, Pieza sin titulo n. 3.

Ora, con tutto il rispetto, ma una persona con tanta fantasia creativa, non avrebbe potuto trovare un piccolissimo, brevissimo "titulo"? ;)

 

 

 

Butterfly

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.... E' come chiamare il quadro n.1 al posto che ad esempio "LA GIOCONDA" di Leonardo.

Ciao :P

 

Il motivo di non dare un titolo ad una composizione serve a offrire molteplici piani di interpretazione a chi legge (o ascolta) il brano, senza veicolarne in alcun modo la lettura e le sensazioni che provoca.

 

Nel caso delle opere strumentali, la musica offre uno dei suoi lati più suggestivi, cioè la sua impalpabilità, avendo il potere di non dire mai completamente quello che intende offrire e dimostrando quanto possa essere libera e in(de)finita. Un oceano.

 

Nessun titolo può catturare completamente l'essenza di un brano musicale, ma può solamente suggerire un percorso, un sentiero.

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.... E' come chiamare il quadro n.1 al posto che ad esempio "LA GIOCONDA" di Leonardo.

Ciao :P

 

Il motivo di non dare un titolo ad una composizione serve a offrire molteplici piani di interpretazione a chi legge (o ascolta) il brano, senza veicolarne in alcun modo la lettura e le sensazioni che provoca.

 

Nel caso delle opere strumentali, la musica offre uno dei suoi lati più suggestivi, cioè la sua impalpabilità, avendo il potere di non dire mai completamente quello che intende offrire e dimostrando quanto possa essere libera e in(de)finita. Un oceano.

 

Nessun titolo può catturare completamente l'essenza di un brano musicale, ma può solamente suggerire un percorso, un sentiero.

 

Oh Giulio , complimenti, ti ho sentito a qualche concerto e devo dire che se Gilardino e uno tra i migliori compositori, tu sei il più grande interprete.

Tornando a filosofeggiare : ognuno ha la sua interpretazione, essa è libera, questo è ovvio per non dire sottinteso !!!! ma se l'autore come dicevo prima, mettesse nel titolo la sua interpretazione, non sarebbe meglio ???? Oltre che ad un opera d'arte potrebbe anche essere un libro dove ognuno dice quello che pensa, poi se per l'ascoltatore non corrisponde, si è liberi di dare un interpretazione qualunque !!!

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.... E' come chiamare il quadro n.1 al posto che ad esempio "LA GIOCONDA" di Leonardo.

Ciao :P

 

Il motivo di non dare un titolo ad una composizione serve a offrire molteplici piani di interpretazione a chi legge (o ascolta) il brano, senza veicolarne in alcun modo la lettura e le sensazioni che provoca.

 

Nel caso delle opere strumentali, la musica offre uno dei suoi lati più suggestivi, cioè la sua impalpabilità, avendo il potere di non dire mai completamente quello che intende offrire e dimostrando quanto possa essere libera e in(de)finita. Un oceano.

 

Nessun titolo può catturare completamente l'essenza di un brano musicale, ma può solamente suggerire un percorso, un sentiero.

 

Per lo stesso meccanismo, anche nell'arte contemporanea gli artisti ricorrono spesso a questa consuetudine, numerando le opere senza un titolo specifico.

 

Per molti secoli, invece, non fu consuetudine attribuire un titolo ai dipinti da parte dell'autore. Contrariamente a quel che si pensa, molti dei titoli con i quali conosciamo famosi capolavori (a cominciare dalla Tempesta di Giorgione) derivano dalle descrizioni negli inventari e dai cataloghi critici degli storici dell'epoca che identificavano le opere attraverso un dettaglio di peculiare riconoscibilità.

Anche il dipinto della Gioconda venne chiamato così nel 1625, da Cassiano del Pozzo. All'estero si conosce meglio col nome di "Monna Lisa", come lo intitolò invece Giorgio Vasari, nel 1550.

 

 

 

 

Butterfly ;)

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L'unica cosa che mi fa inc........re :) (simpaticamente) è il fatto che .......come si fa a chiamare un opera d'arte Studio N. ?????????????? Non è meglio solo Noche Oscura ???

 

Mi venga un colpo...

Ma il titolo è Noche Oscura.

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